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Prime Esperienze

E INIZIO' A DIVARICARGLI L'ANO


di RedTales
07.07.2015    |    51.252    |    11 9.7
"Il classico “mandingo” che si incula la solita biondona..."
Martino è un simpatico ventiquattrenne, commesso in un grande negozio di moda per giovani. Particolarmente timido ma molto carino, è sempre stato “corteggiato” dalle ragazze, ma non si è mai spinto oltre qualche bacio. Recentemente è riuscito a farlo ma... con scarsi risultati perché appena varcava la soglia del piacere... eiaculava. Chiaramente la ragazza, che evidentemente era interessata a soddisfare le proprie voglie rimase insoddisfatta ma diede tempo al ragazzo. Purtroppo alla quinta volta consecutiva che la cosa si ripeteva... lo lasciò. Per lui l'eiaculazione precoce divenne un problema. Si documentò su internet ma non riuscì a trovare una risposta soddisfacente. Passò qualche mese e riuscì a riprovare con un altra lei, ma sempre con lo stesso risultato.
Si fece coraggio e decise di andare a chiedere informazioni al suo medico di base. Però si vergognava troppo in quanto questo dottore conosceva bene anche i suoi genitori, così, per un bel periodo passò davanti allo studio senza riuscire ad entrare, fino al giorno che lesse sul cartello appeso sulla porta – il Dott. Marino Bertonetti sarà assente fino al 15 giugno. Il suo sostituto il Dott. Fabio Cerusanti seguirà gli stessi orari di visita-. Perfetto, era quello che sperava. Tornò il giorno dopo. Non c'era molta fila e fu ricevuto presto dal medico. Come gli chiese perché era venuto, partì immediatamente con il discorsetto che si era preparato, diventando ad ogni parola sempre più rosso in viso. L'uomo lo ascoltò con attenzione e, quando finì di parlare gli spiegò che la cosa era facilmente risolvibile ma che aveva bisogno di fargli una visita accurata e che era meglio che tornasse, anche oggi stesso, in orario di chiusura: “così possiamo fare con calma, ispezionare bene e verificare se sussistono delle concause funzionali. Anche se, per me, in questi casi è più una questione mentale, psicologica, piuttosto che fisica. Ma lo potremo vedere dopo. La aspetto per le 19.00” E lo congedò. Uscì soddisfatto. Sembrava la persona giusta. Aveva quasi due ore di tempo in quanto, per poter recarsi li aveva chiesto mezza giornata di ferie. Alle sette meno qualcosa ritornò all'ambulatorio e, constatata la presenza di altre due persone, si armò di pazienza e aspettò il suo turno. Quando finalmente entrò erano già quasi le sette e mezza. Il medico uscì un attimo e chiuse a chiave la porta d'ingresso: “non vorrei che arrivasse ancora qualcuno fuori orario. Vorrei fare con calma con te. Prego entra”.
Lo fece accomodare sulla sedia e anche lui si sedette dall'altra parte del tavolo.
“Vorrei iniziare con qualche domanda. Sono tutte molto personali ma mi servono per cercare di capire dove sta il problema. Vorrei che fossi completamente sincero. Ti ricordo che di quanto mi dirai non trapelerà alcuna cosa. Sei pronto? Posso iniziare?”
“Si”.
Iniziò deciso e diretto: “ti masturbi?”
Dopo una indecisione, cominciando a diventare rosso in viso rispose di si.
“Lo fai spesso?”
“Si”.
“Più di una volta al giorno?”.
“Si”.
“Quante volte?”
“Anche tre o quattro... ma non tutti i giorni. A volte solo una o solo due”.
“Quando ti masturbi cosa ti eccita?”
“Vedo dei video porno”.
“Uomini che fanno l'amore con delle donne”.
“Fanno l'amore. Potremmo dire si scopano delle donne?”
“Si”.
“Sono dotati, intendo dire, hanno dei peni grandi”.
“Si”.
“Alzati, per favore”
Lo fece.
“Scopriti il pene”.
Eseguì.
“Fammi vedere come fai a masturbarti”.
“Ma così... adesso... Non so se”.
Per la sua testa passarono mille pensieri. Adesso era veramente in difficoltà. Aveva ritenuto che la visita si svolgesse in un altro modo. Si, aveva pensato che il medico gli avrebbe guardato l'uccello, ma velocemente per poi prescrivergli qualcosa da prendere per resistere più a lungo quando era con una ragazza. Tutte queste domande lo avevano proprio spiazzato.
“Vuoi che ti metta un video?”
Senza aspettare la risposta girò verso di lui il monitor del computer e fece partire un filmato. Il classico “mandingo” che si incula la solita biondona.
“Ti può bastare per farcela? Mi interessa vedere solo come lo fai”.
Imbarazzatissimo e con vampate di fuoco sulla faccia si prese il pisello in mano e iniziò a “menarselo”.
Lo lasciò fare per alcuni minuti, vedendolo crescere.
“Va bene, basta così, puoi sederti”.
Si ricompose e si appoggiò sulla sedia.
“Vedi solo film etero o anche gay?”
Lunga esitazione: “ogni tanto capito anche su qualche video gay”
“Non ti preoccupare, è normale. Lo fanno tutti. Lo faccio anch'io a casa. E' una cosa comunissima. A quanti anni hai cominciato a farti le seghe?”
Ci pensò: ”a dodici”.
“Sempre da solo o anche in compagnia?”
“Da solo”.
“Guardavi il membro dei tuoi compagni negli spogliatoi?”
“Nnn no”.
“Da quanto vai con le ragazze?”
“Da tre mesi”.
“Altre esperienze sessuali?”
“No”.
“Alla mattina, ogni tanto ti svegli, con il pene duro?”
“Si”.
“Va bene, per adesso basta così con le domande. Adesso diamo un occhiatina. Togliti pantaloni e slip e stenditi sul lettino”.
Si, questo lo aveva immaginato. Eseguì e si sdraiò. L'uomo gli si avvicinò, si tirò su le maniche del camice fino al gomito scoprendo due braccia ricoperte da un fitto pelo nero e gli spostò la maglietta fino al petto. Per prima cosa lo auscultò: “quasi cento battiti, sei preoccupato?”
“Un po'”.
“Stai tranquillo che va tutto bene, rilassati”.
Iniziò quindi a palparlo sotto le costole, poi ai lati della pancia e raggiunse infine l'inguine.
“Non fai sport”.
“No”.
“Un pochino di esercizio fisico fa sempre bene”.
Adesso le mani avevano raggiunto i testicoli e li stavano soppesando, quindi iniziarono a stringerli e infine a chiuderli nel palmo di una mano: “buona consistenza, sodi, pelle elastica al tatto. Qui va tutto bene, sai”.
Improvvisamente si sentì sollevare il pene da indice e pollice e, partendo dalla base, presero a stringerlo, spostandosi avanti fino alla punta. Se per adesso era riuscito a non far vedere alcun segnale esterno, a parte il persistente rossore delle guance, quest'ultimo movimento provocò una decisa reazione nel suo corpo e il suo membro iniziò a dilatarsi tra le dita che lo stavano toccando. La mano allentò la presa e lo lasciò sviluppare in tutta la sua estensione. Anzi, il pollice accarezzava la parte davanti del glande come per favorire l'erezione. In pochi secondi Martino, guardando verso il basso, vide che il suo paletto puntava dritto verso il soffitto, del tutto scappellato e completamente turgido. Un'altra vampata gli partì dalla fronte per scendere fino al collo e al petto. Si sentiva in un bagno di sudore e si vergognava profondamente.
“Mi scusi, non so come sia potuto succedere”.
“Dai, piccolo, è normale, non ti preoccupare. Ti ho stimolato e tu hai reagito. Vuol dire che va tutto bene, sai”.
Ciò dicendo lo guardò, notando la maschera di sudore che lo ricopriva. Gli sorrise e si concentrò nuovamente sul pene. Sempre con due dita riportò la pelle sopra il glande e poi la lasciò scorrere nuovamente in giù. Ripeté questo gesto più volte mentre l'erezione era sempre più imponente.
Improvvisamente il medico si scostò dicendo: “per adesso va tutto bene, ma preferirei fare ancora qualche accertamento. Poi ti potrò indicare come fare per evitare una rapida eiaculazione”.
Ormai il ragazzo era nelle sue mani e sembrava pendere anche dalle sue parole.
“Ti aspetto domani pomeriggio verso le 17.00. Non qui ma al mio studio in via...”
“Domani mi è difficile. Oggi ho preso mezza giornata di ferie e non so se me le danno anche domani”.
“Non importa. Sei libero sabato mattina?”
“No, lavoro tutto il giorno”.
“Allora non ci resta che domenica mattina. Per te farò una visita del tutto fuori orario. Vieni comunque al mio studio privato, ecco qui c'è l'indirizzo. Diciamo alle 10.00. Va bene?”
“Si, ma quanto mi costerà?”
“Ma niente, è una visita coperta dal tuo ente sanitario. Ci vediamo domenica. Ma stai tranquillo, va tutto bene. Vedrai che se seguirai i miei consigli poi ti farai delle magnifiche scopate”.
Si rivestì e, un po' sorpreso per l'andamento della vista, per le parole del medico e anche un po' incerto sul da farsi per il prossimo appuntamento, salutò e si avviò verso casa.
Quel medico lo intrigava. Oggi lo aveva messo in imbarazzo e non gli aveva praticamente detto nulla ma al tempo stesso lo aveva eccitato, anche se si vergognava soltanto a pensarlo. Nei giorni seguenti pensò e fantasticò molto a possibili situazioni che spaziavano tra una normale visita e un coinvolgimento in giochini gay. Alla fine decise di ritornarci.
Domenica mattina, quasi in modo provocatorio, visto anche la calda giornata, indossò una corta maglietta senza maniche e dei pantaloncini che arrivavano di poco sopra il ginocchio. Sotto infilò un paio di mini slip. Uscì, schivando le domande della madre con cui viveva e, arrivato davanti al numero indicato scoprì che era una grande palazzina piena di uffici e studi medici, praticamente deserta di domenica. Sul muro vicino alla porta c'erano decine di targhe, tra questa quella del medico. Cercò il campanello e suonò. Automaticamente il portone si aprì. Raggiunse il piano indicato e, aiutato da frecce, raggiunse la porta dell'ambulatorio che era socchiusa. Entrò salutando. Il medico si affacciò da una porta invitandolo ad accomodarsi nella sala d'attesa che gli indicò. Appena fu dentro sentì richiudersi la pesante porta blindata dell'ingresso e quasi subito dopo fu invitato ad entrare. Il dottore era seduto dietro un tavolo in camice bianco. Lo salutò cordialmente e gli chiese subito di spogliarsi completamente perché voleva sentirgli la prostata. Lo fece sedere sul fondo del lettino. Si accomodò mentre l'uomo si avvicinò e: “appoggia le gambe su questi sostegni”. In pratica, alla fine del lettino erano stati aggiunti due supporti per le gambe in modo da farlo diventare una specie di sedia ginecologica.
“Ora ti fermo le caviglie con queste fibbie di velcro così non rischi di muoverti”. Dopo le caviglie gli bloccò anche le cosce.
“Brutta sensazione essere legati, vero?”
Non rispose. Adesso era preoccupato. Cosa voleva fargli, perchè lo aveva legato. Però tutto sembrava così professionale che lo lasciò fare.
Il medico spostò i supporti in alto e li allargò facendolo restare con le gambe molto aperte e decisamente sollevate. Si mise di lato e iniziò nuovamente a toccargli il pene che era decisamente piccolo e moscio. Ma appena le dita presero a comprimerlo e a scorrerci sopra si inturgidì.
“Mi serve una bella erezione per poter sentire meglio la prostata”.
Lasciò la presa quando le mani non erano più necessarie per farlo stare dritto. Si spostò davanti al ragazzo, tra le gambe divaricate e, infilato un paio di guanti di gomma, gli spalmò del gel sull'ano.
“adesso sentirai qualcosa perché' devo entrare con un dito”.
Infatti, quasi immediatamente gli infilò un dito nel culo, spingendolo fino in fondo.
“Ahi”, si lasciò sfuggire il commesso. Il medico alzò lo sguardo su di lui: “da un po' di fastidio il primo momento, ma poi passa”. Intanto stava muovendo il dito all'interno e lo fece per un po'.
“Non riesco a sentire niente, sei molto stretto. Mai fatto sesso anale?”
“No, no!” esclamò, pensando subito a quanto aveva fantasticato nei giorni precedenti, solo che adesso ci si trovava coinvolto direttamente.
“Devo usare un divaricatore anale, così non riesco”. Andò verso un armadietto e ritornò con una specie di pinza.
“Ti metto ancora un po' di crema, così scivola meglio” e infilò quelle lamelle lucide nel suo culo e, lentamente cominciò a muovere la mano.
Dopo il terzo movimento sentì benissimo una forte sensazione che non aveva mai provato ma estremamente piacevole.
“Si sta allargando” disse piegandosi per vedere meglio dentro.
Riprese quindi a muovere la mano e lui a sentire ancora quello stimolo.
“Si dilata bene, però. Hai già fatto un'esplorazione anale con lo speculum?”
“No, no, mai fatta”.
“Non ti fa male, vero?”
“No”.
Allargò ancora un po' mentre lui si lasciò sfuggire un lamento.
“Fa male?”
“No”.
“Piace?” Questa domanda lo spiazzo completamente. Quell'uomo era davanti al suo culo aperto e gli chiedeva se gli piacesse. Cosa dire. Pensò che forse non ci voleva provare, che era solo un medico che faceva il suo lavoro ma rispose in modo sibillino: “sssi... tanto”.
Il dottore lo guardò nuovamente proprio mentre fece un profondo respiro di, era evidente, soddisfazione.
Si abbassò di nuovo per guardargli dentro e, questa volta ci infilò di nuovo il dito.
“Tutto a posto, sai? Certo che sei molto largo. Vuoi sentirti?”
Gli prese la mano e gliela portò sul buco, facendogli percepire, prima di togliere lo strumento, quanto fosse aperto.
“Prova a masturbarti, adesso. Vorrei vedere se vieni subito”.
Divenne nuovamente rosso e si sentiva completamente in balia di quell'uomo che aveva una decina di anni più di lui ma si mise ad eseguire la consegna.
“Se preferisci, invece di fissarmi, puoi chiudere gli occhi mentre lo fai”.
Li chiuse continuando a masturbarsi.
Improvvisamente sentì una pressione diversa sul culo, aprì immediatamente gli occhi e vide l'uomo appoggiato contro di lui, con il camice aperto che gli mostrava un villosissimo petto. Si fermò di colpo.
“No, ti prego, continua a toccarti. Vuoi? Vuoi provare? E' molto dilatato e lubrificato, entrerà facilmente. Vuoi?”
Si fissarono per lunghissimi secondi in silenzio mentre continuava a sentire la punta del cazzo appoggiata sul suo sfintere. La mano andava lentamente su e giù e, a bassa voce si lasciò sfuggire un debole “si”.
L'uomo si raddrizzò sulle spalle, inarcò il bacino e prese a spingere. Lo sentì farsi strada per poi puntarsi, come incapace di proseguire per un improvviso ostacolo che, con un brusco scatto fu superato. “Ahi, mi fa male”. Si fermò e, sempre guardandolo gli disse che era normale e che, adesso che era dentro, poteva continuare ad entrare fino in fondo e non gli avrebbe più fatto male. Avrebbe voluto dirgli di uscire perché la fitta di prima non era ancora passata ma sussurrò: “vai, entra”. Lo lasciò scivolare fino in fondo, delicatamente e si fermò, senza mai smettere di guardarlo.
“Adesso ti scopo, continua a masturbarti, non smettere”.
Prese un blando ritmo che però, si vedeva, stava facendo provare nuove e decise sensazioni a Martino, che, pur continuando con la mano, si dimenava su quel lettino. Lui usciva quasi del tutto e poi tornava tutto dentro, con il movimento scandito, ad ogni uscita da un sospiro deciso del giovane e ad ogni affondo dal suono delle cosce che sbattevano tra di loro. Entrambi si dimostrarono molto resistenti perché la scopata durò almeno dieci minuti, come la masturbazione. Raggiunse per primo la meta il medico che gli schizzò direttamente nel retto. Appena si tirò fuori gli spostò la mano e iniziò lui a masturbarlo con decisione, facendolo godere e dimenare fin che non sparò il suo succo un po' dappertutto, lanciando un grido rauco e profondo per coronare l'orgasmo.
“Vedi che non sei un fulmine e che puoi resistere a lungo. Forse ti riesce meglio con un maschio piuttosto che con una donna. Sta a te decidere. Magari, come me, puoi farlo con tutti e due. Mi piace scopare mia moglie, soprattutto in culo, ma con un altro maschio godo di più. Ti è piaciuto tanto, vero?”
“Si” riuscì a dire con un filo di voce perché era rimasto senza fiato.
Sciolse i legacci e lo aiutò ad alzarsi. Adesso vide che il medico, sotto il camice era completamente nudo e totalmente ricoperto di pelo nero.
“Ti va se ci vediamo ancora?”
“Si”.
“A che ora finisci domani”.
“Alle otto”.
“Vuoi passare di qui prima di andare a casa?”
“Si”.

Ricordo che i nomi indicati sono di fantasia e non hanno alcun riferimento con eventuali omonimi.
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