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IL RISTORATORE ED IL BRUNELLO 6


di rico150
06.12.2007    |    31.839    |    1 7.5
"Non vi nascondo gli sguardi dei camerieri, nel vedere il sedere di marina, che sembrava completamente nudo sotto il vestito, poi il suo modo di sedere, ..."
Devo ammettere che, da sempre ho fantasticato di vedere mia moglie posseduta, scopata e maltrattata da altri, e quando poi la cosa è successa, a parte un primo momento di gelosia, ho subito pensato a quanto desideravo vederla così. La storia con il suo capo, mi aveva colpito un pochino di più, per il suo coinvolgimento eccessivo, ma gli altri momenti ai quali ho assistito e quelli ai quali non ho potuto assistere, mi hanno sempre di più intrigato. Questo che sto per narrarvi, è accaduto il giorno del mio compleanno. Marina mi aveva invitato a cena, e per festeggiare, siamo andati al migliore ristorante della città. Il locandiere, una persona molto distinta, era rinomato per la sua conoscenza dei vini ed in particolare per la fornitissima cantina che possedeva nel sottostrada del suo ristorante. Per l’occasione Marina sfoggiava un abito color crema, molto sexi e trasparente come quasi tutti i suoi abiti estivi. I sandali dorati e orpelli alle mani , al collo ed ai piedi (la famosa cavigliera di Sergio in oro). Per l’occasione sotto il vestito indossava un perizoma ridottissimo, che con la sua abbronzatura, risaltava sul vestito, sul retro invece, il filetto del perizoma scompariva tra i glutei. Ci presentammo quindi al ristorante, dove avevo prenotato un posticino tranquillo un pochino appartato, conoscendo la mania di Marina di strofinare sotto il tavolo i suoi piedi contro il mio uccello. Non vi nascondo gli sguardi dei camerieri, nel vedere il sedere di marina, che sembrava completamente nudo sotto il vestito, poi il suo modo di sedere, lateralmente con mezza gamba scoperta, il piede teso e la cavigliera. La cena potè scorrere senza problemi fino al secondo, quando finito il vino, con immenso piacere e cavalleria, il nostro ristoratore invito Marina e me a scegliere l’ultima bottiglia. Così il distinto cavaliere ci fece strada nel sottoscala. Scendemmo le scale e ci ritrovammo in una cantina dalle dimensioni esagerate, botti, botticine e rastrelliere con centinaia di bottiglie di vino impolverate. Marina sgrano gli occhi, era già un pochino alticcia,prese sottobraccio il padrone di casa e si fece accompagnare in spiegazioni sulle varie bottiglie ed annate, ballando, roteando e canticchiando, mentre lo sconvolto signore gli spiegava del vino. Mentre gironzolavamo, Marina si sedette tra due botti, e Manfredo, così si chiamava il proprietario, chiese se poteva scattare qualche foto a Marina tra le sue botti e le sue bottiglie. Non trovai nulla da obiettare, e Marina mi sembrava dell’umore adatto a qualche scatto. Comincio da subito a mettersi in posa, prendeva le bottiglie, le baciava, le appoggiava sul seno, poi cominciò ad alzarsi la gonna in pose sempre più seducenti, tra botti e bottiglie. Manfredo non stava più nella pelle, scattava a ripetizione. Poi improvvisamente volo il vestitino di Marina e lei rimase con il suo bel seno da fuori e il ridottissimo perizoma bianco dal quale si intravedeva la folta peluria della figa. Manfredo era rosso in volto, io dissi che avrei aspettato sopra, lui non mi rispose neanche. Mi sedetti sulle scale ad attendere gli eventi. Manfredo scattava foto a piene mani ma alla fine, Marina esausta si allungo con le gambe penzoloni sul tavolo di noce e comincio ad amoreggiare con una bottiglia di Brunello. Manfredo smise di fotografare e si avvicino a Marina, non si preoccupò per niente se io ero in stanza oppure no. Le prese con gentilezza la bottiglia dalle mani, Marina si posizionò sui gomiti, con le gambe che avevano oramai circondato il povero vecchio, il quale con due dita dilatò la fighetta di Marina che chiuse gli occhi e lascio fare, poi con delicatezza introdusse il collo della bottiglia all’interno di quel buchetto già fradicio. Marina gemette ed allargò ancora di più le gambe, posizionandosi con le scarpe sul tavolo in posizione ginecologica. Il viticultore proseguiva con la sua penetrazione, oramai il collo della bottiglia era tutto dentro la figa di Marina, un lieve su e giù la infilava sempre di più dentro. I pantaloni del vecchietto erano oramai prossimi all’esplosione. Sfilò la bottiglia, la poggiò sul tavolo, aprì la lampo dei pantaloni e tirò fuori il suo cazzo già pronto alla penetrazione. Tirò a se Marina gli alzo le gambe sulle spalle, vedevo lateralmente la gamba di lei penzolare sulla sua spalla e con un colpo solo trafisse la mia mogliettina infilando tutta la sua verga dentro. Si muoveva con fare nevrotico, la sbatteva e la insultava, la insultava e la sbatteva. La cosà non poteva durare molto visto che lei era bagnatissima (ed ubriaca), e lui arrapatissimo, tanto è vero che nel giro di 2-3 minuti, bestemmiando e maledicendo, sbrodolò tutto il suo liquido tra le gambe di Marina, che godendo anche lei, emise uno strillo di piacere sordo. Tirò fuori il proprio membro e pulì le ultime gocce sul pelo di mia moglie poi arretrò e ringraziò da vero gentiluomo la signora, la quale sui gomiti lo guardava sorridente e disse “bella scopata”. Anticipai la salita e mi feci ritrovare seduto al tavolo a sorseggiate della buona acqua. Marina sempre pìù sorridente, ma senza mutandine (si vedeva tutto il triangolo nero in trasparenza), ritornò con la sua bottiglia di Brunello di Montalcino, la pose sul tavolo e disse la “bottiglia e la cena sono offerti gentilmente dal Sig. Manfredo”, il quale ancora scosso in volto annui, asciugandosi il sudore con le mutandine di Marina. Il finale della serata fù scoppiettante, Marina ormai ubriaca e praticamente nuda sotto il vestito crema, gesticolava e rideva, i camerieri facevano a gara per servirci, Manfredo distrutto per la scopata sedeva al nostro tavolo in chiara catalessi. Lasciammo il locale quando ormai non c’era più nessuno, Marina barcollava con le scarpine in mano ed a piedi scalzi si avviava verso la nostra auto, lo stuolo di camerieri, ai quali si era aggiunto anche il cuoco la accompagnava e le guardava il culo, Manfredo la salutava dalla porta con la bottiglia vuota di Brunello con la quale qualche ora prima aveva sfottuto la mia mogliettina. Salimmo in macchina e sgommando tornammo a casa.
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