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L'avventura è l'avventura


di robydany54
04.09.2014    |    14.022    |    1 8.1
"Vederla tutta bagnata mentre verbalmente , mi offriva un quadro di come le cose sarebbero dovute andare, aumentò il mio stato di eccitamento..."
Da anni ormai vivevamo assieme serenamente e felicemente, avevamo superato da poco la cinquantina ma il desiderio l’uno dell’altra non era svanito, al contrario si era rafforzato ; dopo tanti anni ancora mi soffermavo a guardare Roberta mia moglie quando si spogliava e mi eccitavo nel palparla e contemplarla. Il suo corpo sempre eccitante, almeno per me mi faceva ogni volta eccitare. Amavo guardala la mattina mentre tutta nuda si chinava per cercare la biancheria intima nei cassetti dell’armadio ,offrendomi la paradisiaca visione tra la folta peluria , dei suoi bei buchetti incastonati come gemme tra le sue belle chiappe sode. Purtroppo l’età tira brutti scherzi : infatti subito dopo la menopausa , aveva iniziato ad accusare disturbi e bruciori durante la penetrazione, tanto che eravamo costretti ogni volta decidevamo di fare sesso ad usare un lubrificante vaginale .
Situazione veramente imbarazzante, che sviliva non poco il nostro rapporto . A lungo andare avevamo sempre diradato i nostri approcci fino quasi alla totale assenza. Il desiderio per fortuna, non era svanito quindi lei spesso si prodigava in performance alternative: non disdegnando di prenderlo nel culo o succhiarlo fino ad ingoiare la calda sborra dentro di se . Aggirando l’ostacolo ci donavamo colossali 69 gemendo e godendo reciprocamente. Insomma il divertimento non mancava , si evitava solo la penetrazione vaginale. Altra novità per noi, masturbarci da soli, uno dinnanzi all’altro, guardandosi negli occhi e fantasticando su come sarebbe stato fare sesso con una coppia di amici o un singolo; questo tipo di approccio la rendeva molto disponibile e vogliosa; l’idea di essere presa nel culo e perché no nella fica addirittura contemporaneamente cimentandosi in una bella doppia penetrazione da sconosciuti la mandava in visibilio facendole inzuppare la vagina di caldi umori. Non nego che l’idea di vederla penetrata a turno da estranei solleticava molto anche la mia fantasia. Un bel giorno proposi a Roberta di mettere in pratica i nostri fantasmi erotici dandogli un nome ed un corpo. Furono momenti di ansia; lei non la prese bene rimproverandomi di non amarla più. Ci volle la mia pazienza per riportarla ragionare correttamente e rivalutare la proposta senza pregiudizi , pensando solo al divertimento ed al piacere che avrebbe potuto donare oltre che a noi, ad altre persone desiderose di tale esperienza. Subito mi misi all’opera iscrivendomi in un sito ad oc e contattando tra le varie offerta la più consona ai nostri usi e costumi. Messo l’annuncio con le foto di Roberta in posizioni sexy e senza veli ebbi uno stuolo di chiamate o meglio richieste di amicizia da molteplici singoli i quali , potendo se la sarebbero sbranata. Tra le varie proposte feci una grossa scrematura, basandomi principalmente sulle caratteristiche delle persone e non sulle dimensioni dei loro cazzi. Personalmente le dimensioni non mi hanno mai creato problemi, ho sempre avuto la convinzione che non servono a nulla, in casi estremi solo a provocare dolore, a detta di svariate amiche che hanno provato di persona. Ero orientato su di una persona a modo educata e non invadente che avesse coccolato mia moglie, prodigandosi al massimo per compiacerla, fino a portarla a raggiungere l’orgasmo , sia fisico che psicologico. Nei giorni che seguirono mi divertivo sdrammatizzare l’avvenimento prossimo venturo ironizzando su come sarebbe avvenuto e sulla fortuna di avere un marito innamorato ed accondiscendente al punto di dividersi la donna pur di farla felice. Una mattina sotto la doccia Roberta, diventando tutta rossa , mi confidò che durante la notte aveva intensamente pensato a quello che ci eravamo prefissi di fare e senza rendersene conto aveva iniziato a masturbarsi immaginando di fare l’amore con me e con un estraneo. Cogliendo la palla al balzo mi presi il cazzo in mano ed iniziai a farmi una sega, pregandola di andare nei particolari non tralasciando assolutamente nulla. Vederla tutta bagnata mentre verbalmente , mi offriva un quadro di come le cose sarebbero dovute andare, aumentò il mio stato di eccitamento . Continuando a parlare, descrivendo minuziosamente , come lo leccava contemporaneamente a me ed allo sconosciuto, mi prese il cazzo in mano e continuò quello che io avevo iniziato. Le sborrai in piena faccia, nel preciso momento che lei ci ebbe tutti e due dentro di se uno nel culo, l’altro nella fica . Mentre la sborra la inondava copiosamente, colandole ed imbrattandole tutto il seno, la maiala, per tutta risposta, allargando le cosce si liberò la vescica in una prorompente pisciata. A quel punto senza esitare puntai la cappella sul suo volto e senza indugio, le scaricai una ricca e calda pioggia dorata dritta sulla faccia. Il gioco intrapreso stava dando i suoi frutti al pensiero di trasgredire con altri, i nostri istinti repressi si erano fatti risentire facendoci riassaporare il profumo del sesso selvaggio. Eravamo alla vigilia di mettere in pratica i nostri desideri o sogni come li si voglia chiamare; era solo questione di tempo , nell’attesa ci accontentavamo di fantasticare durante i nostri rapporti ridiventati frequenti. Ogni volta inventavamo una nuova storia , sempre più intrigante sempre più perversa. Il gioco di intesa ci appagava donandoci momenti di vera goduria, purtroppo però allontanandoci sempre più dalla realtà- Avevamo mitizzato l’incontro con i nostri amanti come un evento quasi irraggiungibile, diciamolo magico . Purtroppo l’umanità è quello che è non ci si può aspettare più di tanto; a tale proposito mi viene in mente un film americano dove il protagonista parlando con un amico diceva: “se avessi un nichelino per tutti i pezzi di merda che ho incontrato sarei miliardario” parole sante sfortunatamente.
Un giorno andando in un negozio di animali per comprare cibo per il mio gatto, incontrai una ragazza sulla quarantina molto carina e simpatica: aveva con se un piccolo barboncino tutto bianco veramente bellino . Con la scusa del simpatico animaletto, iniziai a parlare con la sconosciuta, la quale si dimostrò molto interessata ad approfondire la conversazione. Usciti dal negozio decidemmo dato l’orario e la mancanza di impegni da parte di tutti e due , di pranzare assieme ad un ristorante poco distante.
Però questa è un'altra storia che si intreccerà con la precedente ma solo nel prossimo racconto sempre che vi sia l’interesse da parte degli amici di leggere il seguito… continua


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