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Prime Esperienze

Era solo un gioco


di elis
21.07.2014    |    10.373    |    3 9.1
"“Stasera devi fare la troia… togliti un po’ di roba prima di scendere… lascia la borsa, togliti le mutande e anche il reggiseno stai leggera, devi avere..."
Avevamo fissato a casa di questa mia amica per una cena, era una zona degradante dove sulla strada pullulava di prostitute, l’unica fortuna era la possibilità di poter parcheggiare nel cortile del palazzo… Una cena tra quattro amiche e poi c’era l’ipotesi della disco.
Naturalmente durante il pasto non poteva mancare il vino e bevemmo abbastanza… Infatti finito di cenare non ce la sentivamo di prendere l’auto per andare a ballare nonostante ci fossimo vestite per quella evenienza, decidemmo di aspettare un po’, andammo sul terrazzo per prendere un po’ d’aria fresca che non ci avrebbe fatto male...
Guardavamo il via vai delle auto che si soffermavano dalle prostitute, una delle amiche quella un po’ più disinibita incominciò a dire che nessuna di noi avrebbe avuto il coraggio di darla in quella maniera, infatti le rispondemmo che non era nel nostro stile e che ci voleva molto coraggio nonostante che fossimo annebbiate dall’alcol,”eppure” replicò lei… “valutate le vostre esperienze… non vi siete mai comportate come delle puttane? E… senza essere pagate…” e li scoppiò una risata generale…
Durante la risata ci propose un gioco… che ci rifiutammo di prendere in considerazione… ma lei insisteva, “dobbiamo fare qualche cosa per elettrizzare la serata, divertiamoci dai… non fate le moraliste”, e ci spiegò quello che gli era venuto in mente” giochiamo a carte chi perde fa la penitenza, in pratica scende per strada, si… chi perde va giù… e fa come una di quelle… fa vedere la merce propone il prezzo e se il tipo accetta sale e gliela dà, naturalmente visto che è una penitenza dovrà portare una prova alle altre… il profilattico usato”.
Rimanemmo sbalordite… tu sei di fuori le rispondemmo in coro, però lei tirò fuori le carte “dai venite al tavolo, tanto perde una sola, e poi… potrei essere io, giocatevela qualche volta questa fica altrimenti a cosa vi serve, potreste anche trovare l’uomo della vostra vita”. Ci avvicinammo al tavolo ma non volevamo giocare comunque lei distribuì le carte e ci disse: “avanti non succede niente… un giro e basta chi fa meno punti perde”. Lo sbigottimento generale aumentava però nessuna di noi avrebbe pensato che fosse veramente quella la penitenza e per ingannare il tempo lentamente una dietro l’altra ci facemmo prendere dal gioco, e nessuna ci stava a perdere la partita durò circa una mezzoretta… e… alla fine…io persi…
Le “amiche” sembravano molto rilassate per avere scampato il pericolo e iniziarono a canticchiarmi “penitenza, penitenza” , io risposi che neanche morta sarei scesa sulla strada perché mi vergognavo e non era nel mio caratteristiche… Ma quella che ci aveva coinvolto nel gioco, ridacchiando mi rispose compiaciuta che i debiti di gioco si devono pagare, infatti vedevo che lei era la più soddisfatta che fosse toccato a me, ma anche le altre due erano felici e la spalleggiavano contro di me… in quel momento le difficoltà erano tutte mie…
Loro insistevano che dovevo fare quello che mi ero impegnata a fare “giocando” mentre io cercavo di eludere da quella situazione imbarazzante, ad un certo punto la ragazza delle carte mi fece presente che lei si voleva divertire delle mie difficoltà, mi portò alla finestra e mi fece vedere come sarebbe stato semplice… rimarcando che era come un gioco, mi indicò anche la stradina che avrei dovuto prendere con il personaggio di turno dove praticamente avremmo consumato, e poi mi ribadì di stare tranquilla perché loro avrebbero seguito l’auto e sarebbero state ad una distanza di sicurezza… mi porse un profilattico e voleva che una volta usato lo avrei dovuto riportare come prova della consumazione poi mi rammentò che avrei dovuto essere competitiva al confronto delle altre prostitute per cui dovevo chiedere una cifra modesta… e questo mi provocò un ulteriore umiliazione… ma era la garanzia che non sarei andata in bianco per colpa del prezzo.
“Stasera devi fare la troia… togliti un po’ di roba prima di scendere… lascia la borsa, togliti le mutande e anche il reggiseno stai leggera, devi avere abiti comodi e veloci per spogliarti… e poi quando si fermano gliela devi far vedere”. Bevvi un altro sorso di vino per farmi coraggio, andai in bagno e mi alleggerii dei vestiti come mi aveva indicato… mi truccai un altro po’ per cercare di nascondere il mio viso acqua e sapone… poi prima di scendere bevvi ancora del vino, poi scesi le scale, uscita dal portone mi ritrovai sul marciapiede, avevo l’adrenalina a mille ma ero anche un po’ ubriaca altrimenti non ci sarei andata, mi spostai un po’ sulla strada e accostò subito un auto, il tipo all’interno mi chiese quanto e io li dissi la cifra, non riuscivo a vederlo perché era dalla parte del guidatore però mi chiese che voleva vedere la merce, mi tirai su la gonna e gliela mostrai, in tutta risposta mi disse di salire…
Mi chiese se ero italiana perché in quel luogo ero una rarità li erano tutte straniere, avrà avuto il doppio dei miei anni ma anche di più, infatti sembrava sulla cinquantina o forse anche di più, notai la fede… sapeva dove andare perché prese la stradina che mi aveva indicato la mia amica sicuramente era un habitué… si fermò in una piazzola poi senza dire niente mi spogliai, lui mi osservava con desiderio… mi levai tutto… quella situazione oltre l’imbarazzo e la paura mi procurava anche una certa eccitazione perché per me era un contesto molto trasgressivo… abbassò lo schienale e mi ritrovai sdraiata, lui si sbottono i pantaloni e se li calò insieme alle mutande, aveva già il membro teso, se lo meno un po’… e s’indurì un altro po’ presi il profilattico e glielo inserii, nonostante mi sentissi imbranatissima non riuscivo ad inserirlo, anche perché sembrava stretto e non si srotolava o forse perché aveva il membro un po’ troppo grosso infatti le mie mani erano troppo piccole per afferrarlo tutto con decisione, nonostante ciò lo sentivo pulsare in continuazione… era impaziente di entrarmi dentro… Era pronto si era tirato su anche la maglia per venirmi a contatto di pelle mi ricordo che era pieno di peli… io pronta sotto di lui… con le gambe allargate… inarcai un po’ la schiena e lo sentii entrare… la sua spinta fu forte e decisa, gemetti dal dolore durante la dilatazione ma lui incurante continuò a spingermelo sempre più dentro, si sdraio sopra con il suo corpo… sentivo tutto il suo peso a contatto della mia pelle i suoi peli erano affondati sulla mia pelle, le mie tette erano più o meno a contatto con il suo torace, in quel momento ero indifesa sotto di lui i suoi colpi erano sempre decisi e cadenzati e quando la spinta era interna lo sentivo sempre più penetrare e di riflesso emettevo dei gemiti, la sua faccia era a contatto con la mia, quando gemevo appariva compiaciuto e aumentava il ritmo per cercare di entrarmi sempre più in profondità… Alitava di alcool come credo anche io e sudava infatti mi sentivo tutta bagnata dal suo sudore, ad un certo punto tirò fuori la lingua e la passo sopra le mie labbra… cercava di entrarmi dentro la bocca ma io la tenevo serrata per evitarlo ad un certo punto mi lasciai andare, chiusi gli occhi e aprii leggermente la bocca… la sua lingua mi insinuò dentro e fù a contatto con la mia che rispose ai suoi movimenti… A quel punto stavo anche pomiciando con uno che mi stava scopando con foga, trovato per la strada e a cui in condizioni normali non avrei mai rivolto una parola… Mi sentivo molto trasgressiva e intraprendente, perché io che di solito sono molto ritrosa però quel contesto di disinibizione mi provocava eccitazione, infatti lo stavo godendo e mi stavo bagnando, di conseguenza la penetrazione era sempre meno dolorosa e più piacevole, ad un certo punto i suoi colpi si fecero sempre più insistenti… fino a fermarsi di colpo mentre continuavamo a tenere le nostre lingue appiccicate… si tiro indietro e si sfilo il profilattico, mi sentivo bagnata dal suo sudore e degli umori che mi uscivano dalla vagina…
Gli chiesi se mi dava il preservativo… mi guardò con aria interrogativa… poi mi disse che se lo volevo gli dovevo ripulire l’uccello con la lingua, sinceramente non mi andava perché era sudaticcio e c’erano ancora residui di sperma ma non avevo alternative, mio malgrado mi piegai e lo presi in bocca, mentre cercavo di ripulirlo con la lingua sentivo che ricominciava ad ingrossarsi feci per allontanarmi ma lui a quel punto volle che continuassi… voleva anche un pompino… lo ripresi in bocca e con la lingua continuai… quando diventò teso e grosso facevo fatica a tenerlo in bocca… era troppo… però tendeva a spingermelo tutto dentro e mentre mi teneva la testa con le mani mi scopò anche la bocca… fino a quando schizzò di nuovo, sentii la sua sborra all’interno della mia bocca e la sentivo addirittura colare per la gola… quando allentò la presa mi tirai su…e provai a ripulirmi nel frattempo lui mi tirò il preservativo verso la fica.
Quando scesi di macchina corsi subito dentro il portone, quelle stronze delle mie amiche mi aspettavano in casa… e ridevano come delle pazze… “puzzi di sborra” mi dissero, infatti avevo ancora il sapore di quel tipo addosso, avevo bisogno di una, cento, mille docce… vollero il profilattico… quando lo consegnai mi dissero che ero stata proprio una puttana… e che loro non l’avrebbero mai fatto.
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