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La Solita Sciupafemmine


di alicerobertohot
10.04.2014    |    10.353    |    11 6.9
"Capiamo immediatamente: ci volevano direttamente su perché non potevano scendere! E non volevano! Tenevano troppo alla scenografia! Sono già nella Iacuzzi, ..."
Lucia, sdraiata sulla schiena, trastulla i due cazzi davanti a lei.
Alice, fra le sue gambe, le carezza la pancia ed ogni tanto la fighetta.
Ma anche lei, Alice, è maggiormente attratta dallo spettacolo che ha proprio davanti alla faccia: il volto carino, il fisico minuto di Lucia ed i due cazzoni che lei tiene in mano, bacia ogni tanto, stringe e sega, spesso guardando negli occhi l’amica.
Alice è un po’ diversa stasera: meno passione per quella ragazza appena conosciuta, poche carezze fra lei e lei; più concentrazione su quanto accade agli uomini, alle loro schiene e cosce, ai movimenti dei loro corpi. Tiene una mano su ciascuna spalla dei due uomini, quelli che Lucia masturba.
Ha tastato distrattamente i due cazzi, ma quasi senza intenzione, all’interno dell’abbraccio circolare che dà a tutti noi, a se stessa, ai due uomini davanti a lei, al complesso dei corpi che cominciano a mischiarsi.
Sembra serena, ma è più attenta, più analitica del solito.
Alla fine è accaduto, siamo nello stesso letto, quattro che si scopano, due signore e due gentiluomini, risate e sudore; e non era detto che sarebbe finita così.
•••
Anzi, non tirava aria buona.
Solo due ore prima eravamo in quel parcheggio, Alice ed io, al gelo, luci spente e luna livida di Toscana, a discutere in macchina, a decidere se salire o meno in albergo.
“Dai, ormai hanno preso la stanza… hanno fatto tutto loro”
“Appunto, è proprio questo che non mi va. E’ la prima volta che ci infiliamo nella camera di qualcuno che nemmeno conosciamo…”
“Ma no, è come se li conoscessimo; abbiamo scritto un sacco di mail, è un mese che teniamo in piedi il Forum!”
“Non li conosciamo! E poi cos’è questa storia di salire in camera noi? Non potevamo vederci sotto, guardarci in faccia e poi decidere…?”
“Questo è vero, non ho capito l’insistenza. Però, dai, mi sembrano persone garbate, si vede da come scrivono; e poi dalle foto, non sembrano due cessi”
“Sai benissimo che le foto non significano nulla! Noi abbiamo bisogno di vedere, di capire se c’è scintilla, di valutare la simpatia automatica, belli o brutti che siano: dobbiamo ridircele ogni volta queste cose? O come al solito, tu, appena vedi due tette non capisci più niente? Basta infilare l’uccello e tutti i problemi si risolvono?”
E via di questo passo per un buon quarto d’ora, guardando le luci dell’albergo, la portineria, la gente che entra, quella che esce dal caldo al freddo, dalla luce al buio, dall’atrio illuminato al gelo del parcheggio.
•••
Ed alla fine, Alice col broncio, io dietro di malumore, entriamo nella hall. Numero della stanza, ascensore, moquette rossa, scheda magnetica: dentro.
Capiamo immediatamente: ci volevano direttamente su perché non potevano scendere! E non volevano! Tenevano troppo alla scenografia! Sono già nella Iacuzzi, belli nudi nella poca luce della suite, vicini ma non appiccicati.
Due persone nude rassicurano chi è vestito: chi ti accoglie nudo non può farti niente di male: e poi quei due se la stanno godendo, hanno in mente solo di star bene, sono rilassati e divertiti.
Alice, il suo lampo negli occhi: vede la vestaglia rossa di Lucia, lanciata sul bordo; capisce che lei è entrata in acqua velocemente: che ci aspettava, che era pronta, forse emozionata. Alice si sdraia a pancia in giù sul bordo della vasca, vestita com’è: attira la bocca di Lucia e la bacia, direttamente, spudoratamente.
Poi fa segno a me di entrare nel bagno: ci spogliamo, ci infiliamo nella doccia, restiamo sotto il getto dell’acqua bollente, guardandoci negli occhi e ridendo: senza asciugarci, lasciando impronte bagnate ci infiliamo nella Iacuzzi, e ci immergiamo nella schiuma.
E’ il tempo delle chiacchiere, finalmente, del capire chi si ha davanti, dello scoprire se l’impressione delle foto, delle mail, delle telefonate era giusta o sbagliata.
E dopo anche del sesso, dei cazzi duri nella schiuma, delle schiene magre e sinuose delle signore, dei loro bei sederini, delle mani che scorrono dappertutto.
E infine il lettone.
•••
Sono le quattro di notte. Il nostro letto nella stanzetta della suite. Solo una porta ci separa dai nostri due nuovi amici. Sussurro ad Alice:
“Beh, cosa ti è sembrato?”
“Ci è andata bene”
“Sei sicura? Mi sei sembrata un po’ diversa”
“Diversa come?”
“Forse meno appassionata”
“No, sono stata bene: sono gradevoli, e lui è stato bravo”
“E lei?”
“Lei ti ha scopato come si deve”
“Sai bene che non intendevo quello”
“E cosa intendevi, salame?”
“Lo sai benissimo: non sei stata la solita sciupafemmine”
“Asino, ti devo spiegare sempre tutto? Lucia è educata e garbata, e poi era la donna della coppia che ha cercato per prima… Ma da qui ad appassionarsi… Solo tu non te ne accorgi, tronfio come sei del tuo cazzone, tutto orgoglioso per le lodi alla tua circonferenza: ed infatti la signora ha quella passione, circonferenza e lunghezza; fosse stato per lei potevo anche non esserci… Educata e carina, però”.
“Anche porca se è per quello, anche porca. Quindi dici che… ho capito. Magari le andava bene anche una cosa diversa, comunque senza l’ impiccio di una ragazza….
“Beh, bisogna riconoscerlo, son stati corretti: si son sentiti in dovere….”
“E si cara Alice, coppia integerrima, prima il dovere poi il piacere…”
“Anche il piacere, anche il piacere, dammi retta…”
“Alice, cosa farei senza di te… mi sfuggiva qualcosa di questa serata, infatti. Mi spiace…”
“Ti spiace che cosa, tonto? Secondo te non mi sono divertita? C’eri solo tu con una buona circonferenza? Anzi, grazie per avermi convinta a salire…Bellina quella cosa delle tre…. Due veri maiali… Non è andata male, dai. Ti amo, buonanotte”
“Alle tre? A si, ricordo, due magnifiche porche…. Buonanotte anche a te, amore”.

© Alicerobertohot, marzo 2014.
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