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La mia Segretaria - 1 parte


di benves
29.11.2011    |    40.270    |    0 8.6
"Io lavoro part/time per adempiere alle mansioni di mamma, ma lo stipendio ora non ci è più sufficiente per far fronte agli impegni presi con le banche, lei..."
Sono Mauro, noto Consulente del Lavoro della Val d'Elsa, con 3 studi ben avviati, scapolo per scelta, ho sempre messo il lavoro avanti a tutto e mi diletto in rapporti saltuari con donne conosciute in discoteca o nei pub ma, nessuna implicazione sentimentale fissa.
Il mio lavoro purtroppo, mi porta ad essere cinico.
Sono un 40 enne benestante, che non si fa mancare nulla ed un po viziato!

La mia “prima segretaria”, persona fidatissima e molto esperta, appena raggiunti i 65 anni, nel timore di dover andare in pensione a 67 anni, ha ben pensato di dare le dimissioni per accedere al pensionamento; così in 60 giorni io devo trovare una degna sostituta.

Attivo la ricerca tramite Centro per l'Impiego e, ottenute le candidature, procedo ai colloqui individuali. Dopo una ventina di colloqui mi focalizzo su una ragazza (aspetto è da ragazzina ma l'età reale non lo è) di 40 anni. Anna.
Molto capace, esperta nel settore, insomma professionalmente perfetta e, cosa che non guasta, anche molto carina.
Anna, mi ha colpito per il suo sorriso e per il suo aspetto, cosa che in un ufficio che lavora con il pubblico non guasta.
E' alta circa 1,60, fisico minuto, seno piccolo, capelli castani lunghi alla spalla, occhi verdi, oltre che lavorare in questo settore, ha fatto molti anni come ballerina classica. E' sposata con un camionista ed hanno una bambina di 5 anni. Situazione ottimale dal punto di vista di una assunzione, avendo già esaurito il suo desiderio di maternità, pensai.
Procedetti all'assunzione, part/time solo mattina, come da lei richiesto, per agevolarla nella gestione familiare.
I primi mesi si dimostrò attenta, precisa, scrupolosa, insomma professionalmente perfetta, poi iniziò ad essere talvolta distratta ed assente. Chiesi spiegazioni di tale atteggiamento, richiamandola all'ordine ma lei mi rispondeva sempre in modo evasivo perpetrando nei suoi comportamenti poco professionali.
Decisi allora di chiamarla, a fine mattinata, nella mia stanza, per un rimprovero come si deve!
Si presentò struccata, con un maglioncione sgualcito, in jeans e scarponcini...insomma, tutto l'opposto di come era, fino a qualche settimana prima.
La feci accomodare ed iniziai la mia ramanzina.
Lei mi guardò con quei suoi occhioni per un po poi...non resistette e scoppiò a piangere.
Inutile dire che, una donna che piange, ancor più se bella, induce a tenerezza; quindi cercai di rincuorarla e chiesi spiegazioni.
Lei si ricompose un attimo, tirò un bel sospiro ed iniziò a raccontarmi:
“vede dottore, mio marito fa il camionista e fino a poco tempo fa guadagnava bene, poi sa, la crisi, la sua azienda di trasporti ha iniziato a perdere mercato ed ora...stanno parlando di cassa integrazione. Io lavoro part/time per adempiere alle mansioni di mamma, ma lo stipendio ora non ci è più sufficiente per far fronte agli impegni presi con le banche, lei mi capisce, mutuo della casa, della macchina e spese ordinarie di famiglia”.
Insomma, ribatto io, è solo una questione economica, dove è il problema, lei sa che se vuole, per me, può passare a tempo pieno quando preferisce, in tal modo il suo stipendio aumenterebbe.
“lo so dottore, e la ringrazio, ma mia figlia ha bisogno della mamma”.
Ho capito, vorrebbe aumentare lo stipendio senza aumentare le ore di lavoro è così?
“si dottore”.
Si rende conto di ciò che sta chiedendo?
“si dottore”.
Bene, mi faccia pensare ad una soluzione, tra qualche giorno le farò sapere, sicuramente qualcosa vedrò di inventare per aiutarla. Ma mi raccomando, si renda più presentabile ed efficiente, altrimenti sarò costretto a licenziarla!
Analizzai la questione con freddezza, parlando con alcuni colleghi e poi...una soluzione possibile fu trovata, ma, occorreva che Anna accettasse!
Così, la settimana dopo, richiamai Anna nel mio ufficio.
Questa volta era vestita decentemente, tailleur grigio, occhi leggermente truccati, camicetta, calze e scarpe col tacco.
Si accomodò con l'aria incuriosita.
Domandai come andava il lavoro di suo marito.
“dalla prossima settimana sono in cassa integrazione a turno, per due settimane al mese”.
Senti Anna, una soluzione ci sarebbe ma....
“ma dottore” ….”
Comporta un sacrificio.
“quale dottore?”.
Io ti porto lo stipendio a tempo pieno, dandoti in busta paga un rimborso spese, lasciandoti il tuo orario di lavoro invariato ma....tu, una volta al mese dovrai assecondare i miei desideri sessuali, tutti, senza distinzione e senza negarmi nulla, foss'anche l'avere rapporti con clienti o colleghi cui io devo favori.
Questa è la mia proposta, prendere o lasciare!
“lei è un porco!” ed iniziò a piangere!
Pensaci, poi mi farai sapere! Ora torna a lavorare ed attenta, al primo errore....ti licenzio!
Passarono due settimane, nelle quali Anna lavorò con diligenza senza fare accenno al nostro colloquio.
Poi finalmente, chiese di poter parlare con me in privato.
Feci passare due giorni, adducendo impegni di lavoro vari e poi la ricevetti.
Si presentò con aria cupa, maglioncino beige, gonna nera, calze e stivaloni al ginocchio.
Si sedette ed iniziò a parlare:
“premesso dottore che lei è il porco più grande che io abbia conosciuto, che si approfitta di una situazione di difficoltà di una famiglia con una bimba piccola, che ho parlato della sua presunta proposta con mio marito, il quale vorrebbe spaccarle la faccia, e che io la odio profondamente....non posso che accettare, ma voglio 2 mila euro netti al mese!”.
La fissai intensamente negli occhi, poi mi riservai di farle sapere !
Lasciai passare altre due settimane, osservando scrupolosamente i suoi comportamenti,
Effettivamente lavorava bene pensai, quindi, la riconvocai nel mio ufficio accettando la sua proposta.
Bene, il nostro primo appuntamento è per domani mattina, ora di pranzo, quando tutti vanno a mangiare, nel mio ufficio! Avremo a disposizione un'ora e...vediamo come eseguirai i tuoi nuovi compiti!
Il giorno seguente ero fuori per lavoro ma rientrai in ufficio giusto verso le 12,45.
Salutai tutto lo staff e feci un sorriso beffardo a lei.
Alle 13,00 tutti uscirono per il pranzo, io ero nella mia stanza quando, la vidi affacciarsi.
“Buongiorno Dottore”.
Salve Anna, si accomodi e chiuda la porta a chiave!
Anna entrò con passo indeciso, con altrettanta indecisione chiuse dietro di se la porta dando la mandata alla serratura.
Aveva l'aspetto di un vitello che va al macello.
Era vestita con un tubino nero, la cui gonna le arriva al ginocchio, collant neri e stivali.
Presi dal frigobar una bottiglia di cognac, che tengo per offrire ai clienti quando devo dare comunicazioni spiacevoli e le porgo un bicchierino. Lei l'osserva in silenzio poi prende il bicchiere ed in un sol sorso beve.
“non temere, non mangio mica” le dico.
“Alzati e vieni qui accanto a me”.
Io seduto e lei in piedi, la posizione era ideale.
Le toccai le gambe all'altezza del ginocchio, tremava come una foglia.
Feci salire la mano entrando sotto la gonna, fino ad arrivare a toccare gli slip.
Iniziai un lieve massaggio.
Anna chiuse gli occhi.
“Spogliati le ordinai, resta solo in mutandine e reggiseno!”
Come un automa Anna ubbidì, liberandosi degli abiti superflui.
“Bene, ora levati anche il reggiseno”!
Due splendidi seni a coppa di champagne comparvero alla mia vista, adornati di due rosei bottoncini già in tiro.
“Avvicinati”!
Mi alzai dalla poltrona, presi la testa tra le mie mani e la baciai con passione sulla bocca. Con la lingua andai a cercare la sua lingua, inizialmente Anna serrava la bocca, poi si arrese e rispose al mi bacio. Le nostre lingue si intrecciavano, Con la mano destra andai a cercare il suo seno ed iniziai a tintillarle il capezzolo. Un lieve gemito usci dalla bocca di Anna.
Spostai le mie labbra sui suoi seni ed iniziai alternativamente a leccarli e suggere i capezzoli. Anna si stava sciogliendo.
Mi rimisi seduto, avendo il suo ventre all'altezza del mio viso, afferrai lateralmente le mutandine ed in un solo colpo lasciai Anna totalmente nuda.
Il suo viso divenne paunazzo,
Iniziai a baciare il suo ventre, leccando l' ombelico poi, pian piano mi spostai sul monte di venere ed infine arrivai alla sua intimità.
La peluria era ben curata ed Anna aveva un ottimo odore.
Con la lingua iniziai a leccarla mentre con le mani tintillavo i suoi capezzoli.
Sentivo la sua intimità inumidirsi sempre più.
Decisi di andare oltre, la scostai da me, mi tolsi pantaloni e mutande e la invitai ad inginocchiarsi sul mio cazzo. Le mie intenzioni erano evidenti.
Ebbe un attimo di esitazione, la guardai con aria severa; afferro la mia asta già in tiro iniziando a masturbarla. La presi per la testa avvicinando la sua bocca alla mia cappella, dopo alcuni attimi ed un sospiro di rassegnazione iniziò a leccarmi l'uccello. Con le mani spingevo la sua testa, capì e finalmente imboccò tutta l'asta iniziando un bel pompino.
Avrei voluto venirle in bocca, per mettere le cose in chiaro, la l'idea di possederla e la voglia di vederla sulla mia asta era tale che rimandai ad altra circostanza il mio intento.
Quando ritenni di essere al massimo dell'erezione la invitai a mettersi a cavalcioni su di me, difronte a me, in modo da poterla penetrare e bearmi dei suoi seni. Anche in tale circostanza fece un po di resistenza ma, capendo che non aveva alternative si posizionò la cappella all'entrata della sua fica, chiuse gli occhi e si lasciò andare a peso morto. Appena fu penetrata totalmente emise un gemito, ed iniziò a cavalcarmi. Mentre mi cavalcava, delle lacrime solcavano il suo angelico viso.
Io mi deliziai nel leccarle, beandomi della loro dolcezza. La possedevo stuzzicando quegli splendidi seni, con capezzoli talmente duri da poterci appendere un quadro.
Lei ebbe un paio di orgasmi quando, senza dirle nulla, anche io ebbi un sussulto, ed il massimo dell mio cinismo fu di non avvertirla, sborrandole tutta la mia voglia dentro di lei.
Anna inorridì a quel pensiero!
“bastardo, mi sei venuto dentro”!
Avevo detto che non dovevi negarmi nulla, io sono stato ai patti, se ci sono problemi sai come fare, prendi le tue controindicazioni, io non ho voglia di negarmi nulla né ora né in futuro! Ricordalo! Ti pago profumatamente per questo.
Anna non proferì risposta, scese dal mio corpo, si rivestì ed andò via, avendo terminato il suo orario di lavoro.
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