Prime Esperienze

Simona


di ringo00
25.08.2016    |    25.883    |    5 9.6
"Lei scoppiò a ridere: " Che dolce che sei! Ti imbarazza guardare negli occhi una donna? Che amore..."
-ATTENZIONE - QUESTO RACCONTO E' UN'OPERA DI FANTASIA; OGNI RIFERIMENTO A PERSONE, FATTI O LUOGHI E' DA RITENERSI PURAMENTE CASUALE

Da ragazzino ero cagionevole di salute, e così mamma, appoggiata da papà decise di mandarmi dalla zia, nel paesino di campagna dove era nata lei, in Puglia, per " cambiare aria " e cose simili. Provai ad oppormi, ma ormai la decisione era presa: per tutta la durata delle vacanze estive sarei stato confinato in quel posto dimenticato da Dio. Dopo un viaggio interminabile in treno prima e su un vetusto autobus dopo, mi ritrovai in quel buco di paese; se dico che non c'era nulla intendo proprio nulla: ragazzi della mia età non ce n'erano, e l'unico punto di ritrovo era un emporio-bar dove i pensionati andavano a giocare a carte. Nemmeno lontanamente interessante. All'epoca avevo da poco compito 14 anni, l'adolescenza, i primi pruriti, i primi desideri, ma in quel paesello senza attrattiva alcuna la sola cosa che potevo fare era fare lunghe passeggiate trai campi circostanti. Proprio durante una delle mie solitarie peregrinazioni, sotto un feroce solleone, mi imbattei in una macchia verde. Un frutteto. Ombra. Una mano santa contro quel caldo rovente. Soddisfatto, mi sdraiai sotto un grande albero, godendomi finalmente un po' di fresco. Ad un tratto ebbi come l'impressione di non essere solo: alzatomi, perlustrai i dintorni e scorsi una ragazza che prendeva il sole su una sedia a sdraio. Venticinque anni a occhio e croce, capelli nocciola, un viso gradevole, formosa, con le cosce un po' abbondanti e un pochino di grasso sulla pancia. Ma la cosa che maggiormente mi attirò furono i suoi seni: una quinta abbondante, credo, trattenuta a fatica dal pezzo sopra del costume. Mi avvicinai silenzioso come un ninja: la bella sconosciuta mi attirava come una calamita. All' improvviso la belloccia si mosse; io mi tuffai tra i cespugli, convinto di essere stato colto in flagrante, invece no: con la massima naturalezza ( e con mia gioia) si sfilò il pezzo sopra svelando quell'abbondanza ai miei occhi adoranti. Nel durante i suoi seni sussultarono leggermente: belli, bellissimi, con le areole scure grandi quasi quanto il palmo della mia mano, i capezzoli paffuti e leggermente all'insù. Sentì un'erezione che si ergeva potente; ben attento a non fare rumore, presi a masturbarmi lentamente, mentre lei, incurante della mia presenza si spalmava l'olio solare sul decolté. Ero deciso a godere della vista il più a lungo possibile, quando senza accorgermi posai la mano su un ramo secco che si spezzò. CRACK! La ragazza sobbalzò e disse " Chi è? Cos'è stato? " Coprendosi il seno con le mani si mise a sedere, guardandosi intorno: " Vieni fuori! " disse ancora. Ero stato scoperto, tanto valeva farmi vedere; mi abbottonai i calzoncini e uscì allo scoperto, con gli occhi bassi.
" Bene bene " disse lei, " Ecco il piccolo spione... "
Mi vergognavo a morte: tentai di rimediare al casino. " M-mi scusi... Io... Non... volevo, la prego non mi denunci! " riuscì a dire o meglio a balbettare. Lei non disse nulla. Alzai gli occhi e vidi che stava sorridendo; non sembrava arrabbiata. " Stai tranquillo, dai, non ti denuncio... " . Quelle parole mi alleviarono la paura e sospirai. " Mi dispiace, sul serio. Non volevo spiarla, ma lei è così... così... bella " riuscì a dire in un sussurro.
" Ma che ragazzino carino " disse lei, " Avvicinati, non ti mangio mica, sai! " Un po' titubate mi avvicinai; cavolo se era bella! Si era tolta gli occhiali da sole, rivelando splendidi occhi castano scuro, nei quali mi persi.
" Ti sei imbambolato ? " disse. Diventai rosso: " Mi scusi... " biascicai. Lei scoppiò a ridere: " Che dolce che sei! Ti imbarazza guardare negli occhi una donna? Che amore... " Io mi guardai i piedi, rosso come un papavero. " Comunque " proseguì lei, " Chiamami Simona, e dammi del tu, va bene? " Io annuì e mi presentai. Mi fece cenno di sedermi vicino a lei su di uno sgabello; obbedì e presi posto. Iniziò a farmi le classiche domande, quanti anni avevo, che scuola frequentavo, eccetera; quando le dissi la mia età sembrò interessata: " Quattordici anni? Ce l'hai la fidanzatina? " Feci cenno di no. Simona si avvicinò ancora " Te le fai le seghette? " chiese sensuale. Distolsi lo sguardo: era da poco che mi masturbavo, e in quanto a venire, beh... solo poche goccioline. " Ti eri eccitato prima? Quando mi sono scoperta le tette? " Avvampai e annuì con la testa. " E così ti piacciono le tette, anche di una cicciona come me... "
" Non è vero! " dissi con slancio, " Non sei grassa, sei... sei... Formosa, ecco. " Lei sorrise, tolse la mano scoprendo i seni e mi attirò a se; il cuore mi rimbalzò in gola: un paio di tette, delle tette vere! Simona mi carezzò la testa: " Toccale pure" mi sussurrò. Allungai la mano e accarezzai una tettona calda e morbida; il capezzolo si irrigidì al mio tocco e presi a giocherellarci con le dita. " Accarezza un po' anche l'altra, se no si ingelosisce ! ", scherzò lei. Sorrisi: quella ragazza mi piaceva sempre di più. Comunque presi a palpare leggermente anche l'altra mammella: proprio come immaginavo, le mie mani affondavano in quella carne tiepida e morbidissima, una sensazione meravigliosa, e la reazione da parte del mio corpo non tardò a manifestarsi, e Simona se ne accorse subito.
" Guarda un po' cosa abbiamo qui... " disse indicando il gonfiore all'inguine. Io sorrisi imbarazzato, e lei ricambiò il sorriso dandomi un bacio; " Adesso ci penso io a farti stare meglio: appoggia la testa sulle mie cosce e rilassati." Docilmente feci come diceva: le cosce erano morbide quasi quanto i suoi seni, una vera goduria. "Stai comodo? " domandò premurosa, e io annuì. Con un sorriso materno mi porse dolcemente la mammella sinistra, indirizzandola verso la mia bocca. Esitai un attimo, e lei allora forzò le mie labbra con il capezzolo; appena lo fece gemette di piacere. " Succhia, succhia quanto vuoi... " Quelle parole mi eccitarono da matti: sentì il mio pene diventare ancora più duro. Simona lo accarezzò da sopra il tessuto dei pantaloni; " Poverino, senti come soffre. Che ne dici, lo liberiamo? " chiese con un'occhiata sensuale. Non attese la risposta, mi sbottonò la patta e mi abbassò un pochino le mutande: la mia eccitazione si levò come mai prima d'ora. " Che bel pisellino duro hai " disse accarezzandolo e soffermandosi sulla punta. Si leccò il palmo della mano e la strinse piano intorno al mio membro e prese a fare dolcemente su e giù. Ebbi un brivido: mai provato nulla di simile prima d'ora. Mentre lei mi masturbava io mi impegnai di più nel succhiarle la tetta, mentre con la mano libera palpavo appassionatamente l'altra. Avvertì una vampa di calore all'addome: stavo per venire. Simona se ne accorse: " Non trattenerti, lasciala uscire tutta " Io allora eiaculai, la prima eiaculazione vera e propria, non poche gocce ma un getto, seppur non abbondante, che mi arrivò sulla pancia e in parte sulla mano destra di Simona, che se la portò alla bocca e leccò via il mio seme. "Mhh che buono! Hai un buon sapore! " Così dicendo finì di spremere il mio pene fino all'ultima goccia; quando smisi di eiaculare, Simona mi baciò dolcemente, come un'amante appassionata, la sua lingua turbinò con la mia in un intreccio umido e piacevole; nel frattempo continuava a stuzzicarmi la cappella col dito. Ad un tratto mi lasciò andare e si stese sull'erba; " Vieni qui " mi invitò, " e metti il tuo pisellino qui in mezzo " disse indicandosi il solco fra le mammelle. Non esitai: mi misi a cavalcioni su di lei e lo posizionai tra quelle belle tettone; lei allora strinse i seni e prese a muoversi ritmicamente. " Ahhh... " dissi. " Direi che ti sta piacendo " ridacchiò lei; " Però avvertimi quando stai per venire: voglio sentirti dentro! " Cavolo, mi sembrava di sognare! Stavo godendo di quei seni giunonici e inoltre quella bella ragazza formosa mi aveva detto che potevo venirle dentro! Cercai di resistere il più possibile, ma dopo qualche minuto capii di avere raggiunto il limite; glielo dissi e allora lei si alzò sfilandosi il costume, mostrandomi un bel sedere abbondante, burroso e invitante; si accucciò culo all'aria, dandomi una completa visione della sua bella fica rossa e bagnata. " Non le dai un bacino? " sorrise lei. Meccanicamente mi abbassai e presi a lavorarmela di lingua con baci e leccatine che facevano gemere e godere Simona come non mai; quando ritenni che fosse abbastanza lubrificata, premetti la punta contro l'entrata della fica, stuzzicandola un po'; Simona però era impaziente, e con un gesto deciso arretrò, facendo scomparire il mio pene dentro di lei. Io presi coraggio, le afferrai i fianchi e presi a spingere con decisione, sentendo le mie palle sbattere contro le sue cosce. Simona gemeva e gemeva, godendo un sacco; le sue tette sballonzolavano avanti e indietro e allora le afferrai stringendole forte. " Sì, sì così... Toccale, toccami le tette, porcellino, le tettone che ti piacciono tanto!!! " La penetrai per una decina di minuti, e mi stupii per la mia resistenza; ma nuovamente il mio pisello giunse al secondo orgasmo: un fiotto, due, tre... ne schizzai come mai prima d'ora, e Simona urlò " Sììììì, così, riempimi tutta, voglio essere inondata del tuo seme!!! " Esausto, mi sfilai da lei, ma le ginocchia non mi ressero; Simona si era sdraiata ansante e io mi misi sopra di lei, baciandole ancora le tette. Mi accarezzò teneramente e disse " Grazie mille, mi hai fatto godere un sacco. " Io non risposi, ero letteralmente stremato. Simona mi diede un bacino in fronte e si lasciò succhiare beata come da un lattante affamato. Era ormai sera, dovevo rincasare; ci ricomponemmo e Simona mi salutò con un ultimo bacio. " E' stato davvero meraviglioso, era tanto che non godevo così. " Mi si avvicinò e sussurrò al mio orecchio: " Spero che farai altrettanto... DOMANI ! "

CONTINUA...

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