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In campagna... 11. In tre


di Calaf
18.08.2016    |    7.031    |    1 9.5
"Mario è confuso, all’inizio pensava, sperava, di combinare qualcosa con Silvia, poi è stato evidente l’interesse di Marisa nei suoi confronti, ma ora, ..."
Riprendono il lavoro con l’accordo di trovarsi al bar dopo cena, con Mario, ci penserà Silvia a portarlo.

Pia non è proprio entusiasta di aiutare la figlia, si è abituata troppo bene: due giovani maschi a sua completa disposizione, l’uno dolce e premuroso, l’altro irruento e spesso volgare. Insieme si completano e la fanno impazzire di piacere.
Però la complicità recente con Silvia la porta a accontentarla e così quando la figlia chiede a Mario di accompagnarla in paese si affretta a prevenire le obiezioni di Alfredo persuadendolo a non interferire. Emilio non si interessa, la presenza di Maria inibisce quella di Silvia nel suo letto e poi, in fondo, è meglio che a Silvia piaccia Mario piuttosto che Alfredo che ha sempre giudicato inaffidabile.

Dopo cena, allegramente, Silvia e Mario, sulla vecchia auto di lei, vanno in paese per incontrare gli altri giovani. Mario è diviso tra la scontentezza per non poter vedere Pia e la speranza di combinare qualcosa con Silvia. Da quella volta tutti insieme non l’ha più toccata e che altro motivo c’è per farsi accompagnare?
Al bar vengono subito intercettati da Marisa che già attendeva da un po’ e condotti a un tavolo a parte nello spazio all’aperto adiacente l’edificio. Conversano e scherzano con gli altri giovani, bevono birra, ridono di Francesco e della sua ragazza vedendoli passare in auto, lei con l’espressione truce che li guata a distanza. Stanno bene, è fresco, un’auto parcheggiata appositamente vicino diffonde della musica piacevole.

Marisa parla soprattutto con Mario cercando di monopolizzarne l’attenzione, occasionalmente coinvolgendo Silvia che, a un certo punto, inizia a sentirsi di troppo. Non le piace per niente sentirsi usata, anche se era a conoscenza dell’obiettivo di Marisa non si aspettava una cosa così sfacciata. Fa buon viso a cattivo gioco interloquendo con altri giovani che ha conosciuto. Mario si smolla pian piano, grazie a diverse pinte deliziosamente fredde. Alla fine Marisa si alza e chiede a alta voce di essere accompagnata a casa, che è tardi e il giorno dopo lavora. Tutti e tre salgono sull’auto di Silvia, Mario davanti e Marisa dietro, e Silvia guida verso casa dell’amica.

- Prosegui, non ti fermare –

La voce secca a pochi centimetri dalle sue orecchie fa sobbalzare Silvia distogliendola dai cupi pensieri che l’invadevano. Ubbidisce senza pensare e passa davanti alla casa di Marisa proseguendo sulla provinciale.

- Gira a destra alla prossima –

Altro ordine secco e Silvia si trova a guidare su un viottolo sterrato tra i campi. Non conosce quella strada, guida con attenzione per evitare le buche e giunge a un ampio slargo illuminato da un solitario lampione che non si sa cosa stia a fare lì.

- Fermati –

La frenata è un po’ brusca.

Appena il tempo di fermarsi sotto la luce e Marisa spinge il sedile del passeggero per far scendere Mario e scendere anche lei.
Sono tutti e tre fuori. Marisa si avvicina a Silvia e le dà un bacio leggero a labbra chiuse.

- Grazie. Non temere ce ne sarà anche per te dai –

Il gesto e le parole scuotono Silvia ma già Marisa si è voltata verso il ragazzo.
Mario è confuso, all’inizio pensava, sperava, di combinare qualcosa con Silvia, poi è stato evidente l’interesse di Marisa nei suoi confronti, ma ora, con entrambe presenti? Pone la domanda:

- Che siamo venuti a fare qui? –

- Voglio conoscerti –

È la risposta di Marisa, espressa con un tono di voce sensuale che risveglia i sensi del ragazzo ancora incerto.

- Ci conosciamo da sempre –

- Voglio conoscerti meglio –

- L’abbiamo appena fatto al bar –

- Ihihihih dai, non in quel senso –

Il ragazzo vorrebbe dire altro, capire cosa vuole Marisa. Gli viene impedito dandogli la risposta con un solo gesto.
Marisa lo abbraccia e lo bacia. Mario sente il corpo caldo di lei attaccato al proprio, la morbidezza dei seni sul suo petto, le labbra voraci di lei sulle sue, la lingua guizzante che gli invade la bocca. Esita un solo istante prima di ricambiare, portando le mani sui fianchi della ragazza, scendendo a stringere a piene mani le chiappe sode. Sente il ventre infiammarsi e prepotente l’erezione ergersi premendo contro il ventre di lei.

- Mmmmmhhhhhh, sei proprio sensibile eh? –

Marisa muove il bacino strusciandoglisi addosso, si alza sulla punta dei piedi per far aderire la patta di lui proprio lì, sulla micina coperta dai leggins che già stilla rugiada.
Il bacio dura a lungo sotto gli occhi di Silvia che da un canto vorrebbe restare a vedere la sfrontatezza dell’amica, dall’altro togliere il disturbo, lasciarli nella loro intimità.

- Fammelo vedere dai, Silvia mi ha detto che sei messo bene –

Arrossisce Mario sentendo di essere stato oggetto dei discorsi delle due ragazze, arrossisce di piacere per il complimento. Veloce aiuta la ragazza a slacciargli la cintura, calargli pantaloni e boxer, esporre la verga tesa che spunta obliqua dal ventre.

- Mmmmmhhhhhhh, mi fa venire l’acquolina in bocca –

Dice Marisa leccandosi le labbra prima di poggiarle sulla cappella.

- Sai di buono –

Poi non può più parlare, la bocca è riempita dal cazzo duro di Mario il quale sospira sotto la carezza delle labbra e della lingua.
Il pompino va avanti per qualche minuto e Silvia osserva ancora l’abilità dell’amica, la vede provare e riuscire nella pratica che le ha insegnato da poco, sente i gemiti di apprezzamento del ragazzo. Non sa cosa fare. Ancora è combattuta, questa volta tra l’unirsi alla festa e il toccarsi la micina che sente inumidita. Decide Marisa per lei scostandosi e facendole un evidente segno di invito.

Silvia si avvicina, si inginocchia di fianco all’amica che le porge la verga come un frutto gustoso, reggendolo con la mano finché non lo vede sparire tra le labbra di lei.
E’ un pompino a due bocche perfetto o quasi, le due amiche si alternano a succhiare e leccare facendo impazzire il ragazzo e infine, prima che ceda al piacere, Marisa si toglie in fretta i leggins e gli sale sopra impalandosi sulla verga.

- Oooohhhhhhhh, mi riempie tutta……. Mmmmmhhhhhhhh, muoviti Mario, muoviti che mi piace……….. –

Il ragazzo esaudisce la richiesta ma presto è costretto a limitarsi a restare teso verso l’alto, è Marisa che sgroppa su di lui come una cavallerizza al galoppo, muovendo le anche in tutte le direzioni per sentirlo meglio, per farsi toccare nei punti più sensibili. Gode sopra di lui nel momento in cui, a sorpresa, si sente invasa dal seme caldo dell’orgasmo che Mario non ha saputo trattenere.

Riprende fiato per un minuto, sentendo ancora il membro pulsare dentro di lei, poi si toglie e si siede a terra. Dalla micina escono gli umori del piacere comune. Marisa prende un fazzolettino e si asciuga tra le cosce. Vicino Silvia ha la mano nei jeans, si sta toccando con forza presa dalla scena erotica a cui ha assistito.

- Aspetta, ci penso io a rimetterlo in forma, tu togliti i jeans –

Marisa ha capito il bisogno dell’amica, però Mario non è ancora la massimo. Ci pensa lei chinandosi ancora sul suo ventre, accogliendo in bocca il pene sporco degli umori di entrambi, succhiandolo per dargli nuova vita e facendolo tornare di nuovo pienamente turgido e pronto all’uso.

Silvia si spoglia e sale a cavalcioni di Mario, con cautela si abbassa e si allarga le labbra della micina facendosi penetrare. E’ talmente bagnata che il pene le scivola dentro sino in fondo da subito, riempiendola e rubandole il respiro. Fa forza sulle gambe e si alza e si abbassa assaporando le sensazioni che le salgono lungo la spina dorsale esplodendole nel cervello. Basta questo primo contatto per farla godere ma lei non si ferma, ripreso fiato continua a fare su e giù inondando il ventre di Mario dei succhi che le colano fuori.
Ansima e geme, sente vicino un nuovo orgasmo e appoggia le ginocchia a terra, le gambe non la reggono più. Ora il movimento è meno ampio ma non meno soddisfacente, si sente colma sino allo stomaco e si muove più in fretta. All’improvviso avverte una presenza dietro, nel buchino, che preme e le entra dentro facendola singhiozzare. E’ un leggero dolore che presto si perde nel piacere che riceve dall’uccello nella vagina.

Marisa si è avvicinata ai due e è intervenuta. E’ suo il dito che fruga nelle viscere di Silvia. Vorrebbe farle diventare due ma ha fretta, vuole vedere il cazzo di Mario che rompe il culetto dell’amica. Fa forza con le mani facendo bloccare i due, fa uscire il pene dalla vagina e lo punta pochi centimetri più in alto sul buchino. Lo regge e tira indietro Silvia la quale sente il suo piccolo ano iniziare a dilatarsi e si rende conto di quel che sta facendo l’amica.

- No, lì non mi piace. Nella fica, ti prego lo voglio nella fica, sto per venire –

Marisa recede dai suoi propositi, ha notato la tensione di Silvia e non vuole insistere. Ancora guida il cazzo nella micina e Silvia lo accoglie dimenandosi e raggiungendo, dopo poco, un nuovo orgasmo che la fa gridare.
Poi si getta di lato, senza forze. Due orgasmi in poco tempo l’hanno stremata. Vede Marisa che ha impugnato l’uccello e lo muove lentamente.

- Perché non hai voluto? Ti sarebbe piaciuto –

- Non l’ho mai fatto, mi fa male –

- All’inizio, se non sei abituata, ma dopo è solo piacere, un piacere che ti scombussola la testa –

- Tu l’hai già fatto? –

Marisa ride alla domanda e preferisce rispondere con i fatti. Tenendo impugnato il cazzo sale sopra Mario e scende piano puntandoselo sull’ano. Il buchino si dilata lentamente e Silvia vede il pene sprofondare piano sin quasi a scomparire completamente.
Marisa mugola, ancora una volta prova quella sensazione di sentirsi piena che non riesce a provare con la vagina. Si sente padrona e schiava insieme, oggetto e arbitra del piacere del ragazzo che sotto di lei inizia a spingere verso l’alto, eccitatissimo dalla variazione.
Si accomoda meglio sulle ginocchia e si muove avanti e indietro, gemendo ogni volta che il cazzo affonda fin quasi alla radice. Chiude gli occhi concentrandosi sulle sensazioni che le dà il piccolo anello di muscoli ora enormemente dilatato.
La cavalcata dura pochi minuti, Mario sgroppa gridando di stare per godere e Marisa si aggrappa al braccio dell’amica incapace di qualsivoglia mossa.

- Muoviti, muoviti, sto per venire… MUOVITI!. Silvia toccami, ti prego toccami sto per godere, sto per… ooOOOHHHHHHHHH……. Mmmmhhhhhhhhhh SIIIIIIIII, riempimi, riempimi di sborra………. Mmmmmhhhhhhh –

Gode mentre Silvia le strofina forte il clitoride, serrando le dita sul braccio dove lascia i segni della stretta. Ha un sussulto e uno scatto indietro inarcando la schiena, uno spasmo muscolare incontrollabile, prima di crollare addosso a Mario che mugola irrorandole l’intestino.

Poi è silenzio nella notte, i corpi abbandonati privi di energia.

Silvia va a dormire a casa di Marisa, troppa strada da fare e si sente stanca. Cede l’auto a Mario per tornare alla fattoria e invia un sms alla madre prima di addormentarsi abbracciata all’amica.
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