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Prime Esperienze

Isabella, cuginetta di campagna ep.001-ingenua attrazione


di forrestsherman
18.02.2015    |    29.392    |    2 9.6
"I contatti con altre persone di genere femminile erano limitate gite in bicicletta in cui qualche bella gamba si vedeva sotto pantaloncini larghi o gonne..."
Piero, è il mio nome, avevo appena compiuto 18 anni, ero un tipo timido, non avevo avuto mai rapporti intimi con ragazze, ero in una scuola privata di soli maschi, mi innamoravo ogni volta che al mare frequentavo qualche ragazza, non avevo osato andare oltre qualche limonata.
Da sempre passavo il settembre al paese dei miei genitori in campagna, un posto molto isolato ma che mi piaceva per la tranquillità, l’essere fuori dal mondo.
Nell’ultima settimana si teneva un piccola festa in cui la sera tutti andavano anche a ballare con sorelle, zie, cugine, amichette.
In questa occasione il paese si animava un filo e la gente si vestiva bene e si passava qualche serata in allegria.
A quella età avevo forti istinti e spesso placavo con fantasie esagerate che finivano in un atto autoerotico, che comunque era potenziato nel piacere dall’essere cosa proibita allora, da non fare e confessare e tenere rigorosamente per se.
I contatti con altre persone di genere femminile erano limitate gite in bicicletta in cui qualche bella gamba si vedeva sotto pantaloncini larghi o gonne volanti, ma finiva lì, non c’erano contatti fisici.
Vivevo nel ricordo di qualche visione di giovani ninfette che si trovavano al mare nel mese di luglio e di piccoli amoreggiamenti balneari, di sguardi e rarissimi toccatine o bacetti. Questi ricordi recenti, come qulelli di costumi che cadevano tra le onde rendevano ancora più cocente l’isolamento campagnolo di quei tempi e mi costringevano a notti di onanismo. L'unica settimana in cui si creava movimento anche di ragazzine era la festa del paese di fine agosto.
Per quell'occasione veniva a volte una famigliola di zii con la loro figlia, molto carina, Isabella, con cui avavo giocato da piccolo con macchinine e bambole. Quell'anno, erano venuti dopo 3 anni di assenza. Lei aveva 19, era sempre simpatica, e me la ricordavo quindicenne un po' paffuta ma ora era diventata un bellissima ragazza, con un caschetto di capelli neri, occhi verdi , belle gambe, piccoli seni appuntiti un bel sederino e la pelle molto bianca perché non andava mai al mare, i suoi non la portavano, prediligevano la campagna o la montagna. Lei dormiva, come da piccola, nella cameretta ricavata da una soffitta di fianco alla mia, dove c’era anche un bagno fatto mettere da mia nonna durante la guerra quando erano sfollati li. La porta era di legno sottile e chiudeva appena a chiave, insomma si sentiva cosa faceva dentro.
Poi dalla finestra sul muro di fronte vedevo le ombre cinesi di lei che si spogliava e magari non si accorgeva o faceva apposta chissà. Il fatto era che io mi allupavo vedendola togliere i vestiti e infilarsi una camicia da notte che supponevo corta., ma li non succedeva niente mi addormentavo pensando che al di la della parete c’era lei. Ma che faceva ? io non conoscevo le donne e non avevo idea se avessero anche loro impulsi sessuali o meno, e più ci pensavo e più mi dicevo che era l’occasione buona per vedere. Le persiane facevano trasparire la luce dei lampioni e quini dentro c’era un discreta luce…Raggiunsi la porta e piano piano guardavo dal classico buco della serratura .
Quella notte non vidi nulla di insolito aveva letto un libretto e poi spenta la luce addormentata. Un po’ di morbosità comunque mi fece indurire un po’ il coso. Giungemmo alla serata di festa con i parenti . Io ero ancora imbranatissimo a 18 anni, erani i ’60, i ragazzi erano in ritardo su quello che sono ora. Allora con un po’ di risate i miei dissero Isabella fai ballare Lucio.
E fu la prima volta che avvicinavo così un donna, sentivo il seno che premeva sul mio petto, ero altino per l’età e il lento ballonzolando la tenevo per i fianchi sentendo sotto il vestito di lino l’elastico delle mutandine. La cosa mi allupò un pò ma c’era confusione e l’ultimo ricordo è lo sbuffo di profumo proveniente dal mezzo del seno quando ci staccammo sorridendo..
Poi lei ballò con vari ragazzi più grandi e in particolare con un tale ragazzo del paese, Dario, geometra, con cui stava a parlare a lungo e vedevo che nel ballo si stringevano particolarmente. Quella sera probabilmente era stata eccitata dal ballo e forse in particolare dalla stretta delle braccia del Dario. Erano ormai le 2 di notte dopo che rientrammo verso l’una, e allora la mia osservazione diede i suoi frutti…Con la luce ancora accesa spiavo dalla fessura e vidi che lei si era sdraiata e aveva fatto scendere la camicia da notte scoprendo il seno che si stava accarezzando dolcemente. Iniziò a sospirare…La cosa mi eccitò molto e ancora di più vidi che una mano scendeva verso il pube , che non vedevo, c’era la coperta davanti ma indugiò molto e il sospiro aumentò di frequenza per almeno 5 minuti e poi vidi che si contraeva a scatti tutta e stringendo le gambe scostò la coperta si voltò verso di me vidi poi allargarsi le cosce e il triangolo nel che intrappolava la mano. Poi si girò di nuovo vero la luce che spense. Io avevo eiaculato ero tutto bagnato e senza far rumore corsi a letto e mi feci n’altra sega, poi crollai esausto. Il giorno dopo andammo come al solito in bicicletta fin verso una sorgente contornata da dei campi dove a volte ci stendevamo nell’erba, come facemmo quella volta solo che nel sedersi un silo d’erba duro le fece un taglietto nella parte posteriore di un coscia sopra il ginocchio, e lei si toccava a vedeva del sangue. Io dissi” “ fammi vedere !” e lei da sdraiata aprì le gambe per farmi vedere sotto la coscia , io vidi questo taglietto lungo circa 3 dita da cui usciva sangue che sulla pelle bianchissima mi faceva effetto. Dissi “Ohh…non è niente, adesso te lo lecco via che la saliva disinfetta!” , e lei non disse niente e quindi accostai la bocca all’interno della coscia sinistra mentre la gonna tirata un po su faceva da tenda e leccai il sangue nella lunghezza del taglietto. Il sangue usci ancora per un po’ e quindi dovetti entrare ed uscire dalla tenda tre o quattro volte e ogni volta vedevo l’inguine con il pelo nero che usciva dai bordi delle mutandine rosa e le teneva un po’ gonfie. Non potevo fare a meno di pensare al suo orgasmo della sera precedente e indugiai un po’ con quella leccatina che tendeva a risalire in alto lungo la cosce finchè arrivai a un palmo dalla gnocca e leccavo ormai un pelle morbidissima e non tagliata. Lei restava sdraiata guardando il cielo, con le gambe allargate e mi sembrava rilassata e che le piacesse , feci l’ultimo balzo e la lingua aderì al cotone delle mutandine , bagnandole leggermente.
A quel punto si agitò un po, io ero tutto sotto la gonna, potevano vederci i passanti sulla strada.. lei fece un sospiro, io sentivo che il bagnato non era solo a causa delle mia lingua e preso dalla frenesia allungai un mano per scostare il sottile tessuto e lei disse “ ma cosa fai? “ Mi fermò la mano ..” siamo cugini! Poi…possono vederci!” Io diventai paonazzo e dissi “eh, non esce più sangue, niente …possiamo andare !” , lei si alzo di scatto passandosi un mano sulla ferita che non sanguinava più ma io sapevo che c’era un’altra ferita molto molto umida ed era appoggiata precisamente sul sellino della biciletta…infatti proseguimmo il nostro giro senza dire nulla poi ci fermammo al solito bar a magiare la coppa del nonno, e mentre lei era entrata io passai la mano su quel sellino bianco e rosso..notai che era umido…quando lei pedalava la gonna era ampia e si appoggiava sul sellino proprio con la sua rosa… mi odorai la mano …aspirai un vago sentore di donna..poi la giornata continuò normalmente. La sera vidi nelle ombre che si spogliava e quando fu a letto mi rimisi a guardare dallo spiraglio , e dopo un po’ lei riprese l’accarezzamento e questa volta era più decisa, e la mano al pube si muoveva velocemente, la vidi contorcersi nell’orgasmo, che non sapevo cos’era…ma mi sborrai di nuovo addosso… la luce di lei si spense, ma restava un vago chiarore del lampione della strada..attesi, sentii che il suo respiro che era stato affannoso si placava, divenne normale, poi lento, un ronzio di persona che dorme..io premetti tanto l’occhio nello spiraglio che spinsi la porta che scricchiolò, ebbi paura di svegliarla, ma non accadde… mi feci audace ..stavo giocando con il fuoco. Poteva svegliarsi in un momento qualunque. Ma fu piú forte di me. Vederla su quel letto, in tutto il suo splendore, decisi comunque di toccare le tette di la mia cuginetta assumendomi tutti i rischi. La sua leggera maglietta del pigiama la mia cuginetta Isabella aveva i seni coi capezzoli ancora un po’ induriti dall’eccitazione…belli sodi, ma allo stesso tempo pensavo morbidi. Toccarli sarebbe stato un piacere. Sentivo il mio pisello crescere negli slip. Se si fosse svegliata, trovare una scusa per quello che stavo facendo, sarebbe stata dura. Cosa potevo dirle?...” ehm .la ferita, a proposito è guarita! “ ma sarebbe stato folle, mi avrebbe fulminato…ma le mani si mossero da sole, accarezzarono un sen, poi l’altro, lei al conatto mormorò qualcosa, le ritirai..stetti fermo ,poi lei emise un mugolio…si girò un po’, nel sonno, o così credetti, poi riprovai…le mie mie mani erano piene delle sue tette. Poi ne feci scivolare delicatamente una verso il basso, direzione fica. Infilai la mano sotto la copertina sempre molto lentamente, mi feci strada tra le sue cosce, aveva ancora su le mutandine. Ero eccitato ed allo stesso tempo impaurito e sentivo adrenalina nel mio corpo. Giunto alla sua fica, rimasi fermo ad assaporare quel soffice posto. Isabella apparteneva alla categoria di quelle che tenevano la topa al naturale, pelosa! Il cazzo mi stava esplodendo. Non mi stavo masturbando, ma toccando la mia cuginetta era come se lo stessi facendo. Sentivo il mio uccello pulsare. Continuai a "massaggiare" la fica di la mia cuginetta ma senza forzare la mano, se avessi provato ad infilarle un dito dentro, per quanto fosse in un sonno profondo, un ditalino sarebbe stato rischioso. Poi sfilai la mano dalle sue mutandine e decisi di abbassarmi i pantaloni del pigiama. Volevo farmi una sega su di lei, o meglio, volevo masturbarmi con una mano, mentre con l'altra avrei continuato a toccarla. Non appena avessi sentito avvicinarsi l’orgasmo, mi sarei fermato ed avrei preso la direzione del bagno per svuotarmi … Stavo davvero rischiando alla grande, ma se si fosse svegliata, gli avrei rifilato qualche scusa , tipo che volevo "rivivere" il vecchio gioco che facevamo da adolescenti. Ormai avevo il cazzo dritto e di fronte a lei, iniziai a farmi una sega. Mentre con l'altra mano le toccavo le tette, ma stavolta passando da sotto la maglietta. Mi pareva strano che non si svegliasse...ma non ci pensai, le sentivo dal vivo, in tutta la loro morbidezza e consistenza. Sentivo di stare per…tolsi la mano dalle tette e dovevo immediatamente correre in bagno prima di sporcare tutto, Ma prima volli osare che la mia cuginetta "toccasse" il mio pisello. Afferrai la sua mano "dormiente" e la guidai lungo il mio cazzo. Che stupenda sensazione, quella sua mano cosí fredda! Ma non appena la misi sul mio uccello, quel semplice tocco cosí leggero, mi provocó un immeddiata sborrata che non fui in grado di controllare. Una lunga schizzata partí verso Isabella finendo sulle sue gambe che spuntavano dalla copertina. In una frazione di secondo mollai la sua mano, cercavo un modo per fermarmi e afferrai con entrambe le mani il mio cazzo dritto che eruttava e velocemente portai la pelle a cercare di "chiudere" l’eruzione ma in quel brevissimo lasso di tempo, una seconda schizzata era partita verso la mia cuginetta Di nuovo sulle sue gambe. Ora si riusciva ad intravedere nella penombra una colata di sborra che scendeva lungo l'interno della sua coscia. Intanto mi allontanai da lei, stringendo con forza e arrivai in pochissimi secondi al bagno, alzai la tazza del water, mollai la presa del mio pisello e lasciai che il mio pisello "esalasse “ le ultime schizzate dentro quella tazza del cesso. Infine, dopo essermi svuotato le palle e lavato il mio uccello, era ora di ripulire tutto quel casino. Tornai nella stanza di Isabella con un tovagliolo di carta, cercai di togliere alla meglio la sborra che io stesso le avevo schizzato sulle cosce ed infine andai anch'io a dormire. Pensai “ che miracolo! ..non si è svegliata! “ Il giorno dopo mi alzai verso le 9 ed andai in cucina a preparare il caffé e dopo pochi minuti ero di fronte alla camera di Isabella portando con me un bicchiere di latte macchiato e un pezzo di focaccia. Chiamai "Isabella .. Isabella sei sveglia? Ti ho portato ehm…la colazione!" Dissi sussurrando. - "Si... Si, entra pure Piero!" Rispose. Aprendo la porta, con la luce del giorno che entravano nella stanza, notai che la mia cuginetta non era come l'avevo lasciata la sera prima, con mutandine, maglietta, sotto la copertina, Ora era coperta, se cosí si puó dire, da uno slip microscopico ed un reggiseno altrettanto piccolo e sexy! La guardai con passione, ma dissi "Se.... Se vuoi torno dopo, appena ti rivesti" con vero imbarazzo. - "Andiamo, non fare il finto timido. Mi hai visto piú di una volta in costume, cosí non é poi tanto diverso. Non potevo dormire con i vestiti, cosí... e poi dopo ieri sera....." Rispose Isabella non terminando la frase. Entrai nella stanza e vederla in biancheria intima, non era come lei sosteneva. Era piú eccitante che osservarla in costume. Intanto il mio pisello non ne voleva sapere di afflosciarsi, ma d'altronde, con quello spettacolo, la vedevo difficile! Mi misi seduto vicino a lei e le diedi il bicchiere con il latte. "Sei bella…bella Isabella Ma..... ma che intendevi dire con: e poi dopo ieri sera?" "dai Piero…! Credi davvero che non mi sia accorta di niente ieri? Ero si stanca e forse un pó brilla, ma non cosí tanto da non accorgermi che ti stavi masturbando su di me!" rispose lei sorridendo. E mentre diceva quelle parole, poggió il bicchiere sul comodino alla sua destra e poi fece scivolare la mano sui miei pantaloni da pigiama, li sbottonò e cacciò la mano sopra l’elastico delle mutande tirando fuori il pisello che già stava indurendosi e iniziò a maneggiarlo con cura. Intanto con l’altra mano si accarezzava il seno sinistro e scese infilandosi un dito e con il pollice muovendo il clitoride, e continuava con la mano a menarmelo finchè addirittura me lo scappellò, poi, lentamente afferrò il mio cazzo duro con tutto il pigiama. "Non mi dirai che questo bel pisello dritto é solo frutto di una erezione mattutina? Continuó lei. "Isabella .. io, veramente..." Non mi fece finire di parlare, con la mano sinistra mi chiuse delicatamente la bocca e con la destra molló la presa del mio uccello, per cercare di liberarlo dalla morsa dei miei slip che lo tenevano prigioniero. Tiró indietro l'elastico dei pantalancini, poi quello dello slip ed il mio cazzo spuntó fuori come una molla. Dritto e duro come un palo di ferro. Isabella lo accarezzó dolcemente, poi lo prese interamente in mano ed inizió a farmi una sega. Mentre mi masturbava, mi guardava dritta negli occhi, come per dire "lo só che ti piace da morire "! Era cosí. Giá dopo sette, otto movimenti della sua mano lungo l'asta del mio pisello, sentivo di stare per eiaculare, con tutto il coraggio che restava presi la testa di Isabella l'avvicinai ed iniziai a baciarla, ma lei si sottrasse ….disse “ no Piero…non esageriamo….siamo cugini dopotutto…però….se mi aiuti per una cosa…magari poi …se vuoi…te la ..ehm ti do un premio..” Rimasi sconvolto…cosa voleva dire ? dissi, “ faccio tutto quello che vuoi…ti voglio…” lei …disse “ ora no ci sente mia mamma, vediamoci alle 5 in camera mia…”
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