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Io, Sergio e... (prima parte)


di Animaerrante
16.06.2015    |    12.920    |    3 9.5
"Oramai l'eccitazione di entrambi è molto alta, sento che scambia la mano che ha dietro la mia schiena con il ginocchio e mi preme quasi a farmi male, ma io..."
È una classica sera di inizio estate e io mi ritrovo sdraiata in riva al mare a godermi il rumore delle onde che si infrangono sugli scogli lì vicino. In giro non c'è nessuno, il cielo è terso e la luna piena si riflette con tutta la sua maestosità su quella distesa d'acqua agitata. Tutto sembra normale e, mentre un leggero venticello caldo mi scombussola i riccioli e si diverte a giocare con la mia gonna, decido di godermi quell'attimo di relax. Mi sistemo meglio sul lettino, tolgo le infradito, appoggio la borsa sul tavolino a fianco a me e chiudo gli occhi. Il rumore del mare prevale su tutto anche se in lontananza si sente qualche macchina sfrecciare sulla strada alle mie spalle. Il tempo passa senza che io me ne possa accorgere..sono troppo attenta ad assaporare ogni dettaglio che c'è intorno a me, mentre la città si prepara per andare a dormire. Il piccolo campanile del paese vicino al mio inizia a suonare e io conto dieci rintocchi. Mi giro su un fianco, ne approfitto per stiracchiarmi un po' e prendo la borsa per cercare il cellulare. Contemporaneamente il telefono si illumina così da facilitarmi la ricerca e noto che non sono le dieci, ma le undici..evidentemente mi sono persa un rintocco. Subito dopo l'attenzione cade su ció che aveva fatto illuminare lo schermo: un messaggio di Greta. Mi viene immediatamente in mente che avevo dimenticato di lasciare le chiavi di casa nel vaso di gerani davanti l'ingresso e, di conseguenza, Greta è chiusa fuori. Apro il messaggio pronta per scusarmi della cazzata che avevo fatto ma leggo: "Vieni al Molo che c'è Sergio". Il tempo si ferma e la mia testa va in tilt, non riesce ad elaborare quell'informazione.
Sergio è un ragazzo moro, occhi di ghiaccio, con i capelli rasati e con qualche tatuaggio che lavora al chiosco sulla spiaggia. Notevole, parecchio notevole anche se si dà troppe arie.
Realizzo quello che ho appena letto, prendo velocemente le mie cose e mi metto a correre verso la strada.
Uscita dalla spiaggia mi aggiusto un attimo i vestiti, mi tolgo la sabbia dai piedi, indosso le infradito e inizio a camminare a passo spedito verso il locale. Dopo nemmeno 5' arrivo al pub, saluto il mio barista di fiducia e mi dirigo al tavolo di Greta.
Lei mi salta al collo e mi sussurra all'orecchio: "Poi mi ringrazierai..". Sentire questa frase uscire dalla bocca di Greta un po' mi fa preoccupare, ma l'associo al semplice fatto di avermi avvisato della presenza di Sergio.
Al tavolo c'è altra gente e noto che i drink sono stati parecchio apprezzati. Passo a salutare tutti a uno, a uno fino a quando non mi ritrovo davanti un ragazzo carino, biondino con gli occhi scuri che prima mi squadra dalla testa ai piedi e poi mi tende la mano: "Piacere io sono Marcello, l'amico di Sergio". Mi presento a mia volta e poi mi rivolgo con un sorrisone a Sergio che indossa una camicia nera slim "da stupro", e gli stampo un bel bacio sulla guancia. Trascorriamo qualche minuto a parlare del più e del meno e scopriamo che Marcello fa il cameriere in un ristorante lì vicino dello stesso proprietario del chiosco. Ad un certo punto i due amici escono a fumare e io mi avvicino a Greta per avere qualche informazione in più. Non faccio in tempo a finire la prima domanda che mi sento tirare per un braccio.."Il mio amico ti vuole parlare..", mi dice il biondino. Io mi rigiro con aria incerta verso Greta che mi alza il pollice e mi fa segno di andare. Non me lo faccio dire due volte e son già fuori. Sergio è seduto su un tavolino in pietra con le gambe a penzoloni, nella mano destra tiene la sigaretta e con l'altra è appoggiato dietro la schiena. Lo guardo e subito mi passa per la testa di ribaltarlo su quel tavolo e fargli passare tutta quell'aria da spavaldo che trapela dai suoi pori, ma il mio pensiero viene interrotto dalla sua voce che mi chiede di avvicinarmi. Io lo accontento. Il mio volto è a 20cm dal suo, i miei occhi guardano dritti nei suoi e il suo profumo è nell'aria. Lui butta via la sigaretta e con entrambi le mani mi cinge il bacino e mi attira ancora di più a sè con decisione. "Scommetto che sotto questa gonna non hai nulla..", mi dice con tono provocatorio. "Facciamo un giochino..", rispondo io sorridendo, "se non dovessi avere nulla, mi metto a tua completa disposizione finchè non ti sarai divertito abbastanza. Altrimenti facciamo il contrario". Passano 10" di totale silenzio nei quali lui continua a fissarmi. (Starà pensando? Starà realizzando quello che gli ho appena detto? Starà fantasticando? Starà valutando cosa fare?). È semplicemente spiazzato!
"Sei finito!" urla silenziosamente il mio ego.
Accetta e contemporaneamente con un abile gesto mi alza la gonna.
3' dopo siamo sulle scale della sua stanza con la camicia nera che tenta di rimanere chiusa con gli ultimi due bottoni superstiti e la mia gonna che piano piano è scivolata fin sopra l'ombelico coprendomi a malapena le chiappe. Estrae le chiavi dalla tasca sinistra dei jeans mentre io lo distraggo slacciandogli la cintura in pelle. Riesco nell'intento e le chiavi cadono, lui non ci pensa due volte: si china e risalendo afferra la mia maglietta e inizia a tirare. Cerca di sfilarmela ma non ci riesce e così io mi ritrovo con le braccia incastrate e il volto coperto. Non faccio in tempo a rendermi conto di quello che sta per succedere che sento la porta aprirsi e lui che mi spinge con fermezza all'interno. Faccio due passi in avanti per cercare di non perdere l'equilibrio, ma le mie gambe si scontrano contro qualcosa di morbido e mi ritrovo catapultata sul letto. Nel cadere sono riuscita a liberare un braccio che lui prontamente mi ha bloccato dietro la schiena. Non vedo ancora nulla, ma sento la sua presenza dietro di me, con i suoi battiti accelerati che si mischiano ai miei. Poco dopo capisco che si è slacciato anche gli ultimi due bottoni della camicia perchè il suo caldo e liscio petto è a contatto con la mia schiena e posso anche percepire la sua eccitazione nei pantaloni. Inizia a baciarmi la spalla destra che è spoglia e arriva piano piano fino all'orecchio sinistro dove mi sussurra: "Prima mi diverto io e poi pago la scommessa". No, io non ci sto, mi agito e cerco invano di liberarmi. Ma più mi agito e più lui stringe la presa e mi immobilizza. Finisco sdraiata a pancia in giù sul lenzuolo, con il volto ancora velato, un braccio incastrato dalla maglia e l'altro bloccato dalla sua mano. Oramai l'eccitazione di entrambi è molto alta, sento che scambia la mano che ha dietro la mia schiena con il ginocchio e mi preme quasi a farmi male, ma io non faccio alcun cenno di reazione. Ora con le mani libere puó dedicarsi alla cerniera della gonna per poi passare ai gancetti del reggiseno. "Adesso sono f.ttuta!" Mi passa per la testa e la cosa mi piace parecchio. Mi tranquillizzo un poco, lui si accorge di ciò e mi allenta un po' la presa dietro la schiena. "Se prometti di fare la brava ti libero le mani e ti aiuto a togliere la maglia dalla testa, ma devi stare in questa posizione", mi dice con tono giocoso. Io faccio un cenno di assenso con il capo, ma sto già pensando a cosa fare per vendicarmi. Lui mantiene la promessa e mi libera. La stanza è buia, filtra una luce fievole dalle persiane che mi permette di distinguere poco niente. Noto un luccichio in fondo alla stanza, forse è uno specchio ma non posso dirlo con certezza. Lui si alza dal letto, mi sfila con delicatezza la gonna, mi accarezza le gambe partendo dai piedi e arrivando fino ai glutei che stringe con forza. Io tento una minima reazione che vien subito sedata dalla sua forza. Poco dopo me lo ritrovo sopra di me, con il pacco che preme con veemenza sul sedere e le braccia che mi circondano le spalle. "Stai tranquilla che voglio solo farti un massaggio", mi dice con la sua voce calda. E inizia a far scorrere le mani dappertutto mentre io lo lascio fare, incuriosita ed eccitata. È bravo e la sua fermezza lascia trasparire la consapevolezza di quello che sta facendo. Ad un certo punto, mentre sta risalendo dall'interno coscia, si spinge troppo su e va ad accarezzare il mio fiore. Io automaticamente e con un gesto repentino allontano il bacino dalla sua mano e cerco un finto riparo sotto il lenzuolo. La situazione si è ribaltata ed ora è lui a condurre il gioco. "Come mai sei così umida qui sotto?", mi chiede sorridendo e avvicinandosi le dita incriminate prima al naso e poi alla bocca dove con avidità le succhia...
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