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Tre storie intriganti di un marito cuck.


di cuckold211
03.03.2015    |    36.582    |    12 9.2
"Unitamente ai figli, mi addormentai anch'io, finché, risvegliatomi, notai ancora la luce accesa in salotto, dove avevo lasciato mia moglie con il santone..."
Siamo una coppia certamente come tante, innamorata, rispettosa e, nel sesso priva di inibizioni, con il diletto di cogliere ogni occasione che ci si offre con garbo e discrezione, in quanto sapienti cultori dell'erotismo.
Il mio rapporto con Loredana, mia moglie, è stato improntato, fin da principio, alla totale sincerità nello scambio di impressioni, sentimenti, desideri.
L'educazione ricevuta, l'istruzione di livello superiore ed una certa signorilità nei modi, ci ha portato a considerare amici e, quindi, reclutarne, tra persone di pari livello socio-culturale.
Il nostro approdare nella pratica dello scambio di coppia, pur nei limiti che essa comporta (si pensi al fatto che può risultare non gradito l'uno o l'altro della coppia appena conosciuta), fu pertanto rivolto ad un certo contesto, per cui l'iniziale spinta a trasgredire, di provare emozioni con un partner diverso con il principio del "do, ut des", anche se, per certi versi, potevano essere definite "porcate", dovevano sempre essere ammantate di correttezza, di signorilità, senza mai cadere nella volgarità. In poche parole il risultato era lo stesso, fare sesso, ma con un approccio più pudico. In quell'ambiente abbiamo conosciuto e frequentato persone belle, di una certa statura sociale e con alcune in particolare siamo divenuti amici per la vita e non solo per il sesso.
Nelle varie esperienze con estranei alla coppia, avevo notato la mia predilezione ad assecondare e scrutare le emozioni che assalivano mia moglie mentre scopava, piuttosto che lasciarmi distrarre da altre donne. E, per aumentare le possibilità di suoi incontri trasgressivi, su suggerimento di alcuni utenti sul sito "La moglie offerta", le regalai una cavigliera d'oro con cornino che, a loro dire, indossata al piede destro, comunicava la disponibilità della donna a lasciarsi avvicinare anche in presenza del marito. A onor del vero avevo dovuto ripiegare sul cornino (portafortuna) non avendo reperito la manina con il gesto delle corna, che quegli utenti suggerivano.
Ebbene, chi ha letto, tra i miei racconti, "La vacanza a Creta", sa anche il ruolo che quella cavigliera ha avuto. Inoltre mi era ormai chiaro che, per mia moglie, sentirsi guardata da me mentre scopava, era più eccitante dell'occasionale avventura che stava vivendo.
Quelle che seguono sono storie che ricalcano la mia condizione di cuckold.


IL SANTONE

Questa, come tutte le mie storie, narra di fatti realmente vissuti, anche se offre risvolti che non si sbaglia a definirli "boccacceschi". Da tempo si faceva l'amore vagheggiando l'intrusione di un estraneo che, con noi, potesse raggiungere l'apoteosi dei sensi.
Una sera, tra altri amici, conoscemmo un neolaureato in filosofie orientali e praticante lo yoga.
Mia moglie ne restò affascinata e volle frequentarlo per saperne di più, mentre a me aveva dato l'impressione del classico innocuo esistenzialista, un po' sballato.
A specifiche domande di mia moglie, afferenti l'esaltazione dello spirito, egli rispondeva con un criptico: "Dovrei essere dentro di te". Cosa avrà voluto dire? Ci chiedevamo, e tempo dopo lo capimmo.
Una sera, a casa nostra, si parlava di tantrismo e di sue pratiche che sfociano nella sessualità. Mi allontanai per mettere a letto i bambini, lasciando mia moglie da sola ad erudirsi sull'argomento. Unitamente ai figli, mi addormentai anch'io, finché, risvegliatomi, notai ancora la luce accesa in salotto, dove avevo lasciato mia moglie con il santone. Non sentivo parlare, anzi vi era un silenzio quasi irreale. Mi alzai e rientrai in salotto... numi, che splendida visione! Mia moglie, completamente nuda, cavalcava dolcemente il suo "maestro" e questi, con le braccia penzoloni, quindi senza toccarla e con gli occhi chiusi, entrava ed usciva da lei senza alcuna reazione emotiva: sembrava morto.
Mia moglie, nel vedermi, fece segno di non fare rumore, per non disturbare la "meditazione" del maestro. Io, nel più assoluto silenzio, rotto solo dall'osceno sciabordio dei loro sessi compenetrati, mi godetti quella scena superlativamente eccitante. La cosa durò a lungo, e tra me e Loredana iniziò un gioco fatto di sguardi lubrici. Lei mi guardava con la palese espressione dell'emergente godimento, cui io ricambiavo con cenni di approvazione/esortazione, che la portò ad accelerare il ritmo della scopata, finché concluse nell'esplosione di un orgasmo reso evidente dalle sole convulsioni del corpo, ma forzatamente represso nei suoni per non disturbare la meditazione del maestro ed il sonno dei figli.
"Dovrei essere dentro di te"... ecco cosa significava.


NEL CLUB PRIVE'

Rivelazione devastante quella di apprendere che ti stanno inculando la moglie senza accorgertene, anzi sapendo che per lei è una pratica non gradita e, quindi, osteggiata. Ma, non è proprio questo il "bello delle donne": non dare mai niente per scontato?
La prima volta che andammo in un club privé, curiosando in giro, ci trovammo in una sala completamente al buio, tranne che per dei faretti che illuminavano un centrale letto circolare, sul quale una signora si lasciava scopare alla grande da tre maschietti.
Ci fermammo a guardare; mi ero posizionato con le spalle ad una parete e mia moglie, alla mia destra, mi era addossata, cingendomi con il braccio sinistro.
Eccitati da ciò che vedevamo, cominciai a toccarla fra le gambe e, per avere più libertà di movimento, le abbassai gli slip sulle cosce.
Con le mie dita in figa, le prese un languore che si esplicitava con sospiri, mugolii e, alitandomi all'orecchio, ad un tratto mi sentii dire: "Amore, questo alla mia destra, me l'ha messo in mano".
Allungai il collo e vidi la sua mano che andava e veniva lungo un bel cazzo: esplicita masturbazione.
"Mi sembra che ti piace: vuoi che restiamo o ci allontaniamo?"
Non ebbi risposta, ma il suo ansare aumentò e, presto, ne capii il motivo: la mia mano, che continuava a vagare tra le sue cosce, venne a contatto con un'altra. Lei si strinse di più a me, piegandosi leggermente in avanti, con ciò offrendosi meglio allo sconosciuto.
"Amore" mi sussurrò "mi sta lubrificando il buchetto con gli umori della fica". Al che, allarmato, le dissi:
"Vuoi che lo faccia smettere?"
Ebbe come un sussulto, seguito da un lamento soffocato; per un attimo restò immobile e, poi, si rilassò fra le mie braccia, baciandomi con la stessa foga di un orgasmo imminente.
"Ce l'ho nel culo... lascialo fare... è bello".
Ero convinto che, in futuro, non avrei più avuto rifiuti per il rapporto anale, invece...
"Ma quello è stato un caso particolare, certamente favorito dall'eccitazione del momento... mica, per questo, devo continuare a prenderlo nel culo che, sai bene, ne ho male?!"...Ecco cosa dovetti sentirmi dire.
Ah, le donne? Inferno e Paradiso, insieme: ecco cosa sono.


IL PIANO BAR

Ecco come può accadere che, sebbene la coppia sia d'accordo a vivere assieme momenti trasgressivi, si verifichino condizioni sfavorevoli a quell'aspettativa.
Una sera, io e mia moglie, andammo in un locale piano-bar, segnalato e caldeggiato da un'amica con espressioni tipo: bel locale, bella gente, proprietario molto affabile e... amicone.
Ivi giunti chiesi di Fabrizio, il proprietario, cui riferii della segnalazione fattami dall'amica.
Questi si mostrò subito lusingato, profondendosi in parole di ammirazione per l'amica comune (il classico "gli amici dei miei amici, sono amici miei"), cosicché ci fece prendere posto un po' defilati dal marasma della sala, in modo da poter, disse lui, fare meglio conoscenza e conversare, senza il fastidio del vociare degli altri.
Poco dopo un cameriere ci portò un "sous-glace", con all'interno una bottiglia di prosecco, e snack; io e mia moglie ci guardammo stupiti e l'insorta meraviglia fu fugata dal sopraggiungere di Fabrizio che, con fare familiare con me e premuroso, nonché spudoratamente allusivo con mia moglie, si prodigò a riempire le coppe per brindare al felice incontro. Durante la serata ci fece conoscere anche Fulvio, il suo socio, bel ragazzo, che, a sua volta, si trattenne un po' con noi e, senza far mancare le loro attenzioni verso di noi, si alternavano ad invitare mia moglie a ballare.
Tutte quelle premure, rivolte principalmente alla mia lei, cominciarono a farmi sospettare che, forse, l'amica si era fatta conoscere in maniera più approfondita, così da consentire un approccio analogo anche con noi.
La bottiglia era quasi vuota, quando mia moglie si scusò per recarsi in bagno e Fabrizio si allontanò per un giro di ricognizione al locale.
Ero rimasto solo, sorseggiando, fumando, ascoltando musica e guardando qualche coppia che, simulando il ballo, flirtava. Dopo circa un quarto d'ora, mia moglie ritornò e, in risposta al mio sguardo interrogativo, mi prese la testa fra le mani, schioccandomi un appassionato bacio con intreccio e succhiotto delle lingue.
"Senti qualcosa?" mi chiese, in un momento di distacco dalla mia bocca.
"Sì" risposi. "Devi aver fatto un pompino a qualcuno: ne sento il sapore nella tua bocca" e lei, mettendosi a cavalcioni su di me, mi prese la mano e se la portò sulla fica, all'interno degli slip: era un lago. Al mio sguardo interrogativo, mi sussurrò nell'orecchio: "L'amico ha un passaggio segreto che collega il retro del bar con il bagno. Me lo sono trovato davanti, mentre ero per uscire. Mi ha artigliato le labbra in un bacio travolgente e, nel frattempo, ha tirato fuori un gran bell'uccello. Amore, non ho resistito: l'ho preso in bocca e l'ho lasciato solo quando mi ha eruttato in gola. Amore, mi ha dato della "puttana" e mi è piaciuto da morire. Senti come sono bagnata? Ha poi insistito a farci restare oltre la chiusura. Amore, c'è Fulvio che mi piace ancor più di lui. Che dici... restiamo?"
Quella donna, la mia donna, era incredibile; quale pozzo di lussuria si nascondesse dietro il suo volto era qualcosa di inimmaginabile. Era una donna incantevole, dolce, serena, angelica; una signora nel senso più profondo della parola.
"Ma, tesoro mio" dissi, tentando di farle abbandonare l'idea, "ti tratteranno da puttana..." Al che, rispose:
"Che importa? Non ho il mio adorato porcello, cui piace tanto che l'amata mogliettina faccia la puttana?"
Quando veniva presa dal desiderio, la sua personalità si trasformava completamente: diventava tutte le donne sozze del mondo. E quella sera il desiderio l'aveva presa per davvero.
Aveva avuto ragione l'amica a proporci quel locale. Ovviamente si siamo tornati diverse altre volte, anche con l'amica, rinnovando la serata a sorpresa.

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