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Impianto elettrico nella casa in montagna


di passeradisandra
29.03.2015    |    21.493    |    4 9.7
"I due uomini sono esausti ma appagati… e dove la trovano una troia come me?! Si rivestono senza lavarsi..."

E’ bastato il primo giorno di rientro al lavoro, per annullare l’effetto Tenerife.

Giovedì una telefonata di mio padre che mi chiede se posso andare nel fine settimana a Carsòli, nella casa che ha ereditato dai nonni, in quanto deve finalmente andare l’elettricista a finire di sistemare l’impianto elettrico a “norma”. E bisogna saldare i lavori. Lui non se la sente perché ha ancora i postumi di un’intossicazione alimentare che lo ha debilitato.

Così sabato mattina alle 6:30 sono già in macchina, per poter essere sul posto già alle otto, ora in cui dovrebbe arrivare il tizio.

Con un quarto d’ora di ritardo squilla il citofono:
- si, chi è?
- sono l’elettricista
- salga pure
Apro la porta e:
- Sandra!
- Luigi!
- da quanto tempo… saranno vent’anni…
- forse anche venticinque
Quando eravamo ragazzi, allora avevamo tutti e due circa 11/12 anni, ogni estate io andavo in vacanza a Carsòli dai miei nonni e giocavo sempre con lui finché, verso i tredici anni cominciammo a giocare al dottore e l’ammalata… il più classico dei giochi semi innocenti della pubertà.
Poi i nonni, per gli acciacchi dell’età, dovettero trasferirsi a Roma e al paese ci si andava sempre più raramente. Nell’estate del 1990, era il 23 agosto per la festa patronale di Santa Vittoria, al ritorno dai festeggiamenti, mentre mi riaccompagnava a casa percorrendo alcune strade buie, Luigi mi bloccò contro un muro e mi baciò. Finalmente s’era deciso. Risposi al suo maldestro bacio dall’alto dell’esperienza che avevo già maturato coi vari ragazzi che avevo avuto, cercando e risucchiando la sua lingua fino a lasciarlo senza fiato. Gli presi le mani e le poggiai sul mio seno, gliele feci intrufolare dentro le coppe del reggiseno… Un rumore di passi ci fece trasalire e finì tutto lì.
L’estate successiva eravamo ambedue fidanzati, ovviamente con altre persone, ed a Carsòli andavo sempre più raramente così le nostre strade si separarono definitivamente. Nel 1992 mi sposai e Sebastiano, mio marito, in estate preferiva andare al suo paese, in Umbria.

Preparo un caffè e lo lascio in casa a finire l’impianto elettrico.
Io vado a spasso per il paese, a fare un tuffo nel mio passato, magari incontro qualche faccia conosciuta o che mi riconosca…

A casa non c’è niente per approntare un pranzo per cui, in una salumeria, compro pane ed affettati, insieme ad acqua minerale e birra, sufficienti anche per Luigi.
Rientro, passo uno straccio da cucina sul tavolo e stendo una tovaglia.
- Luigi, è pronto da mangiare. Quando vuoi…
- arrivo… ho finito, mi resta solo da radunare i miei attrezzi, ma lo faccio dopo
Sto disponendo gli affettati sull’antipastiera quando Luigi, silenziosamente, mi viene dietro e si poggia col suo cazzo già in erezione fra le mie natiche.
- Luigi…
- Zitta, sono passati venticinque anni da quella sera per Santa Vittoria… se non fosse stato per quei passi nel buio… Da quella sera ti ho sognata, ho immaginato come sarebbe finita fra di noi, come avremmo fatto l’amore…
Tutto senza mai staccarsi dalle mie natiche, ma iniziando a cingermi sui fianchi con le sue robuste braccia. Era un ragazzo normale ed ora è un uomo forte. Io non riesco a staccarmi:
- ma tu hai una moglie ed un figlio che dovrebbe avere vent’anni…
- diciotto! ma cosa significa… tu hai due figli, il maschio dovrebbe essere anche lui maggiorenne… sei separata… sei una donna libera… ti sei fatta bellissima… desiderabile più che mai…
Come mi piaceva venticinque anni fa, mi piace ancora…
Provo a respingerlo, mi divincolo da lui, mi giro verso di lui:
- smettila Luigi! ma sei impazzito?
- si, mi fai impazzire. Quella volta ho fatto la figura dell’imbranato ma ora tutto è cambiato!
Mi stampa un bacio sulla bocca. Non ricambio, non schiudo le labbra pur desiderose di gustare il suo sapore, e in un impeto di follia:
- facciamo una cosa: mi puoi scopare se azzeri quello che ti deve mio padre per finire questi lavori!
- non ti riconosco più… come sei cambiata…
- se ti sta bene è così, altrimenti amici come prima
La situazione mi diverte, e intanto mi sto eccitando! Sto creando una situazione mai vissuta prima e mi eccita ancor di più il non saper prevedere fino a che punto arriveremo. Mi sto mettendo nelle sue mani…
Luigi sembra pensarci un po’ e poi:
- va bene, me ne fotto dei soldi, tu vali molto di più di quello che mi deve tuo padre. Certo però sei cambiata dalla Sandra che conoscevo…
- forse che credevi di conoscere…
- l’ultima cosa che ricordo sono le mie mani che mi portavi sotto le coppe del tuo reggiseno
- allora riprendi da li, cosa aspetti?
All’improvviso ecco un altro uomo. Quasi mi strappa la camicetta, piazzando le mani sul mio reggiseno… fa fuoruscire le mie zinne dalle coppe ed inizia a morderle.
Trattengo un urlo di dolore mentre mi strappa di dosso il reggiseno. E’ un invasato… la sua mano sinistra inizia a martoriare la mia tetta destra, mentre la sua lingua o meglio i suoi denti si focalizzano sulla sinistra, e le dita della sua mano destra entrano senza alcuna delicatezza nella mia fica, strapazzandola con un forsennato stantuffamento. Questo animalesco approccio, anziché ripugnarmi, comincia ad eccitarmi ed inizio a contorcermi fra le sue mani. Decido di portarlo sul divano senza prendere alcun’altra iniziativa. Voglio essere una puttana nelle sue mani.
Dopo avermi liberato della gonna e del perizoma, si spoglia dei suoi pochi indumenti, mi fa sdraiare a gambe larghe ed inizia a leccare la figa già allagata.
- sei già bagnata… porca! Sei depilata… mi fate morire quando avete cura della vostra fica!
- sei un animale… un porco… Scopami!
Mi fa girare a pancia in giù facendomi allargare gambe e braccia. Avvicina la sua mano alla mia fregna ormai invasata e da l’avvio ad una lenta masturbazione: pressa due dita sulle ossa pubiche, vicino alla mia sorca in fiamme, per passarle sulle grandi labbra, fino a stringere fra di esse, sfregandolo, l’eccitato clitoride e causandomi un dolore misto a piacere che sortisce una fuoruscita di urina.
- sei proprio una maiala…
Dimeno inconsapevolmente il bacino per meglio assaporare il perverso piacere che Luigi mi sta procurando:
- e tu un maiale…
Infila un dito in fica, lo estrae e se lo lecca mentre io:
- uuhhhmmmm… non sei più l’imbranato che ricordavo…
- e non hai ancora visto niente!
Sta ancora pronunciando questa frase, quando sento il suo cazzo sfondare la fregna affamata e subito tacitata da questa verga non grossa, ma lunga e nerboruta, che inizia a devastarmi fino in fondo all’utero.
- ti piace troia, eh?
- parla di meno e concludi di più…
per tutta risposta si sfila dalla mia fica, poggia per un attimo la sua cappella sul mio roseo sfintere, e me lo ritrovo in culo, fino alle budella. Mi mette le mani sotto il bacino per tirarmi su, mentre inizia a pompare senza sosta, alternando lunghi e profondi affondi a brevi estrazioni per roteare la cappella sul bordo del mio sfintere anale. Fa entrare il solo prepuzio e… lo tira fuori. In un gioco lungo ed estenuante che mi fa impazzire. Il sangue affluisce al mio cervello e inizio a dimenare il mio bacino per accogliere l’unica cosa che voglio in questo momento: il suo cazzo nel mio culo… fino alle viscere! Riprende finalmente a trapanare senza mai mostrare cedimenti e la prima aria inizia a farsi strada dai miei intestini…
Mi sta sfinendo, il mio respiro è impazzito, intorno a me… il paradiso!
Intuendo la mia probabile evacuazione, si sfila dal mio culo ed avvicina la sua verga alla mia bocca:
- succhia troia… voglio scoparti in bocca… vediamo cosa sai fare…
Mi impossesso della sua minchia paonazza ed inizio a lavorarla. La risucchio fino in fondo alla gola, lecco il canale uretrale, operazione che lo eccita ancor più, facendola vibrare contro il mio viso. Scendo verso i suoi testicoli, li risucchio insalivandoli, mi reimpossesso della sua nerchia e mi riempio la bocca; do vita ad un pompino che inizia a… spomparlo: gli tremano le gambe!
Prima che non controlli più il suo orgasmo, tira fuori il cetriolo e mi fa stendere supina. Mi solleva le gambe facendo scorrere lo sguardo fra la mia fica ed i miei occhi, dal basso verso l’alto e viceversa. Anche il suo viso, oltre la cappella, è paonazzo per l’eccitazione. Avvicina il suo bigolo alla mia sorca e poggia la punta sul contorno del mio buco del culo; è così lubrificato che gli basta un attimo per entrare fino alle mie viscere. Riprende a pompare come un assatanato:
- il culo te l’ho fatto in abbondanza… ora te lo riempio!
Un improvviso squillo del citofono interrompe il suo orgasmo ed il mio piacere.
- chi può essere?
- sarà sicuramente mio figlio Davide che mi porta il pranzo
- vai ad aprire e chiudi la porta del soggiorno
Nella foga del momento va ad aprire senza neppure mettere almeno i pantaloni e lasciando la porta socchiusa.
- ciao pa’, ecco il pranzo
- grazie, fra un po’ finisco quello che sto facendo e mangio
- ma sei solo? - mentre sbircia dalla porta lasciata socchiusa
I due abbassano il tono della voce ed iniziano a bisbigliare; non capisco più cosa dicano. Intanto io sono nuda sul divano senza nulla con cui potermi coprire.
Si spalanca la porta e si materializzano padre e figlio. Faccio in tempo soltanto a mettermi rannicchiata e coprirmi il seno incrociando le braccia.
- questo è mio figlio Davide…
- buongiorno signora… - saluta quasi freddamente, senza tradire nessun imbarazzo
- ha diciott’anni… non è mai stato con una donna…
- Luigi devi essere proprio impazzito! - alzando la voce
Mentre i due uomini si avvicinano inesorabilmente verso di me, Luigi mi lancia uno sguardo cattivo e perentorio:
- cinquecento euro per una sola scopata, scusa ma mi sembrano un po’ troppi…
- sei impazzito… per chi mi hai preso, per una puttana?
- certamente non nel senso che lo fai per soldi… ma puttana lo sei!
Queste parole, pronunciate in tono sottomissorio, mi offendono ma, ancor più, mi eccitano. Mi trovo in una situazione che non ho mai vissuto… eccitarmi per una minaccia di violenza sessuale. Come dice Dedo: sono proprio una cagna sempre in calore!
A ben pensarci ha ragione anche Luigi: sono una puttana… altrimenti non mi troverei qui, in questa situazione che, se vogliamo, ho creato io…
E poi non ho mai scopato con due uomini insieme, anche se ogni tanto con Dedo - mentre mi penetra e mi devasta con vari falli e vibratori - immaginiamo che questi siano un altro uomo…
Senza che neppure me ne renda conto, tanto mi scopro impreparata a questa nuova situazione, le mani dei due uomini sono già sul mio corpo.
Luigi mi sta allargando le gambe, mentre Davide - che è già nudo - sta spostando le mani che mi coprono il seno. Mi spingono supina sul divano: il padre mi tiene allargate le gambe mentre comincia a leccarmi l’interno cosce, ed il figlio (quando si dice che il frutto non cade mai lontano dall’albero…) mi infila subito la fava in bocca, costringendo i miei denti a schiudersi davanti al vigore dei diciott’anni. Ha un cazzo lievemente più grosso di quello del padre, ma anche più lungo ed anch’esso nodoso.
Fortemente eccitata dalle slinguazzate di Luigi, supero l’impasse di quel giovane nerbo in bocca ed inizio a spompinarlo a dovere. Davide prende a scoparmi la bocca e soltanto la mia esperienza riesce ad evitarmi il soffocamento. Lo mordo e lui, togliendo il cazzo dalla mia bocca:
- che cazzo fai puttana…
- quello che fa ogni puttana che non vuole soffocare… stronzo!
Si gira verso la sua sinistra, tiene il suo cazzo in tensione e lo lascia andare come una molla; mi schiaffeggia letteralmente col cazzo sulla guancia destra, lasciandomela arrossata e dolorante. Ma il dolore mi eccita di più e riprendo il pompino, decisa a farlo venire, mentre Luigi risale con la lingua lungo la pancia, fino al seno. Alterna lingua a denti causandomi quello stato di dolore-piacere che mi fa perdere il controllo su me stessa.
Quindi si scambiano di posto e, mentre il padre avvicina la turgida fava alla mia bocca per farsi fare ora lui un pompino e nel contempo prende a strizzarmi le assetate mammelle, il figlio avvicina il viso alla mia sorca inzuppata di umori per dare inizio ad un cunnilingus inesperto ma eccitante. Cerca anche il buco del mio culo, ma non mostra gradire i sedimenti di cacca che la stantuffata del padre vi hanno lasciato. Allora mi infila tre dita in fica e li lubrifica coi miei umori, quindi passa ad un’accurata pulizia del mio sfintere anale. E riprende a passarvi la lingua…
Mentre elargisco un superbo pompino alla verga di turno, stringo le cosce intorno alla testa di questa inesperta ma eccitante lingua che mi sta causando il primo orgasmo…
Dopo un tempo interminabile, Davide abbandona l’estenuante leccata e risale verso il mio seno unendosi al padre nel suo martoriamento. I due lo stringono, pizzicano i capezzoli, ed il figlio li morde, vi stringe i denti fino a farmi urlare:
- piano!... fai male…
ed intanto me ne vengo nuovamente…
Il ragazzo posiziona ora la sua asta all’ingresso della mia sorca impiastricciata di secrezioni e con inimmaginabile ed erotizzante delicatezza infila il suo nocchiuto nerbo nella sua prima fica… l’abbondante lubrificazione del mio antro del piacere facilita l’ingresso di quel tronco che, come uno stantuffo, prende a sfondarmi, su fino all’utero.
- siiii… sei un animale… ma non fermarti… - mentre un fiotto di piscia fuoriesce dalla mia fregna finendo sulle mie cosce e sul divano.
Continua a pistonarmi incessantemente mentre il padre seguita a dedicarsi alle mie arrossate ed infuocate zinne e, inesorabilmente, continua a scopare la mia bocca.
Davide rallenta, si ferma… mi guarda negli occhi:
- vengo… puttana! - mentre svuota le sue palle nella mia grotta assatanata.
E’ proprio un greve, un animale, ma ha un cazzo che fa dimenticare la sua immane rozzezza.
Padre e figlio escono dalla mia bocca e dalla mia fica, e Luigi:
- ora mi sdraio io e tu mi vieni sopra!
L’uomo si sdraia e mi attira a se:
- siediti su di me guardandomi negli occhi ed impalati a questo cazzo!
Salgo sul divano e mi accovaccio su di lui infilandomi nella fregna sciacquettante la sua dura e rigonfia nerchia… nel più classico degli smorzacandela. Con un cadenzato ma veloce saliscendi mi impalo alla sua banana, assecondando i suoi devastanti colpi di reni. I suoi occhi sono sbarrati su di me, mentre le sue mani vagano sul mio seno, i miei fianchi, le mie cosce… Il piacere che mi procura è estasiante, forse anche per la sensazione, mai provata prima, di avere un secondo uomo che mi guarda mentre scopo. Mi sento addosso lo sguardo libidinoso di Davide che, mentre da dietro mi guarda dimenarmi sull’uccello del padre, ora ha preso a masturbarsi nel tentativo di far riprendere la giusta consistenza al suo giocattolo.
Raggiungo un paio di orgasmi prima di stendermi sul suo petto senza sfilarmi da Luigi. I nostri due sessi restano incastrati tra di loro in una danza erotica, mentre l’uomo mi attira a se e, per la prima volta, cerca la mia bocca per baciarmi. Resto meravigliata ma non mi sottraggo e mi unisco a lui anche in un bacio voluttuoso che lo lascia senza fiato. Ora lo sto scopando io!
- ti ho sempre desiderato Sandra…
- mi stai solo scopando…
- sei una puttana e me lo hai tenuto nascosto
- sarò pure una puttana, come dici tu, ma tu sei un porco… un animale… e tuo figlio è peggio di te!
E raggiungo un ennesimo orgasmo…
Il ragazzo intanto è tornato a cazzo dritto, mi si avvicina da dietro e poggia la lingua sul mio ano. Ho un sussulto, non me lo aspettavo… Poche leccate ed il suo pollice inizia a farsi strada nel mio culo. Mi irrigidisco per il piacere ed il giovane porco prende a farsi strada con due dita che si impregnano dei miei umori anali. Le passa quindi intorno al mio sfintere per meglio inumidirlo: si sta preparando ad incularmi… e l’attesa di quella giovane scalpitante nerchia fa affluire un’ondata di sangue al mio cervello.
Affonda la mano sinistra sui miei reni col duplice effetto di tenermi schiacciata a suo padre e di bloccare i sussulti del mio bacino; e con la mano destra indirizza il suo palo verso il mio culo. Ve lo poggia, si fa strada con la cappella gonfia e turgida, e con un colpo deciso si introduce fino alle mie budella. Mi lascia senza fiato…
Un altro brivido devasta il mio corpo: per la prima volta in vita mia ho contemporaneamente dentro di me due cazzi veri! Uno in fregna ed uno in culo… che meraviglia!
I due uomini entrano in sincronia e mentre uno è in fondo alla mia fica, l’altro sta lì per uscire dal mio culo, senza mai estrarlo completamente fuori! E quando il giovane riaffonda nelle mie budella, il padre si sfila leggermente dal fondo del mio utero. E nel momento che mi sfondano all’unisono, il mio cervello va in tilt, il mio corpo vibra nell’infinita lussuria che mi tiene sospesa nel piacere, offuscandomi totalmente la mente…
Sono totalmente in balìa di questi due uomini, di queste due bestie assatanate di sesso, eccitate ed arrapate dal mio corpo alla loro mercè…
Il doppio stantuffamento ritmico dei miei sfinteri mi porta quasi subito a pisciarmi addosso, senza controllo, mentre la mia cacca cerca di fuoruscire facendosi strada intorno a questo devastante giovane cazzo.
- non vi fermate… sto venendo…
- godi puttana! - sibila il padre
- ti inculo troia! - urla il figlio
Luigi viene dentro di me inondandomi la fica del suo sperma, mentre Davide:
- voglio venirti in bocca… devi ingoiare tutto! - mentre si sfila dalle mie budella.
Si siede accanto al mio viso, mi prende per i capelli e attira la mia bocca verso il suo cazzo in punto di scoppiare. Stringo i denti ma debolmente, perché non voglio privarmi di questa giovane sborra. Si fa strada con violenza, me lo infila in bocca ed erutta una colata di caldo, maschio liquido.
- non perderne una goccia puttana!
Gli mostro il mio sfintere orale pieno del suo seme e con lo sguardo invasato di autentica troia ingoio il suo nettare.
- ti piace troia, eh?
Non ne perdo una goccia, mentre il cazzo di Luigi si sta ammosciando nella mia fregna.
Il giovane porco:
- ripuliscimi per bene il cazzo!
Quanti film porno devono aver accompagnato le seghe di questo depravato…
- dai troia, fammi vedere come sai lavorare di lingua…
I suoi insulti mi fanno incazzare ma mi eccitano e mi dedico con sapienza a ripulire questo cazzo ancora duro. Lo scappello ben bene e passo la punta della lingua in una approfondita pulizia. Ci sputo sopra, me lo infilo in bocca ed inghiotto le residue gocce che accompagnano gli ultimi sussulti di questa giovane verga.
I due uomini sono esausti ma appagati… e dove la trovano una troia come me?!
Si rivestono senza lavarsi.
Io sono devastata… in un misto di piacere, dolore, estasi, libidine.

Vado in bagno a ripulirmi alla meno peggio di tutto lo sperma, la cacca e gli umori che ricoprono il mio corpo appagato. L’acqua calda non c’è e la doccia la farò a casa, a Roma.

Quando esco dal bagno Davide è già andato via, insalutato ospite, senza neppure essersi lavato; e Luigi sta raccogliendo i suoi attrezzi.

- devo dire che li vali proprio tutti i cinquecento euro!
- contento tu…
- mi sa che verremo a trovarti a Roma…
- scordatelo!!!

In macchina ripenso a quei due uomini che mi hanno usata, sfondata, inculata senza pietà, riempita del loro sperma… senza curarsi di me, come delle bestie..
Ma a me è piaciuto da morire, mi ha eccitato la loro violenza, il loro turpiloquio, il loro trattarmi come un oggetto, da autentica puttana… ho anche scoperto che mi piace essere sottomessa!
Ma cosa succede? Le cosce sono di nuovo umide… bagnate… sono di nuovo eccitata…

Mi sa che hanno ragione loro: sono una puttana dentro!


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