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stupri e violenza


di renatino18
08.05.2010    |    68.184    |    1 6.8
"Uscimmo tranquilli, non ci fu rumore, ci allontanammo senza fretta..."
Stupri e violenza

E' questa la storia completa di un avvenimento che è stato su tutti i giornali e che ha dato origine ad un processo molto seguito, come forse ricorderete: fummo giudicati per lo stupro ad una dottoressa di 55 anni, fummo assolti perché non si trovarono prove definitive: la dottoressa risultò ninfomane, lei aveva dichiarato che l’avevamo costretta a mano armata ma al momento dell’arresto avvenuto in flagrante nessuno di noi era armato se non del proprio cazzo duro e teso. la prova che le avevamo strappato il tanga non fu possibile raggiungerla dato che noi sostenemmo che si era rotto nella concitazione dell’atto sessuale voluto da entrambe le parti. in pratica non facemmo più di tre mesi di galera, fra prima e durante il processo.
ora vi dirò il vero e capirete perché queste cose siano come gli iceberg, affiora solo una minima parte, la più inutile, la più grande resta sommersa….. non che voglia giustificarmi, non che voglia sminuire le mie colpe, ma voglio solo confessarle e riprendere una vita nuova rifiutando il passato.
Innanzi tutto chi sono: mi chiamo Aldo, adesso ho 29 anni, 178x80kg, di muscoli , molto virile e con un viso interessante, faccio l’idraulico ed ero e sono piuttosto bravo, finanziarmene me la passavo bene, avrei dovuto pensare ad una famiglia, a sistemarmi, come mi ripeteva sempre la mia povera mamma che mi aveva allevato da sola, essendo ragazza madre, lavorando sempre duramente. ma in me c’era una tara: a 13 anni, allora ero veramente carino e molto femmineo, all’uscita da uno spettacolo teatrale in parrocchia, mi ero lasciato abbindolare da un ricco signore, piuttosto anziano, che mi aveva invitato a fare un giro con la sua bella macchina, poi mi aveva offerto un cioccolatino ripieno.. chissà di cosa.. perché mi sentii come svuotato, incapace di reagire. lui mi portò in un garage, lì mi tolse pantaloni e mutandine dopo avermi ben bene aperto il culetto con le dita e una particolare pomata, mi inculò a lungo, senza ascoltare i miei lamenti, fino ad inondarmi il retto della sua sborra poi mi fece alcune foto particolarmente oscene e minacciandomi di farle subito vedere a mia madre se avessi parlato. mi fece rivestire e mi riportò vicino alla parrocchia. per quasi due anni rimasi in balia sua e di altri suoi amici che mi usavano per sfogare i loro bassi istinti e soprattutto per farmi una serie infinita di foto oscene, penso che vendessero sul mercato della porno-pedofilia i film girati con me attore. E per lunghi mesi fui evidentemente anche facile preda dei compagni più grandi che si godevano spesso e volentieri la mia raffinata capacità di essere anche una femmina in calore. Poi crescendo cominciai ad avvertire prepotente la voglia di essere maschio e siccome crescevo forte e robusto cominciai a sottomettere a mia volta i più deboli. le donne erano ancora un pianeta quasi sconosciuto, le uniche che avevo conosciuto era pornoattrici e quindi veramente vacche. poi un amico mi aiutò a capire; mi resi conto che se io avevo tanto da perdere per lo sputtanamento presso mia madre e presso tutti i miei amici, e correvo il rischio inoltre di diventare un giocattolo sessuale, anche gli altri rischiavano molto, se li avessi denunciati sarebbero andati in galera. trovammo un accordo, io avrei taciuto, loro non mi avrebbero più cercato né importunato però io rimasi segnato, non riuscivo ad avere una vita normale, sognavo solo di vendicarmi facendo star male gli altri, e il mio pensiero fissò diventò la voglia di violentare e far soffrire le donne che mi avevano trascurato. oltre evidentemente che a concedermi qualche incontro in cui ero una cagna in calore. non trascuravo mai ovviamente i bei culetti e le dolci boccucce dei ragazzini, lavoravo, imparavo il mestiere, guadagnavo, ma ero sempre solo se non fosse stato per stefano, eravamo amici dall’asilo, fu lui che inconsciamente innamorato come una verginella di me, mi aprì gli occhi quando gli confessai la mia triste soggezione, fu lui che mi aiutò, dandomi anche una protezione fisica, direi.
era più grande e grosso di me, studente laureando il giurisprudenza, di buona famiglia, con una forza fisica terribile, ma timido da morire. se una donna gli rivolgeva uno sguardo diventava rosso, le temeva e le odiava. da piccolo, una cameriera, che aveva inutilmente tentato di sedurlo per farlo entrare in suo giro molto particolare e che era stata licenziata perché lui non aveva esitato a parlarne alla madre, lo aveva affrontato e deriso e fatto entrare in crisi col semplice trucco di urlargli in faccia che aveva il membro troppo piccolo, che non era un ometto, bensì un frocietto destinato a essere sempre una troietta, che sarebbe stato sempre il divertimento di tutti, la cameriera lo fece per vendetta, in verità stefano non aveva un grande membro, ma neanche così piccolo da vergognarsene, solo che non riusciva più superare il trauma. terzo del gruppo, ma si univa a noi solo saltuariamente e rimase infatti totalmente estraneo al procedimento penale, luigi, 19 anni piccolo, magro, incapace di difendersi da solo, covava all’interno una rabbia e un desiderio di vendetta rivolto verso tutti perché non piaceva, non veniva ricercato e se possibile sempre scansato. noi tre eravamo inseparabili, stefano ed io per vera amicizia, luigi stava con noi perché eravamo i suoi difensori nei confronti di quelli che qualche motivo di rivalsa avevano ben ragione di vantare verso di lui. ci ricambiava con tremila astuzie e con qualche lavoretto di bocca quando eravamo troppo arrapati. le nostre uniche esperienze erano state con donne di strada, e neanche troppo spesso, per ragioni di costo. in un caldo pomeriggio di inizio estate eravamo andati in riva al grande fiume per prendere un po’ di sole e per fare eventualmente un bagno, e avevamo già deciso che ci saremmo fatti spampinare ben bene dal luigino. mentre scendavamo il sentiero sentimmo delle voci piuttosto alte di tono, come per un alterco, ci nascondemmo dietro i cespugli e cominciammo a spiare. vedemmo una donna di una certa età, abbondante,con un seno monumentale ed un culo sporgente, nuda, su un plaid che discuteva con un ragazzetto di città, con i pantaloni a mezza gamba. capimmo subito che si trattava di una puttana che aveva adescato il ragazzino, ma che al dunque questo si era tirato indietro per mancanza di soldi, o perché non particolarmente attratto dalle forme di lei. gli insulti erano terribili, i più gentili quelli di frocio, castrato, impotente. il ragazzetto scappò e lei sempre incazzata si alzò in piedi e prese a cercare i suoi indumenti. di colpo stefano si alzò e la raggiunse, io lo seguivo, luigi si teneva un pò discosto. stefano brutalmente le chiese di scopare, lei replicò con alterigia che non ne aveva assolutamente alcuna voglia. specialmente con uno stronzo come lui. l’insulto fu la scintilla, stefano le assestò un terribile schiaffo facendole gonfiare il viso, e che la ributtò sul plaid poi le fu addosso e con voce sibilante la invitò a farsi scopare, se non avesse aderito prontamente l’avrebbe massacrata. la donna diventò un agnellino, chiese se voleva farsela solo lui o anche i suoi amici, si mise a pecora e lo invitò a fare quello che voleva. stefano se la tirò addosso e le fece entrare nella grande figa il suo uccello e prese ad agitarsi con vera e propria frenesia, senza un grande costrutto. io non persi tempo, visto il grasso culo della donna in primo piano le sprofondai nel buco. luigi si fece coraggio e se lo fece prendere in bocca. alla fine, stefano la aveva chiavata e si era fatto spompinare, io la avevo inculata e chiavata, luigi era stato spompinato, la lasciammo sulla coperta non senza che il diabolico luigi le sottraesse dei soldi e con la minaccia di ucciderla se avesse parlato, e come caparra le rifilammo un paio di schiaffi ed un solenne calcio in culo. per due o tre giorni guardammo la gazzetta locale per vedere se fosse emerso qualcosa, veramente preoccupati e spaventati per le eventuali conseguenze, tutto tacque; lei aveva taciuto per non avere guai, noi ci convincemmo anche senza parlare che quello era il sistema migliore per scopare gratis. una sera che eravamo particolarmente annoiati, saranno passati circa due mesi dalla prima prova, decidemmo di andare a fare un giro per trovare una puttana che soddisfacesse le nostre voglie. mentre discutevamo fra noi dove fosse meglio andare, ci superò una utilitaria; dentro c’era un ragazzo e quasi certamente una ragazza che forse stava praticando un bocchino all’autista. li raggiungemmo proprio mentre lei si rialzava, potemmo indovinare che doveva trattarsi di una bellissima ragazza. li lasciammo sfilare e li seguimmo da lontano.
loro presero per un viottolo che portava ad uno spiazzo, noi spegnemmo le luci e ci inoltrammo dietro a loro. sulla spianata vi era una sola macchina, la loro. parcheggiammo lontano e cominciammo a spiarli, lui scese, alla luce di cortesia della portiera apparve un bel giovane, carino,di taglia normale; anche lei scese, era veramente carina, coda di cavallo, tette sicuramente molto sviluppate, bel culo, gambe lunghe. salirono nel sedile posteriore e tutto tornò buio. prendemmo dalla nostra macchina, dalla mia borsa dei ferri, un taglierino, un martello di piombo e del nastro adesivo. cominciammo ad avvicinarci pian piano, sbirciammo dentro, lui era sdraiato sul sedile, lei accoccolata su di lui, il cazzo dentro la figa, le tette, veramente grosse, in mano a lui, un culo da favola si sporgeva verso di noi.
ci guardammo, la voglia ci prese, decidemmo senza parlare, sarebbero stati la nostra seconda preda. volevamo spaccare un vetro, bastò aprire, nell’eccitazione avevano dimenticato di chiudere a chiave. luigi puntò il taglierino alla gola di lui intimandogli di stare fermo e in silenzio, lei fu tirata fuori da stefano come un fuscello. le tette, grosse, sode, con grandi capezzoli scoperte per la maglietta e reggiseno tirati in alto.la figa, bella, calda, aperta, col ciccietto parzialmente in vista e il perfetto culetto, tondo e ben falcato totalmente scoperti per il fatto che la gonna era arrotolata alla vita e gli slippini calati su un piede solo…minacciata di morte e adagiata sul cofano a pancia sotto, intanto io provvedevo ad immobilizzarla tenendole un braccio girato dietro la schiena. lei cominciò a piangere e a chiedere aiuto al suo ragazzo, che si divincolò e saltò fuori fregandosene del taglierino di luigi che da bravo cacasotto era indeciso se scappare o no..ma incappò in pieno sul pugno di stefano, e ripiombò all’interno della macchina ko, luigi a questo punto lo immobilizzò con il nastro adesivo. adesso potevamo pensare alla bimba: cominciammo ad accarezzarla, a stringerle i capezzoli, a metterle le dita dentro la figa, già fradicia, e nel culetto a leccarla ovunque e lei continuava a pregarci di non farle male, di non stuprarla, chiedeva pietà ma ciò ci eccitava sempre di più e, strano a dirsi, anche lei sembrava eccitatissima. intanto vedemmo luigi che toglieva pantaloni e mutande al ragazzo e ne saggiava il culetto mentre stefano cominciò a chiavarla io le girai intorno e la costrinsi a succhiarmi il cazzo. luigi intanto stava aprendo il culetto al ragazzo che imbavagliato non poteva neanche urlare. luigi prese ad incularlo a fondo gemendo di piacere; ad un certo momento ci stancammo della ragazzina e decidemmo di passare al fidanzatino e lo trasformammo rapidamente, aiutandolo a farsi convincere con qualche schiaffone e qualche pugno nello stomaco in una troietta scatenata e vogliosa…intanto luigi si godeva analmente la bimba totalmente indifesa e succube…quando ci stancammo di goderceli in tutti modi possibili li liberammo e li minacciammo di tacere, altrimenti oltre ad essere massacrati di botte, e come di regola ne demmo un piccolo assaggio ad ambedue, più al ragazzo per cavalleria, sarebbero diventati il divertimento dell’intero paese. non parlarono e noi ci convincemmo sempre di più che la cosa più bella da fare… anzi, la ragazza la incontravamo spesso e tutto sommato si poteva dire che fosse gentile con noi. il ragazzo non lo vedemmo più, dopo circa 1 mese stefano se ne uscì dicendo che quella ragazza gli era rimasta nel sangue, io gli confermai che per me era la stessa cosa, ogni volta che la vedevo mi si induriva il cazzo…decidemmo senza dir niente a luigi di andarla a prendere all’uscita della scuola quando faceva il turno serale. la vedemmo uscire, sola, e prese a camminare verso casa sua prendendo la scorciatoia fra la macchia. la raggiungemmo, quando ci vide cercò di correre, la bloccammo subito, si mise a piangere, ci pregava di lasciarla andare, di non farle male. stefano la abbracciò e la costrinse a baciarlo, intanto le nostre mani si infilavano dappertutto., la maglietta gliela arrotolammo sotto il mento, il reggipetto glielo togliemmo facendo prendere aria alle stupende tette, la sottana si arrotolò alla vita e gli slip li stracciammo addirittura. lei non fiatava più, si lasciava baciare, la figa stava bagnandosi, le tette munte come se si trattasse di una vacchetta. decidemmo il da farsi: stefano l’avrebbe chiavata in figa, io nel culo, io però approfittavo della posizione per impugnarle e lavorarle le tette poi cambiammo posizione e la cosa che mi sorprese fu che la carletta con me ci stava spontaneamente. fra un bacio e l’altro mi pregò di prenderla per le chiappe e fargli entrare tutto il cazzo in figa, mi incrociò le gambe intorno al corpo e ci dedicammo alla più fantastica scopata mai fatta, intanto stefano usufruiva del suo culetto generosamente splancato. sempre parlandomi in bocca mi chiese di andarla a prendere a scuola un po’ più spesso ma da solo. dopo un ultima smucinata alle tette la lasciammo andare, sicuri che non avrebbe parlato, anche se la minacciammo lo stesso di terribili vendette, per la sua disponibilità evito però la piccola razione di sberle che di solito distribuivamo come prova della nostra volontà di non minacciare. invano scappò di corsa senza voltarsi, intanto stefano non faceva che parlarmi di una sua vicina di casa, appena mamma, biondina. molto carina, tette ovviamente grosse, magra con gambe lunghe ed un bel culetto, era sempre sola, il marito, sempre che lo fosse, usciva presto e non tornava che dopo le cinque o non tornava affatto anche per 2/3 giorni, né sembrava avere altre amicizie o parenti dato che era sempre sola. stefano mi propose di farcela un giorno o l’altro, era semplice, una volta entrati sarebbe bastato minacciare il figlio. intanto che ci organizzavamo andammo il città per divertirci, con noi venne luigi..andammo lungo i viali e notammo uno stupendo trans che passeggiava, semi nudo, lo avvicinammo, lo invitammo a salire.
era sospettoso, era per di più solo, stefano scese e lo spinse dentro, lui cercò di reagire ma la stretta ch’egli dette Stefano lo consigliò al silenzio poi , giunti in un luogo appartato, pretendemmo di incularcelo a turno smucinandogli le grosse tette a palla, cercò di fare resistenza ma i buffetti che generosamente gli dava stefano lo consigliarono a tacere e a subire tutte le nostre voglie senza più fiatare..luigi volle pure lui incularlo ma anche succhiarlo fino a farlo sborrare…peccato che oltre al sesso gli prese anche la borsa. saziati i nostri animaleschi appetiti lo buttammo fuori dalla macchina a calci dopo aavegli infilato un grosso arnese nel culo e ce ne andammo soddisfatti. non ci andò a denunciare, evitando così la sicurezza del foglio di via. certi raid li ripetemmo ogni 10/15 giorni e ci andarono, tolta una volta che il trans cubano ci denunciò, ovviamente luigi lo aveva derubato di tutto e stefano lo aveva fatto stare sottomesso strapazzandolo forse un po’ troppo,.ma il fatto fu subito archiviato e nessuno ci venne mai a cercare in noi si radicò la convinzione di essere invulnerabili. intanto avevamo messo a punto il piano per farci la biondina, cosa che stava tanto a cuore a stefano ed io ero andato a prendere a scuola la carletta. quando mi vide in attesa appoggiato ad un palo, salutò frettolosamente compagni e compagne e si avviò a passo svelto per la scorciatoia; io le detti un po’ di vantaggio poi la seguii, la raggiunsi, lei mi disse che dovevo lasciarla in pace, che ero un porco, che mi avrebbe denunciato….che mi avrebbe fatto passare i guai miei..ma le sue parole si smorzarono dentro la mia bocca che aveva preso a baciarla, mentre una mia mano le sollevava la maglietta e le abbassava il reggiseno facendo prendere aria alle sue tette veramente da sballo. cercò di rifiutare il bacio profondo divincolandosi con il risultato di far aderire il suo ventre contro il mio arnese già duro. io smisi di baciarla e presi invece a succhiale i capezzoli mentre la mano scendeva ad impossessarsi della sua calda e già fradicia topina. cedette senza indecisioni, mi riprese la testa e mi riinfilò la lingua in bocca mentre mi aiutava a sfilarsi le mutandine poi si arrotolò la sottana in vita e smettendo di baciarmi mi pregò di leccarle la figa, bella, aperta, calda e sugosa..la appoggiai ad un albero, mi inginocchiai di fronte a lei e presi a mangiarmela…le infilavo la lingua dentro, la leccavo, le mordicchiavo il clito e non essendoci bisogno che la tenessi stretta perché ci pensava di suo a spingere la sua fica contro la mia bocca, io potevo lavorarle seni e capezzoli a due mani. dopo dieci minuti raggiunse un orgasmo di incredibile intensità che la costrinse a scivolare in ginocchio davanti a me perché le gambe non la reggevano. ci baciammo per un tempo lunghissimo poi ci rialzammo insieme, la abbrancai deciso per i glutei, la alzai portandole la topa di fronte al mio cazzo durissimo, e sprofondai in lei che intanto mi abbracciava e mi stringeva con le gambe strette alla mia schiena. scopammo da sogno e venimmo insieme con un lungo gemito che si era smorzato dato che ci stavamo baciando poi la carletta si rimise un po’ a posto e scappò via accusandomi di essere un porco schifoso cui piaceva violentare le fanciulle indifese…con carla cominciò un rapporto strano, dovevo andarla prendere, lei doveva fingere di scappare, alla fine si arrendeva insultandomi..e cominciavamo a fare all’amore nella maniera più appassionata e soddisfacente proprio come due piccioncini innamorati ma la stagione non ci consentiva più di incontrarci all’aperto. io trovai da un conoscente le chiavi di un comodo capanno da pesca dove andavamo per i nostri incontri. si cominciava sempre con lei sopra che mi spingeva la sua fica sugosa sulla bocca perché io la leccassi a fondo mentre si faceva lavorare capezzoli e tette dalle mie mani poi si auto impalava baciandomi in bocca e dando luogo cavalcate selvagge con orgasmi ripetuti…se io riuscivo a resistere allora si metteva a pancino sotto, alzava il culetto e mi concedeva di incularla con la sua piena collaborazione, si finiva sempre che lei mi puliva il cazzo con la sua linguetta dentro la sua boccuccia di rosa. finalmente cessò la sua smania di insultarmi prendemmo a d uscire insieme come due innamorati qualsiasi, cominciammo a fare progetti per il futuro. intanto stefano era pronto ed ottenne ovviamente il mio appoggio, saremo andati una mattina a farci la biondina. preferimmo entrare dal giardino della vecchia villetta ci avvicinammo alla porta di servizio, era aperta, entrammo e arrivati in cucina vedemmo il passeggino con dentro un amore di bambina che dormiva… ma lei dov’era? stavamo pensando di cercarla quando sentimmo tirare l’acqua del water, la porta del bagnetto di servizio si aprì ed uscì la donna, bionda abbastanza alta, con un viso da santarellina, smentito però da due occhi furbi e birichini e da una bocca grande anche senza trucco, dalle labbra piene e morbide, poi un seno da esposizione, due fianchi larghi e accoglienti che sbocciavano sotto una vita stretta, che dietro formavano un culo a mandolino da sballo e davanti un monte di venere molto pronunciato faceva indovinare una grande fica, due lunghe gambe completavano la visione. lei usci soprapensiero, il vestitino ancora sbottonato, i capezzoli che si affacciavano dal reggipetto lunghi ed orgogliosi, e il piccolo slippino tentava inutilmente di velare la stupenda figa semi aperta e rorida di pipì… intanto io avevo preso in braccio la piccola e la accarezzavo con studiata noncuranza con la lama del taglierino. la donna represse un grido e ci guardò chiedendoci spiegazioni e invitandoci perentoriamente a rimettere nel passeggino la figlia. noi ci complimentammo con lei per aver capito che urlare servirebbe solo a mettere a repentaglio la vita della piccolina, la tranquillizzammo dicendole che se ci avesse accontentato senza obiezioni tutto sarebbe passato senza guai per nessuno, lei ci precisò che soldi in casa non aveva, ma tutto ciò che c’era lo avremmo potuto prendere pur di restituirle incolume la figlia..stefano sembrava ammattito, le disse che lui la studiava da mesi, che la sua bellezza lo aveva stregato, che tutto ciò che voleva era il suo amore o, se proprio non la interessasse, il suo corpo. piera, questo era il suo nome si mise a piangere, si disperò, ci supplicava, ci minacciava..poi visto che eravamo irremovibili, cedette di colpo….si tolse il vestitino, il reggipetto egli slippini e ci offrì il tutto purchè facessimo presto e le restituissimo illesa la piccola. stefano, un po’ sorpreso di non dover usare la forza, prese a baciarla, a leccarle i grandi seni e i lunghi capezzoli, poi scese ad aprire la figona e prese a leccargliela e succhiargliela peggio di un cane in amore..piera cercava di mantenersi estranea ed insensibile, ma la sua natura profondamente sensuale pian piano vinceva le barriere erette dalla sua rabbia e dal la sua dignità. pian piano si ammorbidiva, si scioglieva, la lingua prese ad apparire molto spesso fra le sue stupende labbra mentre le sue mani mosse da una forza molto superiore alla sua volontà presero a muoversi, una cominciò a tortuare un seno e il relativo capezzolo, l’altra, lentamente, raggiunse la testa di stefano e di colpo la spinse verso la figa fradicia di umori. stefano impazzito di voglia la leccava con furia, infilando tutta la sua lingua dentro il sesso della donna, si fermava solo per succhiargli il grilletto duro come un sasso.. fino quando piera se ne venne con un orgasmo tutto mugolii e ansimi, mentre le gambe sembravano cederle sotto. stefano si rialzò, aveva gia liberato il suo arnese, modesto di dimensioni ma duro e tutto scappellato, lo puntò fra le grandi labbra, glielo strisciò su e giù un paio di volte e poi la penetrò con forza. piera reagì stringendolo a sé e andando incontro ai profondi colpi dell’uomo con altrettanto decise spinte in avanti. non si fermarono fino a quando non raggiunsero insieme un altro profondo orgasmo; allora, pur rimanendo attaccati si scambiarono un bacio che a veder da fuori era sicuramente di passione vera. io mi accontentai del culetto di piera che me lo dette con malagrazia, stefano non ne sembrava entusiasta, ma c’eravamo sempre divisi tutto. finì in fretta e mi accontentai di una carezza alle superbe tette poi stefano le restituì la bambina e la pregò di essere intelligente, noi avevamo deliberatamente rinunciato alla violenza, non si mettesse ad urlare appena andatecene perché avrebbe provocato la nostra terribile vendetta. uscimmo tranquilli, non ci fu rumore, ci allontanammo senza fretta. a casa io e stefano ci chiarimmo, come lui non mi chiedeva più niente di carletta io dovevo capirlo e non chiedergli niente della piera..ci accordammo facilmente e nessun rancore rimase fra noi. stefano dopo qualche giorno tornò dalla piera che lo accolse con freddezza, gli precisò che tutto quello che aveva fatto lo aveva fatto solo per la salute della figlia, che era stata e voleva rimanere fedele al suo uomo che non la disturbasse più perché se no avrebbe chiamato la polizia. stefano rimase tranquillo, le disse che la capiva, che apprezzava moltissimo la sua onestà e correttezza, ma che la sua voglia ed il suo amore per lei erano così forti che se lei non ci avesse ripensato al suo diniego sarebbe tornato a portarle via la figlia, per avere con la forza quello che lei non le voleva dare per amore. lei si alzò di scatto, gli si lanciò contro e prese a tempestarlo con i suoi piccoli pugni, minacciandolo ed urlando di andarsene…stefano fu in gamba, capì la sceneggiata, la immobilizzò con grande facilità e prese a baciarla..lei reagì con calci agli stinchi e divincolamenti frenetici, con l’unico vantaggio di strusciarsi sempre di più sull’uomo che la baciava, il bacio era ormai profondo e piera si sentì sempre più debole. stefano la prese ad accarezzare con la mano libera su tutto il corpo…e piera smise di far resistenza, presero il passeggino della piccola dormiente e si recarono in camera da letto, piera fece una sorta di spogliarello per stefano fino a rimare coperta solo della sua fulgida bellezza. stefano rispose scoprendo il suo fisico da lottatore, lei si inginocchiò e prese a baci il sesso dell’uomo, poi quando lo sentì duro come il ferro, si sdraiò sul letto matrimoniale e si fece mangiare la fica e lavorare i grandi seni che gocciavano latte..raggiunse l’orgasmo, e per liberare la sua grossa fica dalla lingua di lui che non la voleva lasciare, lo prese per i capelli e se lo tirò addosso…presero a scoparsi con una intensità incredibile ma attenti tutti e due a non far finire troppo presto il loro piacere, vennero urlando e risvegliando la piccola. stefano fu gentilissimo, si alzò, la sollevò facendole complimenti ,giurandole che la amava quanto la mamma, poi la porse a piera perché la allattasse..piera si commosse e lo volle al suo fianco nel letto…si confessarono l’un l’altro, stefano parlò del suo terribile complesso e lei lo tranquillizzò dicendole che era proprio della sua misura, che lo trovava fantastico e che le dava veramente piacere poi ammise che l’uomo con il quale conviveva non era il padre della bimba, avuta al mare in una notte di bagordi…che i suoi la avevano cacciata di casa…..che con l’attuale compagno restava solo per opportunità e convenienza, non certo per amore ma che la sua unica consolazione era la sua bimba, che ringraziava iddio che fosse sempre fuori perché oltre tutto era manesco, molto manesco e cattivo. stefano le propose di approfondire la loro conoscenza, che dal punto di vista denaro lui non aveva problemi, che si sarebbe messo a lavorare per assicurare alle sue donne una vita felice, sempre che lei lo avesse accettato, avrebbe riconosciuto la piccola. piera gli disse saggiamente che un buon rapporto sessuale, pur essendo importante, non poteva essere tutto…decisero di frequentarsi di nascosto per vedere che intesa potrebbero trovare…allora avrebbero deciso. da allora stefano si dedicò anima e corpo a piera e alla sua tenera figlioletta. anche perché il convivente ebbe il buon gusto di sparire, insalutato ospite convinto nel corso di un burrascoso incontro in campo neutro dagli argomenti molto persuasivi usati da stefano. non solo lo riempì di botte, ma lo sodomizzò e lasciò che luigi ne approfittasse in tutti modo……in questo periodo eravamo riusciti a superare le nostre manie aiutati ovviamente dallo stretto rapporto che ci legava sempre più alla carletta e alla piera. solo una volta trasgredimmo, ma fu soprattutto per vendetta. eravamo in macchina per andare in città quando fummo superati da una vettura guidata da quella vacca della vecchia cameriera di stefano, quella che tanto male gli aveva fatto. certo non era più giovanissima e molto bella non lo era mai stata. stefano la riconobbe subito e me lo disse, io gli dissi che forse ci saremmo potuti vendicare di lei. stefano sembrava impazzito, prendemmo a seguirla, la sera stava calando.lei si fermò in uno spiazzo alberato e si inoltrò fra gli alberi, noi frenammo di colpo, parcheggiammo e scendemmo a vedere perché si era fermata. la trovammo subito, accucciata a terra stava pisciando, ci mettemmo a guardala, lei si arrabbiò ci accusò di essere degli immondi guardoni, ci tirò dei sassi. stefano avanzò deciso e la rialzò di forza costringendola a sporcarsi le gambe, poi si fece riconoscere, lei gli chiese cosa volesse, lui non la lasciò parlare, le mollò uno schiaffo e si predispose a picchiarla di brutto, io mi intromisi e proposi che se lei si fosse lasciata inculare, le avremmo risparmiate le giuste e sante mazzate. lei non esitò un istante, si mise a pecora e dato che era già con le mutande abbassate dovevamo solo prenderla. stefano per primo le puntò il cazzo contro il culo e con un piccolo sforzo la penetrò totalmente, evidentemente lei usava molto spesso e molto volentieri il secondo canale. stefano la pompava con gusto e lei se ne uscì che in effetti il suo coso non era poi così piccolo e prese a gemere soddisfatta. io per non stare lì a portare il moccolo glielo misi in bocca e lei me lo succhiò con vera maestria. stefano sborrò con furia e in segno di spregio le pisciò dentro il retto, così che quando lo estrasse lei si liberò con una cagata come dopo un grande clistere ma alla troia era molto piaciuto tanto da offrire a stefano di riavere certi rapporti ogni volta che lo desiderasse, che voleva bere la sua piscia, che le avrebbe fatto piacere se le avesse cagato addosso. io la accontentai e lei giunse persino a leccarmi il culo. stefano non era però soddisfatto, a forza di sberle la costrinse a strusciarsi nella merda la frustò con la cinta dei pantaloni fino a lasciarle i segni. scappammo schifati e cercammo di non incontrarla mai più, né lei mai ci cercò ma questa era stata una parentesi.Il tempo passava e noi eravamo tranquilli. quando tutto sembrava risolversi verso il meglio, arrivò nell’area del mercato della nostra cittadina un camper ove pubblicizzavano un apparecchio per non udenti. all’interno vi era un dottore ed una dottoressa che si alternavano. era appena calata la sera ed io e stefano passavamo di lì casualmente. la dottoressa era seduta fuori dal camper: rossa di pelo, faccia da troia, seno matronale, sedere grosso e gambe piuttosto piene... ma quello che ci colpì è che esibiva con noncuranza la scollatura che non lasciava nulla alla fantasia e una coscia ben oltre l’attaccatura delle calze…ma non si limitò a questo, scavallò lentamente le gambe e rimase a coscie aperte, con il grembiule bianco molto risalito…così che era agevole vedere il colore delle sue mutande. le facemmo un paio di foto con il telefonino poi ci avvicinammo, lei ci apostrofo subito - bhe ragazzoni , siete certi di sentire bene, se venite dentro vi faccio gratis un esame approfondito - e così dicendo si alzò stirandosi il grembiule bianco addosso e mettendo sempre più in risalto il suo fisico. noi ci mettemmo a ridere che ci sentivamo benissimo, ma un esame da una così bella dottoressa non lo avremmo mai rifiutato..lei ci invitò ad entrare tutte e due assieme, dentro il posto non era eccessivo per cui potemmo prenderci sostanziosi passaggi senza sollevare nessuna protesta anzi, sembrava che le piacesse molto essere palpata. provammo ad andare a fondo, prendemmo ad accarezzale il seno ed il culo mentre una mia mano birichina cominciò a risalire fra le coscie semi aperte. lei si girò di scatto ed infilò la lingua in bocca a stefano. non potevamo e non volevamo aspettare, le strappammo il tanga e le togliemmo il reggipetto. si presentarono due tette un po’ cadenti ma ancora belle, un culo senza troppe smagliature ma molto usato ed una figa, grande, calda e gocciolante umori. stefano da dietro ed io da davanti cominciammo a scoparla ed ad incularla così all’in piedi sostenuta dalle braccia di stefano. andammo avanti più di mezz’ora scambiandoci di posto fra sue continue incitazioni a trattarla da vacca, a farla godere, a sborrarle dentro. quando venne, venne con un urlo da vacca sgozzata. noi facemmo appena in tempo ad sborrarle dentro tutto il nostro sperma che la troia cominciò ad urlare che la stavano violentando, a cercare di farci uscire. rimanemmo di sale, lei proprio violentata. fummo indecisi, perdemmo tempo. non ci pareva vero che continuasse ad urlare alla stupro. quando realizzammo che eravamo in piazza che le sue grida avrebbero richiamato uun mare di gente, le demmo una sberla per farla tacere, aprimmo la porta del camper e cademmo in braccio a due carabinieri che accorrevano di gran carriera. i due carabinieri avevano ascoltato le invocazioni di aiuto, cedettero all’evidenza e non alle nostre disperate parole di difesa. dopo averci perquisiti e averci trovato assolutamente puliti, ci portarono tutti e tre in caserma… il resto è noto…
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