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In campagna... 3. Prima volta


di Membro VIP di Annunci69.it Calaf
18.08.2016    |    7.963    |    4 9.8
"Torna sotto per preparare il pranzo, e così fa i giorni seguenti..."
Pia s’impossessa della casa, bada lei a tutto, a cucinare, pulire, accudire la madre, fare la spesa.
Un mattino proprio mentre rientra dalla spesa, fermando l’auto, incrocia Maria che esce dalla casa con le gote arrossate, l’aria felice, le pare imbarazzata ma già è dentro casa, sente il fratello scendere le scale, lui la saluta con un bacio e esce per il lavoro. Pia sale dalla madre per vedere se ha bisogno di qualcosa, la trova che ripete tra se:
“è peccato, è peccato”.
Le si stringe il cuore a vederla così anche se sa che è il decorso naturale della vita.
Torna sotto per preparare il pranzo, e così fa i giorni seguenti.
E’ una vita diversa per lei ora, si sente bene, utile, non avverte la mancanza della città, del lavoro, del marito. Si può dire che è serena, quasi felice.
Un notte tardi è in camera della madre per vedere come sta. La vede assopita e chiudendo le imposte nota il fratello che guardandosi intorno entra nella stalla. La stupisce quel fare circospetto, la incuriosisce. Resta a guardare e nel buio rotto da luci fioche non vede altro. Pochi minuti e non resiste alla curiosità. In fretta esce dalla casa e va verso la stalla, la porta anteriore è accostata, entra e si defila lungo la parete. Sente il caldo, l’odore delle bestie, e tra i loro versi dei gemiti. Avanza piano e scopre la fonte dei gemiti in un box vuoto. Alla luce fioca delle lampade vede Maria inginocchiata sulla paglia, la gonna sollevata e dietro di lei il fratello che la monta con forza. Più lui spinge e più lei geme. Rimane di sasso, non pensava a una cosa del genere.
Avverte una vampata di calore salirle al volto, vorrebbe scappare via ma qualcosa la ferma, la fa guardare con attenzione i movimenti di quella strana bestia a due teste. I gemiti di entrambi le entrano nelle orecchie, le sollecitano i nervi, la illanguidiscono. Non vede più il fratello ma un uomo prestante che scopa una donna più avanti negli anni. Ha sentito di queste cose ma non ci ha mai creduto, cosa mai potranno trovare i giovani in una “vecchietta”? Però Maria è bella, deve ammetterlo anche lei, è sensuale nei suoi movimenti mentre lui la prende sempre con maggior vigore. Guarda meglio, si blocca, guarda con attenzione e….. sì, è così………. Lui non la sta prendendo normalmente ma glielo sta mettendo dietro, nel buchino sporco………. Nel culo.
Spalanca la bocca quasi urlando. Anni prima anche il marito aveva voluto farlo così ma era durato poco, lei non apprezzava e alla fine lui aveva ceduto e smesso di chiederglielo. Ora invece vede suo fratello, il suo uccello che le pare enorme, scorrere liberamente tra le natiche di lei che geme di piacere, gli si fa incontro per prenderlo tutto dentro.
E’ sconvolta Pia, dallo spettacolo e ancora di più dalla scarica elettrica da cui si sente percorrere e che termina proprio lì, nella sua micina. Si volta e fugge, esce dalla stalla, gira intorno per andare verso l’auto e va a sbattere con qualcuno. Si ferma spaventata. L’uomo, perché è un uomo, le blocca le braccia, le mette una mano sulla bocca fermando l’urlo che stava per uscire. Vede a due metri un altro uomo, lo riconosce, è Mario, il figlio più giovane di Maria. Chi la tiene stretta è Alfredo che le parla piano:
“Sssshhhhh, stia zitta signora Pia o ci scoprono”
Pia si accorge che Mario è davanti al muro posteriore della stalla e……… ha in mano l’uccello. Lo guarda, avverte contro la mano rilasciata lungo il fianco una presenza calda, istintivamente l’afferra per lasciarla subito appena si accorge che è l’uccello di Alfredo anch’esso esposto. Capisce in fretta che i due stavano guardando da dei buchi nel muro l’accoppiamento della madre con Emilio, e si stavano masturbando. Si divincola da Alfredo e corre verso casa, nella sua stanza. Si rimette a letto, stenta a addormentarsi, davanti agli occhi vede ancora la scena di suo fratello e Maria. Si assopisce senza accorgersene pensando a loro…….. e avvertendo nella mano ancora la calda presenza del pene di Alfredo.
Al mattino dopo, mentre serve la robusta colazione agli uomini che stanno andando nei campi, non riesce a guardarli in faccia. Il fratello al solito è distratto e non se ne accorge, ma gli altri due la fissano, Alfredo sogghigna, le sfiora volontariamente la mano che gli porge il piatto, lei arrossisce per l’ennesima volta, va a finire di preparare il pranzo che si porteranno sul campo dove lavorano: pane, formaggio, frittata, una bottiglia di buon vino. Li saluta con un cenno e poi corre dalla madre a vedere come sta.
Passano le ore, prepara il pranzo e fa mangiare la madre, si siede in cucina sbocconcellando senza appetito il proprio, la mente lontana. Immagina che Emilio e Maria siano di nuovo appartati a fare le porcherie. Decide di voler parlare al fratello, chiedergli le sue intenzioni: come fa lui così giovane a andare con una che potrebbe essergli quasi madre? Non pensa “una vecchia” perché anche lei ha la stessa età. Poi il pensiero le va ai figli di Maria, ai sogghigni di Alfredo, si chiede se piace loro, ha la stessa età della madre ma visto che Emilio non si fa problemi……. Ripensa ai loro affari, grossi, duri, a come ha avuto per un attimo in mano quello di Alfredo. La fantasia l’afferra e immagina di stringerlo ancora, di non essere scappata di corsa la notte prima. Si scuote e inizia a pulire la cucina però resta illanguidita.
Sente aprire la porta, si volta sorpresa e davanti ha proprio lui, Alfredo, a torso nudo, un velo di sudore sul corpo, quel sogghigno sul viso.
“Scusa Pia, ci si è rotto un attrezzo e siamo tornati a prenderlo”
E’ Mario a parlare, entrato subito dietro Alfredo. Lui ha ancora addosso la camicia. E’ nervoso, il fratello gli ha detto di seguirlo senza spiegargli bene perché, sa che c’entra Pia ma ancora non capisce bene.
Alfredo invece si avvicina a lei, la vede confusa, è conscio dell’effetto che le fa e ha tutte le intenzioni di approfittarne. Le accarezza un braccio, scende a prenderle la mano, se l’avvicina al viso e lei lo lascia fare imbambolata.
“E’ delicata proprio come la ricordo, come la ricorda……..lui”
Si indica il bassoventre. Pia ha un moto di reazione, vorrebbe allontanarlo ma lui già l’ha lasciata, si è slacciato i pantaloni e lo sta tirando fuori, ancora non completamente eretto.
Lei abbassa lo sguardo, lo vede, resta paralizzata anche quando lui le riprende la mano e la porta su di se, glielo fa stringere.
“Avvicinati Mario, faglielo vedere anche tu bene che ieri era buio”
Mario pare timido ma obbedisce, si avvicina e si slaccia anche lui i calzoni.
Pia sente il contatto caldo e morbido nella mano. Non la muove ma nemmeno l’ha tolta. Non sa nemmeno lei cosa vuol fare, è irretita da tanta sfacciataggine, ma anche dai brividi che sente dentro di se. Ha voglia di vederli, di toccarli, come mai le era capitato col marito se non nei primi tempi. Lascia che Alfredo indirizzi l’altra mano sul pene di Mario, lo afferra e resta lì, le mani occupate, tra i due maschi di cui sente l’odore forte.
“Toccali Pia, accarezzali, falli diventare duri. Sono tutti e due tuoi, puoi farne quello che vuoi”.
Alfredo le parla e intanto le tocca il seno, attraverso i vestiti, le stringe un capezzolo sporgente e Pia, che li ha molto sensibili, trattiene a stento un gemito. Prende a accarezzarli, le riesce male con le mani contemporaneamente ma le piace sentirli così, lisci, sempre più duri grazie a lei. Una mano di Mario ha raggiunto l’altro seno, imita i movimenti di Alfredo e Pia chiude gli occhi. Li riapre quando si sente sbottonare il vestito. E’ sempre Alfredo a agire. Le apre la parte anteriore, le tira fuori i seni e riprende a accarezzarli, poi china la testa in avanti e succhia un capezzolo. Questa volta Pia non ce la fa, il gemito le esce incontrollabile. Continua a muovere le mani preda di sensazioni quasi dimenticate.
Alfredo sa che ora l’ha in pugno. Può andare oltre, e lo fa. Piano spinge sulle spalle per farla inginocchiare e lei esegue. Ha i due uccelli ancora in mano, continua a accarezzarli anche ora che sono a pochi centimetri dal suo viso. Intuisce cosa vuole Alfredo, nemmeno aspetta che lui glielo dica perché ne ha voglia anche lei. Allunga il collo, apre la bocca e accoglie l’uccello turgido tra le labbra, lo lecca piano, poi cerca di farlo entrare più che può Ne sente l’ingombrante presenza nella gola, non ce la fa, lo tira fuori per non soffocare lasciando pendere un filo di saliva.
“Anche a lui, il mio fratellino non ha mai provato, fallo Pia, anche a lui”.
Alfredo parla dolcemente, piano, spingendole la testa verso il ventre di Mario.
Questi è emozionato, il fratello gli ha parlato di certe cose ma mai avrebbe pensato che una bella donna, col doppio dei suoi anni, potesse farlo a lui. Finora la sua esperienza si è limitata a qualche ragazza del paese ma mai oltre una sega maldestra. Quasi viene al primo contatto delle labbra di Pia. Si sforza di resistere, vuole assaporare ogni sensazione mentre si sente inghiottito in un forno rovente. Il tocco umido della lingua gli dona stilettate di piacere e cede, cede all’orgasmo che sente montargli dentro come un fiume in piena. Sborra in quella bocca che lo contiene a metà e lei non si tira indietro, anzi serra le labbra muovendole piano.
Pia avverte gli schizzi del ragazzo colpire con forza il palato, in fondo, quasi all’ugola, e non si stacca. Sono anni che non lo fa ma ora vuole sentire ancora quel sapore, sentire un maschio che le gode in bocca donandole tutto il suo seme. Sa che le basterebbe sfiorarsi per venire a sua volta ma ha entrambe le mani impegnate, una a agevolare l’orgasmo di Mario carezzando la sacca contenente i testicoli, l’altra che si muove veloce sull’uccello di Alfredo.
Il fratello maggiore ride dentro di se. Ha visto bene in quella donna, ha capito subito che sarebbe bastato poco per farla scatenare. Ha fatto esperienza prima con puttane non più giovani, nelle scorribande con gli amici del paese. Quando studiava in città aveva appreso, scoperto, di essere bello, di piacere alle donne mature, dell’età di sua madre. Ha imparato a riconoscere certi segnali istintivi e come approfittarne.
Vede il fratello quasi crollare indietro per il piacere, vede la testa di Pia che si muove avanti e indietro per strappare ogni stilla di piacere da Mario. E’ eccitato ma sa che presto sarà il suo turno.
Pia si rialza, la testa le gira, Mario ha fatto un passo indietro, sembra quasi stare per svenire, ma già Alfredo è al suo fianco, la guida verso il tavolo della cucina, la fa sedere sopra e le alza la gonna. Le scopre le cosce e su, su fino all’inguine, le scosta le mutande e lo appoggia all’ingresso della vagina. Esita un attimo non per indecisione ma per far sentire a lei la propria potenza. Indi spinge, lentamente ma inesorabilmente. Entra in lei trovandola già bagnata. Sente le mucose avvolgerlo, stringerlo e Pia gode così, appena entrato, prima ancora che possa iniziare a muoversi, a scoparla.
Si aggrappa alle spalle di lui e lascia sfogare i singulti dell’orgasmo, mordendosi un labbro per non gridare tanto è stata intensa e improvvisa la sensazione. Poi si rilassa lasciandolo entrare e uscire dandole altri stimoli deliziosi. Non dura molto Alfredo, si lascia andare sapendo che non finisce lì. Ha il buonsenso di chiederle se può venirle dentro e, al diniego, esce strofinandoselo sulle cosce di lui fino a quando non le imbratta di seme bianco.
Stanno tirando il fiato tutti e tre e già Mario è di nuovo in erezione, guardando con occhi lucidi il fratello che si stacca da quella donna dandole un’ultima carezza ai seni. Non da cosa fare, vorrebbe fiondarsi su di lei ma è abituato a fare ciò che vuole il fratello e attende.
Alfredo decide di cambiare. Fa scendere Pia dal tavolo, la spinge a mettersi a quattro zampe, le è dietro alzandole la gonna sulla schiena, tirandole via le mutande intrise di sperma e umori.
Fa cenno al fratello di avvicinarsi, d’inginocchiarsi dietro di lei.
“Pia, mio fratello vorrebbe scoparti. E’ la prima volta per lui, vuoi essere tu la sua prima donna?”
Sa cogliere i particolari Alfredo, sa che Pia non saprà resistere alla tentazione della primizia, e lei annuisce senza parlare, aspettando a quattro zampe che si concretizzi quanto promesso.
Mario avanza sulle ginocchia, si mette in posizione, appoggia l’uccello all’ingresso e spinge in un unico movimento entrando in lei per metà, con forza. Lei grida. Un po’ per la sorpresa un po’ per il piacere. L’uccello di Mario è un po’ più piccolo di quello di Alfredo ma non di molto, lo sente bene dentro di se, che già ha cominciato a muoversi. Ondeggia le anche per sentirlo meglio, afferra le gambe di Alfredo che s’è steso davanti a lei e non eista a imboccare il suo uccello porto alle sue labbra.
E’ penetrata da due parti Pia, è la prima volta per lei, e il piacere che ne ricava è di un’intensità mai provata prima. Sente la verga di Mario scavarle dentro verso l’utero, l’uccello di Alfredo è ancora sporco del seme del primo orgasmo ma lei non se ne dà cura, lo prende più che può, lo succhia, lo lecca, lo accarezza nella parte che rimane fuori.
Stanno gemendo tutti e tre insieme ora. Pia pensa che sarebbero un ben strano spettacolo per chiunque entrasse, ma sa che Emilio e Maria probabilmente in quel momento stanno facendo la stessa cosa, sotto qualche albero o in mezzo all’erba alta.
Gode Pia, gode di nuovo all’improvviso, con grida smorzate dal bavaglio di carne che non smette di succhiare. Si agita mentre viene e Mario si sente morire. Appena in tempo sente l’avvertimento del fratello di non venirle dentro, che Alfredo poi non è così bastardo e ci ha fatto caso, e gode tirandolo fuori, strusciandolo tra le sue cosce, con la testa che gli urla “sei diventato uomo. Sei diventato uomo”.
Alfredo ha fatto da regista della situazione, ha badato bene a non far venire dentro il fratello magari causando qualche guaio che potrebbe negargli futuri piaceri con Pia che, immagina, sarà ancora più disponibile dopo. Finalmente si lascia andare, si rilassa e si gode quella bocca che continua a infierire su di lui. Gemiti strozzati gli escono dalle labbra quando viene, quasi per intero nella bocca di lei, spruzzandole praticamente in gola diversi schizzi di seme. Lei, come prima, non si stacca, ingoia quel che le viene donato. La testa le gira sempre più. Sente l’uccello, i getti di seme in bocca, sente il pene di Mario che ancora le si strofina tra le cosce, sul clitoride, entrambi le scatenano un terzo fulminante orgasmo per il quale quasi soffoca perdendo la coordinazione nell’ingoiare il seme di Alfredo.
Dopo alcuni minuti si alzano tutti e tre. Pia quasi si commuove al “grazie” sincero di Mario prima che questi esca col fratello per tornare al lavoro. – Strano – pensa – non si sono scambiati nemmeno un bacio, solo sesso allo stato puro -.
Riflette Pia, pensa che si è comportata da troia ma non si sente in colpa. Anzi, pregusta il prosieguo di questa situazione che nemmeno immaginava. Sorride mentre rivolge un ultimo pensiero ai due stalloni e torna ai lavori di casa.
Sale in camera della madre. La trova ancora intenta a ripetere: “è peccato, è peccato”. Ora capisce, sa cosa intende, anche se erano in cucina i rumori devono essere arrivati fin lì in camera così come precedentemente la madre deve aver sentito Emilio e Maria.
Fa una carezza alla madre, le vuole molto bene, e la madre vedendola sorridere felice tace, si rilassa. Continua a pensare che è peccato ma la felicità evidente della figlia le pare una buona ricompensa.
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