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Prime Esperienze

A 15 anni fu la mia prima volta (1' parte)


di Stalio
25.02.2015    |    35.507    |    3 9.2
"Ormai la mia mano la teneva incollata al suo arnese, e me la strusciava contro..."
Prima di cominciare fissiamo il contesto: questi fatti si sono svolti circa una trentina di anni fa, in un paese medio-piccolo della Puglia.
C'era l'usanza, più o meno accettata e condivisa dai più, che i ragazzini dai 12 ai 16-17 anni circa, quando gli ormoni cominciavano a pompare, si 'divertivano' fra di loro.
Nel senso che i più grandi si 'facevano' i più piccoli, e quando questi crescevano, a loro volta cercavano i ragazzini più giovani per sfogare i loro appetiti.
Questo accadeva per lo più perché le ragazze erano intoccabili, praticamente guardate a vista dai loro parenti.
Quindi ci si arrangiava alla bene meglio, come possibile.
Per lo più si stava molto sul soft, seghe, pompini, raramente la penetrazione, e quasi mai con violenza.

Io ero arrivato all'età di 15 anni 'illibato'. Si, quando avevo 12-13 anni c'erano stati un paio di tentativi da parte di un mio vicino di casa più grande di me di tre anni, ma ero sempre riuscito a svignamela, a parte una volta che mi incantonò in un edificio in costruzione, e per non prendere le botte mi toccò fargli una sega.

Elio lo conoscevo da sempre, e ci frequentammo per un certo periodo, ma poi lui cominciò ad uscire con ragazzi più grandi e si allontanò da me.
Quanto ci si incontrava due chiacchiere e basta. Perciò rimasi molto sorpreso quando mi invitò a passare una giornata al mare. I suoi possedevano una casa che in quel periodo era disabitata.
Mi disse che ci sarebbe stato anche Roberto, un ragazzo che conoscevo di vista. Era un po' un bulletto, come Elio, ad entrambi piaceva stare sopra le righe, e mi suonò strano che mi volessero con loro, io ero un ragazzo normale, senza tanti grilli per la testa.

Elio: "Faremo il bagno, a pranzo panini a casa mia, poi di nuovo un'altro bagno prima di rientrare. Vieni, ci divertiremo..."
Ed io, ingenuo: "Si...va bene, vengo." Mi faceva piacere stare in loro compagnia, e mi invogliava fare il bagno fuori stagione.
Il mare era lontano dieci chilometri dal paese, e ci andai in motorino, alle 09,00 ero già in viaggio.

Arrivai nella località balneare ed andai direttamente a casa di Elio.
In maggio c'era pochissima gente in giro, troppo presto per la stagione. Le case intorno, tutte seconde case, erano vuote. Venivano occupate solo nella stagione estiva.

Elio e Roberto erano pronti per andare a fare il bagno, gia in costume.
"Dai cambiati che ci buttiamo in acqua."
Era una bella giornata calda, il sole picchiava forte.
La casa era distante dal mare un centinaio di metri, e noi tre dopo dieci minuti dal mio arrivo eravamo già a bagno.
In acqua si scherzava, si giocava, ci lanciavamo un pallone.....nel giro di pochi minuti già un paio di volte mi ero ritrovato in mezzo a loro due, che mi toccavano, mi palpavano dietro, si strusciavano contro. Ci misi poco a notare che entrambi avevano l'uccello duro, o quasi.
Mi sembrò strano, ma poi neanche tanto, anch'io spesso ce l'avevo duro senza apparente motivo, a quell'età è normale, quindi non mi meravigliai molto.
Continuarono così per un paio d'ore buone, ne avevo quasi sempre uno addosso e man mano si facevano sempre più audaci, mi toccavano il culo e si strusciavano contro, addirittura Elio mi prese una mano e mi fece toccare per un attimo il suo uccello duro da sopra il costume.
Ormai era chiaro il loro gioco, i due bastardi mi avevano invitato per farmi la festa.
Ed io, un po' intimidito da loro, non sapevo come uscirne.
E confesso che man mano che passava il tempo, la cosa stava eccitando anche me, infatti avevo l'uccello in agitazione.

Quando uscimmo dall'acqua Elio propose di andare a comprare dei panini e delle birre e di andare a mangiare a casa, così dopo ci saremmo potuti riposati un po' per poi tornare in acqua.

A casa, dopo mangiato, i due mi invitarono ad andare a stenderci sul letto matrimoniale, dove 'saremmo stati più comodi', provai a reclinare l'invito, ma loro mi presero per le braccia, erano entrambi più alti e robusti di me, mi trascinarono in camera e mi fecero stendere sul letto.
Mi ritrovai in mezzo, con Elio e Roberto ai due lati. La situazione stava precipitando.
Roberto, mentre con una mano mi accarezzava un capezzolo, eravamo tutti e tre con addosso il solo costume, con l'altra si tirò fuori il cazzo e cominciò a menarselo, qualche attimo poi: "Guarda come è duro Mirko...ti piace? Dai prendilo in mano...dai...non lo diremo a nessuno."
Io ero nel panico, provavo a resistere, stando a pancia in su, e tenendo le braccia incrociate, strette, con Roby che mi tirava un braccio verso di se nel tentativo di metterla a contatto con il suo cazzo, riuscendoci quasi subito. Ormai la mia mano la teneva incollata al suo arnese, e me la strusciava contro.
Elio intanto risalendo lungo la coscia, cercava di arrivare al mio culo, stringevo le gambe e cercavo di fermare l'avanzata verso il mio buchino, ma riuscivo solo a bloccargli una mano, mentre con l'altra aveva campo libero.
Anche lui si era tirato fuori l'uccello e me lo strusciava sulla coscia, e diceva: "Fammi sentire questo bel culetto..." Non riuscii a fermarlo, una mano era impegnata sul fronte Roby, e tenuta con forza ormai era posizionata stabilmente sull'uccello, ma che mi rifiutavo di agguantare.
Elio arrivò a destinazione, seppur ostacolato da me, e con un dito cominciò a torturarmi il buco, me lo massaggiava e spingeva dentro, in pochi attimi entrò facendomi sussultare, e con una seconda spinta lo ficcò tutto dentro.
Non avrei potuto resistere a lungo, erano in due entrambi infoiati e decisi a prendermi, e ci stavano riuscendo.
Roberto mi venne addosso a cavallo sulla mia pancia, avevo il suo uccello, che continuava a menarsi, a pochi cm dalla faccia. Cercavo di allontanarlo spingendolo indietro con una mano, finché non me la prese e me la blocco dietro alla testa. Adesso aveva campo libero.
Con l'altra mano cercavo di allontanare Elio, con risultati pari a zero.
Subito la cappella di Roby incominciò a sbattermi sulle labbra, ne sentivo l'odore acre....allora mi decisi, non l'avevo ancora fatto, a guardare quell'uccello, che a breve mi avrebbe certamente profanato la bocca.
Era più grosso del mio e poco più lungo, la cappella era violacea, fasci di vene percorrevano tutta l'asta fino alle palle, anche queste erano belle grosse, e dal buchino della cappella usciva del liquido seminale.
Ormai avevo le labbra imbrattate di quello sperma liquido, ne sentivo il sapore, aprii leggermente la bocca per pregarlo di fermarsi, ma non riuscii a far uscire alcun suono perché in un attimo me l'aveva ficcato tutto dentro, fino in gola.
Ricordo, come fosse ora, il sapore acre del liquido seminale mischiato al sale dell'acqua di mare.
Roby restò qualche attimo fermo così, con l'uccello ben piantato nella mia bocca. Io non riuscivo neanche a respirare.
Si girò indietro verso Elio, e gli disse: "Ci sei riuscito?"
Lui: "Si, il dito è tutto dentro."
"Bravo, ma non esagerare. Devo essere io a rompergli il culo." Questo mi fece capire quale erano le gerarchie tra i due.
Cominciò a fare avanti ed indietro, a chiavarmi in bocca. Mi faceva male quando mi sbatteva sul fondo, era come avere dentro un palo duro, bollente. Sentivo scorrere sulle labbra le venature del manico, e sopra la lingua quell'enorme cappella. Io ero esanime, immobile, mi ero arreso.
Elio mi faceva scorrere il dito nel culo avanti ed indietro, e mi aveva messo il suo uccello in mano facendomelo segare.
Roby continuò a scoparmi in bocca per un paio di minuti, forse meno.
Lo sentivo sempre più grosso, ed aveva cominciato ad ansimare. Avevo la lingua bloccata sotto la cappella, mi faceva male, allora pensai di spostarla mettendola sopra, questo semplice movimento fece esplodere quel cazzo che mi stava sfondando la gola, e 5-6 schizzi mi riempirono la bocca costringendomi a deglutire per non affogare, mentre lui continuava il suo avanti ed indietro, poi si bloccò, ma non lo tiro fuori subito.
Infine decise di liberarmi, e quando estrasse il cazzo un po' di sperma mi colò dalle labbra sul collo, lui prontamente con un dito me lo rimise in bocca, poi stringendomi forte un capezzolo per farmi male, mi disse: "La prossima volta che te ne fai scappare anche una sola goccia ti riempio la faccia di schiaffi."

Sapevo che non era ancora finita, infatti...

Spostandosi da sopra di me, Roby rimase inginocchiato sul letto, col cazzo semi moscio, poi rivolto ad Elio che io continuavo a segare e che aveva sempre il dito ben piantato nel mio culo: "Ce l'ha stretto?"
"Si, è ancora vergine."
"Bene...comincia a prepararmelo."
"Cuscini ed olio?" Si vede che non ero il primo che passavo dalle loro grinfie.
"Si, ungilo per bene, dentro e fuori. Altrimenti questo lo apro in due."
Poi: "Hai notato?"
Elio: "Cosa?"
"Guarda l'uccello, è eccitato. Alla troia gli piace il trattamento."
In effetti disteso sul letto, stordito, umiliato, con la bocca impiastrata di sborra, ma dentro il costume avevo il cazzo quasi duro.
Non avevo più forza, ero totalmente abbandonato nelle mani di quei due maiali, ormai letteralmente in bambola.

Elio andò in cucina a prendere una bottiglia di olio e la poggiò sul comodino, poi prese i due cuscini, compreso quello sotto la mia testa, e dopo avermi fatto spostare in un lato del letto, li posizionò più o meno in mezzo, uno sull'altro. Quindi mi sfilò il costume, mi prese per i fianchi, quasi di peso, e mi sistemò sui cuscini con la pancia in giù, poggiata sui guanciali.
Il culo era in alto, giusto giusto all'altezza del...
Elio si unse due dita di olio e, senza tanti complimenti, me le ficco dentro, una alla volta. Quando entro il primo dito non percepii particolare dolore, ma il secondo si fece sentire, eccome. Poi li tirò fuori e nuovamente si unse le dita e ripeté l'operazione, mentre Roby si menava l'uccello che progressivamente stava riprendendo vigore.
Quindi sì avvicinò con la cappella alla mia faccia e la poggiò sulle labbra: "Succhialo troia."
Aprii la bocca, rassegnato, lui entrò, ma stava fermo, non si muoveva.
"Ti ho detto di succhiarlo, non farmi perdere la pazienza."
Succhiarlo? In che senso? Ebbi un attimo di esitazione di troppo, ed uno schiaffone mi arrivò sul culo facendomi un gran male, così mi decisi a succhiare.
Con le labbra strette intorno al manico, succhiavo, e succhiavo...e visto l'effetto che aveva avuto prima, facevo girare la lingua intorno alla cappella.
Roby gradiva, mi teneva una mano sulla testa, e gemeva dal piacere.
Poi: "Cazzo che troia, che pompinara. Basta adesso, questo discorso lo riprenderemo dopo." E si spostò dietro di me.
Elio mi aprii le gambe e Roby si sistemò in mezzo col cazzo puntato in direzione del mio buchino.

Continua.
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