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la discoteca estiva


di Membro VIP di Annunci69.it ilcap
25.08.2014    |    15.991    |    1 8.7
"Ai tempi ero più giovane ma era già qualche anno che non andavo più in quel locale e rimasi colpito dalla media dell’età del pubblico che per me era abbastanza..."
Non sono mai stato amante delle discoteche, le frequentavo il giusto e solo per incontrare gente nuova e conoscere qualche ragazza. Coincidenza volle poi che la ragazza con cui ho avuto la mia storia più importante non la conobbi in disco anche se a lei piaceva molto andare a ballare. Una sera di fine estate al rientro dalle vacanze riuscì a convincermi ad andare a ballare con gli amici della sua vecchia compagnia e così dopo una cena organizzata a casa dei suoi amici uscimmo tutti assieme. Era una bella serata di fine estate, e faceva ancora caldo, erano le ultime serate delle aperture estive dei locali all’aperto. Ai tempi ero più giovane ma era già qualche anno che non andavo più in quel locale e rimasi colpito dalla media dell’età del pubblico che per me era abbastanza alta, era pieno di gente over40, donne, uomini, single, forse separati o divorziati in cerca di svago o forse di qualche avventura, ogni tanto vedevi anche personaggi stravaganti per non dire imbarazzanti. La serata era piacevole e tutto sommato la musica revival 70/80 piaceva anche a me e così pur non essendo un amante delle discoteche mi scatenai a ballare per più di un ora senza fermarmi, ad un certo punto però mi allontanai per andarmi a sedere su un divanetto nel giardino, c’era anche Paolo, un amico d’infanzia della mia ragazza che mi offrì una sigaretta, non sono un fumatore ma ogni tanto qualche tiro me lo faccio.
Spensi la sigaretta nel posacenere di sabbia accanto al divanetto e mi girai verso Paolo, ma proprio in quel momento incrociai lo sguardo con una donna che passava davanti a noi assieme ad un’altra ragazza, fu una cosa fulminea, ci guardammo negli occhi, lei mi sorrise e mi fece –Ciao!- senza però fermarsi, imbarazzato accennai un sorriso e forse le feci l’occhiolino, ero talmente colpito dai suoi occhi azzurri che non ricordo bene, in un attimo cercai che ricordare se per caso la conoscevo, ma Paolo interruppe i miei pensieri dandomi di gomito e dicendo: - Oh, Oh, hai visto, ti ha detto ciao…- e gignò, mi ripresi e quasi scocciato gli dissi: -Eh allora? Che devo fare? Tanto sono impegnato…
Paolo era uno degli migliori amici della mia ex e già immaginavo cosa le avrebbe raccontato della tipa che mi aveva salutato…
Feci finta di nulla ma continuavo a pensare a quella donna, era figura esile, avrà avuto 42-43 anni, occhi azzurri, capelli corti ricci, castana chiara, indossava un abito a fiori estivo, leggero, con le spalle scoperte e indossava un paio di scarpe aperte tipo sandali, con un tacco sottile ma non molto alto che comunque slanciava delle belle gambe tornite fino al ginocchio, poi la gonna del vestito svolazzante le dava un aria leggiadra.
Dopo poco Paolo tornò dagli altri a ballare ed io mi alzai per fare due passi e schiarirmi le idee, ma no, di sicuro non conoscevo quella donna. Il locale era molto grande e c’erano ben tre piste da ballo, istintivamente m’incamminai nella direzione in cui la vidi andare, ma nella confusione l’avevo già persa di vista. Passeggiavo a bordo pista quando ad un certo punto buttando lo sguardo nel mezzo la rividi, era li che ballava scatenata con l’amica, la fissavo, ballava in modo sensuale e divertita, ad un tratto alzò lo sguardo e mi vide, sorrise di nuovo poi allungò le mani in avanti e mi fece cenno di avvicinarmi continuando a fissarmi e sorridere in attesa di una mia reazione. Così mi feci largo nella pista e mi avvicinai a lei fino a trovarmici di fronte a ballare e guardarla negli occhi, si muoveva sinuosa come una pantera, ora la potevo ammirare bene, aveva un bel fisichino, minuto ma benfatto, seno piccolo ma sodo, vita stretta, fianchi stretti e un bel culetto che ammirai ancora meglio quando si girò di schiena e piano piano mi si avvicinò fino a strusciarsi su di me. Ovviamente l’eccitazione mi stava montando a mille, e ogni volta che si strusciava doveva sentirla sempre meglio, alla terza volta le presi le mani e le accompagnai fino a cingerle i fianchi, poi mi avvicinai all’orecchio e dissi: -Sono qua con la mia ragazza…
Lei girò lo sguardo e mi sorrise, poi si avvicinò al mio orecchio e complice forse qualche cocktail di troppo, disse: -Questa cosa mi eccita ancora di più…- dopo un po’ di nuovo al mio orecchio aggiunse: - Comunque se lo vuoi sapere mio marito invece è all’estero per lavoro!-
Era un chiaro invito ad osare di più, ma ero seriamente in difficoltà per il fatto che in qualsiasi momento la mia ragazza o qualcuno dei suoi amici avrebbero potuto vedermi. Monica, così si chiamava, continuava a ballare e a provocarmi con sguardi ammiccanti e movimenti sexy, anche io continuavo a ballare inebetito e la sua amica si gustava la scena divertita, decisi così di prendere in mano la situazione e dissi all’orecchio di Monica: - Seguimi!- e mi allontanai verso il giardino senza più voltarmi, tento il tutto per tutto pensai, se mi segue vediamo, altrimenti erano solo smorfie di una femmina brilla in calore. Non potevo certo lasciare lì la mia ragazza e gli altri, non potevo uscire dal locale, qualunque cosa sarebbe successa con quella donna doveva succedere lì, ora o mai più.
Eccomi di nuovo sul divanetto, l’aria aria fresca del giardino mi avvolge piacevolmente alle spalle, guardo in direzione della pista quando dalla calca vedo sbucare lei, Monica.
Si avvicina sorridente e mi fa: -Eccomi, e allora?- Mi alzo e senza dire una parola stavolta la prendo per mano e la trascino dietro i divanetti verso il giardino, con una certa foga l’attacco al tronco di un grosso albero e la bacio con passione, passione che oramai era montata, irrefrenabile. Lei comincia a sbottonarmi la camicia poi si avventa con la bocca sul mio collo e poi scende verso il petto leccandomi e mordendomi i capezzoli. La cosa mi fa letteralmente perdere la testa e così dopo che le avevo già messo le mani sotto la gonna per sentire le sue gambe vellutate, salgo sul culetto a cercare di sfilarle le mutandine ma non ci riesco e così preso da un furore selvaggio le strappo l’elastico del perizoma. Sarà stato colpa dell’alcool o forse dell’audacia disinibita di questa donna o forse ancora del gusto del pericolo di essere beccato, fatto sta che mi era montata una eccitazione animalesca che non riuscivo a contenere. Allo strappo delle mutandine lei non ha fatto piega ed ha iniziato a sbottonarmi la cintura e poi la patta dei jeans, ha infilato la mano nei boxer e me l’ha tirato fuori poi si è abbassata ed ha iniziato a spompinarmelo con foga, il mio cazzo pulsava, avevo quasi male da quanto era duro. Ero di nuovo sconvolto, adesso attaccato all’albero c’ero io, nelle mani avevo le sue mutandine e lei in ginocchio me lo stava letteralmente ingoiando; ma no, non volevo venirle in gola, l’istinto mi diceva che questa donna la volevo scopare, la dovevo scopare!
La sollevai con la forza dal mio cazzo, le bloccai le mani agitate e la girai di schiena, sollevai la gonna del vestito e la penetrai con forza da dietro, una volta dentro si calmò, fece un sospiro di godimento e disse: -Ahhhh, sì e adesso scopami!- così iniziai a pompare con forza, per agevolarmi e sentirlo meglio si girò e si appoggiò all’albero, nel frattempo nelle mie mani avevo sui seni e le strizzavo i capezzoli che erano diventati duri come ciliegie. Godeva come una cagna in calore e stava quasi per venire quando sul più bello decisi per una sorta di ripicca per le sue provocazioni sfacciate di sfilarmi. Lei smise di ansimare e disse: -Noooo, ti prego continua!- .
Avevo davanti a me il suo buchetto aperto ed invitante, la tentazione di averlo era forte, in quell’istante decisi che le sarei venuto nel culo, così per farle pagare il suo fare la zoccoletta con i ragazzi impegnati. Le dissi: -Ma certo che continuo, adesso vedrai... lasciai cadere un po’ di saliva sul suo buchetto, avvicinai il mio cazzo e piano piano cercai di entrare, appena glielo appoggiai lei capì ed allargò il culo per permettermi di penetrarla meglio. Nonostante cercavo di entrare piano ed il mio cazzo era letteralmente avvolto e stretto dalle sue chiappe, lei cominciava a lanciare dei gridolini acuti, tipici delle donne, rischiavamo di farci sentire, avevo ancora legate al polso le sue mutandine e così gliele misi in bocca e le dissi di morderle. Quando fui dentro abbastanza al punto che il suo godimento superava il dolore, le sputò ed iniziò ad ansimare dal piacere, nel frattempo con le dita della mano sinistra la penetravo nella figa e con le dita della mano destra massaggiavo il suo clito. Venne con un grido soffocato e poco dopo la riempì con dei copiosi fiotti di sborra e venni anche io in maniera sublime.
Restammo 30 secondi in quella posizione, poi mi sfilai, raccolsi le sue mutandine, mi ripulì il cazzo e mi sistemai i jeans. Le ridiedi le sue mutandine invitandola con un sorriso a ripulirsi di quello che le colava dal suo culetto che tanto non le avrebbe potuto rimettere. Poi le diedi un bacio in fronte e le dissi: -Adesso devo proprio andare, mi staranno già cercando- e lei mi disse: - No, aspetta scambiamoci il numero, quando possiamo rivederci?
Le risposi con un sorriso biricchino e stronzo allo stesso modo: - Credo mai più, come ti ho già detto sono impegnato io!
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