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IL MIO EROE


di Shadow1979
22.06.2016    |    17.131    |    3 9.4
"Quello che vi racconterò ha inizio una sera d’estate di 5 anni fa quando io e mio marito avevamo deciso di passare una serata con una coppia di vecchi amici..."
Questa è la storia che ha stravolto la mia vita.
Mi chiamo Annarita, ho 49 anni ben portati, cappelli lisci mori, occhi scuri, labbra carnose, sono alta 1.60, 5a di seno su un corpo formoso tenuto tonico da un po’ di attvità sportiva (anche se chiaramente qualche segno dell’età si nota essendo totalmente naturale), mi considero e mi considerano la tipica bellezza meditterranea.
Da 25 anni sono sposata con Paolo, imprenditore mio coetaneo che mi ha dato 2 splendidi figli ormai grandi che vivono all’estero e che grazie ai suoi buoni guadagni mi ha permesso di fare la casalinga a tempo pieno.
Quello che vi racconterò ha inizio una sera d’estate di 5 anni fa quando io e mio marito avevamo deciso di passare una serata con una coppia di vecchi amici che non vedevamo da tanto tempo complice il fatto che la nostra vita mondana non era molto attiva.
Prima di uscire mi feci una bella doccia calda, mi guardai allo specchio nuda e mi ammirai per qualche istante. Le ultime gocce d’acqua scendevano dalle spalle lungo i miei seni pieni e sodi coronati da cappezzoli che guardavano ancora verso l’alto circondati da un’areola leggermente più scura e dalle dimensioni proporzionate. Guardare il mio seno florido e naturale che poteva far invidia a molte mi dava sempre una bella spinta di autostima. Mi truccai leggermente, indossai un vestitino leggero un po’ scollato che arrivava sopra le ginocchia ed un paio di sandali con tacco. L’intimo, reggiseno a balconcino e brasiliana era nero in pizzo trasparente.
Quella sera dopo una buona cena in una zona periferica della città siamo entrati in un locale lì vicino dal quale sentivamo uscire della bella musica per bere qualcosa e magari fare un due giri di ballo. Premetto che eravamo tutti già un po’ alticci non essendo abituati agli alcolici ed approffitando del fatto che eravamo usciti in taxi.
Il locale non era strapieno e noi eravamo tra i più anziani, la maggioranza erano ragazzi alcuni dei quali con facce non troppo rassicuranti.
A metà serata mio marito, che non si è certamente mai distinto per simpatia ed è sempre risultato altezzoso agli occhi degli altri, complice l’alcol che iniziava ad annebbiargli la mente, ha pensato bene di iniziare ad importunare una ragazza con dei commenti volgari per farsi grande agli occhi dell’altrettanto scemo amico suo, mancandomi di rispetto e facendo nascere una discussione con due energumeni della compagnia della ragazza che sono stati calmati solamente dall’arrivo dei butafuori del locale.
Io sono rimasta molto delusa da questo suo comportamento idiota che metteva in risalto quel suo lato caratteriale che più passavano gli anni e più veniva fuori e che ci aveva portato ad allontanarci sempre più.
Dopo questo fatto la serata poteva dirsi conclusa prima del tempo (era circa mezzanotte). uscimmo dal locale e salutammo la coppia di nostri amici che chiamarono immediatamente un taxi mentre noi decidemmo di fare due passi in modo da prendere un po’ d’aria prima di rientrare a casa.
Ci avviammo a piedi per il vicolo dove io iniziai a rimprovere mio marito per quanto aveva fatto nel locale rovinando la serata ma non facemmo 500 metri che all’altezza di un giardino pubblico sentimmo una voce dietro di noi che disse “qui non hai i buttafuori a salvarti” ci girammo di scatto e difronte a noi c’erano i due ceffi del locale. Non abbiamo fatto in tempo a dire una parola che ci hanno preso di peso e trascinato dietro ad un cespuglio del giardino.
Mentre uno mi teneva con forza da dietro tappandomi la bocca l’altro aveva preso mio marito per il collo togliendogli fiato e voce e dicendogli che doveva vergornarsi per come si era permesso di trattare sua sorella, che non poteva pensare che solo perché è ricco può permettersi di fare quello che vuole e che adesso la pagava ed aggiunse “tu e quella troia di tua moglie”. Io mi sentii inerme, mio marito non era in grado di reagire e come sempre aveva fatto il gradasso difeso dai buttafuori ma adesso non riusciva a fare niente e dopo pochi istanti si prese una testata seguita da un potente pugno che lo misero ko ed una volta a terra ancora un paio di calci lo lasciarono stordito. A quel punto quello che mi teneva mi fece inginocchiare piegandomi il braccio e non togliendo la sua mano dalla mia bocca, tirandoni per i cappelli, mise la mia faccia davanti a quella di mio marito tramortito che continuava a sanguinare e gli disse “ora ce la scopiamo in due la tua vacca” e a quel punto sentii la mano dell’altro che mi strappò le mutandine. Io stavo per svenire ma sentendo dei passi in strada riuscii a mordere la mano che mi tappava la bocca e lanciare un urlo, era la mia ultima possibilità ed andò a buon fine.
Spuntò dal cescpuglio un uomo che senza pensare un attimo si scagliò contro i due aggressori con ferocia, riuscendo a colpirli più volte prima che si dessero alla fuga non potendo reggere il confronto. Si assicurò delle nostre condizioni e chiamò i soccorsi che dopo dieci minuti erano da noi assieme alla polizia.
Mio marito viste le sue pessime condizioni venne caricato in ambulanza d’urgenza mentre io fortunatamente non avevo conseguenze fisiche ma solamente una grande agitazione dovuta alla paura presa.
Nel trambusto non seguii mio marito sull’ambulanza e la polizia trattenne me ed il ragazzo che ci aveva salvato per le denunce del caso prima di dirigersi anche loro in ospedale.
Io ero ancora scossa ed il nostro salvatore si offrì di accompagnarmi all’ospedale da mio marito, io acettai, facemmo due passi e salimmo sulla sua macchina.
Durante il tragitto scambiai due parole con lui, era molto gentile, si chiama Marco, 25 anni biondo occhi azzurri, appena trasferitosi in città per motivi lavorativi e mi disse che non dovevo continuare a ringraziarlo, che chiunque altro avrebbe dovuto aiutare delle persone in difficoltà anche se lui era aiutato dal fatto che da anni praticava arti marziali miste e non aveva paura di niente e nessuno ed aggiunse che siamo stati fortunati che a quell’ora ed in quella zona qualcuno si fosse accorto di quanto stava accadendo.
Arrivammo in ospedale e i medici mi comunicarono che la situazione di mio marito fortunatamente non era critica e ne sarebbe uscito come nuovo anche se aveva riportato la frattura di due costole, del setto nasale e di due denti, che lo avevano sedato e stava dormendo e doveva rimanere sotto controllo per scongiurare emoragie cerebrali almeno per tre giorni. La polizia invece ci comunicò che tutto procedeva d’ufficio e che si sarebbero fatti risentire loro.
Mi misi a piangere per il calo di tensione, ripensando a tutta la brutta situazione vissuta, Marco mi abbracciò per consolarmi e mi sentii protetta ed al sicuro.
Aveva braccia molto forti ed un fisico possente, un buon profumo di uomo e mi sentii subito meglio. Mi disse di stare tranquilla che era tutto finito bene tranne che per mio marito che però poteva anche evitare di andarsele a cercare (come dargli torto). Si offrì di accompagnarmi a casa, ormai si erano fatte le due di notte, ed io accettai volentieri.
Durante il tragitto continuammo a parlare del più e del meno, mi trovavo bene a chiaccherare con lui nonostante la differenza di età e nel mentre lo guidavo verso casa mia ammirando di tanto in tanto il suo fisico e la sua sicurezza nella guida, non senza sentirmi un po’ in colpa a guardare un ragazzo che poteva essere mio figlio.
Ad uno sguardo mi accorsi che mi stava guardando le cosce, guardai sotto e mi mancò il fiato, il vestitino nel salire in macchina mi era salito e vidi le mie nudità scoperte; mi ricordai solo in quel momento che avevo perso le mutandine nell’aggressione, diventai rossa e tirai la gonna più in giù che potevo; La vista che si era presentata a Marco era di una passerina matura ma molto curata, due labbra carnose e ben serrate completamente depilate e una leggera striscia di pelo rado sul monte di venere racchiusa tra due belle cosce sode ed abbronzate con dei segnetti di leggera cellulite qua e là; Riuscii e pensare che fortunatamente nonostante l’assenza di rapporti con mio marito mi è rimasta l’abitudine di passare dall’estetista una volta a settimana.
Rigirandomi vidi quello che non dovevo vedere, lui aveva i pantaloncini corti aderenti e vidi un certo rigonfiamento che mi fece battere il cuore, balbettando non so per quale motivo mi scusai dicendo che non era mia usanza uscire senza intimo ma che avevo perso le mutandine nel tentativo di violenza. Non rispose ed era imbarazzato per essere stato scoperto a guardarmi, mentre in me si risvegliarono istinti che da anni non sentivo e mi sentii inumidire in mezzo alle gambe, feci finta di nulla e continuai a dargli indicazioni finchè arrivammo davanti al vialetto di casa mia. Lo ringraziai ancora di tutto invitandolo a bere una cosa in casa e lui accettò, aprii il cancello ed entrammo con la macchina. Una volta scesi feci la rampa di scale che porta all’ingresso e lui era dietro di me, sentivo i suoi occhi addosso e mi tremavano le gambe, avevo mille pensieri che mi passavano per la testa, aprii il portoncino d’ingresso e ed entrammo in casa.
Lo guardai ed era ancora evidente la sua erezione che cercava di nascondere in tutti i modi.
Gli offrii da bere e gli dissi che non sapevo come sdebitarmi di tutto, mi rispose di non preoccuparmi che aveva fatto la cosa più giusta ancor di più sapendo di averla fatta per una persona come me, così gentile, intelligente e carina. Mi venne istintivo, con tutti i complimenti ricevuti e che non sentivo da anni, lo abbracciai e sentii tuta la sua erezione. Mi allontanò scusandosi, dicendomi che aver visto una signora così bella, naturale e sensuale e sapermi senza mutandine…non sapeva cosa gli era preso, che non voleva ma non poteva farci niente…gli dissi che non doveva scusarsi che anch’io avevo avuta una reazione al basso ventre standogli vicino, che mi vergognavo di questo ma che mi piaceva. Lui mi si avvicinò nuovamente, mi accarezzo il viso e mi diede un bacio che si fece sempre più intenso, iniziammo a limonare come due ragazzini. Mi spinse fin contro il muro non togliendo mai la sua bocca dalla mia e facendomi sentire tutto il suo fisico, sentii la sua mano sul seno, avevo i capezzoli turgidi, poi scese ad accarezzarmi la pancia, la sua mano scivolava sempre più giù sopra al vestito, passò l’inguine e mi toccò l’interno coscia, non capivo più niente e volevo solo sentirmi sua. La mano si infilò sotto al vestito, sfiorò il monte di venere e risalì girando il fianco fin dietro la mia sciena con una carezza continua che mi riempì di brividi. Lo sentii toccare il gancetto e sganciarmi il reggiseno che sfilò da sotto il vestito sfiorandomi ancora per tutto il percorso. Il mio seno era gonfio di piacere, i capezzoli spingevano la stoffa leggera e la sua mano salì da sopra il vestito fino a liberarmi il seno sinistro che prese con forza nella sua mano mentre con l’altro braccio mi stringeva forte a lui tenendomi sollevata contro il muro. Io ero in estasi, arrivai con una mano alla cintura dei suoi pantaloncini che slacciai e feci cadere. Feci per allungare ancora la mano nei suoi boxer ma me la bloccò. Io morivo dalla voglia di sentire il suo sesso ma non mi lasciò toccarlo. Si staccò dalla mia bocca e scese lentamente baciandomi il collo fino al mio capezzolo che baciò delicatamente, spostò il braccio ancora più in sotto del sedere e mi alzò più di prima tenendomi per una coscia che posizionò sul suo fianco. Si abbassò i boxer e capii che era arrivato il momento, sarei stata penetrata da un uomo che non era mio marito dopo 28 anni.
Tornò con la testa verso la mia non senza dare un altro bacio al mio seno, mi rimise le sue labbra sulle mie e mi succhiava la lingua baciandomi dolcemente; grondavo umori e la testa mi girava dall’eccitazione quando sentii la punta del suo pene in erezione avvicinarsi alle mie labbra ed infilarsi nel mezzo andando su e giù come ad accarezzarmela, dal clitoride fino quasi all’ano, poi si fermò verso il centro e spinse leggermente. Sentii la punta del suo cazzo entrarmi piano piano nella vagina che lo accolse aderendolo completamente con forza, era stata troppo tempo chiusa e doveva abituarsi. Lui se ne accorse e lo fece entrare con delicatezza, ero in estasi, roteavo la mia lingua sulla sua all’impazzata, gliela succhiavo e stringevo, sentii entrare tutta la sua cappella e le mie labbra che si richiusero sull’asta, non riuscivo a trattenere mugulii di piacere strozzati nella sua bocca. Rimase fermo alcuni secondi poi prese lentamente ad uscire e quando era quasi fuori rientrava altrettanto dolcemente, sentire la sua cappella entrare ed uscire era fantastico, la sentivo bella grossa, potevo solamente immaginarla mentre anche lui aveva cambiato respiro per l’eccitazione. Si staccò dalla mia bocca e prese a baciarmi dolcemente il collo mentre con il braccio che mi sorreggeva sotto al sedere mi faceva scendere lentamente facendo entrare dentro di me sempre più del suo sesso per poi tornare indietro e tornare avanti sempre un po’ di più. Con la mano libera mi prese da sotto il seno libero dal vestito e stringendolo leggermente mi fissava negli occhi con uno sguardo pieno di piacere mentre continuava ad alzarmi ed abbassarmi accompagnando il tutto con i movimenti del suo bacino. Aveva una forza fuori dal comune ed io non ricordo di aver mai avuto un rapporto così intenso e pieno di passione, sentivo montare l’orgasmo, mugulavo come una gatta in calore mentre Marco mi penetrava con estrema delicatezza con il suo robusto membro, lo sentivo sempre più dentro senza mai sentire la fine, era grosso e lungo.
Iniziai a sentire un calore al basso ventre, gli occhi lucidi e gridai internamente tutto il mio piacere venendo in preda agli spasmi mentre lui iniziò ad aumentare i colpi tenendomi per il culo e sbattendomi contro il muro.
Il mio seno libero si muoveva al tempo dei suoi colpi e l’altro che era costretto dentro al vestito stava per sobbalzare fuori.
Finalmente lo sentii tutto dentro, il mio clitoride toccò il suo basso ventre, mentre continuavo a godere incessantemente e lo pregai di venire, volevo sentire il godimento di quel ragazzo che mi aveva portato in un’altra realtà; lo mise tutto dentro e si fermò un secondo così, tutto contro di me, a farmi sentire il suo cazzo che vibrava di piacere. Mi prese la nuca con una mano e tirò la mia testa verso di lui attaccandosi alle mie labbra e baciandomi ancora con più trasporto e passione mentre riprendeva a muovere dolcemente il bacino con me sempre sollevata e schiena al muro che continuavo a godere sorretta dalla sua mano sul sedere. Aumentò sempre più il ritmo e con lui aumentarono i rumori del mio godimento, gemevo come non avevo mai fatto, il suo respiro si fece pesante e lo sentii venire copiosamente dentro di me mentre affondava con colpi decisi e forti provocandomi un secondo devastante orgasmo che mi riempì di tremori e fece perdere per un attimo i sensi.
Passato l’annebbiamento provocatomi ero ancora saldamente tra le braccia di Marco che mi portò fino al tappeto in soggiorno e sempre tenendomi a lui si sdraiò di schiena adagiandomi delicatamente sopra il suo petto con il membro ancora dentro di me che lentamente perdeva vigoria.
Ci abbraciammo dolcemente a godere degli ultimi strascichi dei nostri orgasmi mentre sentivo che lentamente usciva da me assieme ad una grande quantità di sperma.

-continua-


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