Racconti Erotici > trio > Che Tempaccio
trio

Che Tempaccio


di PattyeFranco
19.06.2015    |    14.443    |    10 9.7
"Fu proprio nel momento del massimo godere che mi sentii baciare il seno, cavoli e chi era? Ebbi un attimo di reazione, ma stavo troppo godendo, quindi..."
Visto il tempaccio di questi giorni, mi sono ricordata di una fantastica serata di un po’ di anni fa, Era nel mese di giugno, più meno come adesso, Le giornate erano parecchio calde.
Un sabato sera con Mario, amico di vecchia data di mio marito, diciamo il migliore amico di Franco, si decise di andare e passare il sabato in una discoteca nel milanese e visto il periodo, avendo anche la sala all’aperto era l’ideale.
Mario si portò la sua compagna, era un po’ rompi e infatti il loro rapporto, stava parecchio traballando.
Mio marito e io avevamo con lui un ottimo rapporto, una forte amicizia, pur non abitando vicinissimi, Mario abitava a Sesto S. Giovanni e noi in quel periodo eravamo ancora a Lecco, l’amicizia con mio marito durava da quando aveva 18 anni, una vita, io lo conobbi quando cominciai a frequentare Franco..
Comunque la serata in discoteca era cominciata nel migliore dei modi, una bella serata per divertirsi ballando. Forse per me e mio marito era cominciata bene, ma tra Mario e la sua compagna, fu un disastro, anzi fu la serata della rottura definitiva.
Dopo un paio d’ore, lei se ne andò, qualcuno la accompagnò a casa e Mario rimase in discoteca. Nonostante la rottura, non era molto dispiaciuto, anzi si divertì molto di più. Sapendo com’era lei, condividevo il suo stato d’animo, e tra me e me pensai, che era ora che si mollassero, e glielo dissi anche.
Ad un certo punto in lontananza si cominciarono a vedere dei bagliori, il tipico temporale estivo che si stava avvicinando, quindi visto che era già quasi in orario di chiusura si decise di andarsene.
Una volta usciti dalla discoteca, accompagnammo Mario a prendere la sua auto, nel parcheggio dove ci eravamo incontrati.
Restammo ancora qualche minuto a chiacchierare prima di salutarci, poi vedendo che il temporale si stava avvicinando, si decise di andare.
Ci salutammo con l’intento di vederci il sabato dopo. Una volta partiti, percorrendo la superstrada, Franco cominciò ad allungare le mani, accarezzandomi le gambe, ogni tanto si spostava dandomi anche qualche bacio, eravamo giovani e l’entusiasmo in certe cose veniva molto facilmente.
Mi stava proprio provocando, tanto che io mi avvicinai ancora di più a lui, baciandolo. Ormai il temporale era sopra di noi e nemmeno a farlo apposta, l’auto era quasi a secco, la spia della benzina era già un po’ che lampeggiava, quindi decise di fermarsi prima che cominciasse a piovere.
I benzinai di allora, non erano come adesso, con tanto di copertura, quindi al primo distributore con l’automatico si fermò.
Scese dall’auto e fece benzina, poi risalì e spostò l’auto appena più avanti, ma sempre nell’area di servizio, in un angolo un po’ più buio e circondato da alberi, scese dall’auto, gli girò attorno, mi aprì la portiera e prendendomi per mano, mi invitò a scendere.
Ero completamente sorpresa, non capivo sinceramente cosa volesse fare, ma non ci volle molto a capirlo, infatti chiuse la portiera, mi fece appoggiare all’auto e cominciò a baciarmi con estrema passionalità, sembrava esageratamente infiammato di desiderio.
Cominciò quindi a slacciarmi la camicetta e sollevarmi il reggiseno, per poi mettersi a baciarmi e succhiarmi il seno, era veramente indiavolato.
Con una mano poi si intrufolò sotto la gonna andando a stuzzicarmi anche la passera, che già si era bagnata per l’eccitazione che stavo provando. Nonostante il timore che qualcuno, passando ci vedesse o che si fermasse a far benzina, con il rischio di vederci proprio, mi lasciai andare completamente, non potevo proprio più trattenermi, ormai aveva acceso un fuoco anche dentro di me.
Franco era tremendamente eccitato e preso, mi tolse le mutandine e allargandomi le gambe, si abbassò e cominciò con la lingua sulla passera, mi leccava con intensità, la sua lingua scorreva piacevolmente sulle labbra per poi soffermarsi sul clitoride, io già ansimavo di piacere.
Ma c’era un altro problema, i lampi e i tuoni erano sempre più vicini e forti e anche la pioggia non tardò ad arrivare, ma lui imperterrito, non si fermò.
Gli dissi anche che avremmo potuto continuare in auto, ma lui niente, nonostante la pioggia che cominciava ascendere, voleva continuare li. Anzi, mi fece spostare e mi fece sdraiare sul cofano dell’auto, e tenendomi bene con le gambe aperte, continuò con la lingua cominciando pure a giocare con le dita.
Le sue dita si introdussero furtivamente tra le labbra fino a penetrarmi, la sua lingua invece insisteva decisamente sul clitoride. Il mio stato di eccitamento era già ad alto livello e già stavo godendo.
Ormai la pioggia stava scendendo sempre più forte, ma non mi interessava più, anzi, tutta quella pioggia mi dava delle sensazioni maggiori, ero con gli occhi chiusi e godevo.
Più io godevo, più Franco insisteva con la lingua sul mio clitoride e le dita nella passera bagnata, non solo dalla pioggia, ma anche dai miei umori, si muovevano con decisione. Allungai pure una mano per tenere ben aperto le labbra e mettere ancora più in risalto il mio clitoride, sentivo la pioggia battente sul mio corpo, come un dolce e fresco massaggio, restavo con gli occhi chiusi godendo sempre di più.
Non sentivo più niente, non mi rendevo nemmeno conto se passavano auto o no, ero troppo presa da un travolgente orgasmo.
Fu proprio nel momento del massimo godere che mi sentii baciare il seno, cavoli e chi era? Ebbi un attimo di reazione, ma stavo troppo godendo, quindi continuai con gli occhi chiusi, un po’ per la pioggia e un po’ perché volevo gustarmi quel favoloso orgasmo, se mio marito continuava, segno che potevo continuare anch’io.
Quella bocca che mi baciava il seno, cominciò poi risalendo al collo fino alla bocca, iniziando così a baciarmi, io senza assolutamente aprire gli occhi continuai a baciarlo.
Che strana sensazione stavo provando, non sapevo se era uno sconosciuto o no, ma la cosa mi stava piacendo, l’eccitazione era sempre maggiore. Lo sconosciuto oltre che a baciarmi intensamente cominciò pure ad accarezzarmi il seno, stavo impazzendo di piacere, aumentando ancor di più, quando con la mano che mi stava accarezzando il seno, si abbassò fino a tenere aperte lui le labbra e massaggiarmi il clitoride con le dita. Scoppiai a questo punto in un urlo di vero godimento, un orgasmo al limite della pazzia.
Nessuno dei due parlava, io sdraiata su quel cofano, sotto la pioggia battente alla loro mercé, ero veramente stralunata. Dopo questo orgasmo, entrambi si fermarono, mi aiutarono a sollevarmi dal cofano, fu a questo punto che riuscii ad aprire gli occhi, e scoprii chi era il fantomatico sconosciuto, era Mario. Ma che ci faceva qua? Non era andato a casa? Domande che in quel momento non avevano bisogno di risposta, in quel momento sentivo che sotto quella pioggia volevo solo godermi al massimo quella situazione estremamente strana e piacevole, specialmente dopo aver scoperto che lo sconosciuto era Mario, di cui avevo sempre provato una certa attrazione.
A questo punto, scesi dal cofano dell’auto e li feci appoggiare loro, e abbassandogli i pantaloni ad entrambi, mi accovacciai accarezzando e segando con entrambe le mani i loro cazzi, per poi baciarmeli e succhiarmeli prima uno e poi l’altro. La pioggia continuava a dirotto, eravamo zuppi. Era la prima volta che facevo sesso sotto la pioggia e questo mi eccitava molto.
Loro si erano tolti le loro camice e magliette completamente inzuppate, erano entrambi a torso nudo e pantaloni abbassati, la situazione si era resa esageratamente eccitante,
Ero tremendamente presa da quei due cazzi, con la lingua gli stuzzicavo il filetto, girando poi attorno al glande, per poi imboccarmeli per quasi tutta la lunghezza. Era stupendamente piacevole, e la pioggia insisteva, tutto aveva un gusto diverso, sensazioni mai provate, l’acqua che gli scorreva su quei passeri inumiditi della mia saliva e dalla pioggia. Proseguii quel gioco, finchè Mario eccitato al limite, si spostò e dopo avermi tolto camicetta e reggiseno, mi fece di nuovo sdraiare sul cofano, mi massaggiò per un attimo la passera bagnata, una dolce leccata e poi mi afferrò per i fianchi tenendomi ben piazzata sul cofano, puntò il suo cazzo e sprofondò dentro. Era talmente bagnata la mia passera e il suo cazzo, che non fece per niente fatica ad entrare, scivolò dentro con tanto piacere cominciando così a condurre lui il gioco, imponendo il suo ritmo, lentamente e in profondità.
Ogni tanto partiva con delle forti accelerazioni, per poi rallentare bruscamente, mi stava letteralmente facendo impazzire. Mio marito intanto si alternava a baciarmi il seno e succhiarmi i capezzoli estremamente induriti per l’eccitazione e per la pioggia che ci picchiava sopra, eravamo sotto un vero diluvio. Quando sentiva che i miei gemiti di piacere aumentavano, veniva a baciarmi con maggiore convinzione. Mario con il suo ritmo alternato da movimenti veloci e bruschi rallentamenti, mi stava veramente facendo perdere la ragione, ero talmente pervasa dal piacere che ebbi un grosso orgasmo, così cominciai a contorcermi, gemere e gridare di piacere, mentre Franco per impedirmi di urlare oltre, mi baciava con insistenza ma con tanto piacere..
Mi ripeto era una strana sensazione, sentivo la mia passera piena del cazzo di Mario, Franco che mi baciava e accarezzava il seno e la pioggia che sembrava mi stesse massaggiando il corpo. Più godevo e più mi contorcevo, sembravo come indiavolata, mi attaccai anche alle braccia di Mario per non scivolare giù dal cofano.
Al termine di questo mio orgasmo, sentii che Mario stava per godere, le vibrazioni del suo cazzo erano sempre maggiori, finchè lo sfilò e subito mi riempì il corpo del suo sperma, facendomi provare un’altra nuova sensazione, il caldo dello sperma mischiato al fresco della pioggia, una sensazione estremamente strana ma piacevole.
Appena il tempo di sentire questa strana sensazione, che Franco mi si avvicinò e prese il posto di Mario, puntò il suo arnese alla mia passera e deciso entrò. Una volta dentro tutto fino alle mie profondità, mi mise le mani sulla schiena sollevandomi di peso. Così presa, lo avvolsi stretto con le gambe e mi attaccai con le braccia al collo, lui mi sorreggeva per le natiche e la schiena per poi girarsi e appoggiarsi lui al cofano dell’auto. Sentii la sua penetrazione ancora più in profondità, era una posizione leggermente scomodo e faticosa, per entrambi, ma praticamente molto piacevole, solo io riuscivo a fare qualche movimento, ma senza esagerare, ma il sentirlo tanto in profondità mi spingeva a continuare.
Non riuscimmo a durare molto a lungo, a causa della pioggia ero anche scivolosa, di conseguenza ancora più faticoso, quindi mi appoggiò di nuovo sul cofano senza farlo uscire, mi fece mettere le mie gambe sulle sue spalle, sollevandomi con le mani il bacino. Sorprendentemente, in quest’altra posizione, riusciva a muoversi in modo sicuramente migliore, facendomi sentire sempre il suo cazzo in profondità. Il suo movimento era lento e piacevole, lo sentivo scorrere per tutta la sua lunghezza, arrivando quasi a farlo uscire, per poi rientrare.
Mario nel frattempo si avvicinò, baciandomi ed accarezzandomi tutto il corpo. Il ritmo di Franco cominciava ad aumentare sempre più, segno che la sua eccitazione era sempre più forte. Io già stavo godendo di nuovo, ero di nuovo presa da un forte orgasmo, quindi i miei gemiti cominciavano sempre più a crescere di tono, e sempre più di piacere. Al termine di questo mio orgasmo, anche Franco al limite, sfilò il suo vibrante cazzo inondandomi pure lui del suo caldo sperma che si andava a mischiare con la fresca pioggia.
A quel punto mi misi in piedi appoggiata al cofano, ma entrambi non mi diedero il tempo di fare altro, si avvicinarono e iniziarono ad accarezzarmi su tutto il corpo, spalmandomi così tutto lo sperma che avevo addosso.
Alla fine tutti e tre scoppiammo in una grossa risata, forse perché il pensiero fu lo stesso per tutti, già che ci siamo, spogliamoci totalmente e facciamoci la doccia, la pioggia sta scendendo talmente forte, che si può fare, cosa che io dovetti fare veramente, per ripulirmi un po’ del loro liquido seminale.
Le sorprese non erano ancora finite, perché mentre mi voltai per andare verso la portiera e salire in auto, notai un’ombra proprio dietro una pianta, era un ragazzotto, là che ci guardava masturbandosi. Per un attimo mi intimorii, ma poi mi rilassai subito, vedendo e sentendo il tipo godere, per poi correre verso la sua auto ed andarsene di corsa. Pensai: “peccato non essermi accorta prima, sarebbe stato sicuramente eccitante sapere che qualcuno mi stava osservando godere con due uomini”, ma ormai era andata.
Ora però c’era un altro problema, come potevamo sederci in auto, con gli abiti completamente bagnati? Non potevamo andarcene in giro in auto nudi, quindi che fare?
Ma qua il detto che dice: “La fortuna aiuta gli audaci”, e più audaci di noi chi c’era?
Mario se ne uscì, e disse: “Tu Patty sei superfortunata, in macchina mi è rimasta la borsa con dei vestiti di Sara e avendo più o meno le stesse misure, ti andranno sicuramente bene, per me e Franco ci sono i miei pantaloni del lavoro nel baule, per tornarcene a casa andranno benissimo”.
Quindi ci cambiammo di corsa nell’auto, tutto andava alla perfezione, solo che i pantaloni di Mario a Franco stavano un pochino larghi, ma stando seduti in auto, non c’era problema.
Prima di salutarci, restammo un po’ sulla nostra auto a chiacchierare, con il dolce rumore della pioggia che batteva sull’auto.
A questo punto volli sapere, come mai Mario era da queste parti, cosa ci faceva qua? E come aveva fatto a trovarci proprio lì? Forse che erano d’accordo lui e Franco.
Mario fu subito pronto a chiarire il tutto: “Prima di tutto non ero affatto d’accordo con Franco e nemmeno lontanamente abbiamo parlato di questa opportunità, poi ero da queste parti, perchè ho deciso di venire a Lecco per passare la notte, avendo una casa in affitto li vicino. Quindi, passando da qui e riconoscendo la vostra auto ferma ho subito pensato ad un problema all’auto, così ho deciso di tornare indietro e venire a vedere se c’era bisogno di aiuto…” poi si fece una risata e continuò: “… cosa che poi ho scoperto che in effetti una mano serviva”, rimettendosi di nuovo a ridere.
Dopo altre quattro chiacchiere, soffermandoci a parlare della particolare situazione sotto la pioggia, esprimendo ognuno le proprie sensazioni, decidemmo così di partire per casa, si era veramente fatto tardi, ci salutammo con l’intenzione di incontrarci il giorno dopo per restituirgli i vestiti e mangiare qualcosa insieme.
Risultato della serata, il giorno dopo mi ritrovai con un bel raffreddore, ma ripensandoci, ne era valsa la pena e sarei stata disposta a rifarlo di nuovo sotto quella pioggia, magari anche con lo sconosciuto che spiava, ma solo a spiare..
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.7
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per Che Tempaccio:

Altri Racconti Erotici in trio:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni