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Amicizia profonda....


di sconosciuto1966
11.10.2009    |    21.408    |    3 8.6
"Mi trovavo nella zona residenziale vecchia, alla periferia di Lugano, in un ristorantino proprio anonimo e allo stesso tempo tranquillo, che conoscevo bene;..."
Quando meno cerchi più trovi….

Sono anni che sono sposato e comunque, visto la mia natura bisessualità/omosessualità, non ho comunque mai smesso d’avere incontri extraconiugali con gay, trans e travestiti. Stavo passando veramente un periodo difficile, sia in ambito lavorativo che diciamo affettivo/sessuale. Mi trovavo nella zona residenziale vecchia, alla periferia di Lugano, in un ristorantino proprio anonimo e allo stesso tempo tranquillo, che conoscevo bene; il proprietario è cliente e amico da anni; comunque un posticino dove volentieri andavo nel tempo tra l’ultimo cliente del mattino ed il primo del pomeriggio, per trascorrere in tranquillità le ore del mezzogiorno. Ho appena finito una pizza come piace a me, gorgonzola e prosciutto crudo con del peperoncino piccante fresco e una macinata fresca dal mulino di pepe nero in grani. Finisco l’ultimo goccio di birra alla spina con una fettina di limone e sto per chiedere un caffè, quando dalla porta entra una ragazzetta di un metro e settanta, capelli castani non troppo lunghi, é vestita in modo piuttosto attillato, il che mostrava le sue curve in tutta la sua esuberanza! Guardo il cameriere, e con una smorfia d’apprezzamento, visto che la ragazza mi girava le spalle, cerco un suo parere, lui di rimando mi sorride e mi fa un cenno d’approvazione con la mano. Subito gli chiedo un caffè, e prima che finissi la ragazza chiede se può averne uno pure lei. In maniera spontanea chiedo se posso offriglielo io; lei si gira e con un sorriso ringrazia, capisco ora che non è di madre lingua italiana, mi alzo e faccio cenno se si vuole accomodare al mio tavolo. Lei accetta di buon grado con un sorriso, e si accomoda davanti a me. Nel frattempo arrivano i due caffè, e prima che il cameriere vada via chiedo il conto. Facciamo quattro chiacchiere, e noto che nel suo parlare e nella sua tonalità di voce c’è qualcosa di strano. Sembra leggermente raffreddata e con un po’ giù la voce. La osservo bene e mi sembra una trans, ma non posso essere veramente sicuro, è veramente molto femminile, e poi, devo dire la verità era talmente femminile, sia nell’aspetto che nei modi, che non ero in grado di distinguere le classiche parti da cui si vede se è una donna o un uomo. Le solite domande; come ti chiami, da dove vieni, cosa fai, come mai in Svizzera, eccetera. Guardo l’ora e mi accorgo che è quasi l’una e trenta, mi scuso ma dico che devo propria andare, ho un appuntamento alle 13.45 con un cliente e io odio fare tardi o far aspettare la gente. Saluto tutti e mi accingo ad uscire, quando sento una mano che mi tocca la schiena, mi giro e vedo la ragazza che subito mi dice, con un gran sorriso, che deve uscire pure lei. Mi scosto per trattenergli la porta e la faccio passare, sempre sorridendo mi ringrazia e con una battutina mi chiede se qui in Svizzera sono tutti così gentili. Gli dico che in genere tutti, ma io sicuramente rasento la galanteria pura! Mi sembra che non abbia capito bene, e faccio finta di nulla, la saluto quando lei mi chiede in che direzione vado! Gli dico verso il centro. A questo punto lei mi chiede se posso dargli un passaggio perché pure lei deve andare in centro! Mi vergogno un po’, ho l’interno dell’auto che sembra lo scoppio di una lavanderia chimica! Faccio ordine alla bell’e meglio e la faccio accomodare davanti, chiudo lo sportello e dopo essere girato dietro l’auto mi siedo alla guida. Durante il tragitto le solite chiacchiere senza ne inizio ne fine, ma tanto per non stare in un silenzio imbarazzante. Arrivati davanti alla banca del Gottardo mi chiede se può scendere, accosto e dopo un saluto di cortesia, lei mi chiede se avrebbe potuto rivedermi, visto che non conosceva la città e nessuno; senza pensarci gli dico che quando sono a Lugano di solito sul mezzogiorno andavo a mangiare dove c’eravamo appena incontrati. Lei sorridendo mi dice che per qualche tempo avrebbe abitato in un piccolo appartamento di due locali proprio sopra il ristorante; e mi avrebbe volentieri invitato a pranzo se volevo! Un po’ spiazzato gli allungo il biglietto da visita e dico che può chiamarmi quando vuole in orario di lavoro. Risaluto e riparto verso il mio appuntamento. Devo dire che anche adesso ero nel dubbio, ma davvero mi sembrava una trans. Passati tre o quattro giorni, avevo completamente dimenticato Ale, così si chiama la ragazza dai capelli castani. Sono le 8.00 circa e sono in piena colonna per entrare in città, una solfa, per fortuna non tutti i giorni mi tocca andare a Lugano. Mi squilla il telefono, un numero mai visto, boh! Rispondo in modo formale, subito una voce che riconosco mi chiede se sono Gio, rispondo di si e immediatamente chiedo se dall’altra parte c’è Ale. Mi sembra di vederle il sorriso stampato sulla bocca, si sente che è felice di sentirmi. Mi dice che è un po’ giù di morale,mi dice che non conosce nessuno e non conosce la città. Mi viene proprio spontaneo… e gli chiedo, viso che durante la mattina devo fare solo visite di cortesia classiche senza nessun particolare problema, se non vuole venire con me! Con un urlo di gioia accetta e mi chiede a che ora passavo a prenderla. Gli dico che sarei potuto essere li in strada davanti al ristorante tra circa una mezzoretta. Mi dice che sarebbe sicuramente stata pronta in strada ad aspettarmi. Di fatti fu proprio così, quando arrivai era proprio sul ciglio della strada e non appena mi vide gli si stampò un super sorriso sul viso. Era veramente bellissima con gambe mozzafiato, vestita molto sobria con un vestitino/gonnellina a maniche corte in diverse tonalità di verdino e delle ghettine bianche ricamate, scarpette con un tacco non troppo alto di un verdino in tinta col vestito, sulla spalla una borsettina verdina e sul braccio un giacchettino in maglia di cotone bianco. Passammo tutta la mattinata tra visite ai miei clienti e puntatine in luoghi della città di Lugano, con particolare attenzione ai luoghi, che secondo me lei avrebbe dovuto conoscere per potersi muovere in maniera indipendente. La stazione ferroviaria, la centrale degli autobus, la posta centrale e quella più vicina a dove abitava, i tre principali grandi magazzini per le compere quotidiane, la farmacia più vicina, la banca dove diceva avere un conto, il chiosco più comodo, eccetera. In un baleno fu quasi mezzogiorno, così gli dissi cosa volesse fare e lei senza nemmeno pensarci mi chiede se non voglio andare da lei a mangiare. Mi piacerebbe ma dico che non ho molto tempo. Lei insiste e dice che preparerà qualcosa di veloce e buonissimo! Per non essere scortese accetto. In effetti, dopo essere saliti al 2° piano sopra al ristorantino, mi fa entrare in un due locali arredato stile Ikea, molto ben ordinato e molto pulito. Mi fa accomodare sul divano e accende la tv, subito entra nel cucinino e dopo un minutino ne esce con due flût di prosecco e dei pistacchi salati. Mi dice che si era preparata perché sapeva che qui c’è l’usanza dell’aperitivo prima di pranzo e cena. Facciamo cin-cin e di nuovo mi lascia solo. Mi rilasso e mi lascio intrattenere dalla tv. Di tanto in tanto lei esce e scambiamo due parole. Dopo un po’ dal cucinino arriva un profumino che mi stuzzica l’appetito. Son passati più o meno 15 minuti e mi dice di raggiungerla nel cucinino dove nel frattempo ha apparecchiato un piccolo tavolino. Mi dice di accomodarmi dove voglio, e una volta seduto mi serve delle fette di torte varie, una al formaggio, un’altra con gli spinaci e pancetta, e l’ultima con delle verdure miste. Dopo essersi servita e accomodata, porgendomi la bottiglia dell’acqua minerale, mi dice che non sapendo se avessi accettato era andata alla Manor, un super mercato lì vicino, e aveva acquistato quello che, nel caso fosse restata sola, avrebbe potuto riscaldare al forno anche il giorno dopo. -Certo che è abbondante - dico di getto senza pensarci. Mi chiede se voglio del vino o della birra. Cavoli, tra me pensavo fosse una cosina non un super trattamento, e beh se proprio dovevo scegliere allora preferivo del vino se c’era. Si alza e dopo aver aperto un’anta dell’armadio si fa di lato e mi dice se non voglio scegliere io, visto che lei ha solo comperato così senza sapere ciò che stava comperando, ma solo per aver in casa vini bianchi e rossi. Le dico che con le torte un bianco era perfetto ma caldo non tanto. Allora richiude l’anta e apre il frigo, un sorriso gli si stampa sulla bocca e sulla porta del frigo nel vano delle bottiglie tre bianchi ed un rosato. Dice che aveva visto che io lavoravo nel campo dei vini non voleva farsi trovare impreparata. Prendo un verdicchio castelli di Jesi, lo apro con il cavatappi che quasi sempre tengo in tasca, e servo prima lei e poi me. Mangiando e chiacchierando, ci scoliamo quasi tutta la bottiglia, finito mi dice di andare sul divano che lei avrebbe preparato il caffè. Andai sul divano e riaccesi la televisione, il vino cominciava già a farmi effetto, anche perché avevo bevuto molto più di lei, ma anche a lei il vino aveva già fatto effetto, rideva e parlava in continuazione. Dopo 5 minuti scarsi arrivò con in mano un vassoio carico di tazzine, piattini e cucchiaini, biscottini, zuccheriera, chicchera del latte e la moca del caffè fumante; ed io molto rilassato dissi che era stata veramente bravissima e che ero stato contento di aver accettato l’invito Non appena ebbe posato il vassoio sul tavolino della saletta, rivolse il suo sguardo, che si era fatto quasi serio, verso di me e sbottò: - Ti è piaciuto? Davvero?. Con un sorriso le dissi che si, era davvero stato tutto perfetto. Non feci in tempo nemmeno a capire come, che mi ritrovai le sue labbra stampate sulle mie, e poi la sua linguetta morbida e calda che si insinuava nella mia bocca a cercare la mia. Mentre il bacio si prolungava sentii la sua mano dietro la mia nuca che mi accarezzava i capelli. A quel punto non riuscii più a trattenermi e la presi in braccio e la misi sopra di me avvolgendola in un abbraccio. Mentre ancora ci baciavamo cominciai ad accarezzarla dappertutto, lei infilò una mano tra me e lei e cominciò ad accarezzarmi da sopra i pantaloni il mi uccello che nel frattempo si era fatto duro. Dopo un altro paio di minuti passati ad accarezzarci, entrambi cominciammo a mugolare e a gemere. D’un tratto lei con un balzo si erse in piedi di fronte a me, poi retrasse di qualche passo e mi chiese se davvero le piacevo. Un po’ di stucco e annebbiato le dissi che la trovavo bellissima, anzi stupenda. Allora lei disse a bassa voce che era una trans… e che non avrebbe dovuto baciarmi, e non voleva imbrogliarmi, quasi si metteva a piangere. A questo punto i miei dubbi svanirono e come se lo avessi sempre saputo gli dissi che comunque, lo avevo capito già al primo nostro incontro, e per me non sarebbe cambiato nulla. Lei rimase in piedi senza dire nulla, io gli sorrisi e gli dissi se non voleva venire tra le mie braccia per un altro bacio. Un meraviglioso sorriso le si stampò sul suo visino e in men che non si dica eravamo abbracciati a baciarsi di nuovo. Un attimo dopo lei si stacco e disse se non dovevo andare a lavorare, le dissi che non c’era nulla che non potevo rimandare a domani. Poco dopo le misi una mano tra le gambe e cominciai a massaggiarla, lei allora le allargò per bene e cominciò a gemere, i suoi gemiti mi portarono ad un livello di eccitazione incredibile. Le infilai allora la mano sotto le mutandine e li vi trovai un bel pisello duro e caldo che cominciai subito a masturbare molto delicatamente. Ero molto eccitato e adesso che il vino mi aveva veramente reso in uno stato di iper rilassamento, mi gustavo le sue morbide labbra e soprattutto la sua linguetta calda e sempre in movimento. Ad un certo punto, non resistendo più e senza pensarci su troppo, mollo la sua bocca e mi chino sul suo cazzo oramai bello duro, me lo infilo tutto in bocca, lei subito emette un rantolo/gemito di piacere; mi prende per i capelli e mi spinge in su ed in giù facendomi entrare ed uscire il suo cazzo dalla mia bocca. Lo succhio e lo stuzzico con la lingua. Ora aprendo gli occhi vedo che è a gambe divaricate e si sta masturbando il culetto. Mi drizzo in piedi e in un batter d’occhio fui nudo. Lei nel frattempo si mise seduta e me l’ha preso in mano, due o tre piccoli movimenti avanti ed indietro e poi appoggia la sua bocca sulla punta del mio cazzo. Per 2 o tre minuti resto in piedi davanti a lei mentre lei continua a farmi un pompino ritmato e dolce, cercando, ogni volta, di infilarsi in bocca il cazzo in tutta la lunghezza. Ad un certo punto smette e, un poco ansimante, mi dice che ora me lo avrebbe preparato per poterlo poi ricevere; se lo rimette in bocca e in un attimo è sgrondante di saliva. Poi si gira e si mette in ginocchio a gambe divaricate sul divano, appoggiati i gomiti sullo schienale gira lentamente il capo e mi dice con un sorriso: - Ti prego fai in modo che sia indimenticabile per me e per te! Prendo un bel po’ della mia saliva e la aggiungo a quella che lei mi ha già messo sul cazzo, mi avvicino e gli appoggio la punta sul suo buchino, devo dire che è tanto che non faccio all’amore, non voglio farmi prendere dalla foga, e per non farle male mi accingo a penetrarla dolcemente. Lei invece non appena sente il mio cazzo sul suo buchino mi prende con le mani le cosce e con uno stratone all’indietro se lo infila d’un sol colpo. Geme ed emette un lungo rantolo di piacere e forse anche di dolore! Resto immobile qualche istante, poi lei si alza e appoggia la schiena al mio petto, allora le prendo tra le mani il viso e lo giro fino a che le sue labbra toccano le mie, a questo punto comincio a danzare piano avanti ed indietro, veramente dolcemente. Mi rendo subito conto che ha il buchino super lubrificato e il mio cazzone entra ed esce senza nessuna difficoltà. Non appena comincio a muovermi più velocemente lei si china in avanti ed allarga bene le natiche con le mani e ansimando di piacere mi chiede di farla sentire donna. Non fa in tempo a finire la frase che chinatomi su di lei comincio a stantuffare sempre più veloce, veramente mi sento il suo uomo, una sensazione bellissima. Mi risollevo e la guardo bene, vedo che è abbronzata e ha il segno del costumino, sulle natiche è bianca pallida, ma la dove il colore dell’abbronzatura le ha dato un colore oliva, la sua pelle è meravigliosa, il contrasto è veramente impressionante, stupendo, e mi eccitava ancora di più. Con la mano destra vado alla ricerca del suo uccello, quando lo prendo mi accorgo che sta sgrondando di liquido seminale a più non posso, lei si giga e mi sorride, mi dice che non ce la faceva più doveva assolutamente venire era troppo eccitata, devo dire la verità anche a me non mancava più molto, anche se però non volevo che finisse mai, avrei voluto che quell’istante si fermasse per sempre! Poi lei si alzò di nuovo e appoggiò ancora una volta la sua splendida schiena contro il mio petto, con un braccio mi prese ad accarezzarmi la nuca e io ebbi l’impulso irrefrenabile di baciarla, baciarla e baciarla; le nostre lingue si intrecciavano e non smettevano di cercarsi. Sentivo l’odore dei nostri corpi che sudati emanavano all’unisono ora un solo profumo, il nostro, mentre la baciavo e succhiavo la sua saliva lei si stacco appena e mi disse che stava per raggiungere l’orgasmo, non appena finì di dirlo io sentii che stavo per venire con lei. Le presi il suo cazzo in mano e subito mi riempì di sperma la mano. Immediatamente, senza più controllo le inondi di sperma il suo culetto, lei disse -si la sento calda, dentro di me, ti adoro, ti voglio! Poi mi prese il polso della mia mano destra che grondava della sua sborra e lentamente mi spinse la mia mano davanti alla mia bocca, dolcemente disse –lecca, vedrai che buona che è ! Mi misi le dita grondanti in bocca, succhiai e leccai la sua sborra poi lei si girò, aveva il cazzo ancora duro, mi prese per i capelli e mi abbassò fino a che non l’ebbi in bocca. Subito emise un rantolo e mi chiese di succhiarglielo ancora! Andammo avanti ancora per circa una quindicina di minuti, veramente un amplesso dolcissimo… vero, volutamente sincero… come pochi! Per alcuni anni quando lei ritornava a Lugano il primo giorno lo passavamo a fare l’amore, si penso che eravamo innamorati l’uno dell’altra. Da anni lei torna, si a Lugano veniva e viene per praticare la prostituzione. L’ho sempre aiutata in molte faccende, e quando ritornava ci sentivamo prima, andavo a prenderla alla stazione e la portavo a casa, quasi sempre in quell’appartamento; non ho mai voluto sapere con chi avesse contatto per … diciamo organizzare tutto, non mi interessava e non mi interessa. Continuiamo a frequentarci, ora ogni tanto ci sentiamo, ci vediamo… il fervore, la passione si è trasformata in una meravigliosa e vera amicizia profonda; non facciamo più l’amore assieme e penso che non lo faremo mai più, ma devo essere sincero è un’amica straordinaria, una compagna sincera, mi ha sempre dato affetto, amicizia vera e non ha mai preteso nulla…
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