Prime Esperienze

Lolita


di Membro VIP di Annunci69.it marcosala
13.11.2015    |    24.177    |    4 9.3
"A questo punto non potevamo più tornare indietro, io seduto sulla poltrona mi sfilai i boxer in un attimo, lei mi si inginocchiò davanti e cominciò ad..."
Premessa: il titolo del racconto ha un chiaro riferimento al più famoso libro di Nabokov, nei racconti spesso si intrecciano elementi reali ed elementi di fantasia, al lettore il compito di discernere gli uni dagli altri.

Si chiamava Gabriela (con una elle sola), era la prima figlia di una famiglia di romeni sui 40 anni, che erano venuti ad abitare proprio di fronte a noi, sullo stesso pianerottolo, al posto di una vecchia signora vedova che, dopo la morte del marito, aveva deciso di andare abitare con la figlia. Lui Vasjl, questo era il suo nome, faceva il muratore, piccolo ma con un fisico robusto ed una pancia da gran bevitore di birra, lei, Maria, lo aiutava a sbarcare il lunario facendo la badante e dei piccoli lavori domestici nelle case. Maria era mora, il fisico non molto curato però lasciava intravedere una bellezza ancora apprezzabile, forme procaci, un bel seno forse una 5°, un lato B abbondante ma molto arrapante, gambe ben tornite, insomma un a bella milfona alla quale avrei dato con piacere 4 colpi, ma questa è un’altra storia che poi vi racconterò. Gabriela invece, a quel tempo, era una bella ragazzina, minuta ma ben formata, capelli lunghi scuri, un bel ovale del viso con labbra carnose, gambe lunghe magre, culetto alto, 2 tettine ancora acerbe con due capezzolini che spesso si facevano notare da sotto la maglietta.
Il loro arrivo portò una ventata di freschezza, diventammo per loro un punto di riferimento. Per qualsiasi cosa si appoggiavano a noi e ci chiedevano consiglio, Gabriela poi, per noi coppia 50enne senza figli, divenne la figlia che mia moglie avrebbe sempre desiderato, tant’è che dopo un po’ cominciò a chiamarci zio e zia. Ormai casa nostra era diventata casa sua, era più il tempo che passava da noi, forse perché la nostra casa era più calda e accogliete della loro, che quello che passava a casa sua e spesso ci veniva abbigliata così come si trovava, slip e maglietta. Nei primi tempi non ci facevo caso, ma dopo qualche mese, complice degli ormoni che cominciavano a fare il loro dovere, cominciai ad essere in imbarazzo, infatti le tettine appena abbozzate erano diventate dei meloncini sodi e rotondi, penso gli fosse venuta una terza scarsa, il culetto già alto e rotondo si era ulteriormente arrotondato ed i primi peletti si intravedevano dagli slip. Le cose precipitarono quando un giorno mi chiese: “ Zio posso usare il tuo computer per fare una ricerca per la scuola?” Ed io “ Certo usalo pure…”. “Zio mi puoi aiutare tu? Non sono molto brava con il pc..” “Ok prendi una sedia e vieni vicino a me” “Zio posso sedermi sulle tue gambe mentre lavoriamo al PC?” A questa richiesta rimasi una attimo frastornato, poi ovviamente dissi di si…. Lei si accomodo sulle mie gambe e cominciammo il lavoro. Ahimè lei era molto irrequieta, saltava da una gamba all’altra e si sfregava sul mio pisello in continuazione, per non parlare di quando appoggiava i suoi meloncini sulle mie braccia. Non so se lei se ne accorse ( o forse si..), con questo gioco mi provocò un’erezione inaspettata, tant’è che lei poi cominciò a muoversi e sfregarsi ancora di più. Ad un certo punto la sentii fare un grande sospiro e dopo poco si calmò. Finimmo la ricerca, mi salutò e andò via di corsa, non potei però fare a meno di vedere gli slippini bagnati all’altezza della sua patatina, capii tutto in un secondo, la ragazzina minuta e timida conosciuta qualche mese prima era diventata una procace ed impertinente donnina. Ovvio che subito dopo detti sfogo da solo alle voglie. Mi chiusi in bagno e mi feci una sega come da tempo non mi capitava, mi bastarono pochi colpi e fiotti di sborra irrorarono in W.C.
Il giorno dopo, ragionando sul fatto, mi vennero dei sensi di colpa. Non riuscivo a capire come avevo potuto. Per me era quasi una figlia. Mi chiedevo cosa avrà pensato di me Gabriela, se questa storia l’avesse turbata, insomma mi facevo mille domande.
I mie sensi di colpa però scomparvero qualche giorno dopo quando Gabriela entrando di corsa in casa e mi chiese con l’innocenza di un angelo: “ Zio, la prof geografia ci ha chiesto di fare una scheda di una regione italiana, mi aiuti come settimana scorsa? ” Wwaaoo…. Allora non era turbata, anzi forse le era piaciuto o forse aveva programmato tutto lei ed io ero solo una marionetta di cui lei tirava i fili? Al momento la cosa non mi interessava, l’idea di poter ancora giocare con lei mi eccitava da morire. Mi ricordo ancora come era vestita, aveva una maxi T-Shirt che le faceva da vestitino, infradito e slippini bianchi con dei cuoricini. “ Zio posso venire ancora sulle tue gambe? “ La mia risposta mi parve ovvia. Lei comincio il suo solito balletto sul mio grembo, i movimenti non erano più casuali come la prima volta ma erano mirati a provocare uno sfregamento del suo culetto sul mio cazzo e della patatina sulla mia gambe. Quel culetto sodo non ci impiego molto a farmelo indurire, nel frattempo io con la scusa di abbassarle la maglietta che ormai salita, le arrivava alla vita, le palpeggiavo le cosce e anche lei a sua volta diventava più impertinente, con la scusa di abbassarsi la maglietta sotto il culetto approfittava per toccarmi il cazzo duro. Ad un certo punto i suoi movimenti diventarono sempre più veloci poi furono seguiti da una serie di contrazioni dovute all’orgasmo raggiunto, un sospiro e come se nulla fosse, mi salutò e scappo via. Questa volta non ebbi bisogno di andare in bagno a farmi una sega, avevo sborrato direttamente nei boxer grazie ai suoi movimenti e toccamenti.
Si era creata una situazione paradossale, quando lei veniva da me per usare il computer sapevamo cosa poi doveva succedeva, ma nessuno di noi aveva il coraggio di parlarne ne prima ne dopo o di andare oltre quel gioco, movimenti sapevamo che erano mirati ad un certo scopo ma volevamo entrambi credere che fossero casuali.
Qualcosa che smosse le acque successe qualche settimana dopo. Avevamo comprato un mobile all’Ikea per la camera della mansarda, erano ormai dieci giorni che era li ancora imballato e ancora non ne avevo trovato il tempo, o forse la voglia di montarlo… Mia moglie mi aveva dato l’ultimatum: se entro sera non glielo avessi montato sarebbero stati guai!!
Mentre ero indaffarato nella mia opera di bricolage ecco Gabriela: “ Zio mi aiuti? Ho bisogno del computer…” Sapevo cosa voleva dire con quel “mi aiuti” ma purtroppo non potevo….. “ Amore ho da fare, questa volta falla da sola la ricerca, alla fine te la controllo io se va bene..” “ Ok... va bene” Il mio lavoro di bricolage continuava scandito e ritmato dai click del mouse provenienti dal mio studio al piano inferiore, ad un certo punto però mi accorsi di non sentire più niente, quasi preoccupato ma senza farmi sentire scesi le scale per vedere cosa stava succedendo, quello che vidi fu, per un guardone della mia specie, “ il più grande spettacolo dopo il Big Bang”. Gabriela era seduta sulla poltrona della mia scrivania con una gamba sopra la stessa, una mano l’aveva infilata negli slip e con l’altra si accarezzava le tettine, stava guardando qualcosa la PC ma non capivo cosa, muoveva il bacino in modo ritmico accompagnando il movimento della mano, aveva gli occhi chiusi e si mordicchiava le labbra, con la mano alternava delle carezze tettine a dei pizzichi e tirate di capezzoli, non avevo il coraggio di intervenire, e per cosa poi? La lascia fare, mentre la guardavo ovviamente avevo impugnato il mio cazzo e me lo menavo in silenzio, non volevo interrompere uno spettacolo del genere, ad un certo punto la vidi inarcare la schiena, soffocare un gridolino e chiudere le gambe e portarsele al petto, era il segnale che stava godendo, immagine sublime che mi fece sborrare schizzare subito ed in modo abbondante. Tornai subito in mansarda a da li, con voce tremante osai dire. “ Gabry, tutto ok giù? “ Con una altrettanto voce tremante mi arrivò la risposta: “ Si tutto ok, finisco domani il lavoro, ciao zio, un bacio”
Ancora non potevo credere a quello che avevo visto, ne ero rimasto talmente preso che non riuscivo più a fare niente, la prima cosa che mi venne in mente è: “Cosa stava guardando sul PC? ” Scesi subito e andai a controllare la cronologia sul PC. C’era una navigazione in siti con forum dove si parlava di sesso, in particolare di fellatio, di pompini insomma.. poi per ultimo un sito porno, in particolare stava guardando proprio un video dove una procace bionda faceva un mega pompino al fortunato partner . Coma mai questo interesse per questa pratica sessuale? La mia curiosità era diventata morbosa, la prossima volta glielo avrei chiesto, a costo di rompere quel giocattolo fatto dai nostri giochi segreti e silenziosi.
L’occasione non tardò ad arrivare, qualche giorno dopo, la vidi arrivare. Come sempre seminuda, slippini con Hello Kitty sul culetto e T-Shirt bianca, lei capì subito che qualcosa non andava o perlomeno non avevo il solito aspetto. “ Cosa c’è zio? Qualcosa non va?” “No, tutto bene, anzi no, avrei una cosa da chiederti…” Non le dissi che l’avevo spiata, anche se secondo me è quello che avrebbe voluto che io facessi, le dissi soltanto quello che avevo visto nella cronologia del PC. La sua risposta tardava a venire… “ Dai non essere vergognosa lo sai che tra me e te non devono esserci segreti…” “ Sai, a scuola le mie amiche dicono che fanno i pompini ai loro ragazzi, io non ho mai provato e non so come si fa, volevo solo vedere e magari imparare…” “Amore, lo sai che se hai curiosità da soddisfare ci sono io, puoi chiedere a me…” La sua risposta secca non tardò ad arrivare. “Zio come si fa a far godere un uomo?” Azzz… mi aspettavo una domanda del genere ma non così secca e diretta, incassato il colpo comincia a spiegarle come fare, inizialmente con molto distacco, quasi in modo scientifico. “Allora, la parte più sensibile del pisello è il glande, il particolare il bordo e il triangolino dove si attacca il frenulo, sono quelle le parti che devi stimolare…” “Uffi… zio, non capisco, mi fai vedere con il tuo?” Finalmente era arrivata la domanda che mai avrei voluto sentire ma che allo stesso tempo speravo mi facesse. Subito notò il mio imbarazzo e lei di rimando, parafrasando la mia frase di prima: “Dai non essere vergognoso, lo sai che tra me e te non devono esserci segreti” , e mentre me lo diceva un sorrisino complice le solcava il suo visino angelico. A questo punto non potevamo più tornare indietro, io seduto sulla poltrona mi sfilai i boxer in un attimo, lei mi si inginocchiò davanti e cominciò ad accarezzarmi il cazzo con una maestria e delicatezza che non facevano certo pensare che per lei fosse la prima volta. La fantasia da me sempre sognata e sperata si stava realizzando. Ebbi un’erezione immediata, il cazzo, tanto era gonfio che quasi mi faceva male. “Zio, mamma mia, come è grosso, ma ci entra nella patatina delle donne?” Io risposi con un mugugno: “Siii..” “Allora adesso mi dici come devo fare?” “Sii.. sii… adesso prendi in mano il cazzo, poi fai scorrere la mano su e giù, facendo attenzione di massaggiare bene la cappella..” “Cosi?” Ed iniziò a muovere le sue manine in un modo delicato e deciso allo stesso tempo come mai avevo provato. “Vado bene?” “Si… si… certo.. certo… vai bene…” Risposi a mezza voce. Ero in uno stato di estasi. Lo stato di estasi si interruppe quando mi chiese: “ E per il pompino come devo fare? Lo devo prendere in bocca tutto? Il tuo è lungo, non ce la faccio…” E lì cominciò la seconda lezione… “ No, non devi prenderlo in bocca tutto, comincia con leccare bene la cappella, soprattutto il bordo ed il triangolo sotto… poi lo prendi delicatamente in bocca e cerchi di massaggiare la cappella con lingua e labbra facendo avanti e indietro con la bocca, accompagnando il movimento con le mani come per la sega” “ E la sborra la devo inghiottire? “ “ Non necessariamente, solo se ti fa piacere..” “ Mmmmmmm….. si vorrei provarla..” Gabriela non si dilungò in altre domande ed iniziò. Dopo qualche goffo tentativo, prese il giusto ritmo e cominciò a spompinarmi come una esperta del mestiere. Mentre lo faceva io la guardavo, lei era accovacciata davanti a me, le sue mutandine cominciavano a bagnarsi, la maglietta lasciava intravedere due capezzolini che iniziavano ad indurirsi, allora la tirai verso di me, la invitai ad alzarsi e le levai la T-shirt, mi apparvero finalmente quei seni che finora avevo solo immaginato, due meloncini sodi che sfidavano la legge di gravità, glieli accarezzai delicatamente poi, dopo un attimo, lei ricominciò a dedicarsi al mio cazzo. Il desiderio ed il piacere mi avevano portato in una situazione di rapimento tale che non resistetti molto, dopo poco sentii arrivare l’orgasmo. Le schizzai direttamente in bocca tanto che la mia copiosa eiaculazione le finì direttamente in gola, nel tossire un rivolo di sborra le uscì dalla bocca e colò sulle tettine. Non potei resistere, la tirai verso di me delicatamente leccai la mia sborra dalle sue tettine. Lei ebbe un sussulto, ad ogni leccata la sentivo tremare, allora le chiesi: “ Vuoi godere anche tu? “ “ Si zio, ma sono vergine non l’ho mai fatto, ho paura.” “ Amore, puoi godere anche senza scopare lo sai…” Allora la presi in braccio delicatamente e la distesi sulla scrivania, le mutandine erano zuppe dei suoi umori, gliele tolsi e le piegai le gambe fino alle spalle, ora potevo vedere in primo piano l’oggetto delle mie più recondite fantasie, il buchino del culetto era rosa come un fiore, la sua patatina era una riga quasi impercettibile contornata da pochi peletti morbidi e ricci. Mi avvicinai a lei e comincia a baciarle le cosce salendo lentamente. Mi soffermai sul buchino e comincia a leccarlo ed ad inondarlo della mia saliva, infilai un poco la lingua e la sentii fremere di piacere, prosegui dedicandomi ora alla fessurina, cominciai dal basso infilando la mia lingua tra le sue labbra, aveva un ottimo sapore, salato ma gradevole, il profumo era di muschio, delicato ed inebriante. Ad ogni colpo della mia lingua lei rispondeva con dei gemiti di piacere, piano piano arrivai al suo grillettino, era piccolo e rosa ma lo sentivo turgido, glielo baciai, poi comincia a leccarlo delicatamente, mi bastarono solo pochi colpi di lingua e subito la sentii vibrare sotto di me, emettendo un lungo mugolio di piacere chiuse le gambe portandosele al petto, era il segnale che stava godendo. Ebbe una decina di contrazioni. Era bello vederla soffrire e godere allo stesso tempo, allora la presi in braccio e restammo così abbracciati seduti sulla poltrona per qualche minuto. Dopo, lei, senza parlare mi stampo un bacio sulle labbra e senza dire niente raccolse i suoi vestiti e scappò.
Fu l’ultima volta che “giocammo” , la scuola era finita e ormai non aveva più la scusa per poter usare il PC, poi a breve si sarebbero trasferiti in un paesino dalle parti di Treviso, dove dei loro conoscenti avevano trovato un posto da muratore fisso per il padre e di badante per la madre.
In giorno del commiato, al momento dei saluti mentre mi baciava sulle guance mi disse con le lacrime agli occhi: “ Zio ti voglio bene, grazie, grazie di tutto…” Trattenni le lacrime a stento, ma ero comunque felice per il bel ricordo che mi sarebbe rimasto di lei, la piccola Gabriela, la mia Lolita.

Per commenti e discussioni potete contattarmi alla mail: [email protected]
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.3
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per Lolita:

Altri Racconti Erotici in Prime Esperienze:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni