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Prime Esperienze

A 15 anni fu la mia prima volta (2' parte)


di Stalio
02.03.2015    |    20.388    |    5 9.5
"" Mentre parlavamo non gli avevo mai mollato l'uccello, e dopo qualche minuto di stasi pian piano stava riprendendo vigore..."
Roby si sistemò in mezzo col cazzo puntato in direzione del mio buchino.
Quando sentii la cappella poggiarvisi contro, realizzai quello che stava per succedere.
Non che non l'avessi capito, ma forse mi illudevo che non sarebbe arrivato a tanto.
Roby tenendomi stretto a se dalle spalle si poggiò addosso con tutto il suo peso, cominciò a spingere.
"No, no, per favore, no......HAAAHAAA....HAAAHAAAA...." La cappella era entrata.
Sentii un dolore lancinante, come quello di un punteruolo che ti entra nella carne. Tentai di divincolarmi, ottenendo solo il risultato di agevolarlo nella penetrazione. Dentro per circa metà, Roby si bloccò, restando fermo in quella posizione.
L'imparai dopo, non lo sapevo, Roby si era fermato per far abituare i muscoli anali al nuovo intruso.
Io urlavo, mi dimenavo, cercavo di tirarmi su con le braccia, ma avevo tutto il suo peso addosso.
Un altro colpo secco e ce l'avevo tutto dentro, lo sentivo chiaramente, e sentivo le palle sbattermi contro.
Roby: "È fatta Mirko, tra un po' il dolore passa."
Ma io mi sentivo dilaniato, aperto in due. Non avevo mai provato un dolore così intenso in vita mia.
Restò immobile per un minuto circa, poi cominciò a muoversi. È vero, il dolore pian piano diminuì, ma mi sentivo bruciare, avevo il culo in fiamme.
Lo sentivo scivolare avanti ed indietro, percepivo la cappella, che era più grossa del manico, strusciarmi sulla carne.
Con lentezza, non subito, ma dopo 5-6 minuti da quando aveva cominciato a pomparmi, una sensazione di calore, quasi piacere, progressivamente cominciò ad impossessarsi di me, prima lievemente, poi sempre più forte. Avevo smesso di frignare, ma non volevo che quel bruto percepisse quello che incredibilmente stavo provando, non volevo dargli la soddisfazione di fargli vedere che mi stava piacendo. Ficcai la faccia giù sul materasso per soffocare i miei gemiti, ma il mio corpo mi tradii...infatti mi ero abbandonato sui cuscini, avevo ulteriormente aperto le gambe, e nel contempo rispondevo ai suoi colpi, e spingevo il culo all'indietro per sentirlo meglio.
Roby se ne accorse subito: "Guarda la troia, guarda come gli piace. Lo sapevo che eri una puttanella."
Continuò a pomparmi, sempre con più intensità, passavano i minuti ed io non stavo capendo più niente.
Poi improvvisamente si fermò e, senza estrarlo, mi tirò indietro dai fianchi: "Mettiti alla pecorina che staremo più comodi."
Mi impuntai sulle ginocchia e mi tirai su, spingendo il culo all'indietro. Lui arretrò di un mezzo metro, sempre con il cazzo ben piantato nel culo, e riprese a pompare. In questa posizione aveva più libertà di movimento, ed io lo sentivo meglio. Ormai ogni affondo era un gemito di piacere e, senza accorgermi e senza toccarmi, ebbi un orgasmo violentissimo che mi sconquassò.
Roby intanto continuava, di tanto in tanto lo tirava completamente fuori e poi lo ributtava dentro. Io avevo l'uccello che, dopo l'orgasmo, non aveva avuto un attimo di cedimento.
Non sono certo, ma credo che ci mise una ventina di minuti buoni prima di inondarmi le viscere, e quando sentii i primi schizzi caldi, anche per me arrivò un altro orgasmo.
Continuò a pomparmi ancora per un altro paio di minuti, poi se ne uscii e si distese sul letto. Aveva il fiatone.
Elio si apprestò subito a subentrargli, era infoiatissimo.
Mi venne davanti, io ero ancora alla pecorina, e mi piazzò immediatamente l'uccello durissimo in bocca, era molto più sottile di quello di Roby, più o meno lungo uguale. Il sapore del suo liquido seminale era diverso, ma come imparai in seguito con 'l'esperienza' ogni maschio, ed ogni donna, ha il suo sapore ed odore.
Mi chiavò in bocca per qualche attimo, poi io d'iniziativa cominciai a succhiare ed a leccare la cappella, lui gemeva e mi teneva la testa stretta. Poi mi blocco e, tirato fuori l'uccello, si posizionò dietro e mi penetrò di botto il culo. Sentii dolore, ma molto più attenuato rispetto a prima. Elio mi scopò per non più di un minuto, poi ansimando mi sborrò dentro.
Non mi aveva neanche dato il tempo di sentirlo dentro per bene.

Roby intanto era andato in cucina a bersi una birra, ed Elio dopo avermi mollato, lo raggiunse.
Sentivo che ridevano, mentre io ero ancora stordito sul letto.
Poi arrivò Roby, e: "Tirati su che andiamo a fare un bagno."

Mentre camminavamo per strada, sentivo la sborra che fuoriusciva dal buco e mi colava lungo le gambe. Meno male che non c'era nessuno in giro.
In acqua Roby mi rivolse la parola: "Mi sa che tu sei un po' ricchione."
"Non è vero. Mi avete preso con la forza."
"Ma se hai goduto come una troia in calore..."
"Non so perché è successo..."
"Perché ti piace il cazzo."
"Non è vero."
"Smettila di dire minchiate. Tu puoi raccontartela, ma il tuo corpo non può mentire. Ti piace e non c'è niente di strano, e devo dire che in culo lo prendi bene, e ce l'hai bello stretto. Invece ti devi migliorare a fare pompini. Dopo, a casa, ti faccio fare pratica."
"Non sei ancora contento?"
"Secondo te?" Sott'acqua l'aveva tirato fuori e subito me lo mise in mano.
"Mentre parliamo segami piano." Ed eseguii, lo segavo con una mano e con l'altra lisciavo la cappella, lui gradiva.
"Ce l'hai sempre duro?" Segavo e gli accarezzavo le palle.
"Spesso, specialmente quando mi faccio uno nuovo. E tu era già da tanto che mi facevi sangue."
Era un complimento? O cosa?
Poi lui: "Riesci a trattenere il respiro sott'acqua?"
"Un pochino si....perché?"
"Vai con la testa sotto, prendilo in bocca e succhialo."
Mentre piegavo le gambe: "Ti devo far venire?"
Con le mani mi spinse giù senza rispondermi. Sott'acqua quel bastone sembrava ancora più lungo e grosso, lo osservai qualche attimo quasi ammirato, era il cazzo che poco prima mi aveva sverginato e che mi aveva dato anche tanto piacere. Baciai la cappella e me lo infilai in bocca. Partii subito con un risucchio, poi mentre lo segavo feci qualche giro di lingua intorno alla cappella. Lui mi teneva la testa con le mani, come per non farmi scappare. Altri risucchi e leccate, poi l'ossigeno stava finendo e mi tirai su, senza mollarlo con le mani. Lo guardai in faccia, sembrava soddisfatto.
"Prendi aria e poi completa l'opera, ormai ci sono quasi."
Feci dei respiri profondi, riempii i polmoni d'aria e scesi di nuovo. Succhiavo e leccavo la cappella, lo segavo, poi mi impegnai con un risucchio più forte e lui capitolò, almeno 3-4 schizzi mi invasero la bocca, ed io, memore del fatto che dovevo ingoiare tutto senza nulla farmi scappare, restai ancora qualche attimo a succhiare, per svuotarlo per bene. Quindi mi rimisi in piedi, sempre col suo cazzo in mano.
Mentre mi accarezzava la testa, scoprii poi che questo era il suo modo per ringraziami, mi disse: "Bravo, sei il primo che mi ha fatto un pompino con la testa sott'acqua."
Sorrisi compiaciuto.

Avevo fatto presto a calarmi nella parte, ed aveva ragione lui nel dire che mi piaceva il cazzo. Era vero. E mi sentivo come di 'proprietà' di Roby, ed un po' succube di quell'uccello che mi aveva deflorato.

Elio, che si era fatta una nuotata e si era allontanato un po' da noi, capendo quello che stava succedendo, si avvicinò, se lo tiro fuori, e da dietro me lo strusciò sulle chiappe: "Uhmmmm...che voglia di incularti qui nell'acqua."
Lo lasciai fare, anche quando mi infilo due dita nel culo, mentre mi faceva segare l'uccello. Anche stavolta venne quasi subito.
Rientrammo a casa dopo una mezz'oretta.

Elio si adoperò subito a sistemare il letto, a cambiare le lenzuola fradice di sperma, e a mettere tutto a posto, mentre io e Roby seduti in cucina consumavamo l'ultima birra.
Immaginando che ne volevano ancora, proposi sottovoce a Roby di mandare via Elio, perché volevo stare solo con lui. Mi rispose che non poteva farlo perché eravamo a casa sua, ma che l'avrebbe mandato a comprare delle birre.
Infatti, quando Elio entro in cucina: "Andresti a prendere altre tre birre?"
Lui, forse capendo l'antifona: "E se ci fermiamo a bere quando andiamo via?....Roby anch'io ho voglia."
Non rispose, basto uno sguardo, ed Elio: "Va bene vado, ma dopo lo voglio ancora."
Roby: "Stai fuori almeno un'oretta."
"Un'ora? E cosa faccio?" Anche stavolta bastò uno sguardo per farlo uscire.

Roby: "Questo mi ha rotto i coglioni, bisogna che lo rimetta in riga." Non capii esattamente cosa intendesse.
Poi: "Bene, ti ho accontento. Adesso come intendi ricambiare il piacere?"
"Farò tutto quello che vuoi."
"Haaaaa.....bella. Avresti comunque fatto tutto quello che voglio."
"Si, ma così lo farò più volentieri." Sorrise.
Lui: "Ti lascio carta bianca. Voglio vedere da dove cominci."
Eravamo vicini, allungai una mano sull'uccello e glielo tirai fuori dagli slip: "Suppongo che ti faccia piacere se partiamo con un pompino."
"Si, ma prima togliti il costume." Me lo sfilai in un attimo e lui guardandomi l'arnese: "Hai un bel cazzo. Dopo, quando rimarrai da solo con Elio, fatti fare un pompino. Te lo potresti anche inculare."
"Perché, lui lo prende?"
"Lo prede? Me lo sarò inculato un centinaio di volte, anche più."
"Buono a sapersi..."
"Forza, datti da fare con questo pompino."
Mi inginocchiai tra le sue gambe e lo presi con entrambe le mani, gli accarezzai la cappella, me la strusciai sulla faccia, la baciai, quindi me lo infilai in bocca e partii con i risucchi che tanto li piacevano. Quando succhiavo più forte lui si contorceva sulla sedia. Ogni tanto mi dava qualche suggerimento, tipo 'succhia le palle, una alla volta', oppure 'lecca tutta l'asta, partendo dal basso', 'con la punta della lingua insisti sul filetto della cappella, poi spingi la punta nel buchetto'.
Che dovevo alternare i risucchi, quando più forti, quando meno, l'avevo capito da me. Anche il giro di lingua sulla cappella, mentre ce l'avevo in bocca, lui lo gradiva molto, 'non devi mai mollarmi l'uccello con le mani, devi segare e succhiare a volte forte, a volte piano, secondo se vuoi farmi durare poco o molto'.
Dopo venti minuti buoni che ce l'avevo in bocca, decisi che era arrivato il momento di farlo sborrare, anche perché ero stanco di stare inginocchiato per terra. Così intensificai i risucchi e il su e giù con le mani, e dopo qualcuno più leggero gliene feci uno fortissimo che lo mandò in orbita ed esplose con 4-5 schizzi, mentre io continuavo a succhiare per non farmi scappare niente. Alla fine fu lui a tirarmelo fuori dalla bocca.

"Bravo...ci metti passione a fare pompini. Con la pratica diventerai il migliore, ne sono sicuro."
"Suppongo che tu mi farai fare tanta pratica."
"Certo. Sei roba mia e ti prenderò tantissime volte, ti farò un culo così." Facendo il classico segno con le mani.
"Me l'hai già fatto. E con Elio? Devo andare anche con lui?"
"Elio fondamentale è un debole, se vuoi ci metti poco a prendere il sopravvento su di lui."
"Roby non voglio che si sappia in giro quello che abbiamo fatto oggi."
"Tu fai il bravo bimbo, e nessuno imparerà niente."
Mentre parlavamo non gli avevo mai mollato l'uccello, e dopo qualche minuto di stasi pian piano stava riprendendo vigore.
"Sei tremendo Mirko. Lavorarmelo qualche minuto con la bocca che dopo te lo sbatto dentro."
Tornai ad inginocchiarmi tra le sue gambe, e ripresi a lavorare alacremente, poi lui si alzò in piedi, mentre io seguivo i suoi movimenti senza mollare l'uccello.
Da in piedi mi bloccò la testa e prese a scoparmi in bocca, in fondo fino alla gola, e lo lasciava lì bloccandomi il respiro, poi lo tirava fuori facendomi prendere aria e quindi di nuovo dentro, per una decina di volte.
Finalmente decise di prendermi, mi fece alzare in piedi e con un braccio mi spinse con la pancia sul tavolo, a novanta gradi, si prese l'uccello con una mano e punto il mio ex buchetto stretto. Insalivato com'era entro subito, facendomi sentire una forte fitta che durò qualche attimo. Cominciò a pompare piano, poi sempre più forte, sempre più forte... hoooooo....uhmmmmm....sentire quel bastone che mi trapanava era qualcosa di indescrivibile.
Ad un certo punto mi tiro su con la schiena, e facendo dei passi indietro tirandomi a se, si sedette su una sedia, sempre senza tirarlo fuori, io lo seguivo per non perdermi quella clava che mi stava sfondando e che mi stava dando piacere.
Da seduti toccava a me fare il su e giù, impuntai i piedi a terra e cominciai a muovermi. Lui con le mani sotto le mie chiappe scandiva il ritmo. Era una posizione diversa, e forse lo sentivo meglio, ma in realtà non ero molto presente a me stesso.
Non so esattamente quanto tempo ci mise a sborrarmi dentro, ricordo solo la sensazione che provavo quando lo tirava fuori, senza perdere mai il contatto del tutto tra il buco e l'uccello, per poi rimetterlo dentro di botto. Io rimanevo sospeso in aria qualche attimo, con un senso di vuoto dentro, per poi rivedere tutte le stelle del firmamento mentre calando me lo rinfilava dentro.
Roby ci sapeva fare, indiscutibilmente.
Quando i suoi schizzi mi invasero, anch'io sentii un gran calore ed esplosi in un nuovo l'orgasmo, ansimando e gemendo. Il mio sperma, libero da costrizioni, schizzo contro il muro della parete davanti a noi.

Passato l'orgasmo restammo in quella posizione per un paio di minuti, estasiati. Poi lentamente tornammo in noi, mentre il cazzo ammosciandosi era uscito da solo, seguito da un rivolo di sperma che imbrattarono i coglioni del mio toro da monta, e che io mi precipitai immediatamente ad asciugare con della carta da cucina, poi passai a pulire il muro.
Roby: "Cinque...abbiamo eguagliato il mio record."
Io: "Se vuoi possiamo continuare..."
"No, per oggi basta. Non ne ho più."

Continua.
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