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La prima volta con Bea e Roberta.


di Honeymark
11.01.2015    |    16.008    |    3 9.6
"Ci portammo nel letto e io mi misi sdraiato pancia un su..."
In questo racconto si parla di due donne importanti della mia vita, Roberta e Bea.
Ho dedicato a entrambe un racconto, perché se lo meritavano, che hanno avuto un grande successo.
Uno si intitolava “Accetto ma a una condizione”, l’altro “La prima volta con Bea”.
Sono tutte storie vere, anche se camuffate come si deve per ovvi motivi di riservatezza.

LA PRIMA VOLTA CON BEA E ROBERTA.

Quella volta che io e Bea andammo tre giorni a Parigi per lavoro, lo sperma scorse a fiumi.
L’ultima notte, dopo aver scopato come ossessi, le chiesi quali fossero i suoi sogni erotici segreti. Rispose subito.
- Fare il triangolo classico: un uomo e due donne.
- Quante volte l’hai fatto? – le chiesi.
- Mai. – Rispose.
Scoppiai a ridere.
- Ma cosa dici? E le amiche che ti amano?
- Non mi fido. Quelle vanno matte per i miei maschietti.
- Gelosa?
- No, ma non mi va che cerchino di portarmi via il moroso. E, guarda caso, è stata un’amica che si è sposata il ragazzo che amavo.
- Se vuoi, l’amica giusta ce l’ho io…
- Sentiamo…
Le parlai di Roberta. La donna che si era sdebitata con me nel migliore dei modi e una montagna di volte.
Mi ascoltò eccitata, quasi allupata.
- E pensi che ci stia? – Mi domandò.
- Di venire a letto con noi? Non lo so, ma siamo d’accordo che facciamo un ultimo giro prima che si sposi.
- Si sposa?
- Tra tre mesi. Lui mi piace, è quello giusto. Ed è di un’altra città. La raggiunge nei week-end, per cui è libera solo nei giorni lavorativi.
Se vuoi organizzo una cena a tre per mercoledì prossimo, che ne dici?
- È tanto bella? – Chiese maliziosa. – Voglio dire è più bella di me?
- Il suo culo è insuperabile, – le risposi.
- Stronzo…
- Beh, la giudicherai tu stessa.
- Le piacciono le donne?
- Non mi risulta, ma qualcosa mi dice che potreste andare d’accordo. Molto d’accordo.

Tornati in Italia, telefonai a Roberta.
- Ciao, Roby, sono io
- Ciao! Un pezzo che ti cerco per ringraziarti del regalo di nozze.
- Vuoi sdebitarti? He he… Senti, volevo chiederti se ti va di passare una serata con me e una mia amica…
- Una giusta?
- Giustissima. Perfetta.
- Più bella di me?
- Il tuo culo è insuperabile…
- Il resto sì?
- La giudicherai da sola. Possiamo venire a cena dalle tue parti mercoledì sera?
- Ho inviti da tutte le parti, visto che sposandomi vado a vivere in un’altra città. Ma tengo la serata per te. Per voi. Per noi, OK?
- Sei un tesoro.

Quella sera Bea si era messa un vestito leggero e svolazzante che sembrava seta, ma forse era solo cotone leggerissimo. Certo invitava il vento a sollevarlo.
Stranamente anche Roberta quella sera portava una gonna. Di solito preferisce i blue jeans perché mettono meglio in risalto il suo sedere. Forse voleva non ostentarlo… he he. O forse preferiva facilitare le cose.
Quando le presentai si abbracciarono nel nome dell’amico comune che ero io.
Andammo a cena in un locale intimo della città, dove poterono parlare tra di loro di mille cose. Io mi sentivo un po’ tagliato fuori, ma pensai che tutto sommato stavano lavorando per me.
- Che dici, Roberta, ci ospiti a bere qualcosa da te, prima di tornare a casa?
- Si alzò e guardò prima me e poi lei.
- Sì, – rispose alla fine, soddisfatta. – Credo proprio che un giro lo potremmo fare.
Andammo a piedi a casa sua, continuando a chiacchierare. Entrammo nell’ascensore. Appena premette il pulsante per la salita, chiesi alle due ragazze se erano capaci di sfilarsi le mutandine in 5 secondi.
Con quell’abilità che solo le donne possiedono, se le sfilarono, senza nulla mostrare, in tre secondi netti. Me le consegnarono e io le misi intasca del giubbotto.
Entrati in casa, le due si sfilarono i vestiti lasciandoli in terra e si abbracciarono. Non si baciarono, ma volevano proprio avere il contatto fisico dei loro corpi. Si strinsero, si palparono. Bea le palpò il culo, Roberta le palpò le tette. A quel punto mi spogliai anch’io e mi misi in mezzo. Mi girai prima da una e poi dall’altra. Roberta, come usava fare, si inginocchiò subito per prendermelo in bocca. Bea mi infilò una mano nella fessura del culo che me lo fece balzare in su.
Ci portammo nel letto e io mi misi sdraiato pancia un su. Roberta si sedette sul cazzo e se lo infilò, Bea si sedette sul mio viso e si fece leccare come sapeva ben fare. Sentii che le due continuavano a pomiciare e la cosa mi diede un impulso tale che frenai a fatica l’eiaculazione.
Quando ritenni che fosse venuto il momento giusto, mi spostai e feci sdraiare Bea, pancia in su. Ordinai a Roberta di mettersi alla pecorina e di leccare la fica all’amica. Lei obbedì e io la penetrai in quella posizione. Roberta impazziva e gemeva. Bea gridava come una che non riusciva a impedirsi di stare zitta. Vennero entrambe in breve tempo. Ma quando chiesi se potevo venire anch’io, Bea mi fermò.
- Voglio guardarti mentre la inculi.
- Guardai Roberta per vedere se aveva preso male la battuta, ma invece andò al tavolo e vi si appoggiò di pancia allargando le gambe come faceva nel mio ufficio. Bea corse a mettersi in posizione per guardare bene e io presi la cremina lubrificante che Roby teneva sul comodino. Quando misi il dito nel culo per prepararla, Roberta fece fatica a trattenere il piacere. Poi appoggiai il cazzo al suo buco del culo, invitando Bea a guardare. E lei, rossa in faccia dall’eccitazione, mi disse: - Vai, inculala!
Roberta non attendeva altro e io la sodomizzai in due colpetti. Bea iniziò a masturbarsi, ma Roberta la fermò e le suggerì di sedersi sul tavolo gambe aperte davanti a lei. Obbedì e così, mentre io inculavo Roby, questa le leccava nuovamente la figa. In poche botte venimmo tutti tre.
Una serata che non avrei mai dimenticato.

Al ritorno chiesi a Bea un commento.
- Fantastico. Fantastica Roberta. – Mi ha risposto. – Ho capito il rapporto di vera passione incondizionata che c’è tra voi due. Spero di essere anch’io come lei, o di diventarlo. Cioè non invadente, che separi il gioco dalla famiglia. Lei si sposa perché ha trovato l’uomo giusto con cui costruire la famiglia, indipendentemente da fatto che tu la faccia impazzire… Non ha mai pensato neanche lontanamente di portarti via alla tua famiglia.
Non dissi nulla per un po’. Poi le domandai cosa pensava del triangolo.
- Tu sei bravo, mi piaci e lo sai. E mi ha fatto impazzire guardarti mentre la inculavi. Mi avrebbe fatto impazzire vederti mentre anche mentre la prendevi alla pecorina… È… era come se fossi fiero del mio uomo.
Continuai ad ascoltare.
- E quanto a Roberta, hai ragione: è il più bel culo della regione!
- Anche tu sei stata al di sopra delle aspettative. Sei una gran figa e una gran donna.
- Sì, ma incompleta. Mi aiuterai a fare due cose?
- Certo, spara.
- Aiutami a scegliere l’uomo giusto per fare una famiglia con me.
Aveva detto scegliere, ovviamente. Non trovare. Una donna così aveva solo da scegliere…
- E la seconda?
- Insegnami a prenderlo nel culo…
- Quando? – Chiesi con la dovuta calma.
- Te lo dirò io quando…

Fine

Nota: E' una storia vera.
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