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Smaliziato dalla porcona matura


di UCCELLODIROVERE
22.07.2016    |    27.473    |    7 8.1
"Cercai di non pensare più a niente..."
Fin da piccolo sognavo di fare l’amore, ma essendo molto timido non osavo parlarne con nessuno.
Uscivo sempre con lo stesso compagno, Aldo, tutti i sabati, all’inizio del pomeriggio. Eravamo come due fratelli.
Giravamo per le strade della città in cerca di ragazze. E tutte le volte che incontravamo qualcuna che ci piaceva la seguivamo, senza però avere il coraggio di fermarla. Siamo andati avanti così per anni, e i nostri desideri ormai erano diventati un’ossessione.
Un sabato ero andato come al solito a cercare Aldo, quando sentii qualcuno scendere le scale. Dal rumore dei tacchi capii che era una donna; decisi di salutarla. Il rumore si faceva più vicino, scorsi dei tacchi a spillo, poi due gambe lunghe e nude. Alzai la testa con un sorriso esitante e vidi una donna belloccia, sui quaranta, molto sexy.
Mi sono scansato per lasciarla passare. Lei mi rivolse un sorriso di ringraziamento ed io le dissi: “buongiorno!”
Le lanciai un’occhiata verso la scollatura: quel che vidi era molto promettente. Il cuore mi batteva così forte che feci fatica a fare le due rampe di scale che mi restavano.
Quando mi fermai davanti alla porta del mio amico, sentii un rumore di chiavi provenire dal pianterreno. Probabilmente la donna stava aprendo la cassetta delle lettere. Poi i tacchi ricominciarono il loro caratteristico ticchettio, questa volta salendo le scale. Suonai il campanello, svariate volte…poi una voce di donna disse: “Sono andati a fare compere, sono la vicina del piano di sopra.”
Dissi che ero Marco, l’amico di Aldo, e lei mi trattò come se mi conoscesse. Aveva posato il piede sul primo gradino, e non potei fare a meno di notare il punto in cui comincia a formarsi la natica. Il cuore mi scoppiava. Lei mi propose di salire per aspettare Aldo, intanto mi avrebbe offerto il caffè. Accettai, ma ero molto inquieto. L’appartamento era molto grande e lussuoso, una spessa moquette ricopriva tutto il pavimento. La donna mi fece accomodare su un divano di cuoio nero e mi disse di aspettare un istante.
Ritornò poco dopo con il caffè, ma aveva indossato un vestito da sera nero molto provocante. Mentre le i versava il caffè nelle tazzine, scambiammo qualche convenevole. Si era seduta davanti a me, le gambe leggermente aperte. Non sapevo cosa stesse accadendo. Mi disse che le piaceva ricevere gente, festeggiare, ma che gli inquilini del piano di sotto si lamentavano per il rumore. Poi di colpo mi disse: “Allora, andate sempre dietro le ragazzine per strada?”
Farfugliai che ci limitavamo a guardarle. Continuavo nel frattempo a guardarle le gambe, e intanto il sesso mi si drizzava dentro i pantaloni. Era la prima volta che mi trovavo davanti ad una donna matura, in quelle circostanze.
“Sei molto timido, vero?”- mi disse- “Dai, non mentire!”
Non sapevo cosa rispondere e mi limitai a bere il caffè. Fu a quel punto che lei mi posò delicatamente una mano sul sesso. Ebbi un sussulto.
“Non ti preoccupare, lasciami fare, rilassati” disse con un sorriso ammiccante.
Cercai di non pensare più a niente.
Aprì la cerniera dei miei pantaloni e tirò fuori il cazzo eretto…si inginocchiò davanti a me e disse: “mi piaci…”
Mi prese il sesso in bocca e lo gustò al ungo. Fu in quell’istante che imparai a non avere più paura delle donne. Ricordo di aver goduto quattro volte, quel giorno. Era molto comprensiva e mi insegnava praticamente tutto!
Mi aveva portato in camera sua. Aveva cominciato ad accarezzarmi con la bocca, poi con le mani. I suoi seni mi sfioravano il corpo. Mi prese una mano, la baciò e poi se la guidò verso il sesso depilato, dolce e umido.
Scorsi nei suoi occhi uno strano luccichio e capii cosa desiderava. Mi misi ad accarezzare il suo sesso che si aprì a poco a poco, come un bocciolo. Vi feci penetrare un dito e avvertii il suo calore, la sua umidità. Che senso di benessere! Non volevo più uscire da quella casa.
Poi mi mormorò qualcosa all’orecchio, una novità, e mi avvicinò le natiche alla faccia madida di sudore. Mi offrì le cosce spalancate, dicendomi: “Succhiami, leccami!”
Ubbidii volentieri. Lei si dimenava ed emetteva gemiti di piacere. Rimase a lungo in quella posizione, fino a quando raggiunse un orgasmo esplosivo.
Dopo abbiamo mangiato un boccone e fatto una piccola siesta. Al risveglio mi insegnò come si accarezza una donna nel modo giusto e mi fece fare l’amore in tutte le posizioni immaginabili.
La lasciai verso le nove di sera completamente dimentico del mio amico.
In un solo pomeriggio avevo appreso più cose sull’amore di quante ne avrei imparate con una ragazza della mia età che avessi frequentato per anni.
Oggi ho trentasei anni, sono esperto e non ho tabù. Sono libero e fare l’amore mi piace sempre di più.
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