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che scopata con mia cognata


di durokedura
04.10.2011    |    107.453    |    8 9.1
"Dopo non so quanti orgasmi, mi prese mi fece distendere sul letto e cominciò a cavalcarmi, stavolta sotto il suo dominio, durai davvero poco, la inondai di..."
Era sempre stata il mio sogno erotico, mi era capitato diverse volte di accompagnarla a casa di notte, dopo riunioni di famiglia, il marito lavorava in fabbrica di notte, per cui non presenziava mai.
Mia cognata, un anno più grande di me, altezza media, visino accattivante, ogni curva al posto giusto ed una sesta esplosiva di seno.
Mi divertivo a portarla in giro con la moto, sentivo quelle tette enormi e sode che si poggiavano sulla mia schiena, mi divertivo a fare battutine, avevamo molta confidenza, ma anche tantissimo rispetto, per cui a parte qualche sguardo non c’era mai stato nulla.
Dovetti allontanarmi per lavoro per un periodo di tempo, continuavamo a sentirci, periodicamente ci scambiavamo degli sms, solo che l’ultima volta che la vidi, i suoi occhietti mi sembrarono più furbi del solito, per cui decisi di farmi un po’ più intraprendente; decisi pertanto di sondare il terreno, le scrissi via sms che l’avevo sognata, lei molto incuriosita volle sapere che facevamo nel sogno, ed io le risposi che stavamo facendo sesso. Lei non fece una piega, anzi mi confesso che non le sarebbe dispiaciuto per nulla se quel sogno fosse diventata realtà.
Il resto dei giorni passati lontano da lei, furono uno scambio continuo di porno chiamate e porno sms, mi racconto delle sue fantasie, mi racconto delle sue esperienze, io le raccontai le mie, ci scambiammo foto di nudo e video in cui ci masturbavamo pensandoci.
Finalmente dopo un mesetto feci rientro a casa, il mio primo pensiero fu quello di andarla a trovare, inventai una scusa a mia moglie ed approfittando del turno mattutino di mio cognato, andai a casa.
Mi aprì la porta; era un vero spettacolo, vestita molto sexy con una mini gonna, molto mini, ed una camicetta di seta bianca, che a stento riusciva a trattenere quel ben di Dio.
Ci baciammo con tutta la passione e la carica che avevamo accumulato in quel periodo di distacco, la presi e la adagiai sul un divanetto che stava accanto l’ingresso, cominciai ad esplorare il suo magnifico corpo, le sbottonai la camicia le tirai fuori le tette e cominciai a morderle i capezzoli, erano enormi e dure come il marmo, era davvero statuaria.
Avevo il cuore che andava a mille, le mani tra le sue cosce che esploravano ogni angolo più nascosto del suo corpo, la mia lingua dentro la sua bocca ed il cazzo che stava per esplodere dentro i pantaloni.
Giocammo un pochino sul divano, mi divertivo a vederla subire passivamente le mie “torture”, ad un tratto si divincolò dai miei tentacoli e mi disse “adesso tocca a me”, mi sbottonò i pantaloni e cominciò a leccarmi dalle palle fino alla punta del cazzo, con risalite lente e consistenti, non staccò un secondo lo sguardo dal mio, con gli occhi sembrava volesse dirmi, guarda quanto è zoccola la tua cognatina.
Con non poca fatica le tolsi il cazzo dalla bocca, eravamo accostati alla porta d’ingresso e non volevo che si sentissero i miei muggiti o i suoi, la presi e la portai nella camera da letto.
Sarò perverso, avrò una mente contorta, ma non c’è nulla di più bello di scoparsi la donna di un altro nella sua alcova.
La poggia sul comò, le sfilai il perizoma e comincia a leccarle dal clitoride al buco del culo, ogni volta che trovavo un incavo infilavo dentro la lingua simulando la penetrazione, le gradì parecchio mi teneva la testa, assecondava i miei movimenti, finò a quando non raggiunse un orgasmo da paura, urlava e si dimenava, non mi permetteva (non ne avevo la minima intenzione) di staccarmi dalla lei; il suo sapore mi inebriava il cervello, il suo profumo era come droga.
La presi gli ultimi vestiti, la lasciai in autoreggenti, le poggiai la cappella sulla labbra della figa ed cominciai a pomparla violentemente, era bagnatissima, la sentivo godere, urlava e tenendomi per le chiappe mi sbatteva con violenza verso di lei. La dominavo, rallentavo quando stavo per esplodere, la tenevo sulla corda.
Cambiammo posizione, la misi a pecora davanti allo specchio, mi calai su di lei, e dopo averle aperto le chiappe, le lubrificai il buchino del culo, con una magnifica leccata, lei capì quel che volevo, si rilassò ed tenendosi le chiappe mi invitò a sfondarle il deretano.
Cazzo non fece una piega, si prese tutta la verga senza fiatare, anzi mi incitava a fotterla come una puttana, la pompavo poi mi fermavo, le giravo il culo verso lo specchio e le facevo ammirare il suo ano dilatato. Ogni botta era un vero spettacolo, le sue enormi tette dondolavano con un movimento ipnotico, ero in estasi.
Dopo non so quanti orgasmi, mi prese mi fece distendere sul letto e cominciò a cavalcarmi, stavolta sotto il suo dominio, durai davvero poco, la inondai di sborra in figa mentre le mie mani le torturavano i capezzoli.
Si sfilò il cazzo da dentro, cambiò posizione e mi disse - non voglio che esca una goccia di sborra da dentro, stanotte voglio farmi leccare la figa dal tuo cognatino -.
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