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Anniversario di matrimonio


di martan
19.06.2015    |    28.330    |    24 9.4
"Dopo tante ore di volo tra la prima tratta fino a Bangkok e la successiva fino a Bali l’atterraggio fu un sollievo ed all’arrivo all’aeroporto ci accolse..."
Ci stavamo preparando per l’atterraggio e si intravedeva la pista che si stendeva fino al mare. Dal finestrino si vedevano anche le caratteristiche imbarcazioni da pesca indigene col tipico bilanciere al largo della costa di Bali. Guardare dall’alto quei dettagli suscitava suggestive emozioni.
Avevamo scelto quella meta per il nostro decimo anniversario di matrimonio. L’isola di Bali era famosa per un turismo internazionale che amava frequentare quei luoghi naturalmente lussureggianti, ricchi di storiche e particolari tradizioni, ed anche per un alone di misticismo che avvolgeva l’isola ed i suoi abitanti.
Inoltre l’avevamo preferita ad altre mete perché grazie al flusso di turisti provenienti dai paesi lontani da noi potevamo ricavarci qualche esperienza particolare che potesse soddisfare le nostre prepotenti esigenze erotico- sessuali.
Dopo tante ore di volo tra la prima tratta fino a Bangkok e la successiva fino a Bali l’atterraggio fu un sollievo ed all’arrivo all’aeroporto ci accolse l’incaricato del resort dove alloggiavamo, ed offrendoci una collana di fiori ci fece accomodare su una comoda limousine. Il trasporto durò una ventina di minuti e sorseggiando una fresca bevanda a base di the arrivammo in albergo. Il clima dell’isola era caldo-umido ma in quel resort tra ambienti climatizzati e il tipo di costruzione ricco di verde e giochi d’acqua si stava bene. Dopo aver velocemente sistemato il bagaglio ci recammo in area piscina che sembrava piuttosto un enorme laguna che si stendeva per alcune centinaia di metri costeggiando la spiaggia che la divideva dall’oceano. Fummo accolti da alcuni inservienti che ci fornirono dei morbidissimi teli e ci fecero accomodare su longue chaise poste sul prato ai bordi di questa spettacolare piscina. Alcuni chioschi erano posti dentro la piscina con le sedute immerse nell’acqua e molti ospiti sorseggiavano cocktail e drink rinfrescati dall’acqua della piscina. Uno di questi bar era ad una decina di metri da noi e mentre guardavo in giro osservando il posto e la gente notai, mentre beveva una birra, un pezzo di giovanotto un poco più giovane di noi. Spalle larghe e corpo atletico, biondo e occhi chiari, costume slip che ne sottolineava i fianchi robusti che subito mi fecero immaginare una sua resistenza al movimento pelvico continuato. Il desiderio sessuale mi faceva spesso questo scherzo facendomi osservare alcuni particolari del corpo invece che altri.
Ci immergemmo anche noi in piscina per rinfrescarci un poco e volutamente mi avvicinai al chiosco per osservare l’uomo più da vicino e magari fargli sentire l’odore dei miei ormoni che stavano impazzendo. Non mi guardò nemmeno continuando a parlare in inglese con un uomo più grande di lui ed una ragazza dai tratti orientaleggianti. Anche distesa al sole continuai a tenerlo d’occhio facendo partecipe anche mio marito del mio interesse per quel corpo di maschio e lui si mostrò d’accordo.
La sera, dopo aver riposato un poco, uscimmo per cenare e ci fermammo in uno dei caratteristici locali del posto, dove hanno il pesce esposto sui banchi all’esterno sopra uno strato di ghiaccio. Mangiammo dei gamberoni in tempura accompagnati con alcune salsine aromatiche dolci e forti e del riso cotto al vapore. Una cena decisamente afrodisiaca anche se non c’èra bisogno essendo già eccitati di nostro. Dopo cena prendemmo un taxi e ci facemmo portare al Goa, un rinomato locale dove si raccolgono molti turisti per bere, ascoltare musica ed incontrare altra gente per iniziare la notte.
Ci sedemmo e ordinammo da bere per poter tranquillamente osservare il movimento e poiché non era ancora affollato notai ad un tavolino la presenza dell’uomo della piscina. Lo vidi in compagnia di due ragazze e la cosa mi stizzì non poco, ma mio marito mi fece notare che probabilmente, visto come erano vestite e come si atteggiavano anche con i camerieri, dovevano essere ragazze del posto che frequentavano il locale per esercitare l’antico mestiere. La sua annotazione mi diede coraggio e gli proposi di alzarci e facendo finta di ballare avvicinarci al suo tavolo e dopo un poco senza farci notare prendemmo posto ad un tavolo vicino al suo. Cominciai a fissarlo e riuscì dopo qualche risata più rumorosa ad attirare la sua attenzione ed appena vidi che si volgeva verso di me gli rivolsi un leggero sorriso. Andò a ballare con una delle ragazze e ci alzammo anche noi per avvicinarci a loro. Lo sentivo parlare in inglese anche con questa ragazza e purtroppo non capendo la parlata veloce non riuscivo a capire cosa si dicevano, sfavorita anche dalla musica. Riuscì però a toccarlo un paio di volte facendo apparire la cosa del tutto casuale per poi, gridargli quasi, il classico sorry. Tornammo quasi insieme ai rispettivi tavoli e notai che l’uomo pareva un poco scocciato e non più allegro come prima. Infatti dopo qualche minuto le due ragazze si alzarono e scomparirono dentro il locale.
Mio marito appena l’uomo fu solo attaccò bottone con quel poco di inglese che masticava e capì che la contrattazione con le ragazze non era andata a buon fine, allora volendolo consolare gli offrì da bere e l’uomo accettò subito perché capì che eravamo italiani. Infatti lui era australiano ma capiva e parlava l’italiano perché era figlio di una italiana emigrata in Australia dove aveva sposato un irlandese. Aveva 33 anni e i genitori, che gestivano un ristorante a Sidney, lo avevano mandato in vacanza a Bali per distrarsi dopo il fallimento del suo fidanzamento con una ragazza australiana.
Ci spiegò che non aveva voluto pagare per fare sesso con le ragazze perché non aveva questa abitudine, (e ti credo con quel personale di cui era provvisto!) e non aveva capito che erano prostitute. Dopo una sua iniziale titubanza riuscì a farlo ballare con me e ne approfittai per sentire più da vicino quel corpo di maschio da monta e la cosa mi fece eccitare ancora di più. Lo invitammo a rientrare al resort con noi e nel taxi mio marito sedette davanti con l’autista con la scusa delle indicazioni e mi lasciò dietro da sola con lui. Con la scusa di aver bevuto qualcosa di troppo facevo qualche avances per vedere la sua reazione e lui pur mostrando qualche remora a causa della presenza di mio marito si mostrava sempre più disponibile a lasciarsi andare. Arrivati all’hotel lo invitammo a venire nel nostro alloggio per bere un ultima birra prima di andare a letto e lui accettò di buon grado. Prendemmo da bere dal fornitissimo frigo bar e brindammo tutti e tre insieme, seduti nel salottino d’ingresso fornito di divano e longue chaise, ma subito dopo mio marito annunciò che si sarebbe ritirato perché stanco e che potevamo continuare da soli a fare quattro chiacchiere. Altro che quattro chiacchiere avevo voglia di fare, non aspettavo altro per rompere il ghiaccio e dare l’affondo su quel maschione.
Appena sentì la porta della stanza da letto richiudersi gli feci cenno di stare zitto e lo feci stendere sulla longue chaise e cominciai a carezzargli il torace aprendogli la camicia per recarmi subito dopo ad armeggiare con i pantaloni che subito cedettero alle mie mani esperte. Li abbassai e sotto gli slip intravidi una massa enorme di carne pulsante. Me ne impossessai e lentamente gustandomelo con gli occhi e scopri uno splendido cazzone duro e già umido di desiderio. Senza fretta cominciai a fargli una sega per sentire con le mie mani la durezza di quella verga prima di introdurla nella mia vorace bocca. Il sapore di maschio giovane ed in calore mi riempì la bocca arrivandomi fino in gola. Avevo una voglia matta di farlo venire ma riuscì a trattenermi e mi misi a giocare in un lento dentro e fuori tenendolo sulla corda anche per valutarne la resistenza. Mi spogliai e gli diedi da succhiare i miei seni. Le sue mani correvano sul mio corpo affondando anche nella mia fica pregna di umori e i brividi mi correvano lungo la schiena. Lo feci mettere seduto per potermi infilare a spegni moccolo quel bastone infuriato e cavalcarlo a mio piacimento. All’improvviso invece rientrò mio marito nel salotto mentre avevo introdotto il pezzo di carne in bocca per l’ultimo assaggio prima della cavalcata. Lui si irrigidì e fece per scostarmi la testa dal suo cazzo ma prontamente fu tranquillizzato da mio marito che gli spiegò che noi facevamo normalmente sesso a tre e questa era l’occasione migliore per non perdere l’abitudine. Per gustare anche lui i succhi dei nostri preparativi mio marito si distese sul divano e mi chiese di dargli da leccare la mia fica sbrodolante. Lui dalla camera da letto aveva seguito tutti i preparativi ed aveva il cazzo bello pronto ed io mi misi volentieri a 69 in modo da offrirgli la mia fica e poter succhiare il suo cazzo altrettanto duro. In quella posizione io ero praticamente esposta a pecorina ed allora chiedemmo a Ben, così si chiamava l’australiano, di cominciare a stantuffarmi da dietro non velocemente per permettere a mio marito di poter gustare fica a cazzo con la sua bocca. L’uomo fu bravissimo immedesimandosi subito nella situazione e cominciò una penetrazione profonda e lenta al punto giusto per gustarsi e riempirmi la fica e per dare modo a mio marito di gustare anche lui sia la fica che il cazzo. Le sensazioni cominciarono ad essere una sinfonia crescente e quella posizione ne favoriva lo svolgimento. Il cazzo di Ben mi dava a volte dei colpi profondi facendomi sentire la sua prestanza e fuoriusciva ogni tanto dalla mia vagina per finire in bocca a mio marito che dopo averlo gustato così pieno di umori lo rimetteva nella mia tana accompagnando il rientro con una succhiata alla clito. Io guardavo la sua mazza gocciolare e appena il movimento di Ben me lo permetteva la risucchiavo in gola aumentando il suo godimento. Dopo quasi un quarto d’ora cominciai a sentire l’orgasmo salirmi dalla vagina al cervello e avverti i miei due maschi che sarei venuta da li a poco. Anche Ben era pronto per sborrare tutto il suo desiderio e mi chiese se doveva godere dentro o fuori la fica. Conoscendo i gusti di mio marito gli chiesi, prima di perdermi nel mio orgasmo esplosivo, di sborrare all’esterno della fica in modo che potesse finire anche sulla faccia del mio uomo. Cominciai a godere iniziando un languido lamento di piacere e subito dopo Ben mi seguì eiaculando il primo fiotto dentro il mio utero visto che aveva affondato l’ultimo colpo fino in fondo e poi tirandolo fuori cominciò ad inondare di sperma il volto e la bocca di mio marito che raccoglieva gli umori miei e di Ben. Fu subito dopo aver ricevuto questo succoso trattamento che mi chiese di prendere il suo cazzo in bocca e poter sborrare anche lui liberando la tensione del piacere fin lì accumulata ed infatti mi esplose in gola alcuni fiotti di gustoso sperma!
Dopo un sommario ricomponimento decidemmo di continuare con qualche altra variante la nostra conoscenza … ma questa ve la racconto prossimamente!
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