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famiglia con amante (capitolo 2)


di macchiettadiseta
22.01.2016    |    12.358    |    4 7.3
"Anche in questa occasione Giorgio, fa passare molto tempo prima di andare al bar, difatti Laura parlando con Antonio: - ma chissà che fine ha fatto..."
CAPITOLO 2

I giorni che lo separano da sabato, per Giorgio, non finiscono mai, soprattutto le notti, rimane spesso sveglio con erezioni pazzesche a cui da sfogo solo con micidiali seghe poiché ha ricevuto l’ordine di non poter scopare con sua moglie e intende rispettarlo appieno anche se gli costa tanto.
Finalmente, dopo lunghi interminabili giorni, il sabato tanto atteso è arrivato e come di consueto, passano prima a portare il figlio dai nonni, per poter fare la spesa con comodo, e poi si recano al centro commerciale.
Giorgio è emozionatissimo, non fa che guardarsi intorno per vedere se c’è il sig. Antonio, ma quando lo vede gli viene comunque un tuffo al cuore e un inizio di attacco da panico, sa che ormai non si può più tirare indietro, le gambe gli diventano pesanti e avvampa di calore, una cosa è la fantasia un l’altra la realtà. Laura, guardandolo in faccia, gli chiede cos’abbia.
- ma no, nulla, solo un colpo di calore. Qua dentro il centro hanno l’abitudine di mettere al massimo il riscaldamento.
- ah ok, dai vai a prendere il carrello.
Iniziano a girare per i vari reparti del supermercato fino a quando giungono al reparto frigo, dove ci sono gli yougurt, il latte, ecc… di solito sempre con poca gente perché fa sempre freddo. Mentre sono li a scegliere quali prendere per il figlio, Giorgio si sente chiamare.
- Giorgio, ma sei proprio te?
Giorgio si gira con la faccia sorpresa…
- buonasera sig. Antonio, quanto tempo…
- eh già, anche io ho stentato a riconoscerti… eri un ragazzino quando lavoravi per me… quanti anni avevi 24, 25…una cosa così, giusto?
- eh , sì, più o meno.
- ah ma vedo che sei in compagnia di una bellissima donna… per caso è tua moglie? Perché non me la presenti?
- eh, sì, scusatemi… lei è Laura, lui il sig. Antonio
- molto piacere signora
- piacere mio
- avete anche dei bambini?
Gli chiede Antonio rivolgendosi a Giorgio
- certo, sì, uno… è piccolino adesso sta con i nonni, così noi possiamo fare la spesa in santa pace
- ah, bene bene… così vi rilassate un attimo eh? Ahaha
Laura: - eh, già, a quell’età, ti tolgono ogni energia.
Antonio: - va bene, vi ho disturbato abbastanza, vi ho rubato fin troppo tempo… poi qua si gela pure ahahah… mi ha fatto piacere rivederti Giorgio… e soprattutto sapere che ti sei fatto una bella famiglia e che hai anche una bellissima moglie.
- grazie sig. Antonio, anche a me ha fatto molto piacere
Laura: grazie… è stato un piacere… arrivederla
Come Antonio si allontana, Laura chiede chi fosse e Giorgio gli dice che era un suo vecchio capo di un lavoro che faceva tanti anni prima, gli dice che era una persona veramente in gamba, simpatica, molto alla mano, sul lavoro poi era un vero esperto… finisce per farne un po’ le lodi.
Mentre continuano a fare la spesa, intanto Antonio li seguiva non perdendoli mai di vista. Quando capisce che ormai nel carrello entrava poca roba ancora e che si stavano avviando alle casse, li inizia a tallonare da vicino. Difatti alle casse finiscono per rincontrarsi nuovamente.
- ci rincontriamo di nuovo eh?
Fa Antonio rivolgendosi a Laura, che non si era accorta di averlo di dietro.
Un po’ sorpresa gli dice: - e già.
E gli sfodera un bel sorriso.
- vedo che vi siete comprati mezzo negozio, eh?
- ahahah, e sì, cosa ci vuol fare? Facciamo la spesa grossa una volta la settimana…
- sì, immaginavo.
- abitate qua vicino?
- si, più o meno, saranno un paio di km…e lei?
- no, io qua ci vengo solo per lavoro ormai, ogni tanto mi fermo in un residenze dove la società mi prende un appartamento per una o due settimane. Ah, ma prego tocca a voi.
- sì, mi scusi
In quel momento a Giorgio, che fin’ora si era limitato ad osservare, viene un colpo di genio.
- Ma i cereali per la colazione del bimbo, li hai presi?
- No, mannaggia! E adesso chi lo vuol sentire? Sai i pianti che si fa se domattina se non trova i suoi cereali, dai valli a prendere mentre io metto la roba sulla cassa.
Lo sguardo che si scambiano Giorgio e Antonio la dice lunga.
- Vai , non ti preoccupare, do una mano io a Laura… prometto che non me la rubo… ahahahah
E Giorgio, sorridendo si dilegua per cercare i cereali. Antonio dal canto suo è sempre più contento di aver trovato una bella coppia ed un complice così in gamba.
Quando Giorgio torna, vede che sono ancora alla cassa, allora senza farsi vedere, si allontana e da dietro un bancone osserva la situazione, vuole lasciarli soli un altro po’ e ripresentarsi dopo che hanno pagato.
Quando anche Antonio ha finito di pagare la sua spesa, riappare Giorgio.
- Laura, mi spiace, non li trovavo. Faccio la fila e pago.
- Non ti preoccupare Giorgio, noi ci andiamo a prendere un caffè al bar, al piano di sopra, raggiungici là.
Gli dice Antonio con un bel sorriso beffardo.
Laura, gli fa ciao con la mano e insieme si allontana con Antonio.
- Laura, lascia che il carrello lo spinga io.
- Ma no si figuri
- Laura, insisto, è pesante. E poi non mi sentirei a mio agio a vederti faticare quando lo posso fare io.
- ma che galante… lei sì che è proprio un cavaliere… ma se insiste, l’accontento, è tutto suo.
E ridendo gli passa il carrello.
Arrivati al bar, si accomodano ad un tavolino e iniziano a conversare su cosa fanno, di cosa si occupano, le solite chiacchiere tra due perfetti sconosciuti, ma comunque a entrambi risulta piacevole chiacchierare con l’altro, non ci sono pause imbarazzanti dove uno non sa cosa dire, anzi è una conversazione brillante. Quando arriva la cameriera e chiede cosa volessero, Laura risponde che vorrebbe un succo di frutta, ma Antonio, la corregge e le fa notare che vista l’ora sarebbe più opportuno un buon prosecco, consiglio che Laura accetta ben volentieri.
Anche in questa occasione Giorgio, fa passare molto tempo prima di andare al bar, difatti Laura parlando con Antonio:
- ma chissà che fine ha fatto Giorgio? Ormai dovrebbe aver finito.
- avrà incontrato qualche altro amico o ex collega… ahah
- non sò, ma tutto può essere
- spero che non ti stai annoiando…
- no no, figurati, anzi è un piacere parlare con lei. Aveva ragione Giorgio a dirmi che lei è molto brillante, ha una grande stima verso di lei, sa?
- ah, sì? Grazie… beh sì, quando lavorava per me era veramente un ottimo collaboratore, efficiente, pronto, non dovevo mai dirgli due volte la stessa cosa…e io sono esigente, sai? Non scherzo mica sul lavoro… si tira dritti. Ma da lui sempre grandi soddisfazioni. Solo una volta, lo ricordo bene, mi ha fatto arrabbiare di brutto…e devo ammetterlo, ho esagerato anche io con la mia reazione…
- ah , sì dica, mi dica per favore. Sono molto curiosa.
- ma, non so… sai, è una cosa successa tanti anni, a lavoro, e potrebbe anche essere imbarazzante.
- ma davvero? Ora sì che la voglio sentire questa
- va bene te la racconto, ma che rimanga tra noi. Non voglio che vai da Giorgio a dirgli che ti ho riferito un fatto che a lui all’epoca ha creato grande imbarazzo. Ok?
- sì, sì, non si preoccupi… sarà un nostro segreto
- ok, allora vedi, come ti dicevo lui lavorava per me e tutto filava liscio come sempre, mai una sbavatura, sempre puntuale, preciso, un vero lavoratore modello, finchè un giorno non è successo il patatrack! Da che non aveva mai combinato nulla a che l’ha fatta grossa in una volta sola… ancora dopo tanti anni se ci penso mi viene un nervoso che non ti dico.
- addirittura, ma che ha combinato di così drammatico?
- gli avevo detto di compilare e stampare un contratto per un certo cliente, con una certa cifra. Noi ovviamente avevamo dei contratti precompilati, dove ogni volta bisognava solo cambiare intestazione e poche altre cose, tra cui le varie cifre. Bè, in poche parole, lo aveva compilato tutto bene, soltanto che il dato più importante, ovvero la cifra richiesta era più basso esattamente di 50 mila euro. Quando mi ha portato il contratto da firmare io ero molto preso, stavo telefonando con un altro grosso cliente con il quale c’erano stati dei problemi, fatto sta, che mi si para davanti Giorgio che mi chiede di firmare il contratto in modo che lo possa spedire. Io a gesti gli chiedo se era tutto ok, lui mi fece cenno di sì e così firmai senza leggere. Per quel giorno finì lì. Il giorno dopo invece mi chiamarono dall’ufficio contabilità e mi chiesero spieghi azioni su quel contratto, lì per lì, non capii nemmeno a cosa alludessero, ma quando venne fuori lo sbaglio capii tutto e andai su tutte le furie. Me la presi in primis con me stesso, in quanto non si firma mai nulla senza leggere e poi con Giorgio che aveva fatto quel cazzo di errore… scusa il francesismo Laura, ma ancora mi brucia.
- no, no, non si preoccupi, continui pure
- insomma, risalii su all’ufficio open dove lavorava la mia squadra e casualmente Giorgio mi si parò proprio davanti. Fu istintivo, senza ragionare, commisi una debolezza non da poco, ma ero davvero nero di rabbia e gli diedi uno schiaffone in pieno viso.
- oh mio dio
- vedi, lui neanche se lo aspettava per cui non si ritrasse, non si difese, incasso quello schiaffo, se non ci fosse stata affianco a lui la scrivania di un collega sarebbe anche finito a terra. Rimase piegato piegato su quella scrivania per una manciata di secondi, intanto intorno era sceso il silenzio, poi iniziò a piangere a dirotto come un bambino. Fu una sena davvero brutta da vedere. E io lo insultai anche dicendogli quello che aveva combinato, e insomma, puoi immaginare il resto.
- si immagino… purtroppo. Ma lui non reagì?
- no, no, assolutamente, ma poi hai visto quanto sono grosso? Eheheh, che mi avrebbe potuto fare?
- bè in effetti.
- che rimanga tra noi eh?!
- certo, certo, la ringrazio per questa confidenza
- ah eccolo che arriva
- spero non stavate parlando male di me?
- coda di paglia? Eh? No, no, figurati, tua moglie mi stava parlando del suo lavoro. Ma tu che fine avevi fatto?
- ma niente, praticamente il pacco di cereali non passava il codice a barre per cui sono dovuto tornare indietro a prenderne un altro. Poi una volta uscito ho incontrato un ragazzo della palestra e ci siamo messi a parlare un po’. Tutto qua. Voi invece vi siete un bel pro secchino, vedo.
- e sì, vista l’ora, tra un po’ dobbiamo andare a prendere il piccolo e andare a cena.
- prego, sentitevi liberi di andare, non voglio abusare del vostro tempo.
- no, no, si figuri nessun problema. Ma senta sig. Antonio, lei stasera rimane qua in città?
Gli chiede Giorgio.
- si certo, tanto mia moglie è andata a casa della madre per il week end.
- ma scusi allora se rimane qua perché non viene a cena da noi, Laura è una cuoca provetta. Eh Laura, che ne dici? Lasciamo il piccolo dai tuoi e poi lo passiamo a prendere dopo cena.
- sì, certo, si può fare
- ma no, non voglio abusare di voi ancora, magari un’altra volta, con più calma.
Interviene Laura:
- no, no, mi permetta di insistere, tanto ci metto pochissimo ad in inventarmi una cena… e poi la roba proprio non ci manca.
Indicando il carrello.
- va bene, se proprio insistite accetto.
- ok, perfetto. Allora telefoniamo ai nonni per dirgli il cambio dei piani.
- dunque, se abbiamo deciso allora è meglio che passi da casa, così mi faccio una doccia e poi verrò a casa vostra. Ok?
- certo, perfetto a dopo.
- ah, ma non so dove abitate?
- ma certo, che sbadato, dunque noi siamo in via hot wifes, n 69. Le lascio anche il mio numero di cellulare nel caso dovesse esserci qualche imprevisto. Ah, ma accidenti, mi si è scaricato il telefono. Amore gli puoi dare il tuo?
- certo, allora 333xxxxxxxxx
- segnato! Perfetto! A dopo allora.
E Antonio allora si congeda. È soddisfatto perché il piano fin’ora và meglio di ogni più rosea aspettativa.
Anche Giorgio è della medesima idea. Laura dal canto suo invece è contenta, almeno passerà una serata diversa in compagnia di una persona interessante invece di passare la serata a vedere il solito varietà del sabato sera.



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