Racconti Erotici > tradimenti > spinta dalla necessità cap.2
tradimenti

spinta dalla necessità cap.2


di spp
27.01.2011    |    45.672    |    1 8.2
"Quando la sua cappella fu dentro me mi sembrava di esplodere, non capivo dove finisse lui e dove iniziasse quello di Marco, non credevo neppure di essere in..."
Mi svegliai, ero sola nel lettone, completamente nuda sotto le coperte, mi sentivo ancora indolenzita ma ero felice ed appagata, l’occhio mi cadde sulla sveglia posta sul comodino, segnava le 16.15 erano passate oltre 6 ore da quando ero entrata in quella casa quella mattina e la mia vita era significativamente cambiata. Ero affamata quindi decisi di farmi una rapida doccia per poi andare in cucina e preparare qualcosa da mettermi sotto i denti.
Quando mi alzai, nel breve tragitto da compiere per infilarmi sotto la doccia, mi accorsi che colavo e lungo le gambe mi ritrovai una discreta quantità di sperma di Ahmed, istintivamente il pensiero corse ai copiosi e potenti getti che mi avevano riempito così tanto e un lungo brivido percorse la mia pelle.
Mentre facevo la doccia nella mia testa passavano, velocemente, mille pensieri, mi stupivo di non sentirmi assolutamente in colpa nei confronti di mio marito ma obiettivamente non avevo mai fatto, in tanti anni, sesso in maniera tanto piacevole, avevo raggiunto l’orgasmo un sacco di volte, inevitabilmente e spontaneamente paragonai quello che avevo fatto con il sesso di tanti anni con Mario, unico uomo della mia vita sino a quella mattina, e mio marito ne usciva impietosamente dimensionato, non potevo farci nulla quella era la semplice verità. La necessità che mi aveva spinto a fare quello che avevo fatto era stata la molla per farmi scoprire una realtà che avevo latente e mai espressa, mi gratificava essere desiderata e trattata così come ero stata trattata dai miei due splendidi amanti, al punto che desideravo rifarlo al più presto, anche senza alcun compenso.
Uscita dalla doccia mi infilai un accappatoio e mi recai in cucina, con sorpresa scoprii che Marco e Ahmed ero lì, mi avevano preparato da mangiare e mi accolsero con un bacio ed un sorriso, canzonandomi per il crollo e le ore di sonno necessarie per riprendermi. Durante il mio pranzo non finivano più di farmi i complimenti, di quanto fossi meravigliosa, una femmina affascinante e splendidamente sensuale, lo confesso ero in un brodo di giuggiole. Marco si alzò e venne dietro di me e mentre decantava le mie doti cominciò a baciarmi sul collo, Ahmed per non essere da meno iniziò ad accarezzarmi il seno e mi mise tutta la lingua in bocca. Dopo pochi minuti ero in piedi, l’accappatoio per terra, di nuovo nuda con Marco dietro di me in piena erezione, lo sentivo distintamente tra lei chiappette e Ahmed con il suo enorme palo attaccato sul ventre.
Ragazzi di questo passo mi distruggete, fu l’unica cosa che mi venne da dire, sorridendo, li presi per mano e li portai di nuovo in camera da letto, Ahmed mi fece posizionare alla pecorina ed infilandosi sotto di me cominciò a baciarmela e leccarmela, Marco nel frattempo era in piedi dietro di me e si prodigava nello spalmarmi un gel rinfrescante sul mio buchetto, intuii cosa mi sarebbe toccato da lì a poco, il sesso anale l’avevo praticato qualche volta con Mario e non mi era parso molto gratificante ma sentivo di dovermi aprire con loro e quindi non feci alcuna obiezione al trattamento che stavo subendo.
Sarà stata la bravura di Ahmed, che giocava con la mi clitoride affondando di tanto in tanto la lingua come fosse un piccolo cazzo, o la pazienza di Marco, fatto sta che me la stavo proprio godendo ed avevo già raggiunto due orgasmi, sentivo distintamente oramai due dita nel mio culetto che mi facevano un paziente lavoro di preparazione. Finalmente arrivò il momento, Marco punto la sua grossa cappella ed iniziò lentamente a premere, Ahmed intensificò con maestria la sua opera con la bocca ed io ero talmente eccitata da non capire più nulla sino ad arrivare ad urlare che volevo essere sfondata anche nel culo.
Per mia fortuna Marco continuò pazientemente il suo lavorio, senza ascoltare le mie incitazioni, con il risultato che dopo un lungo momento di fastidio e di dolore, gradualmente si fece strada il piacere, un misto di dolore e piacere mi pervase, istintivamente spingevo il culetto indietro cercando i suoi colpi, per la prima volta nella mia vita ebbi un orgasmo perché lo avevo nel culetto.
Era bello, una sensazione nuova, mi sentivo tanto troia e la cosa mi eccitava terribilmente, fu a quel punto che Marco si sdraiò sul letto e volle che mi inculassi da sola, cosa che feci molto volentieri, dopo aver raggiunto l’ennesimo orgasmo Ahmed mi fece distendere su Marco e puntò il suo enorme bestione di nuovo tra le mie gambe, non fu necessario neppure che me lo dicesse, cercai di aprirle il più possibile, ero bagnatissima, colavo, lui iniziò a penetrarmi mentre Marco dietro stava fermo.
Quando la sua cappella fu dentro me mi sembrava di esplodere, non capivo dove finisse lui e dove iniziasse quello di Marco, non credevo neppure di essere in grado di riceverli insieme, rispetto alla mattina sentivo ancora più distintamente entrambi, ero in preda ad un’estasi, loro si muovevano dentro di me con un sincronismo perfetto, Ahmed dettava i tempi, quando cominciava uno si fermava l’altro e viceversa, io non potevo fare altro che godere, era un piacere inimmaginabile, non pensavo neppure esistesse una simile possibilità, le parole mi uscivano dalla gola quasi in maniera indipendente, forse lo avevo sempre sognato ma mai avrei pensato un giorno di comportarmi in quel modo, mi gratificava incitarli dirgli che ero la loro puttana e potevano fare di me quello che volevano e li pregavo di spaccarmi e di riempirmi tutti i buchi con la loro sborra.
Vennero quasi all’unisono, sentivo distintamente le contrazioni, l’irrigidimento ed infine gli schizzi di entrambe i loro cazzoni, Marco terminò prima di Ahmed che mi riempì con diversi schizzi in più, mi sentivo come un pasticcino farcito e la cosa mi fece sorridere, quando uscirono da me la sensazione che provai fu di un enorme vuoto, eravamo tutti esausti ed io ero incredibilmente a mio agio tra loro che comunque non smettevano di accarezzarmi lentamente.
L’occhio ancora un a volta mi cadde sulla sveglia, come era possibile?, erano già le 20.30 avrei dovuto essere già a casa, a quell’ora, con un grande sforzo mi alzai, li baciai, feci una rapidissima doccia, mi rivestii e dopo averli salutati mi precipitai a casa.
Mario mi stava aspettando impaziente, aveva già preparato la cena per tutti noi, mi scusai per il ritardo, ma il lavoro è lavoro e non potevamo certo permetterci di essere schizzinosi. Dopo aver cenato ed aver visto un po’ di tv le ragazze andarono a letto ed anche noi ci preparammo per la notte. una volta pronta mi infilai sotto le coperte, Mario mi infilò subito una mano sotto la vestaglietta, cercandomi, io ero esausta, indolenzita, avrei voluto dirgli no ma mi sentivo in colpa e per questo lo lasciai fare. Ero sdraiata su di un fianco, lui dietro di me era eccitatissimo, lo sentivo dal suo pisellino duro che mi puntava tra le gambe, mi disse che il mio abbigliamento lo aveva colpito e stuzzicato, poi, come accadeva spesso quando non ero io a prendere l’iniziativa, lui mi sfilò la vestaglietta e prendendo in mano le mie grosse tette da dietro entrò in me, non incontrò alcuna difficoltà, io temevo potesse trovarmi più larga, chiaro sintomo del passaggio, poche ore prima, di Ahmed. Mario si muoveva dentro me ma io non lo sentivo quasi per nulla, per fortuna disse solo che ero caldissima, pensava fossi eccitata per quel che mi stava facendo, dopo una decina di colpi venne e subito dopo si alzò per andare in bagno, erano passati, da quando aveva iniziato poco più di cinque minuti.
Inevitabilmente mi venne da fare il confronto tra quella misera eiaculazione e la potente e copiosa sborrata che avevo subito sia da Ahmed che da Marco, nonostante l’affetto che provavo mio marito ne usciva pesantemente ridimensionato, il vero problema era che sino a quel giorno era stato il mio unico uomo ed anche se avevo avuto qualche dubbio sulla qualità del sesso all’interno del talamo coniugale non potevo neppure immaginare quanto fosse scadente e che esistesse un modo diverso e tanto appagante di farlo, da quella mattina ero felice di essere femmina.
Non sentii neppure la necessità di andarmi a lavare erano veramente tre gocce, non so cosa mi prese ma accarezzandomi pensai per un attimo di avere a fianco i miei due stalloni, sentivo che avrei acconsentito a qualsiasi loro capriccio, lo volevo. Mentre Mario tornò a letto addormentandosi immediatamente cominciai a pensare alla mia nuova vita, riflettevo sul fatto che era certamente Ahmed il vero padrone della situazione, lui dettava i tempi e le situazioni e per la prima volta ebbi chiaro che anche Marco era succube e faceva quel che Ahmed desiderava, del resto il fatto stesso che avesse ceduto, adeguandosi e godendone, la moglie era di per sé esaustivo; come un flash pensai e se…. riuscissi a portare anche Mario a quel livello? avrei risolto in un colpo solo tutti i miei problemi, la famiglia, l’affetto ed il piacere.
Mi ripromisi di parlarne il giorno dopo con Ahmed, per chiedergli consiglio, poi scivolai tra le braccia di Morfeo.

Segue

Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 8.2
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per spinta dalla necessità cap.2:

Altri Racconti Erotici in tradimenti:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni