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A Majorca ep 1 - l'insospettabile coppietta di giovani sposini


di forrestsherman
10.06.2015    |    24.146    |    2 9.1
"Il camerino era un po’ precario, con una porta bassa e il cubicolo, attorniata da una palizzata..."
Quando ero quasi diciassettene,una estate, andai con mia mamma, a trascorrere un mese, in un albergo di Palma di Majorca. Gli ospiti erano tutti stranieri, svedesi, inglesi o belgi, che venivano per una settimana ad arrossare le loro chiare pelli al sole spagnolo. Non era facile fare amicizia, ed eravamo un po’ isolati e l’unico ragazzo della mia età era un francese di nome Gerard che per caso era anche lui lì con la mamma.
Alla sera uscivamo insieme e andavamo in qualche locale di Palma, dove trovavamo inglesine e nordiche disponibili e vogliose per due ragazzi giovani come noi, erano tutte vogliose come troie, ci spompinavano…e una volta anche in tre nella toilette dei bar, ma non volevano scopare, solo di bocca e loro si toccavano sotto le minigonne.

C'era solo una coppia italiana, Dario e Laura una sposina che si trovava in viaggio di nozze nell’albergo. Ci eravamo conosciuti sul pullmino che ci portava in gita per l’isola e ci eravamo trovati simpatici. Lei si chiamava Laura, era bella, magra, non un star, ma aveva un bel sedere e un bel pancino , un seno piccolo ma sodo, e lui, Dario, era un uomo molto simpatico.

Fermandosi a Manacor in un fabbrica di pelle, lei si provava delle gonne e noi avemmo occasione di accorgerci di una cosa: Gèrard mi disse guarda di qui, in un fessura che dal laboratorio dava su negozio e lei era proprio lì dentro, si era tolta il prendisole ed era in mutandine sottili e si metteva e toglieva delle gonne di pelle. La cosa mi eccitò e mi innamorai di lei, era la prima donna un po’ matura che vedevo, due belle gambe, un bel boschetto curato che premeva verso la seta delle mutandine.

Per tutto il tempo del viaggio poi guardavo le cosce di lei che uscivano della stretta gonna di pelle scamosciata che si era comprata e aveva tenuto su, che le disegnava il ventre vellutandolo e saliva sulle cosce fino a fare intravedere quello che avevamo visto prima nel camerino e lei se ne accorgeva, era dietro sugli ultimi sedili, allargava e chiudeva un po’ le gambe, con malizia, per scherzo o per dileggiare noi ragazzi, finchè suo marito le disse con una mano sulla cosca “ Ma cosa fai ?” e lei disse e mi scappa la pipì…e allora lui fece fermare il pullmino in una bar e lei finse di andare urgentemente.

Il camerino era un po’ precario, con una porta bassa e il cubicolo, attorniata da una palizzata. Io la seguii, e quando lei uscì indugiavo sulla porta, le sussurrai che belle gambe, ti sta bene la gonna…ero rozzo da ragazzo, non sapevo fare bene i complimenti ad una donna adulta , lei avrà avuto 26 anni…dieci più di me…ma le piacquero lo stesso, si vede che si eccitava… sorrise, disse dai, c’è mio marito e con un sorriso malizioso fece il gesto a mulinello e dopo …

Dopo si sedette di fianco a me, mentre suo marito era intento a filmare dal posto di fianco all’autista.

Chiacchierammo un pò, lei mi chiese “ma a Milano, hai una ragazza?” e al mio dire si, in effetti, Carolina, una compagna di scuola, una bruna, con belle tette, “ma quando ti sei messo con lei? “vi siete baciati? Fate l’amore?” 

Io cercavo di stare sulle generali, dicendo “si mi piace, la trovo bellissima”, non sapevo se sbilanciarmi, “ … in effetti era bello confidarsi con lei, era eccitante, morboso, la situazione, l’acqua, il sesso era una nuvola presente, raccontai..” siamo stati in un bar davanti al castello sforzesco, ...ci eravamo un pò limonati, era sera, nessun cliente nel separè sopra, lei mi aveva aperto la camicia mi baciava sul petto, io le toccavo i seni poi ero arrivato a metterle una mano tra le gambe aveva gli hot jeans, un pò spessi, avevo dovuto sbottonarli, lei mi aveva infilato una mano nei pantaloni, mi aveva impugnato il pisello e io accarezzandole la figa tutta bagnata e sentendo la sua mano che pulsava, e baciandola, alla fine ero venuto nei pantaloni, lei aveva riso, aveva ritratto la mano, l’aveva un pò leccata, poi si era abbassata i jeans e aveva guidato per farmi entrare le dita e io avevo continuato a masturbarla con la bocca vicina alla sua che sospirava sempre più affannosa finchè avevo sentito che chiudeva le gambe e si bagnava a fiotti poi mi mugolava in un orecchio..vengooo e poi io avevo ancora bagnato un pò i pantaloni, poi ci siamo limonati ancora, e poi usciti dal separè, io la tenevo davanti per non farmi vedere i pantaloni bagnati..” La Signora seguiva questi racconti con gli occhi chiusi….vedevo che le piaceva ...ma suo marito tornò e io gli cedetti il posto ma il mio pensiero si rivolse a lei, nell'atto di toccarsi, immaginando le sue dita scorrere tra le sue cosce, accarezzandosela fino a godere facendo pensieri impuri.

Tornati tutti all’albergo erano le sette di sera, ci salutammo e lei mi in un orecchio “…fra mezzora… sul tetto..”

Il tetto era in realtà un grande terrazzo dove le cameriere mettevano ad asciugare le lenzuola, .

Ci nascondemmo tra le lenzuola stese disse che suo marito era andato a fare un riposino e avevamo un’oretta per stare soli, ci sedemmo su una cassa di legno e mi girai verso di lei iniziando a baciarla, lei si strinse a me, sentivo i suoi piccoli duri seni contro il mio petto, passando la mano scorrendo su una coscia salendo sotto la sua gonna di pelle che si apriva a portafolio e l'altra mano passò sotto la maglia, raggiungendo il suo seno, spogliandolo e liberandolo dal reggiseno. Le mie dita strinsero con forza un suo capezzolo, sentendo il suo sospiri di piacere.

Ci stavano baciando appassionatamente, con le lingue che si sfioravano, che si intrecciavano, lei mi tirò il pisello era fuori dai jeans bello duro, poi lei mi prese una mano e me la condusse sotto la gonna di pelle che teneva un pò aperta con le cosce divaricate e la spinse contro la mutandina bagnata che mi fece accarezzare in modo circolare e continuai ad accarezzarla finchè venne, e sentendola tremare aumentai la penetrazione con le dita fino a sentire una certa resistenza...era quasi vergine, sposina novella…come molte ragazze di allora.

Io ansimavo e muovevo il bacino avanti e indietro, mentre lei teneva ferma la mano sul mio pisello e prima che io eiaculassi tra le sue gambe sulle sue mutandine, sotto la pancia e a sentire quel fluido tiepido lei ebbe degli scatti, chiuse le gambe, sentii stringere forte il pisello, lei gemette come una gatta in calore, poi le spostai la mano ansimando e la baciai sulla bocca, mentre con l’altra lei finiva di farmi uscire il seme per terra…restammo un po’ così, abbracciati a riprendere fiato, poi lei disse…andiamo…gli altri ci aspettano...si rimise a posto le mutandine tutte bagnate e la gonna, io riposi il mio, ci scuotemmo la polvere e tornammo dai nostri famigliari.

Il giorno dopo ci trovammo tutti in spiaggia…lei venne sotto il tucul di paglia , mentre suo marito era andato a fare una uscita di sub, nei disse che ne aveva paura.

Io ero un po’ imbarazzato per quello che era successo la sera prima e il mio aspetto da cucciolone spaventato deve averla commossa e mi si avvicinò accarezzandomi, disse, “dai , ho capito, sei venuto prima…son cose da ragazzi, magari i problemi fossero tutti così nella vita!”, le facevo tenerezza, voleva tirarmi su….magari tirarmelo su..
Mi resi conto di un certo trasporto fisico vero di me, la carezza sulle spalle era durata attimi più della semplice carezza di consolazione, poi arrivò una carezza sul petto, disse “uhm che muscoli..” in effetti a quel tempo avevo un petto e una pancia belli muscolosi.

La mia erezione aumentava , ero in uno stato euforico, di ebbrezza, per l’avventura, il profumo della Signora che emergeva dal prendisole che faceva trasparire il costume di liscio nylon bianco coi suoi pizzi, per questo non potei impedire alla mia mano di prendere la sua e lei lasciò fare e stavamo un po’ così come fidanzatini.

Mi lasciò la mano…mi chiesi perché…, ma speravo in un suo incoraggiamento…. Disse “facciamo il bagno, ci buttammo in acqua e con una trentina di bracciate eravamo a 300 metri dalla riva…

Era un momento di intimità…lei mi disse, “sai ho visto che ti piaccio, tanto da non aspettare , ma tu ti masturbi? “ Io mi imbarazzai ancora di più, dissi, ma sai con le ragazze che vedo qui riesco a scopare… riesco a durare un po’…ma tu mi fai impazzire…e tu? Ma tuo marito …non ti soddisfa?” ..lei disse si così così, sai mi piace, mio marito è strano, a volte non ha orgasmo, a volte mi sbatte, spesso non mi eccito abbastanza…lui poi..si eccita a guardarmi mentre godo, se mi tocco..e..ho paura..che godrebbe a vedermi mentre godo con un altro.....io sono delicata…lavoro di fantasia e mi svelò un suo piccolo segreto erotico, che occupava la sua mente durante la masturbazione: le sarebbe piaciuto essere baciata, più coccolata, leccata, e non presa con forza da un uomo e non nascose il desiderio che fossi io il protagonista delle tenerezze…

Galleggiavamo abbracciati, stando attenti a non dare troppo nell’occhio…Qualche ondina ci veniva in faccia, sputavamo acqua ma ci baciavamo e la fica mi succhiava, non potevamo essere visti da nessuno sulla spiaggia e non c’era nessuno in acqua intorno a noi e in punta di piedi si toccava appena , la sabbia degradava dolcemente io toccavo bene, lei si aggrappava a me.., con la mano le stringevo il culo... strusciavo e premevo, facendole sentire il mio membro duro contro i suoi slip

Una sua mano accarezzava il mio fondo schiena premendolo contro di lei: voleva sentire tutta la mia eccitazione sfregare contro la sua figa e con l'altra scorreva sul mio petto, strizzando i miei capezzoli, intanto mi accarezzò di nuovo il pisello sul costume, che mi faceva ancora più sesso, poi si girò del tutto e mi baciò sulla bocca..il seno era tutti sul mio petto io risposi, toccandolo, abbassai il reggiseno… lei ebbe un fremito di piacere, mi abbracciò anche con le gambe, i capezzoli erano rosei perché il seno non era abbronzato,……. ma quello era troppo, mi divincolai, stavo per sborrarmi addosso di nuovo, non volevo, sennò mi debilitavo, con la sua mano sul mio pisello, come prima!

Mi spingeva e mi riportò dove toccavamo appena appena, mi abbracciò nell’acqua con le braccia e le gambe, io mi indurivo di nuovo, lei mi abbassò il costume estrasse il pisello e lo diresse verso la fica, mi abbracciò e mi baciò avvinghiandomi col le gambe, si scostò lo slip in modo da offrire la sua natura aperta e scostò il costume anche a me e me lo fece introdurre,guidandomelo dentro di lei … disse “..aaspetta …aspetta …che vengo anch’io!”

La zona bassa della la sua pancia, che si stringeva a me, con lo slip che si muoveva nell’acqua mi solleticava la pancia, mi leccò dentro l’orecchio e disse tra le onde,” aspetta che ti insegno io, trattieniti, ti voglio scopare, stai calmo, poi farai bella figura con Carolina, Benedetta o chi vuoi tu..”

Mentre galleggiavo con lei che mi diceva queste parole, mi eccitai oltre ogni limite e quando lei mi toccò le palle non capii più nulla e sborrai alla grande nella sua fica, e lei, sentendo il contrasto del mio liquido caldo a 37 gradi rispetto ai 24 gradi dell’acqua stralunò gli occhi in su come se svenisse, vedevo il bianco dei suoi occhi mentre mi attraeva tutta a se per un intenso orgasmo.

Galleggiamo un po’ insieme, poi con qualche bracciata tornammo a riva. Dopo alcuni minuti tornò suo marito tutto contento con una povero pesce morto infilzato su un fiocina. Io pensavo che forse avrebbe fatto meglio a….ma meglio per me.

Il giorno dopo andammo tutti a fare sub su un battello, alcuni scesero a fare snorkeling e gli altri a gruppi con l'istruttore, compreso suo marito.
Io non avevo fatto il brevetto e restai sul barcone. Laura avava un muta sgambata, solo il top, e sotto degli slippini bianchi che facavano vedere il pelo quando erano bagnati.
Dopo un po', quando la barca era deserta e i marinai a poppa, mi fece scendre sotto la prua dove c'erano due brande dei marinai, ci si sdraiò mi disse di aiutarla a togliersi gli slip del bikini, e poi stando sempre sul bordo della cuccette mi fece inginocchiare e allargò le gambe. Si tirò un po' su la mutae mostrò la sua bella figa aperta e pronta a ricevere piacere; mi disse “ leccami , ti prego...” e quando la lingua toccò il clitoride un sospiro uscì dalle sue labbra, la schiena le si inarcò all'indietro e si abbandonò al piacere.
Le misi le mani sotto le natiche mentre con la lingua le esploravo la figa in ogni angolo gustandola e succhiandola. Lei gemeva più forte e mi mise una mano sulla testa premendola a sè.
Mi uscì il cazzo dal costume e me lo massaggiò piano, scoprendomi la cappella rossa e tesa per l'eccitazione e iniziò a masturbarmi. Poi mi disse di alzarmi e me lo prese in bocca e i movimenti della mia mano che masturbavano il mio cazzo si sincronizzavano a quelli della testa di lei che succhiava. Poi mi fece ridiscendere e facendo assaporare piano il mio cazzo duro alla sua figa vogliosa e io glielo infilai tutto, e quando è tutto dentro i suoi movimenti si fecero più rapidi e decisi. Lei si contorceva dal piacere, urlava e gemeva, si teneva la figa aperta con le mani, voleva accoglierlo al meglio, 'sto per venire' gridò e si mosse a scatti per l'orgasmo provocatole.
Quando riaprì gli occhi vidi che guardava qualcosa oltre la mia testa, mi girai e vidi il marito che guardava e si toccava davanti allo spettacolo della sua sposina scopata da un altro, lei è lì e sa che lui gode nel guardarla così finchè i movimenti della sua mano gli fecero e gettare fuori dal suo cazzo diventato durissimo, il suo inutile seme e a stento tratteneva mugolii di piacere.



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