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Prime Esperienze

Vacanze quasi rovinate


di ragazzoserio71
10.02.2016    |    21.858    |    5 8.6
"Stavamo assieme da un anno ed erano le prime vacanze che passavamo assieme..."
Io avevo 26 anni ed Eleonora la mia ragazza ne aveva 23. Stavamo assieme da un anno ed erano le prime vacanze che passavamo assieme. Avevamo prenotato un chalet in montagna sulle zone del Trentino, volevamo starcene tranquilli fare delle belle camminate, andare anche al lago visto che distava un paio di kilometri e poi tanto.. tanto.. tanto.. sesso! Prenotare quel chalet fu un’odissea, era piena stagione ed io come sempre mi ero preso in ritardo, ma per un colpo di fortuna se ne liberò uno all’ultimo minuto, era di grandi dimensioni e di solito lo affittavano solo a gruppi di minimo 4 persone, ma visto il ritiro della prenotazione da parte di un gruppo di stranieri me lo concessero, ero al settimo cielo.
Finalmente arrivò il momento tanto atteso, era una giornata afosa, fare le due rampe di scale con i bagagli di Eleonora in spalla mi distrusse, comunque caricato il tutto e fatti i saluti di rito ai futuri suoceri accesi il clima al massimo della potenza che nel giro di pochi kilometri rinfrescò l’abitacolo a dovere.
- Ma non fa troppo freddo in auto? Puoi alzare la temperatura? Disse Eleonora sbuffando..
- Va bene tra cinque minuti alziamo la temperatura, porta pazienza! Mi sono accaldato per trasportare i tuoi bagagli, ma dobbiamo stare via due mesi?Ti sei portata dietro l’intero armadio?! Risposi con aria divertita.
Nonostante tutto mi sentivo tranquillo, in fin dei conti era il primo giorno di ferie e non avevo nessuna intenzione di litigare. Eleonora capì al volo il mio stato d’animo, se fosse stato in circostanze normali avrebbe acceso la discussione visto il suo caratterino, ma si limitò a darmi un bacio sulla guancia e così il resto del viaggio proseguì armoniosamente.
Arrivammo a destinazione verso le undici del mattino, il nostro rifugio visto dal di fuori era proprio come lo desideravamo, meglio ancora che in fotografia; il posto era isolato ma non lontanissimo dal centro del paese.
Una scalinata centrale portava all’ingresso, dominava con imponenza un portico lungo tutta la facciata anteriore della casa, a destra ed a sinistra della porta d’entrata due zone ristoro allestite uguali, un tavolino quattro sedie ed una sedia a dondolo in legno. Non facemmo a tempo a fare i primi due scalini che arrivò un auto sul vialetto d’entrata, era la referente dell’agenzia che ci portava le chiavi. Fatte le presentazioni di rito entrammo per vedere finalmente il nostro rifugio:

un grande salone centrale, una cucina capiente con due frigoriferi, due camere e due bagni. Sul salone c’erano pure due divani letto, si capiva che era una casa adatta a più di due persone, ci raccomandò di usare una sola camera ed un solo bagno e poi se ne andò augurandoci un buon soggiorno.
Non ci sembrava vero di avere tutto quello spazio solo per noi due, scegliemmo la camera ed il bagno migliori, comunque era tutto pulito e di nostro gradimento. Appena sistemati i bagagli pranzammo con dei panini che ci eravamo portati da casa e facemmo l’amore sul divano.
Il pomeriggio lo dedicammo a visitare il paese e a fare la spesa, trovammo pure il tempo di andare un paio d’ore al lago a prenderci un po’ di sole, una meraviglia.
Dopo cena aprimmo le danze sul letto e facemmo sesso sfrenato fino a notte fonda, mi presi mille complimenti da Eleonora per quel meraviglioso posto che ero riuscito a prenotare, decidemmo di non mettere la sveglia ma di alzarci in modo naturale, in fin dei conti eravamo in ferie.
L’indomani il cigolio della porta d’entrata e delle voci che provenivano dal salone mi fecero svegliare di soprassalto, l’orologio segnava le nove di mattina. Mi alzai in mutande di scatto ed Eleonora spaventata mi chiese cosa stava succedendo, risposi che non lo sapevo ma avevo sentito qualcuno entrare in casa.
Arrivai nel salone e vidi la ragazza dell’agenzia con una coppia di persone un po’ più grandi di noi, mi squadrarono da cima a fondo, ritornai velocemente in camera ed andai a vestirmi sotto lo sguardo perplesso di Eleonora che mi chiese nuovamente cosa stava succedendo: risposi che ora andavo a cercare di capirne qualcosa.
Praticamente non mi ero accorto leggendo il contratto o non lo avevo capito discutendo in agenzia, ma avevamo accettato di condividere lo chalet con altri inquilini; presa da parte la ragazza dell’agenzia ed espressa la mia contrarietà, mi rispose che eravamo comunque stati fortunati, poteva capitarci anche una compagnia di più persone magari anche giovani e chiassosi.
I due coinquilini erano una coppia sui 50 anni ben portati, lui anche se più basso di me di statura dava l’impressione di essere uno sportivo, lei un fisico stupendo nonostante l’età e con un seno molto prosperoso. Ci presentammo e nonostante tutto mi fecero una buona impressione, di primo acchito sembravano persone tranquille e simpatiche, mi salutarono con un sorriso genuino, provenivano dalle zone di Modena.
Ritornai in camera e misi al corrente della situazione Eleonora, che la prese peggio di come pensavo! Mi incolpò di superficialità nel fare le cose e nel prendere decisioni, da quel momento tra noi scese un silenzio carico di tensione.
Per tre giorni consecutivi ci alzavamo prima che loro si svegliassero, stavamo via tutto il giorno e ritornavamo a notte inoltrata con conseguente dispendio di energie e di denaro, Eleonora non li aveva ancora incontrati di persona.
Al quarto giorno dopo aver cenato fuori come di consuetudine, dissi a Eleonora che ero stanco di quella situazione, in questo modo non ci godevamo lo chalet e quindi non aveva senso rimanere fino alla fine della vacanza, ero stanco e risentito del suo comportamento.
Mi fissò per un tempo che mi sembrò eterno ed ero pronto alla guerra, quando il suo viso si addolcì e con gli occhi lucidi mi chiese scusa e così potemmo ritornare allo chalet ad un orario decente e non a notte inoltrata come avevamo fatto nei giorni appena trascorsi.
L’auto c’era ma tutte le luci erano spente e quindi pensammo che fossero andati a fare una passeggiata visto che erano le dieci di sera, quindi entrammo cercando comunque di non far rumore, come fossimo degli ospiti. Richiusa la porta alle nostre spalle sentimmo dei forti gemiti provenire dalla loro stanza da letto, probabilmente abituati alla nostra latitanza si erano dati alla pazza gioia senza inibizioni.
Eleonora mi fece cenno di non far rumore e con aria divertita mi prese per mano accompagnandomi verso la loro stanza; una fetta di luce tagliava il corridoio, la porta era aperta di una decina di centimetri.
La scena che vedemmo ci rese allibiti! La donna era bendata e vestita con un corpetto di cuoio nero pieno di borchie, la bocca era chiusa con una specie di morso per cavalli. Lui le schiaffeggiava le natiche definendola “troia e puttana” e sembra a lei piacesse dai gemiti. Poi si girò un attimo verso la porta e gli vedemmo il membro in erezione, non avevo mai visto una cosa del genere! Avevo sentito parlare di persone superdotate ma pensavo fosse una leggenda popolare, quel membro era una volta e mezza il mio, sia in lunghezza che di diametro, ed io non ero messo male lì sotto, ero sopra alla media.
Iniziò a cavalcarla! Lui era in piedi mentre lei era alla pecorina sopra il letto, sembrava di assistere alla monta dei cavalli, dava possenti colpi di reni mentre lei lanciava dei gridi soffocati dal morso, la saliva che usciva dalla bocca le colava dal mento mentre ballonzolavano le sue enormi tette dai capezzoli allungati. Nessuno di noi due si mosse e rimanemmo entrambi ipnotizzati da quella scena, assistemmo a tutto il loro amplesso, fino a quando lui le tolse il morso per farsi fare un incredibile pompino e venirgli in bocca e sul viso.
Ci rifugiammo nella nostra camera eccitati come non lo eravamo mai stati, ansimanti come avessimo appena fatto una corsa, completamente al buio ci strappammo via i vestiti!
Eleonora iniziò a sussurrarmi con voce roca all’orecchio:
- Ti piace quella troia vero!Ti piacciono le sue tette!Quella è una schiava, una puttana!
Eleonora ha un fisico molto bello, un culo a mandolino e due tettine “una seconda” molto ben fatte.
Accettai il suo gioco, perché lo volevo fare anch’io, così risposi alle sue provocazioni parlandole a mia volta sull’orecchio mentre con le mani ci esploravamo i corpi con audacia:
- A te piace il suo cazzo enorme vero! Pure tu sei la mia schiava!Sei una troia pure tu!Vorresti andare con lui vero?Farti dominare da quel cazzo!
Si inginocchiò ed iniziò a leccarmi le palle, l’ano e l’asta, non lo aveva mai fatto in quel modo!Sembrava indemoniata! La alzai con forza e la stesi sul letto ed iniziai a penetrarla con foga, volevo possederla come avevo visto fare a lui! Eleonora iniziò ad urlare di piacere e pure io ansimai con tonalità alta, non lo avevo mai fatto e non riuscivo a trattenermi! Venimmo entrambi in pochi minuti, ma fu una cosa meravigliosa!Entrambi non avevamo mai sperimentato una cosa del genere, un trasporto a quei livelli!
Il giorno dopo di buon mattino ci alzammo e felici come non mai andammo al lago, Eleonora era raggiante e nonostante noi non dicessimo normalmente nessun tipo di parolaccia, quel turpiloquio nell’atto sessuale aveva eccitato entrambi, e ancora di più il gioco di ruolo.
Poco lontani da noi vedemmo i nostri coinquilini arrivare e depositare gli asciugamani, Eleonora con mia sorpresa alzò la mano e gli fece cenno di venire accanto a noi, così ci presentammo per bene tutti e quattro e l’armonia ritornò a farla da padrona, Marco ed Elisa erano persone alla mano e di compagnia.
Il giorno dopo dovetti fare una cinquantina di kilometri per andare su un sexy shop e comperare un po’ di cosucce per far contenta Eleonora, adorava essere la mia schiava nei giochi di ruolo, ed io più di lei mi ritrovai ad essere un padrone esigente e porco, furono notti meravigliose.
Stavamo sperimentando un gioco che ci avvicinava ancora di più, che ci faceva essere complici come non lo eravamo mai stati.
Con Marco ed Elisa ci si salutava, si chiacchierava ed entrammo in una bella amicizia, come doveva essere tra persone civili che dividono una casa di vacanza.
Il penultimo giorno “l’indomani in tarda mattinata saremmo ripartiti”, decidemmo per una cena tutti e quattro assieme. Eleonora ed Elisa prepararono una cena a base di pesce collaborando in cucina, mentre io e Marco andammo in paese a far provviste di vino.
Fu una cena stupenda, piena di risate e constatammo che erano persone molto interessanti e che il dialogo tra di noi era fluido nonostante la differenza d’età.
Sussurrai all’orecchio di Eleonora:
- Se sapessero quanto bene hanno fatto alla nostra intimità!
Lei mi diede un calcio con il tacco, e sorridendo alzò il calice verso di loro per un brindisi alla nostra amicizia, ero felice di questa nostra sintonia!La amavo più che mai!
I brindisi si susseguirono e complice l’alcool Eleonora ed Elisa si misero a parlare di sesso in tono scherzoso ma alquanto esplicito, poi d’un tratto Eleonora esordì nel dire che lei era la mia schiava, ed io un padrone severo che la faceva godere come meritava; seguì uno strano silenzio che raggelò la stanza.
Avevano forse capito che li avevamo spiati? Pensavano ad una presa in giro nei loro confronti?
Per togliere questo dubbio Eleonora fece di peggio e raccontò l’evoluzione della nostra sessualità e anche che li avevamo spiati e che tutto era partito da quel momento, io avevo il viso in fiamme per la vergogna e tenevo lo sguardo basso.
Poi una risata partita da loro, spense la tensione e facemmo un brindisi all’amore!
Poi Marco si accostò e mi disse sottovoce ma in modo che sentisse anche Eleonora, che se volevo evolvermi come padrone potevamo scambiarci le schiave “in via del tutto eccezionale”.
Eleonora mi strinse la mano da sotto il tavolo e se la mise in mezzo alle gambe tremanti, era fradicia e stava godendo, era nel bel mezzo di un orgasmo.
Ero risentito dalla reazione di Eleonora e per punirla dissi a Marco:
- Per me va bene, andiamo a prepararle e poi ce le scambiamo.
Elisa mi fissò dall’altro capo del tavolo, poi girò la testa verso Marco ed abbassò lo sguardo, il gioco per loro era iniziato e pure lei aveva acconsentito a quella proposta.
Andarono in camera lasciandoci soli, Eleonora non parlava e aveva lo sguardo basso!Non capivo se era delusa per il mio comportamento o se si sentiva in colpa per il suo!
Dopo un paio di minuti sempre con lo sguardo basso disse con voce quasi sussurrata: facciamolo!
Andammo in camera in completo silenzio, eravamo entrambi impauriti ed eccitati per quello che stava succedendo; la spogliai completamente nuda, le misi il corpetto in cuoio che avevamo acquistato ed il morso, poi sentimmo la porta della loro stanza che si apriva.
La presi per mano e la accompagnai in corridoio, Marco arrivò con Elisa al guinzaglio!
Aveva una mascherina di cuoio, un collare su cui era attaccato il guinzaglio e degli stivali in cuoio che arrivavano a metà coscia, camminava a quattro zampe come un cane.
Marco mi passò il guinzaglio ed io posi la mano tremante di Eleonora sulla sua, poi ritornammo sulle rispettive stanze.
Elisa rimase ferma sul letto in attesa di un mio gesto e mi fissava da sotto alla mascherina, io ero bloccato dalla situazione, pensavo ad Eleonora.
Dopo una decina di minuti iniziai a sentire Elisa che urlava di piacere, urlava che era una puttana e che voleva essere scopata da lui!
Mi sbloccai in quel preciso istante e iniziai a godere appieno della compagnia di Elisa, per prima cosa le strizzai i capezzoli e li succhiai avidamente, poi le misi un dito nel culo e la sentii gemere!
Fu una notte infuocata! Più sentivo Eleonora gemere nell’altra stanza e più facevo urlare di piacere Elisa!

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