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Incontri pericolosi


di angietrav
20.07.2016    |    11.986    |    4 9.0
"E’ un bellissimo dildo di gomma nera, pesante, sta in piedi da solo grazie a due bei "coglioni" come base, ha un diametro di 12 cm alla cappella e..."
Faccio sempre attenzione a selezionare i partner dei miei incontri, non voglio sorprese per la mia riservatezza e incolumità. Quella volta però, quando il giovane entrò nel mio appartamento, mi accorsi subito che avrei potuto correre dei rischi. Quel giovane alto e longilineo, anche piacevole nell’aspetto ed abbigliamento, aveva uno sguardo ed un'attitudine da mariuolo che non mi piaceva.
Mi ero preparata per l’incontro serale come sempre: depilata, cremosa e burrosa fuori e dentro, truccata in modo elegante, da signora matura però porcella e molto profumata. Indossavo un vestitino leggero leopardato e corto, di quelli con le spalline fini che si tolgono facilmente. Sotto, un perizoma leopardato anche quello, ed autoreggenti beige trasparenti. Scarpe décolleté, leopardate anch'esse, tacco 10 cm. Parrucca castano chiaro a caschetto.
In queste situazioni, quando mi trovo sola con un uomo che non conosco e nel quale non ho fiducia, cerco di essere gentile e sottomessa, fare quel che il maschio vuole, mantenendolo calmo ed appagato affinché se ne vada con piacere di entrambi. E così è stato anche quella volta, mio malgrado.
Il giovane, forse sui 25 anni, ha uno sguardo sarcastico e un sorrisetto irriverente. Appena entrato mi ha squadrata dicendo: "e così tu saresti Angie..., adesso mi fai vedere di cosa sei capace”. Mi ha intimato di togliermi le mutandine e mi ha messo subito due dita a gancio nella figa-anale in modo da dirigermi a suo piacere, strattonandomi, e dicendo “vai piano non correre, fatti vedere da tutti quanto sei troia!". Ha aperto le tende del soggiorno, che ha una grande vetrata sul terrazzo dell’appartamento e dal quale si vedono tutti i giardini degli edifici attorno; cosicché, se qualcuno avesse voluto, avrebbe potuto assistere alla scena di una femmina strattonata da un maschio che la dirige con una mano nella figa: emozione e paura assieme. Lui guarda soddisfatto fuori dalla vetrata (aperta per il caldo estivo) come a dire: guardate che troia! è mia e me la scopo io. Quindi mi porta in camera da letto, toglie le dita dalla figa, si avvicina al viso, pensavo mi volesse baciare, ma invece no, mi mette le dita in bocca perché gliele ciucci: per me è un piacere. Adesso mi prende i capezzoli strizzandoli, cosa che a me piace ed eccita. Sempre ho l’illusione che in questo modo mi cresca il tanto desiderato seno. Comincio a gemere dall'emozione, poi però la pressione aumenta ed al piacere si sostituisce il dolore, gli dico che mi sta facendo male. Lui allora sorride, “oh ti faccio male eh..., poverina la troietta” e mi prende tutti e due i seni con le mani e comincia a stringerli con le dita, sento le unghie entrarmi nella pelle, mi sta facendo male. Gemo e gli sussurro, intimidita, "basta per favore". Meno male che smette subito, ma non è per compiacermi, già ha altro per la testa. Intanto però mi ha lasciato i segni sul décolleté.
Io gli sto toccando i pantaloni per far svegliare il membro e così distrarre la sua attenzione, ma niente, non sembra interessato. Vede sul comodino il mio dildo gigante. E’ un bellissimo dildo di gomma nera, pesante, sta in piedi da solo grazie a due bei "coglioni" come base, ha un diametro di 12 cm alla cappella e 10 cm sul membro, per 25 di lunghezza. Mi dice: “zoccola, adesso proviamo quello”. Lubrifico bene la figa-anale e gli chiedo di fare piano che quel dildo per entrare all’inizio fa male. Ridacchia compiaciuto. Intanto tira fuori il suo cazzetto, niente di eccezionale (circa 4 x 12 cm), vorrei assaggiarlo però mi allontana e, con fare autoritario, dice: “spogliati e siediti sopra al dildo”. Tolgo il vestitino e rimango solo con le autoreggenti e le scarpe. Comincio a sedermi sul dildo, lui è davanti a me e mi mette il pene in bocca, finalmente succhio avida. Poi però, quando meno me l’aspetto, mi spinge giù dalle spalle ed il dildo entra violento, il dolore è lancinante; ma non posso dire niente, lui mi ha preso per la nuca e mi ha spinto il cazzo fino in fondo alla gola, solo mugolo “mmm, mmm”: un po’ per il dolore ed un po’ perché non respiro. Poi mi libera e ordina: “alzati e fallo uscire”. Piano mi alzo, traballante, il dildo esce dalla figa dolorante. Un attimo, faccio appena in tempo ad inalare il popper, e lui mi rispinge giù, il dildo rientra violentemente, ho sempre dolore, ma meno di prima. Mi obbliga a riprendere il suo cazzo in bocca come un ciucciotto, adesso lo faccio volentieri, succhiare è quasi un sollievo: però vuole che smetta quasi subito. Mi ordina di restare col dildo piantato dentro, seduta, mentre lui si spoglia: si toglie i pantaloni, le calze, le mutande e si accomoda sdraiato sul letto.
Sono ansiosa, in un turbine di emozione tra paura e piacere, non so più cosa mi posso aspettare da questo tipo. Il giovane parla poco, è eccitato (forse drogato?) e soprattutto mi guarda con un fare sprezzante che non mi piace per niente. “Alzati e non far uscire il dildo, senno ti picchio. Leccami le dita dei piedi, piano, succhiale una ad una”. Faccio come lui vuole, mi alzo piano, mi metto in ginocchio sul letto ai suoi piedi, tenendo con la mano sinistra il dildo affinché non esca. Comincio a succhiare dall’alluce, passo la mia lingua tra le dita, le succhio una ad una; un piede e poi l’altro. Lui guarda compiaciuto e dice di fare piano, che non c’è fretta. Non sa il dolore misto a piacere che sento al tenere il dildo dentro, e la paura che mi esca. Continuo assecondandolo, cercando di resistere nella posizione scomoda. Finalmente: “ basta, mi sei venuta a noia, adesso mi succhi per bene e ti vengo in bocca”. Però no, non sul letto, mi ordina di accompagnarlo nel bagno ed assolutamente di non far uscire il dildo. Cammino lentamente verso il bagno, con difficoltà per i tacchi alti e per il dildo da sorreggere. Adesso la mia figa si è adattata e non fa più male, anzi è piacevole sentirmi riempita da questo cazzone, compagno degli allenamenti nelle mie serate in solitudine. In bagno mi dice di entrare nella vasca, non capisco. Mi tolgo le scarpe ed obbedisco: sono nella vasca, inginocchiata, nuda con le calze ed il dildo piantato dentro. Mi mette il cazzo in bocca, non è duro e mi chiedo come pensa di sborrare, ma no! amara sorpresa! sento un fiume caldo riempirmi la bocca, sta orinando!!! Non l’avevo mai fatto prima e non mi piace per niente, però mi forzo e bevo tutto senza fiatare, anzi facendo finta che mi piace per assecondare il maschio violento ed evitare che mi sporco dappertutto e soprattutto che mi cada orina sulle ferite che ha lasciato sui seni, brucerebbe da morire.
"Benissimo", dice lui, "sei proprio una gran troia, me ne vado". Veloce mi tolgo il dildo, mi guardo allo specchio, mi rassetto per seguirlo all’uscita ed essere sicura che non mi ruba niente.
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