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CORNUTO INCONSAPEVOLE


di benves
30.03.2016    |    80.388    |    13 8.7
"Non l'avessi mai fatto, i miei istinti assopiti ebbero un sussulto come un lampo d'inverno..."
Si chiamo Serena, ho 45 anni e vorrei raccontarvi la mia storia:

Sono felicemente sposata ed ho 2 figli adolescenti, vengo da una educazione cattolica molto ferrea ma, ho adeguato le mie esigenze al mio credo.
Mi sono fidanzata con Giulio che avevo 17 anni, lui è stato il mio primo ed unico uomo fino al momento in cui, andrò a raccontarvi...
Non sono una bellezza assoluta, alta poco più di un metro e cinquanta, bionda occhi verdi e fisico minuto ma, da giovane avevo i miei corteggiatori.
Ho perso la verginità con Giulio prima del matrimonio, per amore andai contro ai dettami della mia fede cattolica.
Il nostro rapporto si è sempre basato su reciproca fiducia e complicità.
Poi Giulio si è ammalato e, con la malattia, è diventato impotente. Avevo 40 anni quando è accaduto, pensavo di aver esaurito lì la mia vita sessuale e cercai di rassegnarmi.
Grazie alla mia religione sono riuscita a reprimere i miei istinti, comprendendo la malattia di mio marito, fino a quando...Gianni è entrato nella mia vita !
Lavoro come commessa in una catena di negozi di elettronica, Gianni è stato da poco assunto come esperto informatico e si occupa appunto del reparto computer etc.
Ha 10 anni meno di me, un timido non bello ma fascinoso.
Rimasi colpita da lui ma, mai e poi mai mi sarei fatta avanti, avendo una situazione familiare ben definita che non volevo sconvolgere.
Lavoravamo di volta in volta in reparti vicini, con lui si stava instaurando un rapporto di amicizia, non ci provava ed io con l'abbigliamento ed il comportamento, non davo adito a fraintendimenti.
Diventammo col tempo buoni amici, grazie al mio fare materno divenni anche la sua confidente; mi raccontava della sua famiglia, della sua vita e talvolta anche di alcuni aspetti sentimentali dei quali voleva una interpretazione femminile.
Insomma la nostra amicizia cresceva come cresce sana e robusta una pianta che viene curata quotidianamente.
Sinceramente, vista la mia astinenza da sesso, talvolta invidiavo le sue partner, non per altro fosse solo perché venivano scopate. La notte, quando mio marito dormiva, mi masturbavo pensando di essere loro ed immaginando di riprovare la sensazione di avere un bel palo tra le gambe, riuscendo a venire anche più volte consencutivamente.
Inutile dire che a mio marito non dicevo nulla, per non umiliarlo della sua involontaria malattia ma, ciò comportava che io reprimevo dentro di me quell'istinto che, ne ero consapevole, prima o poi sarebbe scoppiato, sconvolgendomi la vita indelebilmente!
Ed infatti accadde l'irreparabile:
il calendario permetteva ai lavoratori usufruendo di un giorno di ferie di poter fare un ponte per 4 giorni, mio marito ottenne quel giorno io invece no; decidemmo per il bene dei ragazzi che lui sarebbe andato al mare con la famiglia ed io sarei rimasta a lavorare.
Mi sfogai con Gianni, il quale premurosamente si offri di tenermi compagnia dopo il lavoro, ed io accettai ingenuamente ed incosapevole di ciò che poi sarebbe accaduto.
Fissammo, venne a prendermi sotto casa. Inutile dire che a mio marito dissi che andavo a cena da una amica.
Per non destare fraintendimenti mi vestii molto casual, jeans maglietta e golfino, non volevo illuderlo né altro.
Mi porto in un pub dove fanno musica dal vivo (avendo famiglia avevo perso i contatti con questo genere di locali).
Erano anni che non passavo una serata a bere e parlare tranquillamente.
Gianni era una ottima compagnia, un buon oratore ed al tempo stesso un buon ascoltatore.
Bevemmo della buona birra ed ascoltammo buona musica. La serata filava liscia da buoni amici.
Erano le 23 ed io non essendo abituata a far tardi iniziavo ad avere sonno, Gianni se ne accorse e propose di riaccompagnarmi a casa. Accettai.
Sotto casa per congedarmi, sbadatamente senza pensarci lo baciai teneramente sulla bocca.
Non l'avessi mai fatto, i miei istinti assopiti ebbero un sussulto come un lampo d'inverno.
Se ne accorse e ricambiò il bacio voluttuosamente, appoggiando le sue labbra alle mie e facendomi sentire la lingua.
Non so cosa mi prese, reminescenze adolescenziali mi balzarono alla mente, tirai fuori la lingua anche io e ci baciammo per un tempo che mi parve eterno.
Ero talmente inebetita che non mi accorsi della sua mano che palpava il mio seno, si era insinuata sotto il maglioncino, aveva sbottonato la camicetta, spostato il reggiseno e stava tintillando il capezzolo destro.
Ebbi un attimo di lucidità, l'istinto mi diceva di respingere quell'assalto ma il resto del corpo reclamava di assaporare sensazioni lontane.
Avevo perso il controllo di me, dissi solo “vuoi salire”?
Lui accettò senza neppure pensarci.
Mentre salivamo le scale pensavo alla cazzata che stavo facendo, stavo portando a casa un uomo che non era mio marito. Sapevo che mi sarei concessa totalmente a lui e che dopo avrei provato i sensi di colpa ma, malgrado questi pensieri, continuai a salire mano nella mano con quel giovane amante.
Pensavo a come io potessi piacere ad uno più giovane di me di 10 anni ma, il pensiero fu subito sopito dall'impulso che arrivava dal mio basso ventre.
Entrammo in casa, lo presi per mano e lo condussi in camera da letto. Non ero io, la madre e moglie razionale si stava sostituendo con una vacca in calore desiderosa di essere montata.
Senza parlare mi tolsi il maglioncino, la camicia era già stata sbottonata da lui, quindi fu facile toglierla. I jeans seguirono il resto degli indumenti. Rimasi davanti a lui con solo a dosso un completino intimo insulso ed insignificante da cui emergeva la mia trascuratezza perché, all'altezza della mia intimità, dal mio inguine uscivano peli non curati ed anche sgradevoli da vedere.
Gianni si avvicinò a me, senza parlare riprese a baciarmi; ero in tranche. Ero come creta nelle sue mani.
Mi palpava in ogni parte del corpo, io ansimavo non vedevo l'ora di essere penetrata.
Mi sganciò il reggiseno che neppure me ne accorsi, me ne resi conto quando abbasso le sue labbra sui miei capezzoli suggendo come un bimbo allattato.
Chiusi gli occhi mi godevo quel momento, sentii le sue dita andare sul mio sesso, spostare il lembo di stoffa toccando la parte più intima di me.
Ebbi il mio primo orgasmo! Senza neppure essere toccata a fondo ebbi il mio primo orgasmo.
Fantastico! Ero in estasi assoluta.
Sentii i suoi polpastrelli farsi largo tra le mie grandi labbra, poi le piccole lebbra ed infine l'ingresso del mio sesso. Attesi il momento del suo ingresso con trepidazione. Il suo dito entrò lentamente, agevolato dalla lubrificazione, passo da uno a due dita, iniziando a masturbarmi.
Non mi resi conto di ciò che accadeva, mi stava masturbando, io sparlavo, ero inebetita dal godimento sentivo solo lo sciacquettio del mio sesso che da lì a poco ebbe un secondo sussulto, questa volta più potente del primo che mi sconquassò tutta.
Mi adagiai sul letto riprendendo fiato, nel frattempo lui si spogliava.
Mise vicino al mio volto il suo totem desideroso di attenzione. Erano anni che non vedevo un cazzo ritto.
Non mi ricordavo neppure come si faceva a fare un pompino.
Mi aiutò lui a ricordare, non ero un amante del sesso orale ma questa volta mi parve la più bella della pratica.
Lo spompinai così a lungo che anche lui venne; me ne resi conto ma, non volevo perdermi nulla di quella serata e, pur non avendolo mai fatto (mi faceva schifo) decisi di farlo venire nella mia bocca e, tra un colpo di tosse e l'altro, riuscii a deglutire quel nettare.
Era giunto il momento che tanto attendevo, mi sfilai le mutandine zuppe di umori e lo feci adagiare sul letto.
Il suo cazzo svettava come un totem.
Volevo essere io a penetrarmi, temevo che, essendo tanto tempo che non accoglievo più un uomo dentro di me, la mia vagina si fosse stretta a tal punto da essere tornata quasi vergine.
Mi misi a cavalcioni sopra di lui guardandolo fisso negli occhi, le sue mani si posizionarono sui miei seni andando a stuzzicare i capezzoli irti come chiodi. Quella sensazione mi sconquassava tutta.
Afferrai il suo sesso, lo avvicinai alla mia fica, piano piano mi adagiai su di esso.
Sentivo ogni centimetro allargare il mio utero, provai la stessa sensazione della prima volta che ricevetti un uomo, veramente mi pareva di essere tornata vergine.
Lui se ne accorse, l'attrito della mia vagina con la sua asta lo faceva gemere a sua volta.
Piano piano riuscii a contenerlo tutto.
Rimasi un attimo ferma per far adattare il mio corpo al suo uccello e poi, iniziai a cavalcarlo, aumentando sistematicamente il ritmo.
Vedevo nei suoi occhi il piacere aumentare, lo pregai di non terminare presto quel momento, lo invitai a pensare a qualcosa di triste se volesse ma, a permettermi di farmi sentire finalmente donna dopo tantissimo tempo.
Di lì a poco arrivò il mio terzo orgasmo, lo accolsi con appagamento, godendo di ogni minima sensazione che il mio corpo sensibile mi trasmetteva.
La sua asta era fradicia dei miei umori.
Gianni non parlava, capiva e mi permetteva di usare il suo corpo come strumento del mio piacere da troppo rimasto inappagato.
Lasciai passare circa 15 minuti poi, presi in mano la sua asta e cominciai a baciarla sperando si rinvigorisse. In poco tempo il mio stallone era nuovamente pronto per la monta.
Mi misi a pecorina, invitandolo ad assecondarmi.
Questa volta fu lui a guidare la sua asta dentro di me.
Lo sciacquettio dei nostri corpi faceva da colonna sonora.
Non passo molto questa volta che Gianni mi chiese “posso”?
Io mi voltai, con libido dissi “fai pure, vieni dentro di me” non pensando alle possibili conseguenze ma lasciando che fosse il mio corpo a parlare.
Uno due tre colpi decisi e sentii la sua asta scaricare il suo desiderio.
Tanto era copiosa che il mio utero non contenne tutto il suo seme, lo vidi uscire dalla mia vagina ed andare a bagnare le lenzuola.
Ero esausta ma appagata, ci adagiammo sul letto e ci baciammo come due adolescenti, addormentandoci abbracciati.
La mattina seguente iniziavamo a lavorare alle 10, io mi svegliai verso le 6, vidi quel corpo nudo accanto a me, che la sera prima mi aveva fatto risentire donna.
Volli ringraziarlo e quindi, presi in bocca il suo pene, trovando la reazione sperata.
Il suo cazzo reagì alle mie sollecitazioni, non potevo non approfittarne.
Mentre Gianni era ancora assonnato, io, come la sera prima, mi misi a cavalcioni su di lui, impalandomi.
A differenza della sera, la mia fica era già larga, aveva ritrovato il suo stato naturale.
Questa volta feci tutto con più calma, non mi feci prendere dalla frenesia, mi godetti piano piano quella cavalcata. Chiusi gli occhi, ogni centimetro del mio corpo mi trasmetteva sensazioni che credevo ormai lontane.
Gianni se ne accorse e lasciò che fossi io a condurre il gioco. Mi toccava i seni, stuzzicandomi le punte ed aumento, come se fosse possibile, ancor di più la mia libido.
Non mi importava del tempo, ero in estasi assoluta.
Dopo un po fu Gianni a svegliarmi da quel torpore, ero venuta e l avevo inondato di umori.
Mi fece mettere a pecorina ma, con mia sorpresa, questa volta, puntò la sua cappella al mio sfintere.
Non l'avevo mai fatto, dilatai gli occhi dalla paura.
Riuscii anche a dirglielo ma, il suo desiderio era tale che, glielo dovevo, aveva riscoperto la donna che era in me e, era giusto che avesse la sua ricompensa.
Assecondai tutto quello che mi diceva.
Inumidì abbondantemente la cappella dei miei umori poi, puntò al mio culetto.
Lo sentii entrare piano piano, dolcemente, provai solo fastidio non dolore.
Si fermò, voleva che il mio culetto si abituasse a quell'intruso.
Poi, piano piano iniziò a scoparmi.
Mi piaceva ! Eccome se mi piaceva !
Ebbi da lì a poco 2 orgasmi consecutivi che mi sconquassarono il cervello!
Anche lui venne copiosamente nel mio sfintere.

Ci accasciammo esausti.
Il tempo di riprendersi, bere un caffé e correre al lavoro.

Non avevo sensi di colpa, la cosa mi parve strana.
Pensai anche che prima o poi l'avrei detto a mio marito, sperando che accettasse la mia relazione, che essendo ancora giovane mi permettesse di avere uno “scopa-amico” come funziona oggi ma...questa è un'altra storia !
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