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Prime Esperienze

La mia prima volta dopo lui


di Soledeicaraibi
12.11.2015    |    7.559    |    1 9.7
"Cazzo! Pensai tra me e me, rimanendo immobile per la situazione creatasi, cominciando a crocifiggermi per aver avuto la brillante idea di indossare un..."
Quell’anno decidemmo di non andare in vacanza nel solito luogo che per alcuni anni ci ha accolto. Avevamo voglia improvvisa di cambiamento e perciò decidemmo di andare in Sardegna. Lui aveva accumulato molte ferie non godute e questo ci permise di andarci per ben due mesi. Avevamo organizzato tutto grazie ad un’amica che ha un’agenzia di viaggi. Il luogo era incantevole e frequentato da belle persone. Non ci fu difficile fare subito conoscenza. Lui è bello, simpatico e chiacchierone, un autentico trascinatore, ed io faccio la mia discreta figura, furono sufficienti pochi giorni e conoscemmo praticamente tutti. Eravamo coccolati e benvoluti e questo favorì un clima conviviale e familiare con i vicini di ombrelloni. Fu perciò naturale conoscere Marta, Flavia e Anna, accompagnate dai loro mariti e dai figli che, insieme ai miei passavano la maggior parte del tempo in acqua oppure ai giochi. Marta viveva a Milano, Flavia a Verona, ed erano li già da 15 giorni. Anna invece era del posto. Più i giorni passavano e più si rideva e si chiacchierava con leggerezza, non avemmo mai di che dire per una eventuale parola fuori posto detta da qualcuna di noi, parola fuori posto che non ci fu mai. Diventammo affiatate e complici, cominciando a parlare di tutto e a scambiarci opinioni e punti di vista. Ogni tanto uno sguardo andava in qualche parte, sulla spiaggia, alla ricerca del gruppetto formato dai nostri mariti; li guardavamo e commentavamo con simpatia ma anche con occhio critico femminile. Arrivammo ormai al punto di parlare anche di sesso, cominciando a scendere nei particolari, tipo i gusti di ognuna di noi, per poi arrivare a quello dei nostri mariti. Ed i mariti dal canto loro quando non si isolavano e stavano insieme a noi sotto gli ombrelloni ci mettevano del loro, lanciando battutine ironiche, ma mica tanto, sulle signore. Molte frecciatine arrivarono anche a colpire i nostri decolté, fieri e prestanti. Valerio, il marito di Anna, propose per il giorno dopo un gita in barca su alcune spiaggette non raggiungibili da terra. I ragazzi naturalmente non si sarebbero schiodati dalla spiaggia per cui sarebbero partiti solo gli adulti. Allora tutti via e di corsa a casa a cambiarsi per uscire a fare la spesa: avremmo preparato un pranzo freddo da portare con noi. Il giorno dopo, ricordo era un mercoledì, ci trasferimmo in un autentico paradiso. Valerio ci portò su una spiaggetta circondata da rocce che era davvero un incanto. Ci venne quasi naturale far volare via la parte alta dei nostri costume: in 4 mostrammo ai nostri maschi almeno una misura 18 di tette, roba da capogiro! La maggiorata di turno, seppure per poco; bastò questo perché io mi sentissi addosso per tutto il giorno occhi degli altri maschietti. La cosa inizialmente mi imbarazzò perché quello fu il mio primo topless in presenza di altri. Ma complice l’isolamento di quel luogo incantevole dal resto del mondo mi ci abituai subito. La giornata fu spettacolare e strappammo a Valerio la promessa che saremmo ritornati ancora. Durante il ritorno a casa decidemmo di non andare in spiaggia il giorno dopo: Anna volle invitarci a cena nella sua splendida casa e aveva bisogno della giornata libera per organizzare; le altre signore le avrebbero dato volentieri una mano per poi per poi ritornare alle rispettive case per darsi una sistemata e ripresentarsi di li a poco. Ci ritrovammo tutti li, intorno al tavolo rotondo finemente apparecchiato, fummo proprio brave. Prendemmo posto in maniera casuale ed io mi ritrovai con Ilario, marito di Marta, alla mia destra e con Francesco, marito di Flavia, alla mia sinistra. Tutti a farci i complimenti sui nostri abiti. Io indossai per l’occasione un tubino con bretelline, lungo fino al ginocchio, di colore blu. Anche Anna indossava qualcosa di simile, mentre Flavia e Marta indossavano gonne con camicetta. Sono astemia ma non so quanto bevvi quella sera, e non solo io, mi pare di ricordare. A fine serata tutte ad invocare i pasticcini ed il caffè. Anna rispose che non c’era fretta e che anzi, era giunta l’ora di mettersi comodi in salotto, richiamando a se Flavia e Marta in cucina. Non so se a causa del vino o cosa altro ma di colpo l’atmosfera cambiò; in salotto mi ritrovai in piedi al centro della stanza, circondata dai maschi. Mi sentii accarezzare le braccia da dietro: era Francesco! Mentre le sue mani andavano su e giù continuava a complimentarsi per il mio decoltè; mi disse che le mie tette erano qualcosa di pauroso e che non si poteva fare a meno di toccarle. Anche Valerio e Ilario ci misero del loro cominciando a palparmi. Rimasi impietrita: mai avrei pensato che avrei potuto trovarmi in una situazione del genere, così cercai immediatamente lo sguardo di lui, avevo bisogno che mi dicesse cosa avrei dovuto fare ma, soprattutto, come avrei potuto venire fuori da quella situazione. Ma il viso di lui non faceva trasparire nulla e d io allora lo guardai con più insistenza, con occhi quasi imploranti ma niente; quell’intrecciarsi di sguardi sembrava lungo un eternità eppure credo che di fatto durò solo pochi secondi. Francesco se ne accorse e, con garbo e lentezza, ma inesorabilmente, arrivò alle bretelline, le tirò verso l’esterno e il vestito formò un piccolo mucchietto di stoffa intorno ai miei piedi. Cazzo! Pensai tra me e me, rimanendo immobile per la situazione creatasi, cominciando a crocifiggermi per aver avuto la brillante idea di indossare un perizoma in luogo delle mie belle e ampie mutandine. Sono una donna e certi sguardi maschili li so decifrare: pensai che di li a poco per me sarebbe finita se non fosse intervenuto lui. Poi ebbi un sussulto perché mi ricordai delle mie amiche, dove cavolo erano finite? Perché non ritornavano in sala? Non ebbi il tempo di formulare una risposta che mi sentii delicatamente sollevata di peso. Di istinto, per autodifesa forse, mi venne in mente di chiudere gli occhi. Il mio culo toccò qualcosa di soffice e capii che mi avevano adagiata su un letto; mi partì il perizoma e i due che mi tenevano mi schiusero con dolcezza e decisione le gambe. Allora aprii gli occhi e davanti c’era Valerio; era in piedi, nudo e con le braccia incrociate, come il boia sul patibolo che aspetta l’arrivo del condannato. Cominciai a tremare perché fui invasa da un misto di paura ed eccitazione allo stesso tempo. Ero stata solo di lui finora e qualcosa mi disse che questo primato stava per essere battuto. Tolsi lo sguardo dal viso di Valerio e cominciai a portarlo istintivamente più giù: Rabbrividii! Valerio aveva un cazzo enorme. Tentai istintivamente di chiudere le gambe ma non mi fu possibile. Tentai di giocarmi un’ultima, disperata carta: cercai di nuovo lo sguardo di lui. Era nell’angolo a sinistra, bello come il sole, con il cazzo in mano che se lo accarezzava: capii che per me era veramente la fine. Valerio puntò il suo pitone tra le mie labbra e cominciò a strofinarne la punta per un tempo interminabile facendomi cominciare a bagnare. Non so quanto ne passò: mi diede un piccolo colpo di reni. Lanciai un urlo, breve ma forte: era riuscito a far passare la punta. Egli le tento tutte ma non fece molta strada e allora, con grande pazienza e dolcezza, si limitò a percorrere solo quella breve e stretta che riuscì a tracciare, se la fece bastare, mentre le mie gambe tornarono finalmente libere dalla morsa delle mani di Francesco ed Ilario che nel frattempo, non so come, si erano denudati. Francesco si avvicinò al mio viso mentre Ilario… già… dove era Ilario? Cominciai a cercarlo… e lo trovai: era nell’angolo, in piedi, e mio marito era in ginocchio che gli faceva un pompino! Mai avrei sospettato che lui fosse capace di tanto. Non capii più nulla e di istinto spalancai completamente le gambe. A quel punto Valerio, che mi stava scopando a mezzo servizio da quasi mezz’ora senza spuntarla, smise di essere delicato e con un grande colpo di reni me lo piantò finalmente tutto nella fica. Avrei voluto urlare ma non riuscii ad emettere alcun suono. Il cazzo di Francesco, infatti, si era insediato nella mia bocca e me la aveva tappata. Non ne potei più e misi da parte ogni ritegno ed ogni imbarazzo. Non pensai più al dopo e cominciai ad ancheggiare e a succhiare. Valerio mi sfondò completamente la fica ed io, di tanto in tanto, alzavo un po la testa per vedere, ma soprattutto per capire come un cazzo di quelle dimensioni poteva entrare ed uscire da me a suo piacimento. A piccoli colpi mi spostai sempre più verso la sponda del letto, fu il suicidio completo; Valerio mi tirò del tutto verso il bordo esterno del letto, avendo vita facile anche nei movimenti oltre che nella penetrazione. Ma a quel punto non me ne importò più nulla. Persi il conto degli orgasmi, che furono tre o forse quattro; me ne mancava ancora uno, che sarebbe arrivato insieme a quello di Valerio; Infatti, di li a poco Valerio venne dentro di me; i suoi schizzi contro il mio utero furono poderosi ed io ebbi un ultimo, violentissimo, orgasmo. Anche Francesco arrivò al capolinea: lo ingoiai per non annegare nel suo piacere. Devo ammettere che lo feci con grande gusto. E mio marito dove era finito? Mi girai verso il famoso angolo giusto in tempo per cogliere Ilario che dava gli ultimi piccoli colpetti di reni verso la bocca di mio marito. A quel punto, finalmente, mi lasciai andare completamente e mi rilassai.
Vidi lui allontanarsi verso i bagni padronali, seguito dagli altri, subito dopo mi addormentai e persi la cognizione del tempo. Non credo tuttavia che crollai completamente. Sentii carezzarmi le guance e ritornai in me; reclinai la testa all'indietro per vedere chi fosse. Era Anna, inginocchiata dietro la mia testa. Mi sorrise timidamente ed io feci altrettanto. Mi piaceva sentire il suo contatto. Dopo che fui presa senza sosta mi fece piacere ricevere coccole. E lei, come se mi avesse letto nel pensiero, continuò a farmene, poi si chinò verso di me e mi baciò con una lentezza indicibile. Schiusi un pò le mie labbra e lei passò. La sua lingua si muoveva intorno alla mia ma...la cosa non durò molto. Scoppiai in una sonora risata. "Ehi", le dissi, "questa è di Francesco, quella di tuo marito è dentro, nella galleria!". Ci guardammo per un attimo negli occhi e scoppiammo a ridere entrambe. "Lo so", mi rispose, "che questa è roba di Francesco", nel mentre si alzò dal letto e, mentre guadagnava l'uscita, si girò e mi strizzò l'occhio: "vieni di la che ti stiamo aspettando, è pronto il caffè e c'è il gelato!". Il giorno dopo tutti in spiaggia; l'atmosfera era quella di sempre, come se nulla fosse accaduto. Anna mi guardava sorniona e alla fine non resse e mi si avvicinò ad un orecchio: "devo farti una confessione. L'anno scorso di questi tempi...ero al posto tuo!". Ebbi una illuminazione: aveva ingoiato Francesco! A quel punto non so nemmeno io perché, mi venne in mente di chiederle se ci fosse dell'altro che io dovessi sapere. E lei: "qualcosa da sapere c'è ancora. La settimana scorsa Flavia mi ha confidato che dei maschi che ha ingoiato finora, tuo marito è tra i suoi preferiti"!
Guardai mio marito con occhi diversi, piacevolmente, e, appena mi v enne in mente gli domandai: “levami una curiosità…ma Ilario… dove è venuto?”. Sto ancora aspettando la risposta.
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