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Prime Esperienze

Quel bel culetto da sverginare tutto per me


di violettaselvaggia
08.06.2014    |    31.792    |    0 8.6
"Gli chiedo quanto può trattenersi..."
La signora Gina –un pò su con gli anni ma ancora affascinante e mia vicina di casa, a volte disponibile ad allietare la mia solitudine anche con qualche performance erotica: pompini meravigliosi con conseguenti scopate e lunghe leccate della sua ancora vogliosa passerina- era in compagnia di un ragazzo bellissimo. Troppo bello per essere maschio. Me lo ha subito presentato: “mio nipote Patrizio. Vive in Germania, fa danza. E’ ancora agli inizi. Ha ventidueanni. Bello, no? ” Patrizio mi fissa intensamente, ha uno sguardo dolce e languido. Mi porge la mano,faccio altrettanto. Una stretta forte quella che mi dà accompagnandola da un sorriso irresistibile che mette in risalto la sua bocca con labbra sensuali. Mi è piaciuto da morire. Mi viene spontaneo dirgli: “hai un fisico perfetto per fare il ballerino. Chissà quante ragazze ai tuoi piedi.” Arrossisce, si schernisce: “Ragazze! Ho altro per la testa. La danza, prima di ogni cosa.” Ancora una stretta di mano e il contatto con Patrizio mi procura uno strano brivido. La stretta di mano si prolunga. Ho una strana sensazione: non gli sono indifferente. Chissà! Saluto anche la signora Gina con il classico: “ A disposizione per qualsiasi cosa. Patrizio se hai bisogno di qualcosa sai dove trovarmi.” Quell’incontro e soprattutto la bella figura di Patrizio con il suo fisico asciutto, gambe lunghe, viso ovale, un incedere che mette in risalto le sue forme e soprattutto il suo sederino ben fatto, mi ha turbato. Poter incontrare Patrizio, da soli, è diventato un chiodo fisso. L’ho pure sognato mentre balla. Son trascorsi alcuni giorni, ho cercato di razionalizzare i suoi orari ma la zia Gina non lo molla un istante. Li ho visti parlare con Bramante, un altro inquilino – so per certo che si porta a letto Vanni il figlio della portiera- e ho avuto un moto di stizza. Non c’è stato dal nostro primo incontro, giorno in cui il mio pensiero non è andato a Patrizio. Ha risvegliato in me il desiderio di certi incontri. L’altra sera la meravigliosa sorpresa. Una inaspettata scampanellata al citofono. Rispondo. Mi giunge la voce dolce e suadente,mi sembra quella di Geraldina, mia nipote. Invece: “sono Pat, il nipote della Gina. E’ solo in casa? La disturbo?” Un nodo alla gola.pigio il pulsante e dico soltanto “si, anzi no. Certo sali.” Scandisco gli attimi della corsa dell’ascensore. La porta automatica si apre la figura di Patrizio appare in tutta la sua bellezza. Mi sorride mentre entra. Chiudo la porta. Il saluto non si limita alla sola stretta di mano ma ci sentiamo attratti. Un bacio guancia a guancia. “Le devo chiedere un favore. “Mia zia è partita per alcuni giorni. Un pellegrinaggio. Ho appena ricevuto un cd con il video dell’ultima esibizione. Ho una voglia di visionarlo. Sicuramente lei ha un computer.” “Certo! Sono veramente felice che tu abbia pensato di venire da me.” Con una punta di astiosa ironia aggiungo “grazie per avermi preferito al signor Bramante.” Patrizio di rimando: “mi è antipatico. La sue battute sono disgustose e sanno di liscivia. Non è il mio tipo per stare in compagnia.” Gli chiedo scusa per il mio disabiliè: vestaglia rossa di seta, pantofole. Sotto slip e maglietta. Sorride! Si toglie l’impermiabile . Patrizio è in tenuta da ballerino: pantaloni attillati, bianchi, maglietta altrettanto attillata, azzurra che gli fascia i pettorali mettendo in risalato i capezzoli pronunziati. Lo fisso e lui ancora sorridendo, con molta grazia: “qualcosa non è a posto? Con quegli occhioni sembra mi voglia spogliare.” E come! se volessi spogliarlo. “Sorrido e butto giù un complimento: “Patrizio, sei veramente uno schianto. Va tutto di te!” Lo invito a sedersi sul divano, spengo la tv e gli propongo subito qualcosa da bere. Con fermezza rifiuta. Non siede subito. E’ attratto da una fotogigante che mi ritrae. nei tempi un pò andati, in tuta accanto un bolide da corsa. Si avvicina. Mi chiede “solo le auto sono la sua passione?” “Le auto e qualcosa altro.” Patrizio sa il fatto suo e di rimando: “Le donne?” Colgo l’occasione “le donne e qualcosaltro. Possono essere diversi e concilianti i piaceri della vita.” Siamo l’uno difronte all’altro. Quello sguardo intenso provoca ad entrambi sensazioni. Almeno a me! Patrizio si avvicina ancora di più, sento il suo profumo di pelle, mi accarezza il viso. Mani bellissime, dita affusolate. Mi fissa: “adesso sono io che la sto spogliando con gli occhi.” Una bella risata contemporaneamente. Ci accomodiamo sul divano. Attimi di silenzio e con gli occhi a fissarci ci diciamo tante cose. Rifletto: possibile che Patrizio si senta attratto da me. E per cosa? Faccio per alzarmi per prendere il computer ma lui mi trattiene: è già tardi, magari lo vedrò un altra volta il video. Si alza e fa per congedarsi: “non voglio trattenerla di più. Sarà stanco.” Adesso sono io che allungo la mano per prendere la sua: “stanco? Di cosa. Ti prego, resta ancora un pò. La solitudine a volte mi spaventa.” Patrizio è in piedi difronte a me. Fisso la parte bassa del suo copro. All’altezza dei genitali mi attira una protuberanza. E’ il gonfiore del suo pene. Mi viene voglia di toccarlo, accarezzarlo. Lui se ne accorge. Sono sempre seduto, smarrito. Sta per accadere qualcosa fra noi due. Si avvicina ancora di più. Non resisto. Allungo la mano tasto il gonfiore. E’ il pene. Lo accarezzo con grazia, gli accarezzo il sedere. Le cosce. Risalgo la mano e la porto all’attacco della zip per calarla. Pat si ritrae. E’ lui che si inginocchia, mi slaccia la cintura della vestaglia, la apre. Mi guarda. Il silenzio è nostro complice Pat aggiunge soltanto: “non parliamo!” Mi toglie la vestaglia, punta gli slip e toglie anche quelli. Non mi accorgo di nulla. Un lampo e il mio pene, sempre bello, grande quanto basta, rizzato e con la capocchia umida è preda di Pat. Lo bacia, lo lecca, con le dita affusolate lo scapocchia e lo incapocchia con un ritmo lento. Quasi voglia farmi una sega. Lo allontano mi alzo: “Pat ma è vero che siamo già a questo punto, senza dirci niente?” Lui: “ per un attimo ho pensato che non ti piacesse. Non lo faccio con tutti. Tu mi piaci, ho desiderato di averti dal giorno in cui ci siamo incontrati. Sai zia Gina mi ha confessato qualche suo peccatuccio con te. Ma se non vuoi.” “ Si che lo voglio anche io. Ma facciamolo in camera da letto.” Lo prendo per mano e andiamo nella mia alcova. Gli chiedo quanto può trattenersi. “Se vuoi tutta la notte” Adesso sono io che spoglio lui: prima la maglietta e resta torso nudo. Lo stendo supino sul letto, Gli accarezzo il petto completamente depilato, gli succhio e gli mordo i capezzoli. Mi avvicino al suo viso lo bacio, ci baciamo voluttuosamente. Bacia divinamente. Meglio di una donna. Ad ogni mia leccata chiude gli occhi e sussurra: “è bellissimo stare con te.” Sono arrivato ad un punto che non so cosa fare. Lui vuole me, io voglio lui. Gli tolgo i pantaloni, poi lo slip. Viene fuori un corpo nudo incantevole. Riprendo a leccarlo tutto dalla testa ai piedi. Si anche i piedi e gli le lecco le dita, Sono tentato di prendermi in bocca il suo cazzo. E’ sottile e lungo. Aspetto un attimo prima di farlo. Pat interrompe la mia azione, si mette a sedere, mi guarda, cerca le mie labbra. Gli e li do e ci slinguiamo. Poi mi sussurra: “devo confessarti una cosa: sono ancora vergine. Fare sesso orale non mi piace più. Ho deciso quel giorno in cui ti ho conosciuto:voglio farlo con te.Vuoi?” Non rispondo con le parole. Lo bacio. Ribaltiamo le posizioni vado io supino sul tetto e lui sopra di me. Da quel momento inizia la nostra lunga notte di sesso. Pat scende la letto, accende la radio registratore, cerca nelle tasche dei suoi pantaloni un aggeggio. Un pennino, lo infila nel registratore viene fuori una musica divina, lenta. Lui nudo balla. Mi fa arrittare con le sue movenze. Penso: si, lo voglio sverginare ma desidero che anche lui mi penetri. Lui balla con le spalle rivolte verso me e seguendo le movenze del suo culetto mi masturbo. Se ne accorge. Smette di ballare. Viene nuovamente vicino e il mio pene è già nella sua bocca. Un mago del pompino. Gli sborro tutto in bocca mentre grido dal piacere: Si, si, continua a pompinare. Dai, dai. Gli accarezzo i capelli. Smette di leccarmi il pene. Si rialza. Voglio la sua bocca ancora umida e piena del mio nettare. Me la porge. Gli metto dentro la lingua.Con le mani cerco il suo pene e gli e lo accarezzo. E’ bagnato.Anche per lui un pò di piacere. Di culetti ne ho penetrati diversi,uno vergine è la prima voltae Fine del primo round. Non perdete il seguito a presto. [email protected]
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