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Come Facebook mi ha fatto scoprire il triangolo e cornificare il mio compagno


di sexdodo
06.10.2014    |    19.435    |    10 6.4
"Di farmi sentire quel grosso cazzo dentro di me..."
Era un venerdì sera tranquillo. Ero a casa sola soletta, il mio compagno era via per una serata con gli amici. Nessuna amica all’orizzonte, mi si preannunciava una serata alquanto noiosa. Mi dico, che palle, dopo una settimana di lavoro non ho proprio voglia di starmene a casa. Volevo uscire e divertirmi. Annoiata mi collego a Facebook per far passare un po’il tempo. Dopo poco mi arriva un messaggio.
Ciao carissima, sono Manuel, ti ricordi di me?
Pronta la risposta.
Ciaoooooo, e come faccio a dimenticarmi???
Manuel è un ragazzo che avevo conosciuto qualche mese prima con delle mie amiche. Un ragazzo sui 27-28 anni, alto, gran fisco dovuto al nuoto. Però mi chiedevo come mai mi avesse scritto. Gli avevo spedito un paio di messaggi ma senza ricevere mai nessuna risposta.
Chattiamo per un po’ fino a che mi chiede cosa faceva una bella ragazza come me tutta sola a casa il venerdi sera. Allora gli spiego e lui per tutta risposta mi invita ad uscire con lui e un suo amico. All’inizio sono un po’titubante, ma poi penso, il mio lui è fuori a riempirsi di birra, perché io devo stare a casa ad annoiarmi? Gli do il mio indirizzo e il numero di telefono e chiedo di lasciarmi almeno un’oretta per prepararmi.
Mi faccio una bella doccia e decido per un vestito a metà coscia, calze autoreggenti e un paio di tacchi a spillo da 12 cm. Tanto mi aveva garantito che non si andava a ballare. Dunque non dovevo preoccuparmi troppo della comodità. Appena infilate le scarpe suona il telefono. È Manuel. Rispondo e mi avverte che è già fuori casa ad aspettarmi. Salgo in macchina e mi presenta il suo amico, Andrea. È un suo compagno di nuoto e anche lui ha veramente un gran bel fisico. Partiamo e andiamo in un bel bar della città. Passiamo la serata a chiacchierare e bere. Io deve essere sincera ho esagerato e mi sento veramente fuori. Non bevo quasi mai e non sono abituata ad esagerare. Stiamo fino all’ora di chiusura. Per fortuna sono passata a bevande analcoliche e mi rimetto un pelino in sesto. Al ritorno Andrea mi fa salire davanti e lui si mette comodo dietro. Penso per paura che possa star male e che, avendo l’auto solo tre porte, avrei faticato ad uscire in caso di bisogno. Dopo una decina di minuti arriviamo a casa mia. Visto che i due si sono comportati veramente da gentiluomini tutta la sera decido, innocuamente, di invitarli a salire per un ultimo bicchiere. I due accettano di buon grado. Li faccio accomodare in salotto e nel frattempo vado a prendere un paio di birre per loro e un buon bicchiere di vino rosso per me. Mi verso un altro bicchiere di vino e gli porgo altre due birre fresche. L’alcool inizia a fare i suoi effetti. Le discussioni diventano un po’ più osé e Andrea tira fuori il telefono e ci mostra un filmino fatto con una sua amica. Nel filmato si vede lei che si masturba fino ad avere un enorme orgasmo. Così iniziano le battutine nei miei confronti. Mi dicono tu non riusciresti a farti filmare mentre lo fai, non sei così come lei. Avevo ormai capito dove volevano andare a parare. Volevano colpirmi nell’orgoglio. Così ho preso il mio telefono e gli ho mostrato un selfie che mi ero fatta allo specchio. Ero a 90 con il vibratore che mi spuntava dal sedere. Dalla foto non si vedeva la faccia e loro non credevano potessi essere io. Un po’ stizzita sono andata in camera e ho preso lo stesso vibratore della foto e gli ho detto, volete vedere come si usa? I due sono rimasti di sasso. Non si aspettavano una cosa del genere da parte mia. Sono rimasti a bocca aperta e non riuscivano a rispondermi. Io ero eccitatissima. Un po’l’alcool, un po’ il filmato e un po’ la situazione e la voglia di sesso che avevo mi avevano fatta bagnare. Mi sono seduta sul divano in mezzo a loro ho aperto un po’ le gambe. I due non sapevano piu cosa fare. Mi guardavano allibiti. Mi sono infilata il vibratore un po’in bocca mentre con l’altra mano mi stavo accarezzando la micetta tutta bagnata. Ho scostato il perizoma e con una lentezza esasperante ho infilato quel pezzo di plastica tutto dentro di me. Lo facevo scorrere dentro e fuori. I due non ci stavano piu nella pelle. Vedevo i loro pantaloni scoppiare all’altezza dell’inguine. La prima mossa l’ha fatta Manuel portando una mia mano sul suo uccello. Gli ho aperto i pantaloni prima a uno poi all’altro e gli ho ordinato di spogliarsi entrambi. Erano in piedi, di fronte a me. Due fisici magnifici. Andrea non ha un uccello molto lungo ma bello grosso, mentre Manuel mi lascia a bocca aperta. Saranno 22-24 centimetri. Li ammiro per un po’ continuando a scoparmi da sola con il vibratore. Andrea me lo leva e Samuel mi prende per un braccio e mi fa alzare. Mi sfilano il vestitino e rimango con le sole autoreggenti e i tacchi a spillo. I due cominciano a toccarmi e baciarmi ovunque. Mentre Manuel mi bacia il collo e mi infila due dita nella figa Andrea si siede sul divano e si masturba. Faccio sedere anche Manuel e mentre con una mano saggio la consistenza del suo uccello mi infilo in bocca quello di Andrea. Ha un diametro notevole ma riesco a farmelo stare tutto in bocca. Poi passo a quello di Manuel. Questo è tutta un’altra storia. Impossibile ingiarlo tutto. Riesco ad infilarmene una bella porzione e con la mano lo masturbo. Alterno un cazzo con l’altro. Poi Manuel mi prende e mi sbatte sul tavolo della sala. Mi allarga le gambe e con un colpo secco mi infila tutto il suo bestione dentro di me. Mi arriva fino all’utero. Ne resta fuori ancora un pezzo. E mentre mi scopa Andrea si mette a cavalcioni sopra la mia faccia e mi infila il suo cazzo in bocca e lo affonda sempre piu in profondità. Mi scopa letteralmente in bocca. Dopo un po’di questo trattamento i due mi chiedonopn dove si trova la camera da letto e, prendendo in mano i loro cazzoni, li conduco fino in stanza. Non mi lasciano il tempo di entrare che mi spingono in ginocchio e mi ritrovo i loro uccelli davanti alla faccia. Li spompino a turno. Gli succhio le palle gonfie e proseguo con la lingua fino all’ano. Vedo che apprezzano molto questo trattamento. Mentre succhio la mazza di Manuel Andrea si sdraia sul letto e mi ordina di cavalcarlo. Mi stacco un attimo da quel bastone e salgo a cavalcioni sopra il cazzo di Andrea che non fatica ad entrare fino in fondo. Lo cavalco come una forsennata. Sento che un orgasmo mi sta per colpire. Inizio a muovermi piu velocemente e urlo tutto il mio piacere. Mi lascio andare un attimo sul corpo muscoloso di Andrea finché sento Manuel che armeggia con il mio sedere. Ho ancora il cazzo di Andrea ben piantato dentro di me metre Manuel mi lecca il buchino posteriore. Lo umidifica bene e poi comincia a prepararlo con uno poi due dita. Non essendo alle prime esperienze mi godo questo trattamento ma sono un po’preoccupata per il dopo. Farci entrare tutto quel cazzo non sarà una passeggiata. Cosi gli dico di prendere l’olio per massaggi che trova nel comodino. Mi prende e mi fa scendere da Andrea. Mi unge tutto il buco e ci infila due dita cosparse di olio per lubrificare anche l’interno. Poi se ne versa un po’sul suo membro e quando è pronto sento che appoggia la sua grossa cappella al buco. Con un po di pressione la testa scura si fa largo e apre la strada. Lo lascia un po ad abituarsi, poi dice ad Andrea “mettile il cazzo in bocca, almeno non sentiamo questa troia urlare mentre le spacco il culo”. E così fa Andrea. Mi prende per i capelli e mi tiene tutto il suo cazzo in bocca mentre Manuel, con un colpo lento ma deciso, spinge tutti i suoi centimetri di carne nel mio intestino. Nella mia testa vedo le stelle. Fa male ma non voglio che smetta. Anzi, lo incito ad incularmi piu forte. Di farmi sentire quel grosso cazzo dentro di me. Lui si esalta. Mi tiene per i fianchi e mi sale letteralmente sopra. Lo toglie tutto per poi far ripiombare tutto il cazzo dentro di me. E ad ogni sua spinta il cazzo di Andrea mi soffoca. Mi riempie la bocca. Manuel aumenta ancora il ritmo e un altro orgasmo mi assale. Piu forte di prima. Mi stacco da Andrea e nell’impeto del orgasmo gli ordino di prendermi tutti e due assieme. Di sfondarmi DI farmi sentire veramente troia. Così Manuel si è messo sotto di me e Andrea ha preso il suo posto. Ha faticato un po a farlo entrare visto che c’era gia il bastone di Manuel che occupava un po’di spazio e il suo Ha un diametro maggiore. Ma dopo un paio di spinte li avevo dentro di me entrambi. Mi sentivo andare a fuoco. I due si sono sincronizzati nei movimenti. Mi sentivo piena come mai sin d’ora. Mi sentivo veramente troia. Mi stavo facendo scopare come una zoccola nel nostro letto. Anche questo mi eccitava da matti. Non resistevo piu, mi sembrava di avere un orgasmo continuo. Ero come in trance. Poi Andrea ha cominciato ad accelerare il ritmo per esplodere in una gran sborrata che mi ha invaso tutto l’intestino. La sua sborra era come lava dentro di me. Tre quattro, cinque grossi schizzi mi hanno invasa. Ora era il turno di far svuotare le palle di Manuel. L’ho fatto alzare in piedi e inginocchiatami di fronte a lui ho cominciato a lavorare con la bocca quel lungo palo. Dopo poco tempo anche ho sentito la sua cappella gonfiarsi e con un urlo mi ha svuotato tutto il suo piacere giu per la gola. Piu veniva e piu lo succhiavo. La volevo tutta per me. Ma era veramente troppa. Un po’della sua crema mi colava ai bordi della bocca. Ho continuato a succhiarlo fino a che non ha cominciato a perdre consistenza. Eravamo tutti e tre esausti. Guardato l’orologio ci siamo accorti che era veramente tardissimo così li ho invitati a rivestirsi che il mio compagno poteva essre di ritorno da un momento all’altro. Mi hanno salutato con un grosso bacio sulla guancia e se ne sono andati promettendomi però che quella non sarebbe stata l’ultima volta che ci saremmo visti. Sfinita mi sono buttata sul letto e ben presto mi sono addormentata. Dopo un’oretta è arrivato a casa il mio compagno e trovandomi a letto tutta nuda ha pensato che fosse un invito per saltarmi adosso. Si è però ben presto accorto, appena mi ha messo una mano sulla figa, che qualche cosa non andava. Ma quella è un’altra storia…….
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