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TRE IL NUMERO PERFETTO?


di Membro VIP di Annunci69.it beggin
05.05.2016    |    21.363    |    5 7.6
"Sarei stata una padrona esigente e punitiva, avevo bisogno di impormi, soprattutto a due uomini..."

Uscii per cercare un taxi, ma fatti pochi passi una voce mi chiamò: era uno dei due uomini che mi avevano retto le gambe mentre un gran numero di cazzi deponevano il loro carico nella mia fica vogliosa. Avvicinatosi notai che era poco più di un ragazzo, "Ciao - mi disse - aspetta che ti devo parlare. Se vuoi ti porto a casa con la mia auto". Accettai il passaggio, tra l'altro aveva un'aria onesta di bravo ragazzo ed io sentivo ancora in bocca il sapore del suo e dell'altro sperma, come ho detto. In auto mi disse di chiamarsi Antonio, di essere bisessuale, all'80% gay, che l'altro uomo che aveva retto le mie gambe era il suo amico, Pietro. Ora erano rimasti colpiti dalla mia piena accettazione della sessualità che avevo dimostrato e volevano fare gruppo con me: in pratica avevano bisogno di una donna dominante, una padrona, a cui obbedire, ma che non impedisse loro di continuare il loro rapporto. Nei servizi mi avrebbero fornito il seme necessario, ed io la vagina dove deporlo.

Sentii un brivido lungo la schiena ed attraversarmi la vagina, il mio clitoride si irrigidiva e strisciava contro le mutandine, la fighetta si bagnava. Sarei stata una padrona esigente e punitiva, avevo bisogno di impormi, soprattutto a due uomini. Gli dissi che venissero entrambi il giorno dopo nel mio studio.

Erano decisamente due bei ragazzi, lo notai quando vennero il giorno seguente. Li feci spogliare e li esaminai per bene per vedere che non avessero malattie sessuali. Tutto perfetto e di buone proporzioni, l'ano poi era invitante, bello e rosa per entrambi. Mi dissero che desideravano essere posseduti da una donna, sia come padrona che come master nel fist: volevano entrambi che penetrassi il loro sfintere, essere aperti da me con la mano e coi dildo. Dissi che come padrona avrei imposto loro la castità con gli appositi strumenti, che avrebbero potuto sborrare solo in mia presenza e quando avevo bisogno del loro sperma, per il resto potevano incularsi coi dildo quanto volevano. Anzi con l'aiuto di un mio caro amico master di fist [colui che scrive] avremmo ottenuto grandi risultati, con estremo loro piacere anale. Si guardarono negli occhi, con un sorriso ma anche con un certo timore. Nel comandare in tal modo la mia passerina si bagnava, ed io apersi le coscie per far loro vedere le mutandine umide.

Si misero a 4 zampe, nudi come erano, con i culi rosa ben in evidenza tra le natiche, e i cazzi che iniziavano a dar segno di vita, e Antonio disse: "Padrona, possiamo avere l'onore ed il piacere di leccare la tua fichetta bagnata?". Mi tolsi le mutandine, apersi le coscie e dissi: "Certo, ve lo concedo, ma prima indossate gli strumenti di castità che ho comprato per voi, datemi le chiavi dei lucchetti e infilate nell'ano i plug che vedete". Eseguirono celermente, come devono fare gli schiavi per accontentare la loro padrona. I plug avevano un diametro di 9 cm, ma con il gel entrarono bene. "Ora - dissi - è mia intenzione umiliarvi, col castity dovrete pisciare seduti, come le donne. Le vostre sofferenze saranno il mio piacere, vi dovrete abituare a provare piacere solo con l'ano. Sarete miei schiavi per una settimana, alla fine del periodo deciderete se esserlo per un'altra, poi per 15 giorni, se vorrete, poi per un mese. Nel periodo la vostra volontà sarà annullata, potrete solo implorarmi".

Inizarono di buona lena a teccarmi la fica, se la contandevano, entravano con la lingua o mi eccitavano il clitoride. Poi Antonio iniziò a leccarmi l'ano con foga, mentre Pietro si dava da fare con la passera. Ad un certo punto qualcosa cominciò a muoversi dentro di me e tra sussulti e spasimi ebbi un orgasmo coi fiocchi. Come due cagnolini rimasero a guardare il mio piacere. "Tutto bene, padrona" dissero all'unisono, "Certo" risposi, ed iniziai a ridere sempre più forte, poi spinsi nel mio basso ventre ed iniziai a pisciare in faccia ai miei schiavetti, i quali, superato un attimo di stupore, aprirono la bocca e trangugiarono, contendendosela, la mia orina calda.
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