trans

Rick


di Edytrav
16.03.2016    |    12.149    |    13 9.9
"Da lui mi prendo tutto e mi va bene tutto, quando può, se può..."
La conoscenza di Rick risale agli albori ed è con lui che ho avuto la mia 2^ esperienza. Dopo anni di tentativi ero finalmente riuscita a debuttare en femme con un tipo di Torino. Passati diversi mesi da quel primo incontro le mie voglie ricominciavano a farsi sentire. Trovare il tipo giusto non è mai stato facile, posso anche andare con uno sconosciuto, ma non posso certo andare con il primo che capita, ho bisogno delle mie rassicurazioni. All’epoca frequentavo revolutiontrav, una chat ormai chiusa. Un bel giorno ricevetti un suo contatto, le poche foto del profilo risaltavano un torace da rugbista e degli attributi di tutto rispetto, l’età poi era quella giusta. Nella ricerca di potenziali partner mi sono sempre concentrata su persone più grandi di me, ho capito subito che li desideravo adulti, dotati, pelosi e possibilmente esperti. Lui rispondeva perfettamente a tutti questi requisiti. Dopo alcuni scambi concordammo un incontro conoscitivo alla metro EUR Magliana. La prima impressione fu di un tipo tranquillo, cortese e di poche parole. Ebbi la netta sensazione che più che valutare io il tipo con cui sarei dovuta andare era lui che valutava me. Nelle conversazioni che seguirono era rassicurante ma al tempo stesso esigente, mi voleva depilata e non gradiva incontrarmi nuovamente da maschio. Tutte condizioni per me difficili, soprattutto al primo appuntamento. Cercai di rassicurarlo, concordammo una mini depilazione anale e dopo alcune perplessità fissammo per un incontro in strada, insieme poi saremmo andati nell’appartamento. Durante il breve tragitto mi affannai a spiegare che conciata da trav non mi sentivo proprio tranquilla ad aprire la porta ad uno sconosciuto. Entrati in casa, mi disse di cambiarmi mentre lui si dava una sciacquata in bagno. Con ancora addosso una patina di imbarazzo cominciai a spogliarmi. Avevo già deciso cosa indossare, scarpe tacco 12, autoreggenti di lana con finitura in pizzo, completino intimo nero e sopra un vestitino a colori legato al collo che lasciava nuda la schiena fino all’incavo del sedere. Completata la vestizione mi dedicai al trucco mentre lui, uscito in boxer, si era accomodato sul divano. Intenta a mettermi il rossetto sbirciavo tra i suoi sguardi, avevo voglia di piacergli. Iniziammo a parlare e la sua voce, bassa e tenebrosa, pilotava la conversazione. Mi disse di frequentare le trav da diverso tempo, le apprezzava molto, soprattutto quelle femminili, depilate e ben truccate, io invece ammisi del mio 2° incontro in assoluto. Lì per lì potevamo sembrare 2 opposti, fortunatamente nelle sue parole c’erano apprezzamenti e si rammaricava del fatto che fossi trav solo in privato, insomma per lui potevo andare. Tra parole, parrucca, orecchini che non si agganciavano e guanti che faticavano ad infilarsi, mi stavo dilungando. Ad un tratto si alzò e avvicinandosi con fare naturale si sfilò le mutande, lasciando ciondolare un sesso di notevoli dimensioni, bellissimo, che proprio non potevo non guardare. “Basta sistemarsi” disse, “stai bene, alzati”. Mi osservò e sollevato l’orlo del vestito cominciò ad accarezzarmi il sedere. Per sorreggermi d’istinto lo abbracciai mentre lui, come se fosse la cosa più normale, mi infilò la lingua in bocca. Ora, l’idea di baciare un uomo non era scontata, all’epoca non avevo simili automatismi, paradossalmente per me era più facile fare un pompino. Subito, e senza accorgermene, mi ritrovai stretta nella sua morsa, allacciata alla bocca, ancorata dietro e bloccata davanti. Non potei fare altro che indirizzare l’unica mano libera sul suo membro. Prima accolsi nel palmo l’intero scroto, lo riempiva, poi iniziai a segarlo delicatamente … con la mente lo associavo a quei tubi per l’irrigazione dei campi. Da sempre desideravo cimentarmi con simili attrezzi ma la consapevolezza di avere a che fare con un “cazzo del genere” mi angosciava e mi eccitava allo stesso tempo. Mi fece sedere sul divano e in men che non si dica mi ritrovai la sua cappella tra le labbra. Era quello che volevo, vederlo crescere e gustandomelo dal vivo. Con la lingua iniziai a prendermi cura del glande mentre le mani massaggiavano quella specie di polpettone, sempre più grosso e duro. Lui mi osservava dall’alto, come un professore valuta un’alunna. Superato il primo impatto mi decisi a prenderlo in bocca lasciandolo scivolare dentro. La riempiva e non sapevo come fare, quando provavo ad affondare lo sentivo trattenermi e poco pratica, incespicavo, pastrocchiando con la saliva. Era esaltante quella confidenza, avrei dovuto preoccuparmi ma più andavo avanti e più mi sentivo disinvolta, eccitata e vogliosa di giocare. Impugnarlo faceva un certo effetto e a forza di mungerlo era diventato spettacolare. Seduto sul divano, mi disse di continuare in ginocchio sul tappeto. Mi posizionai tra le sue gambe. Mi guardava mentre cercavo di dimostrare tutto il mio valore, ed io guardavo lui, vogliosa di approvazioni e complimenti … i suoi grugniti furono il miglior incoraggiamento. Il desiderio e l’emozione mi mandavano fuori giri, volevo fare bella figura ma avevo come l’impressione di sbagliare tutto. Mentre mi arrabattavo su quella specie di monolite la sua voce e le sue mani lentamente mi portarono in un altro mondo. Dopo avermi fatto sbollentare sul suo gingillo ci alzammo. Mi fece girare e con la disinvoltura di un consumato Don Giovanni sciolse, sfilando il lembo legato al collo, il fiocco del vestitino, che scivolò a terra. Sollevai, uno alla volta, i tacco 12 ai miei piedi e mi smarcai dall’indumento. In silenzio restavo lì, in autoreggenti, perizoma e reggiseno. Mi baciava le spalle e le braccia mi cingevano per la vita, sorridendo le accarezzavo, piegando la testa dal piacere … wow! Poi mi sussurrò di mettermi in ginocchio sul divano. Eccitata e stordita mi misi nella posizione desiderata. Abbassò il perizoma alle cosce e prese a massaggiarmi il sedere, le mani aprivano i glutei e le dita si facevano strada. Ci siamo, pensavo, adesso mi scopa, avevo come la sensazione che si stesse gustando la scena, mi sentivo ispezionata nell’intimo e la cosa mi procurava vampate di calore e di piacere. Con la testa infossata tra le braccia aspettavo con palpitazione il momento in cui mi avrebbe trafitta e invece, del tutto inaspettata, sentii la sua lingua … fu come una specie di crash! Di colpo cessarono le tensioni, inarcai la schiena e accompagnato da un sottile gemito, spinsi il fondoschiena verso quella fonte di piacere. Fu un gesto di assoluta intimità, l’umido e il morbido contrastavano con il ruvido del pizzetto regalandomi sensazioni intensissime, mai provate prima. E’ difficile spiegare cosa si prova, ti senti santa e porca allo stesso tempo, un qualcosa di inaudito e animalesco. Avevo le guance rosse e non riuscivo proprio a razionalizzare il momento, i pensieri si sovrapponevano alla massima velocità, mi stava rendendo pazza e alla sua totale mercé. Ma chi è quest’uomo così capace e sicuro? … mi domandavo. Pasteggiò sul mio culo per il tempo desiderato poi le mani ripresero a ispezionarmi. Questa volta mi stava preparando veramente, con una mi teneva aperte le natiche mentre l’altra infilava con maestria prima una e poi due dita umide di gel.
Rick è un maschio alfa, prima che con il corpo ti scopa con la testa, ti fa capire dove ti vuole portare e quello che vuole da te e quando realizzi rimani folgorata perché ti rendi conto che è proprio quello che desideravi. A quel punto sei sua, docile e devota. Non ci puoi fare più nulla, piace e imbarazza allo stesso tempo ma è così, remissiva abbassi le difese e lasci fare. Quando reputò la situazione pronta per la monta, prese un preservativo, lo apri e mi chiese di metterglielo. Anche questo modo di fare mi mandava, ancora una volta, fuori di testa, mi sentivo Marta nelle mani di Lupo Alberto. Ubbidiente e meticolosa eseguivo con dovizia quello che mi impartiva, infilai il cappuccio e mi preparai al peggio. Con un filo di voce e il tono un pelo sopra la supplica sussurrai solo di non farmi male, poi mi girai e mi rimisi carponi ad occhi chiusi con la testa tra le braccia. Che dire, mi ha inculata con la stessa padronanza con cui un abile pescatore sfinisce il Marlin preso all’amo della sua canna, tutti inutili i miei tentativi di resistergli, di contrastarlo. Saltavo al ritmo che più gli piaceva con la netta sensazione che questa volta per me non ci sarebbe stato scampo, mi avrebbe dato quello che mi meritavo, tutto quello che intimamente desideravo. Ad ogni affondo andavano via interi pezzi di decenza, trascinandomi, come in un vortice, al centro del piacere, libera di godere al pari di una giumenta selvaggia. Appagata e docile, piena di gratitudine, leccavo il pollice della sua mano, virilmente ancorata alla spalliera del divano. Me l’ha fatto sentire in tutte le salse, concludendo quel magnifico incontro con caldi schizzi sul mio viso. Un esperienza indimenticabile. Malgrado le sue notevoli dimensioni, specialmente in circonferenza, non mi ha fatto male, certo ho vissuto dei momenti difficili, quando è entrato si è fatto sentire ed è stato anche duro, mi ha fatto gemere quasi fino alle grida ma nulla che non potessi tollerare, nulla che non desiderassi.
Dopo averlo perso di vista ci siamo ritrovati qui su annunci alcuni mesi fa e nel giro di poco abbiamo organizzando una piccola reunion. Come la volta precedente è stato eccezionale. In quest’occasione mi ha introdotta al “pompino profondo” che consiste nell’ingurgitare il cazzo fino alla gola. La tecnica sta nel mandare fuori la lingua per fare spazio ed evitare la fastidiosa sensazione di conato. Mi ha convinta parlandomi del piacere che si prova quando la gola, stretta sulla cappella, pulsa come una fica durante l’orgasmo. Dopo alcuni maldestri tentativi e superati i primi fastidi, lì sul quel gioiellino c’ho passato più di mezz’ora, con grande piacere per entrambi. Con lui ho sempre la sensazione di imparare qualcosa ed è un piacere prendersi cura del suo corpo, sa come ricambiare rendendo ogni incontro un momento unico. Dai feed che riceve si capisce che gioca in serie A. Penso che mi consideri una specie di sparring partner, vado bene per un allenamento ma le partite vere, com’è giusto che sia, le gioca su altri campi. Da lui mi prendo tutto e mi va bene tutto, quando può, se può. Lo desidero come un adolescente al primo appuntamento. Pensate, mi ha parlato di un suo amico più dotato di lui e del fatto che dovrei provare almeno con 2 (o più) maschi contemporaneamente, brrrrrr! Intimamente spero che si prenda l’onere di introdurmi alla pratica … magari un giorno lo farà veramente.
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