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Prime Esperienze

La mia vicina di casa


di Tinny
27.08.2015    |    38.627    |    5 9.4
"La vestaglia ora le copriva il tutto, non si vedeva più nulla..."
Finalmente sono arrivate le vacanze estive. Ho 37 anni e per vari motivi, abito ancora con i miei genitori. Sono un ragazzo molto timido, single, ma soprattutto ancora vergine. Quest'estate ho deciso di rimanere a casa. Non ho voglia di andare al mare con i miei amici. I miei genitori invece andranno in crociera con i miei vicini di casa dal 13 al 20 agosto. I miei vicini sono delle persone simpatiche, e per fortuna andiamo molto d'accordo con loro. Hanno una figlia di 40 anni che si chiama Sara, anche lei single, e abita in un paesino a 30 km di distanza da noi. Purtroppo a seguito di un incidente in auto che ha avuto un mese fa, si è trasferita momentaneamente dai suoi genitori. Ha subito varie contusioni, ma soprattutto ha entrambe le braccia ingessate, rendendola per il momento non autosufficiente. A causa di questo i suoi genitori non volevano partire per la crociera, e rimanere a casa ad aiutare la figlia. Alla fine hanno deciso visto anche l'insistenza della figlia, a mettere una badante durante la loro assenza.
Io ero contento di rimanere a casa da solo, poiché avrei potuto fare tutto quello che volevo. Alzarmi alle 10 del mattino, girare per casa in mutande o anche nudo, e perché no, anche masturbarmi in camera mia tenendo la porta aperta, senza correre il rischio di essere sentito e visto da qualcuno.
Il giorno della partenza per la crociera è arrivato, e dopo i vari saluti e le solite raccomandazioni, finalmente ero a casa da solo.
I primi due giorni sono volati, mangiavo, dormivo, cazzeggiavo su internet o su qualche chat erotica, oppure leggevo i racconti erotici su un sito chiamato annunci69.
La mattina di ferragosto, come al solito stavo dormendo saranno state le 9:30,quando sento bussare alla mia porta. Non aspettando nessuno, ero indeciso se rispondere. Dopo qualche secondo di esitazione, guardo dallo spioncino della porta, e vedo che è Sara. In modo istintivo apro la porta, senza rendermi conto che addosso ho solo una maglietta e le mutande.
Ancora un po' addormentato, vedo che lei invece indossa una camicia da notte, che gli arriva fino sotto le ginocchia. Ma la cosa che noto subito e che mi fa spaventare, sono i suoi occhi lucidi, di quando uno ha appena finito di piangere. D'istinto penso che sia successo qualcosa durante la crociera.
Allarmato gli chiedo cosa sia successo e di entrare. Appena chiuso la porta, lei mi dice che sono le 9:30 passate e non è ancora arrivata la badante ad aiutarla nelle faccende personali. Con le braccia ingessate non riesce ad utilizzare il cellulare per chiamare l'agenzia per cui lavora la badante. Mi chiede scusa per avermi disturbato, ma non sapeva cosa altro fare. Verso mezzogiorno, i suoi genitori l'avrebbero chiamata, e se scoprivano che era sola, non appena possibile sarebbero tornati, interrompendo la loro vacanza.
Io nel frattempo mi ero tranquillizzato, avevo capito cosa era successo, e gli dico di stare tranquilla che insieme avremo risolto questo intoppo. Ci siamo trasferiti a casa sua, in modo da prendere il numero dell'agenzia e capire come mai non era venuta la badante. Mi risponde una voce femminile, gli spiego cosa era successo, e che volevo delle spiegazioni. Sento il rumore della tastiera, e dopo una lunga pausa, mi comunica che neppure lei sapeva il motivo per cui non si era presentata, ma di dargli 10 minuti e che mi avrebbe richiamato. Nel frattempo che aspetto che l'agenzia richiami, non sapendo di cosa parlare, gli chiedo come sta.
Sara incomincia a raccontarmi che i lividi incominciano ad andare via, che non gli fanno più tanto male, ma la cosa più brutta è avere entrambe le braccia ingessate. Non può fare nulla da sola, mangiare, vestirsi, ma soprattutto andare in bagno a fare i propri bisogni o farsi una bella doccia. Di giorno si fa aiutare appunto dalla badante che viene dalle 8 del mattino fino alle 20 della sera, e di notte invece indossa un pannolone. Dicendo questo noto che è diventata tutta rossa. Finalmente il telefono si mette a squillare. Rispondo e riconosco la voce femminile di prima. Mi comunica con un certo imbarazzo che la badande è andata via all' improvviso senza dire niente a nessuno ed è ritornata al suo paese di origine. Ma la cosa più grave essendo ferragosto non riusciava a mandare nessuno. La signora scusandosi ancora mi ripete che al massimo può mandare qualcuno domani mattina. Terminata la chiamata, racconto tutto a Sara, che ricomincia a piangere.
Io colto un po' alla sprovvista, tento di tranquillizzarla dicendogli che potevo rimanere io fino a domani, a fargli compagnia, e se aveva bisogno di qualcosa bastava chiedere.
Sara alzando lo sguardo mi dice che sono molto gentile, ma come mi aveva detto prima il problema è che non riesce a svolgere da sola i propri bisogni intimi. È da ieri sera che ha addosso il pannolone, deve essere cambiata e lavata. Fossi stato una donna avrei forse potuto forse aiutarla, ma così sarebbe stato troppo imbarazzante.
In effetti come potevo dargli torto.
Dopo una lunga pausa, pensando su cosa fare, gli dico che purtroppo non avevo altre idee, e che sicuramente all'inizio sarebbe stato imbarazzante, ma alla fine il concetto di imbarazzo è un discorso relativo. Ad esempio io ero seduto sul divano di casa sua in mutande, ed anche questo poteva risultare imbarazzante. Finalmente vedo Sara mettersi a ridere, ma ancora titubante su cosa fare. Io continuo dicendogli che se i ruoli fossero invertiti avrei preferito qualcuno che conosco e di cui potevo fidarmi.
Sara alla fine guardandomi diritto in faccia, mi chiede solo una cosa, di promettergli di non andare a raccontare a nessuno di questa cosa. Alzandosi, mi dice che avremo fatto in questo modo. L'avrei aiutata a togliersi il pannolone, e mentre io andavo a buttarlo, lei sarebbe andata al gabinetto e dopo l'avrei aiutata a lavarsi nelle parti basse. Giunti in bagno, dandomi le spalle, alzò come meglio poteva la vestaglia. Io cercando di essere il più professionale possibile, mi avvicinai e le abbassai il pannolone. Vidi il suo culo solo per pochi secondi, poiché appena libera, corse al gabinetto sedendosi. La vestaglia ora le copriva il tutto, non si vedeva più nulla. Io presi il pannolone, uscii dal bagno accostando la porta. Mentre andavo verso il bidone dell'immondizia, l'immagine di quel culo rimaneva impresso nella mia mente. Sara in effetti non era male, era magrolina, occhi castani e capelli rossi, aveva una terza abbondate di seno, e come avevo potuto vedere un bel culo. Ritornato nel corridoio stavo per aprire la porta, quando sento il rumore della sua pipì, rimango ad ascoltare quel rumore, che con mia grande sorpresa mi crea una piacevole sensazione. Dopo qualche minuto, chiedo a Sara se aveva finito e se potevo entrare. Sara mi risponde di sì, apro la porta, e vedo che lei è già in piedi e mi chiede di tirare l'acqua del gabinetto. Si sposta e va a sedersi sul bidet. Io mi metto in ginocchio difronte a lei e gli alzo la sottoveste per non bagnarla. Ho la sua vagina a 30 centimetri dalla mia faccia, per la prima volta nella mia vita vedo una figa dal vero, e non un immagine di qualche film porno. A un tratto Sara si mette a ridere, dicendomi che ero tutto rosso in faccia, teoricamente doveva essere lei a sentirsi in imbarazzo. Io alzando lo sguardo ridendo pure io gli dico che allora eravamo in due, poiché anche lei è tutta rossa in faccia. Apro il rubinetto dell'acqua e metto una mano in mezzo alle sue gambe, sarà stata l'acqua fredda oppure la mia mano a contatto con le sue parti intime, ma sento i suoi muscoli contrarsi. La sua vagina è stupenda, non è depilata completamente, ma ha una leggera peluria, con due labbra ben pronunciate. Incomincio a muovere la mano avanti e indietro un paio di volte, le mie dita sfiorano sia il suo ano che le sue labbra, che al passaggio delle mie dita si aprono leggermente. La sensazione che provo è indescrivibile, se era stupendo vedere per la prima volta una donna seminuda, figuriamoci poter toccare la sua figa e il suo culo. Cerco di mantenere il controllo, tenendo lo sguardo sempre verso il basso, prendo il detergente intimo che si chiama Saugella che è appoggiato lì vicino. Verso un po' di sapone liquido nella mano, e rimetto la mano in mezzo alle sue gambe e con movimenti delicati gli insapono la vagina e il suo ano. Il mio pene che fino ad allora era rimasto abbastanza tranquillo, lo sento che incomincia ad ingrossarsi e premere sulle mutande. Dopo averla insaponata, apro nuovamente il rubinetto e come avevo fatto all'inizio procedo a risciacquare prima la sua vagina e poi il buchetto del suo culo. Una volta finito gli dico di alzarsi in modo poterla asciugare. Dalla sua vagina vedo uscire delle gocce d’acqua per poi cadere per terra. Prendo un asciugamano appeso e incomincio ad asciugarla, girandole attorno, finalmente quando sono dietro di lei posso nuovamente ammirare il suo splendido fondoschiena. Il suo culo è stupendo bello sodo, passando l'asciugamano in mezzo alle sue natiche queste si divaricano leggermente, tanto basta per vedere il suo ano, un buchetto perfettamente tondo, con un aureola più scura intorno. Ritorno davanti a lei, asciugandole la vagina. Il mio pene è in piena erezione, lo sento pulsare ad ogni contatto con la sua pelle, basterebbe un contatto della sua mano sul mio pene, per venire. Anche se non è semplice cerco di pensare ad altro, una volta finito, gli chiedo dove posso prendere delle mutandine. Insieme ci dirigiamo nella sua camera da letto, e mi dice di aprire il secondo cassetto. Lo apro e con mia gioia vedo che è pieno di biancheria intima, ci sono reggiseni mutandine di ogni genere, anche dei bellissimi perizomi in pizzo. Forse avendo capito che avrei scelto proprio quelli in pizzo, mi dice di prendere quel paio bianco a fiorellini sulla sinistra. Si tratta di un paio di mutande molto semplice, credo che si chiamano culottes, ma una volta indossate mettevamo in risalto ancora di più il suo splendido culo.
Aprendo le braccia la vestaglia ricade, andando a coprire quelle parti che fino a qualche secondo prima avevo ammirato. Ritornati in salotto con un sorriso mi dice che alla fine non ero sono affatto male come aiutante, e che se oggi pomeriggio ero disponibile potevo aiutarla a fare la doccia. Logicamente gli dico che non ci sono problemi, ero a sua completa disposizione per tutta la giornata, dovevo solo passare un secondo a casa mia a prendere il cellulare. Entrato a casa mia, istintivamente porto la mano sulla faccia, annusandola sento ancora l'odore della sua figa. Non resisto corro in bagno, mi abbasso le mutande e incomincio a masturbarmi.Sono bastati quattro colpi per venire in un abbondante sborrata. È stata la sega più bella della mia vita. Non vedevo l'ora che arrivasse il pomeriggio, per poterle fare la doccia e dirgli di lasciare stare la badante, che mi sarei preso cura io di lei fino all'arrivo dei nostri genitori.
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