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Spinta dalla necessità... 5


di spp
12.02.2011    |    25.619    |    0 8.1
"La situazione aveva eccitato anche me per questo domandai a Mario di leccarmi e di farmi godere, lui allora si mise tra le mie gambe ed iniziò un lavoro..."
Detto fatto, la mattina dopo mi vestii con cura scegliendo un abbigliamento molto sexy, serviva più che altro per mio marito in quanto in villa avevo la divisa che era di per sé molto succinta. Mi recai al lavoro e come al solito in quel periodo dovetti accontentarmi della sveltina che mi riservavano i miei due stalloni, in cuor mio non vedevo l’ora arrivasse sabato, mi resi conto che ormai da quando era iniziata quella storia facevo praticamente sesso tutti i giorni e che sesso! Anche quel giorno Marco aveva dedicato più di dieci minuti di attenzione al mio culetto prima di scaricarcisi dentro e il buon Ahmed mi aveva riempito davanti dopo mezz’ora di intensi colpi, per loro erano “una sveltina” il mio buon Mario ci avrebbe messo la firma per durare tanto.

La sera quando il mio maritino vide come ero agghindata mi divorò con gli occhi e si eccitò moltissimo, si intuiva chiaramente che non vedeva l’ora di andare a letto e fece di tutto per accelerare l’evento obbligando quasi le bambine a recarsi dormire in anticipo. Una volta soli la prima cosa che mi chiese fu com’era andata, gli risposi molto bene, ogni oltre mia più rosea aspettativa, ovviamente volle sapere tutto nei minimi dettagli.

Mi inventai che avevo fatto colpo con il mio look ed aggiunsi che avevo anche fatto di tutto per attirare l’attenzione di Ahmed, piegandomi e cercando tutte le scuse utili per mettere in bella vista le mie grazie, cosa a quanto pare a lui non indifferente almeno a giudicare dall’enorme bozzo che gli si era formato nei pantaloni. Continuai il racconto dicendogli che visto che lui restava sulle sue mi ero proposta sfacciatamente tastandogli in maniera inequivocabile il pacco da sopra i pantaloni comportandomi come un consumata puttana. Mario seguiva il mio racconto in spasmodica attesa ed era eccitatissimo, era curioso di sapere il resto, io allora gli dissi di spogliarci ed andare a letto che avrei continuato lì.

Quando finii di prepararmi lui era già sotto le coperte, completamente nudo, con il pisellino in piena erezione, mio spogliai ed entrai nel letto a mia volta, glielo presi in mano accarezzandolo e ripresi il discorso da dove l’avevo interrotto. Gli dissi che Ahmed non appena gli avevo appoggiato la mano mi strinse tra le braccia e mi baciò mentre io liberavo finalmente il suo enorme cazzo dalla prigionia di quei pantaloni e mutande troppo strette per contenerlo, prenderlo in mano mi fece bagnare completamente, non mancai di descrivere quanto fosse grosso e lungo, poi lui mi invitò ad abbassarmi mettendomi una mano sulla spalla, mi ritrovai con quel gigante davanti alla bocca e non potei fare a meno di iniziare a pomparlo, Mario mi pregò di togliere la mano dal suo perché altrimenti veniva. Mi chiese cosa avessi provato, non mentii descrivendogli le sensazioni incredibili che Ahmed mi dava, dovevo edulcorare la realtà perché volevo fosse lui a dirmi di farmi anche penetrare, già aveva accettato supinamente il fatto che sua moglie avesse fatto un pompino ad un altro uomo.

Senza dover fare alcuno sforzo di fantasia gli descrissi l’enorme sborrata che avevo ricevuto e la difficoltà per ingoiarla tutta, vista la potenza e la quantità, mentre glielo raccontavo avevo il suo cazzetto in mano che improvvisamente cominciò a pulsare venendo. Mi chiese scusa dicendo che si era eccitato troppo per il racconto. La situazione aveva eccitato anche me per questo domandai a Mario di leccarmi e di farmi godere, lui allora si mise tra le mie gambe ed iniziò un lavoro piacevolissimo, mi titillava la clitoride, mi leccava tutto il sesso alternando dei colpetti a delle penetrazioni con la lingua, io ne approfittai per dirgli che se era d’accordo il sabato mi sarei fatta prendere completamente, mugugnò un sì senza smettere quel che stava facendo con tanta perizia ed io arrivai finalmente all’orgasmo. Dopo esserci ricoperti e prima di addormentarci gli dissi che era un porcellino e volli che mi riconfermasse che era d’accordo su tutto, mi rispose che non aveva mai avuto il coraggio di dirmelo ma l’aveva fantasticato molte volte di vedermi alle prese con uno stallone, dotatissimo che mi facesse impazzire di piacere. Lo baciai dicendogli che l’amavo ed era quello che sentivo e provavo, un sentimento che nulla aveva a che vedere con l’estasi ed il piacere che mi davano i miei due amanti, questo era molto più profondo e del quale non avrei potuto fare a meno.

Finalmente arrivò il sabato, non appena arrivai in villa i miei due amanti mi stavano aspettando, mi trascinarono immediatamente in camera dove pretesero facessi uno streep, la musica di nove settimane e mezzo in sottofondo e via allo spettacolo. Quando fui completamente nuda mi dedicai alla loro svestizione, prima Marco e poi Ahmed, come sempre quando liberai il mastodontico pene di quest’ultimo ebbi, nonostante la conoscenza ormai profonda, un sussulto, riusciva sempre a sorprendermi, era già duro e pronto lo pregai di prendermi senza indugiare oltre. Le loro intenzioni erano diverse, mi fecero mettere alla pecorina e Marco iniziò a leccarmi sapientemente mentre io imboccavo l’oggetto dei miei desideri, raggiunsi, come sempre, in un attimo l’orgasmo, colavo piacere. Marco si distese a fianco ad Ahmed ed io mi alternavo sui loro membri superbi, il trattamento tra bocca e mani era intenso ed il primo dovette fermarmi per non godere, continuai a profondere le mie attenzioni sul pezzo di ebano. Come d’incanto si materializzò un vibratore di proporzioni generose, mi chiesero di masturbarmi per loro, all’inizio ero titubante ma più che una richiesta era un ordine così cominciai e dopo un inizio stentato penetrarmi con quel grosso affare di plastica, con due uomini che non perdevano un gesto di quel che facessi, iniziò a procurarmi un intenso piacere che mi condusse all’ennesimo orgasmo.

Marco mi disse di impalarmi sul suo pene che era ritto e duro come un bastone, mi inculai da sola in brevissimo tempo, oramai avevo una certa abitudine ad averlo lì dentro, ero con il viso rivolta alle sue estremità, Ahmed mi venne davanti ed iniziò a sfregarlo sul mio sesso bagnato, era bellissimo, poi lentamente cominciò a penetrarmi. Finalmente riprovavo quella sensazione di pienezza mi sembrava di averli dappertutto, dopo un primo orgasmo incontenibile cominciai a gustarmi la doppia penetrazione, era sublime, ora desideravo soltanto che entrambi esplodessero dentro di me, anelavo quel momento mi sembrava la giusta ricompensa per tutte quelle emozioni che stavo vivendo.

Come sempre il primo a cedere fu Marco che mi inondò l’intestino, una breve pausa fu necessaria per ripulirci e per liberarmi, subito dopo Ahmed si prese cura di me mentre l’altro faceva da spettatore, mi prese in tutte le posizioni portandomi a vette di piacere mai provate, era instancabile.

Desideravo che anche lui godesse, volevo sentire i suoi potenti schizzi e la sua copiosa sborrata dentro di me, fu a quel punto che lui mi girò e mentre mi mordeva il collo rientrò dandomi dei potenti colpi che mi scuotevano nel profondo, quindi lo sentii uscire e come sempre mi pervase una sensazione di vuoto ma subito dopo eccolo appoggiarsi al secondo canale, ero terrorizzata ma non avevo il coraggio di dire alcunché, lo pregai solo di fare piano.

Nonostante l’intenso trattamento ricevuto nei giorni precedenti da Marco, che non era proprio uno scarsamente dotato, quando lui cominciò ad entrare mi sentii lacerare, mi bruciava terribilmente e provavo un dolore intenso eppure desideravo soddisfarlo. Pazientemente lui entrava lentamente in me e si fermava per darmi modo di abituarmi, ancor più che davanti sentivo tutte le sue forme, non ho la più pallida idea di quanto durò ricordo solo che ad un certo punto il dolore si affievolì e cominciai a provare un piacere nuovo, diverso, era un misto di piacere e dolore, dove il primo stava prendendo il sopravvento ed infine arrivò un nuovo orgasmo diverso da tutti quelli provati in precedenza. Oramai avevo superato l’ostacolo, cominciai ad urlagli di sfondarmi di non preoccuparsi di nulla ma di sbattermi con vigore ed innaffiarmi, Marco che si era nuovamente eccitato si stava masturbando davanti al mio viso fu così che mentre Ahmed svuotava il contenuto delle sue grosse palle dentro di me, il piacere che provavo era indescrivibile visualizzavo ad occhi chiusi tutti quei potenti getti mentre il calore pervadeva il mio ano, mi sentii colpire sulla parte destra dal viso da un’altra serie di schizzi, anche Marco era arrivato.

Ero spossata ma felice, ebbi solo la forza di telefonare a Mario per dirgli che mi sarei fermata anche il pomeriggio, aggiunsi che era successo e probabilmente nel pomeriggio avremmo replicato e terminai dicendogli che gli avrei poi raccontato tutto, ci lasciammo con un reciproco… ti amo.
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