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Buoni propositi (disattesi)


di Alexposy
21.08.2015    |    10.801    |    13 9.5
"Rumorose Stavo per venire, le gambe faticavano a seguire il ritmo ma sentivo l’orgasmo crescere..."
Non sempre siamo in grado di distinguere la differenza tra decisione e scelta.
Certo, lucidamente ed analizzando quanto conosciamo, senza scomodare filosofi da Aristotele ad Abbagliano potremmo dire che “nella normalità” c’è una notevole differenza tra queste due opzioni.
Ma nella vita reale, dove tutto avviene in un attimo, sapremmo dire se in quel momento abbiamo effettuato una scelta o una decisione?

In quel momento non feci alcuna scelta.. non riuscivo a vederne, ero troppo emotivamente coinvolta da non desiderare che tutto proseguisse.
Mi convinsi in seguito di aver deciso che quello era quello che volevo.. ma lucidamente, col senno di poi mi resi conto di non aver “deciso” nulla realmente ma di aver solo assecondato una cieca necessità sapendo perfettamente cosa sarebbe successo.
Mi sentivo ancora scossa da quell’orgasmo sopraggiunto pochi attimi prima quando sentii nuovamente le sue mani poggiarsi sui miei fianchi e cingermi da dietro in un abbraccio che mi scaldò in un lampo facendomi ribollire il sangue e dimenticare la fresca brezza che entrava dall’enorme finestra aperta davanti a me.
Non seppi fermarmi.. perché dovrei mi chiedevo.. mi lasciai abbracciare, di nuovo, sentii le sue labbra sul mio collo.. rimasi immobile non muovendo nessun muscolo, persino i miei polmoni sembravano bruciare per la mancanza di ossigeno che esitavo a inalare.. le sue mani salirono lentamente dai fianchi alle spalle dove rimasero pochi secondi cullandomi come a rassicurarmi.. sentivo il leggero rumore dei baci sempre più intensi sul collo mentre io rimanevo impietrita a fissare la vuota oscurità che filtrava da quella finestra aperta.
Quasi non sentii scivolare le spalline del vestito lungo le braccia, mi resi conto di essere nuda quando sentì le sue mani stringermi i seni ed in quel momento gonfiai il petto come fossi appena risalita da una gara di apnea. La testa cadde all’indietro poggiandosi sulla sua spalle e io rimasi in balia delle sue mani che sembravano percorrere delle autostrade invisibili lungo il mio corpo nudo intrappolato tra le sue braccia.
Mi premeva strisciando sul mio corpo sempre più forte sapendo perfettamente come toccarmi.. ogni passaggio sui seni era un occasione per stingerli lungamente e torturarne i capezzoli che erano ormai tornati visibilmente turgidi e sensibili. Le nostre bocche nel frattempo si scambiavano lunghi baci molto passionali e rumorosi conditi da pause dovute al mio ansimare ad ogni suo passaggio nei miei punti più critici.
Mentre con un braccio mi cingeva il petto serrando la mano sul seno opposto l’altra mano risalva lentamente percorrendo il collo aperta come in una morsa dolce ma decisa, scivolando fino al mento e ricadendo in una carezza sul viso.. eravamo completamente avvinghiati.. sentii le sue dita sfiorarmi le labbra portandosi da un angolo della bocca all’altro, le schiusi aspettando di sentirne da un momento all’altro l’intrusione ma continuava a sfiorarle. La mia lingua istintivamente si propose per colmare la distanza.. ma stava giocando con me scappando e girandole intorno, saltuariamente però si lasciava catturare e serrare tra le mie labbra per poi uscirne e portare quelle dita umide a contatto di un capezzolo che trattava con cura strofinandovele lungamente. Proseguì ancora un paio di volte… tutto questo mi stava facendo letteralmente impazzire e glielo dissi con un filo di voce bisbigliandoglielo all’orecchio.
“No..” mi disse “sei tu chi mi hai fatto impazzire in tutto questo tempo” sentii la sua presa farsi più salda invitandomi a piegarmi in avanti con il busto.. “non lo sai.. ma tutto questo tempo a cercarti… a desiderarti.. e tu ti negavi .. per cosa poi” mi appoggiai con le mani al davanzale mentre lo sentivo armeggiare dietro di me “… per uno che non ti sapeva nemmeno scopare” e di colpo entrò dentro di me scostando leggermente l’intimo ancora al suo posto. Avevo la sua mano salda sulla nuca mentre entrava e usciva dentro di me con forza. Io mi abbassai ancora di più poggiandomi sugli avambracci e raccogliendo la testa poggiando la fronte sui polsi col viso rivolto al pavimento, non che tenessi gli occhi aperti in quel momento ma dall’inizio non li avevo ancora aperti.
Sentivo quei colpi sbattermi contro, ritmati ma non veloci.. forti.. non so spiegarlo.
Portò entrambe le mani sulle mie spalle… scandendo bene ogni affondo che mi facevano gemere ad ogni colpo.. le portò sui fianchi dove mi stringeva e in quel momento diminuì leggermente il ritmo e l’intensità.. mi stava guardando.. mentre mi scopava… ne sono sicura.
“Ti piace?.. ” mi chiese con tono un po’ brusco. Io annuii ansimando un po’ più forte.
“No.. voglio sentirtelo dire” e mi rimise la mano dietro la nuca invitandomi ad alzare la testa e ruotarla leggermente verso di lui… “Si.. mi piace.. un casino” la mia risposta venne scandita da colpi ancora più forti di prima..
Non mollò la presa, continuava a tenere la mano li.. voleva vedermi in viso mentre mi scopava. La sentivo sempre più pesante ad ogni colpo. Gli avambracci cominciavano a farmi male su quel davanzale spigoloso ma l’eccitazione era troppa per interrompere quel momento.
La mia eccitazione si manifestò palesemente quando le penetrazioni si fecero particolarmente.. rumorose
Stavo per venire, le gambe faticavano a seguire il ritmo ma sentivo l’orgasmo crescere.. poi con la coda dell’occhio vidi del movimento in una finestra buia affacciata sulla corte interna e mi tornò alla mente quella situazione similare.. ebbi un esitazione e cercai di abbassarmi portandomi come in principio ma quasi mi prese per i capelli e mi tirò su quasi dritta, completamente esposta agli occhi di chi si fosse affacciato in quel momento alla finestra. Non credo sapesse ci fosse qualcuno.. il suo gesto non era voluto in quel senso, lo eccitava avermi in quel modo.. probabilmente anche farlo davanti ad una finestra.. o magari non gli interessava.. fatto sta che ora, non potendo distogliere lo sguardo e osservando nell’oscurità avevo la certezza che c’era qualcuno che ci stava guardando. Sorprendendo persino me stessa fissai quel punto con estrema disinvoltura mentre sentivo crescere nuovamente dentro di me quello che a breve sarebbe stato un orgasmo indimenticabile. Gli occhi si stavano abituando a quelle ombre e scorsi non una ma 2 sagome. Senza preavviso esplosi in un primo urlo poco controllato… e venni ansimando e abbandonandomi sulle braccia. Mi lasciò dalla sua presa ma non si fermò. Le gambe non mi reggevano e capendolo mi accompagnò quasi di peso su un divanetto vicino a noi… io mi sedetti.. sconvolta.. lui ne voleva ancora. Dopo un paio di tentativi trovammo una posizione.. o meglio la trovò lui per me e per se stesso. Mi ero stesa sul divano di schiena e lui con una gamba su ed una giù posizionato tra le mie gambe mi teneva sollevata con il bacino scopandomi molto più velocemente ed ansimando molto più forte di prima. Mi guardava in continuazione mentre io avevo gli occhi socchiusi lo guardavo e rivedevo ora il vecchio ragazzo che avevo così amato e così odiato… in questo momento, ora che lo stavo guardando senza maschera lo riconobbi. Continuava a gemere sempre più forte e io con lui poi un attimo prima di venire si interruppe e portandosi davanti a me tenendoselo ben saldo nella mano lo indirizzò verso la mia bocca. Inizialmente mi ritrassi.. poi lo guardai negli occhi.. e nel farlo mi disse quasi supplichevole “ti prego.. prendilo”
Rieccolo di nuovo.. era così anche allora, quando stavamo insieme… stronzo ma dolce.. sapeva come prendermi o dovrei meglio dire come manipolarmi.
Venne dopo pochi secondi nella mia bocca gemendo e sospirando di piacere. Finito tutto ci rivestimmo.. più che altro io. Sgattaiolammo fuori di casa e durante il tragitto verso casa mia lui si scusò per il modo un po’ insolito in cui si erano svolte le cose e non perse occasione per farmi una marea di complimenti e ringraziarmi per averlo assecondato. Io quasi mi sentivo in imbarazzo da quanto si stava scusando che dovetti interromperlo per rassicurarlo e dirgli che era piaciuto un sacco anche a me… “strano ma bello” furono le parole esatte. Ci facemmo una risata liberatoria entrambi.
Alla fine prima di rientrare gli chiesi se aveva notato qualcosa fuori.. mentre lo facevamo. Ma come immaginavo fui l’unica ad accorgersi dei nostri spettatori ma quello che mi disse mi fece un po’ gelare il sangue.
In base alla sua conoscenza della casa e da quello che gli dissi, quella finestra, in cui ho visto quelle persone faceva parte dello stesso appartamento.

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