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La mia vicina -1


di cd1948
11.12.2014    |    49.708    |    7 9.3
"Oramai erano anni che non facevo sesso ed ero come indemoniato..."
La mia vicina

Capitolo 1

Mi chiamo Stefano, ho 65 anni, pensionato da 5, vedovo da 2 anni. Non molto alto, alquanto robusto, da ex giocatore di rugby. Mio figlio abita all'estero e quindi io abito solo in una casetta con un bel giardino. La mia casa è un po fuori dal paese e c'è soltanto un'altra casa, attaccata alla mia nell'arco di 200 metri.

Nella casetta a fianco alla mia abita una coppia, lui circa 40, 45 anni, impiegato, classico fisico da impiegato che non ha mai fatto dello sport. Lei, la protagonista del mio racconto, Rosa, 25 anni, piccolina, non più di 1,60, magra ma con le cose giuste al posto giusto, un bel culetto rotondo, dei bei fianchi, gambe diritte, un seno che sarà una terza piena ed un bel visino, con due occhi verdi e capelli biondi ondulati fino alle spalle. Lei rimase incinta che non aveva neppure 18 anni ed ora hanno due bimbi, di 7 e 6 anni, che oramai vanno a scuola.

Il nostro è sempre stato un rapporto di buon vicinato da quando vennero ad abitare vicino a me, mi aiutarono all'epoca in cui rimasi vedovo, confortandomi, invitandomi a mangiare da loro qualche volta. Io, a mia volta li ho sempre riforniti di verdure del mio orto.

Ogni tanto vedevo la mia vicina Rosa, stendere la biancheria o fare lavori all'esterno della casa, e se ero in giardino, ci soffermavamo a conversare. D'estate, poi, lei era sempre vestita in modo alquanto leggerino, spesso non metteva il reggiseno, oppure usciva con costume da bagno o bikini. Qualche volta si metteva pure a prendere il sole in bikini. Insomma, non è che provocasse, ma una bella ragazza poco vestita faceva venire fantasie e qualche sega pensando a lei me la sono fatta.
Il marito usciva al mattino presto per portare i bimbi a scuola e ritornava spesso la sera. I bimbi ritornavano al pomeriggio con lo scuolabus verso le 5 e quindi lei era praticamente tutto il giorno sola.

Quella mattina la vidi uscire in cortile a stendere che indossava un vestitino corto da casa, abbottonato (solo in parte) sul davanti. Lasciava vedere una bella porzione di scollatura e sotto, l'ultimo bottone chiuso era all'altezza dell'inguine. Si intuiva anche che era senza reggiseno dal movimento delle sue belle tette. Inoltre, si intravvedevano i capezzoli attraverso la leggera stoffa, i tipi capezzoli di una donna che ha allattato. Io stavo lavorando in giardino e ci salutammo cordialmente, poi lei iniziò a stendere i panni. Io la osservavo ogni tanto. Ad un certo punto, mentre era con le braccia alzate ed il vestito, che normalmente le arrivava a metà coscia, piuttosto sollevato, una raffica di vento glielo sollevò e vidi che era pure senza mutandine, la porcellina.

Quando finì, rientrò in casa, mentre io andai nel mio studio, ad accendere il computer.
Dopo un po, mi sentii chiamare. Era la giovane vicina.

Scesi ed andai verso di lei. Mi disse che era successo un guaio e la cucina le si era allagata. Allora, presi i miei attrezzi ed andai a casa sua a vedere cos'era successo.

In pratica, le si era staccato lo scarico del lavandino ed era fuoriuscita una quantità d'acqua, che lei aveva già asciugato. Ma siccome non sapeva cosa fare, mi aveva chiamato.
Mi sdraiai sotto il lavandino, mentre lei si accosciò davanti a me. Stava con quel suo corto vestitino semi sbottonato e senza le mutandine, la sua bella figa, contornata di pelo biondo in vista.

A quella vista, il mio uccello ebbe un'impennata improvvisa. Io ero in calzoncini corti e senza i boxer, per cui l'erezione si vedeva chiaramente. Lei non poteva non averla vista. Ed infatti, mentre mi passava gli ordegni che mi servivano aprì ancora un poco le gambe, regalandomi una visione da sogno. Ad un certo punto, me lo sfiorò pure, sorridendo.

Non so come feci, ma finii il lavoro, sempre con il cazzo durissimo ed uscii da sotto il lavandino.
Lei nel frattempo si era alzata e mi stava davanti.

-”Vuole un caffè ?” mi chiese

-”Si, grazie”, ribattei, avvicinandomi a lei, che non si ritrasse. I suoi capezzoli sembravano vole sfondare la stoffa del suo abitino. Mi avvicinai fino a sfiorarle il seno, mentre le mie mani iniziavano a sbottonarle il vestito.

-”No, la prego”, fece, ma sembrava più in sì che un no.

In breve le aprii il vestito fino alla vita e tirai fuori quelle splendide tette, iniziando a succhiarle i capezzoli. Erano delle tette di una terza piena, leggermente cascanti, due capezzoloni scuri, eretti e duri da non credere. Continuando a mordicchiarle e succhiarle i capezzoli, le sbottonai del tutto il vestitino e glielo feci cadere a terra.

Ora era completamente nuda e stava mugolando di piacere. Senza smettere di lavorarle le tette, scesi con la mano sul suo inguine ed iniziai a passarla nel folto boschetto biondo. Lei spinse il bacino in avanti a cercare ancora la mia mano, che piano scese fino alla fessura. Iniziai a massaggiarle il clitoride, prima piano, poi sempre più energicamente, glielo presi fra le dita e lo strinsi.

Lei emise un gemito di piacere. La mia mano continuò a scendere fino ad infilarle un dito in figa. Era bollente e bagnatissima. Lei, che fino a quel momento teneva la mia testa stretta sulle sue tette, mi lasciò andare e s'inginocchio davanti a me, sfilandomi i calzoncini, che non ce la facevano più a contenere il mio cazzo in tiro. Poi me lo prese in bocca. Le afferrai la testa ed inizia a scoparle la bocca, spingendolo fino in gola.

Dopo un po, la feci alzare e la feci sdraiare sul tavolo della cucina, le gambe spalancate. Mi accuccia davanti a lei ed iniziai a leccarle la figa, succhiarle e mordicchiarle il clitoride mentre le infilai piano un dito in figa per bagnarlo e poi glielo spinsi dentro al culo.

Lei oramai non parlava, solo mugolava di piacere, il viso stravolto, in un orgasmo quasi continuo. A quel punto mi alzai e le infilai il cazzo tutto nella figa, fino a toccarle l'utero, mentre con le mani le pastrugnavo le tette. Lei urlava di piacere, sussultando, oramai completamente partita. Continua a pompare per un bel po, poi la feci voltare, le feci appoggiare il busto sul tavolo, mettendola a 90 e la penetrai in figa nuovamente, pompandola selvaggiamente. Oramai erano anni che non facevo sesso ed ero come indemoniato. Persi il conto dei suoi orgasmi e poi, finalmente, venni. Le sborrai dentro tutto quello che avevo accumulato. Esausto, glielo sfilai e mi sedetti su una sedia. Lei rimase lì, appoggiata, ansimante, la mia sborra che le colava dalla figa.

Quando si riprese, la feci inginocchiare davanti e me e mi feci ripulire il cazzo per bene.

-”Grazie”, mi fece, “non ho mai goduto tanto in vita mia”.

-”Sono felice di sentirtelo dire”, ribattei.

-”Sai, credo di aver avuto più orgasmi oggi che in tutto il resto della mia vita”, aggiunse.

-”Non preoccuparti, da ora in poi ne potrai avere quanti vorrai”.

Parlammo ancora per un po. Poi, andai a casa, dove mi feci una bella doccia.
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