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Il giovane vicino


di Alexia8
17.03.2016    |    25.369    |    6 9.7
"Indossavo solo le calze a rete bianche con perizoma abbinato, sostenuto dal reggicalze e la mia vita era stretta nel bustino di raso nero, i lunghi capelli..."
Avevo 21 anni quando decisi con degli amici di prenderci una vacanza e trascorrere qualche giorno al mare.
Affittammo un locale che erano delle piccole casette in legno a schiera proprio sul mare in un oasi di verde come solo la Sardegna può essere, era davvero stupefacente.
Erano risultate costose e sacrificate quelle 2 settimane ma ne valsero la pena.
Portai con me di nascosto il mio vestiario da Alexia anche se consapevole che sarebbe stato impossibile trovare un occasione per sfruttarlo data la perenne presenza dei miei amici.
Accanto a noi il terzo giorno giunsero degli ospiti, un gruppo di ragazzini tra i 15 ed i 18 anni, 2 case piú in la c'erano i loro genitori che gli avevano preso una location tutta per loro. Gia a vederli erano odiosi e viziati da morire, tanto che i miei amici iniziarono a prenderli di mira scherzando su di loro quando uscendo ci incrociavamo.
Andó avanti cosí per qualche giorno fino a quando una sera notammo che i ragazzini si davano alla pazza gioia con musica altissima e urla da incubo, cosí i miei amici provvisti di super alcolici decisero di invitarli da noi a festeggiare e fare amicizia con il chiaro intento di farli stare molto male nei giorni seguenti e farsi grandi risate.
Accettarono e ricordo che fu una lunga notte, nonostante la giovane età bevevano vodka senza sosta e alla fine tra la loro arroganza e quella dei miei amici si divertirono tutti. Io stavo un po sulle mie non avendo mai gradito piú di tanto gli alcolici, e notai ke non ero la sola, uno dei giovani se ne stava in disparte a guardare fuori dalla finestra, cosí mi ci avvicinai ed iniziammo a scambiare qualche chiacchiera civile tra il casino che ci circondava.
Si chiamava Daniel e aveva 17 anni, era molto carino ma in quel momento non pensai a niente che riguardasse il sesso, passai il resto della serata a parlare del piú e del meno fino a che non rientrarono tutti ai propri alloggi e caddero addormentati come un mucchio di cadaveri.
Approfittando di essere l'unica sobria e ben sveglia, mentre mi spogliavo per andare a letto presi dalla tasca nascosta della valigia un perizona e lo infilai, solo per sentire un poco quel pizzo sulla pelle.
Mentre mi accarezzavo le gambe liscissime davanti lo specchio notai dal riflesso che dalla finestra si vedeva una luce ed affacciandomi notai qualcuno che spiava dalla finestra di fronte e si nascose subito appena mi vide.
Restai impietrita, qualcuno di quei marmocchi mi aveva vista e rischiavo davvero grosso.
I giorni seguenti cercai, per paura, di stare sulle mie e di evitare il vicinato sperando che la cosa andasse nel dimenticatoio, fino a che i miei amici mi dissero che la sera sarebbero andati a ballare in una discoteca nei paragi e sarebbero venuti anche i ragazzini con i quali ormai ci si divertivano.
Vincendo la paura su di me finsi che stavo male, forse per un insolazione e decisi di stare a casa.
La serata era di una noia mortale davanti la tv, fino a quando non bussarono alla porta.
Come aprii davanti a me c'era Daniel che mi fissava imbarazzato, non capii precisamente cosa stesse succedendo, ero felice di vederlo perché almeno non ero sola. Era molto imbarazzato, gli stappai una birra e gli chiesi cosa avesse.
"Niente é solo che ho visto che é un po che sei a casa, e dato che ho visto per sbaglio quella sera dalla finestra, mi hai capito insomma" balbettava nervoso, "Ecco non vorrei che ti rovini le vacanze, perché nessun altro era sveglio e io giuro che starò zitto e fai conto che non ho visto niente".
Avrei dovuto essere terrorizzata, un bimbo imbecille ed inaffidabile mi aveva scoperta, ma quella sua paura e quel suo abbassare lo sguardo lo rendevano sincero e mi tranquillizzava molto.
Gli presi una mano e lo ringraziai con voce diversa, mi sorrise felice che gli stavo credendo.
In quel momento capii che per stare tranquilla del tutto dovevo dare anche a lui qualcosa da perdere, e cosí iniziai a parlargli di Alexia senza vergogna, era incuriosito, ascoltava e domandava interessato di quel mondo che non conosceva.
Infine gli dissi "Vuoi vedermi?".
Restò stupito e pieno di gioia da quella mia disponibilità e mi andai a preparare nella mia camera mentre lui beveva la sua birra e batteva il piede atterra in modo nervoso.
Dopo circa 20 minuti uscii dalla porta andando verso di lui, il suo sguardo restò stupito e incredulo.
Indossavo solo le calze a rete bianche con perizoma abbinato, sostenuto dal reggicalze e la mia vita era stretta nel bustino di raso nero, i lunghi capelli rossi avvolgevano il mio viso perfettamente truccato.
Mi avvicinai a lui che ormai era perso tra i suoi dubbi e pensieri e gli presi una mano facendolo alzare e appena fu in piedi davanti a me gli diedi un bacio a stampo sulle labbra.
Ci pensò solo un attimo e poi preso dalla foga mi infilò la lingua in bocca e ci perdemmo in un bacio interminabile.
Mi spinse baciandomi e stringendomi sul letto, arrivata sul bordo mi sedetti e gli sbottonai i pantaloni.
All'inizio ero un po irritata, forse dal mio orgoglio nel farmi sottomettere da un ragazzino tanto piú piccolo di me.
Ma piú lo toccavo e accarezzavo e piú saliva la voglia di lui, era bello e forse era proprio la sua adolescenza a dargli quella bellezza innocente con quello sguardo imbarazzato.
Infilai una mano nelle sue mutande e dopo un paio di carezze lo tirai fuori, non era enorme ma in quel momento era tutto quello che desideravo, era duro ed eccitato come solo un ragazzino può essere, non lo toccai troppo con la mano per paura che venisse subito.
Mi avvicinai con la bocca e gli percorsi tutta la lunchezza con la lingua per poi prenderlo tra le labbra.
Succhiavo delicatamente per non farlo venire subito e intanto gli accarezzavo i suoi addominali, quella scena mi faceva eccitare da morire.
Non durò molto che mi staccai, speravo prendesse iniziativa ma era completamente perso tra imbarazzo ed eccitazione.
Mi poggiai con la schiena sul letto e gli tesi le mani per farlo venire da me, tolse i pantaloni e le mutande e si fece strada delicatamente sopra di me abbracciandomi.
Ora lo sentivo tra le mie cosce che presero a stringerlo come a volerlo quasi bloccare a me.
Riprese a baciarmi con piú naturalezza e mi accarezzava il sedere sul bordo della calza.
Con dolcezza feci scivolare la mia mano bagnata di saliva tra i nostri corpi fino al mio sedere, poi presi in suo cazzo e dopo un paio di carezze lo indirizzai sul mio buchino.
Iniziò a spingere in modo timoroso ed inesperto ma non ci mese molto ad entrare.
Prese piú sicurezza ed iniziò a scoparmi facendo avanti e in dietro tra le mie gambe che tenevo aggrovigliate a lui, mi baciava in un modo dolcissimo mentre ansimava e mi accarezzava.
Si fece piú frenetico e divenne tutto piú umido tra le nostre gambe, lo sentivo scivolare dentro ed aprirmi senza sforzo, sentivo le sue contrazioni che lo facevano gonfiare ancora di piú.
Mi prese i polsi e mi fermò le mani sopra la testa spingendo piú forte e piú a fondo facendomi urlare di piacere.
Iniziò ad ansimare piú forte e ad un tratto sentii il suo seme caldo inondarmi dentro, lo sentivo caldissimo e veniva senza sosta in una quantità mai sentita prima.
Si lasciò cadere sui gomiti sopra di me e mi abbracciò restando ancora dentro di me.
Ci ripulimmo e mi baciò di nuovo prima di andare via, non ricapitò piú durante quella vacanza ma so di aver lasciato un bel ricordo
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