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le misure contano cap.1


di spp
31.05.2011    |    45.684    |    2 8.1
"Il cazzo che gli penzolava moscio tra le gambe era impressionante per grossezza e lunghezza, a riposo era molto più lungo e grosso del mio in piena erezione, ..."
Mi chiamo Luca ed ho 43 anni, ben portati, sono sposato da 20 anni con Giada che di anni ne ha 38 ed è da tutti considerata una bellissima donna; non abbiamo avuto figli, purtroppo i miei spermatozoi non fanno il loro dovere sino in fondo, ma non ne abbiamo mai fatto un dramma.
La nostra vita sessuale è quella di una comune coppia, qualche volta abbiamo fantasticato su trasgressioni di vario tipo ma sostanzialmente non abbiamo mai fatto nulla di eccezionale e sono quasi sicuro che lei non mi abbia mai tradito.
Sono un uomo normale, normodotato e come tanti maschi interessato al sesso e da esso attratto.
Il vero sconvolgimento della mia vita sessuale ha inizio con un antefatto che risale oramai a qualche tempo fa e che trae origine dal cambiamento del partner sul lavoro avvenuto l’anno scorso.
Lavoro per una grossa azienda specializzata in installazione e manutenzione di grosse macchinari, con clientela in tutto il mondo, per questo di norma si lavora in coppia, due tecnici, e le nostre trasferte durano in media una/due settimane.
L’anno scorso dopo tanti anni di lavoro in coppia il mio ex socio e mentore è andato in pensione sostituito da Marco, 32 anni, single arrivato alle dipendenze della nostra società proveniente da una società concorrente.
L’approccio non è stato dei più facili anche perché quando sei abituato a lavorare per tanti anni con una persona trovarsi di fianco uno nuovo è già di per sé difficile, inoltre il mio nuovo socio pur essendo molto più giovane di me ha una personalità molto forte ed aggressiva che mi ha messo da subito in soggezione.
Debbo dire che dalla prima uscita ho inquadrato il tipo, come dicevo molto sicuro di sé e con un discreto successo con le donne, in ogni trasferta non mancava di avere compagnia femminile durante le serate, riusciva sempre a portarsene una a letto e debbo ammettere con una certa facilità, pur avendo un fisico certamente di rilievo, molta palestra, non è che poi fosse un adone e non mi capacitavo di tutto quel successo.
La prima risposta l’ebbi durante una trasferta per una riparazione; eravamo in Germania, vista la gravità e la mancanza di tempo per l’organizzazione del viaggio fummo costretti a dividere l’unica camera libera dell’albergo. la sera dopo un faticosissima giornata di lavoro lui chiese di fare la doccia prima di me in quanto voleva uscire e fare quattro salti, ben sapendo che io sarei rimasto in albergo e sarei andato a dormire presto. Quando uscì dalla doccia aveva il solo asciugamano arrotolato intorno alla vita della quale si liberò per vestirsi. il cazzo che gli penzolava moscio tra le gambe era impressionante per grossezza e lunghezza, a riposo era molto più lungo e grosso del mio in piena erezione, non riuscivo, mio malgrado a staccare gli occhi da quella specie di mostro, lui sorridendomi se lo prese in mano e mi disse: “non hai idea di quante vittime fa il mio amico, è irresistibile, tutte le donne che hanno modo di sentirlo non possono fare a meno di provarlo”.
Incominciai a capire il motivo delle sue conquiste e credo in buona parte anche delle sue sicurezze, inconsciamente e stupidamente quella sera cominciai a pensare quanto potesse essere grande da duro, era di gran lunga il pene più grosso che avessi mai visto in vita mia, quasi involontariamente mi ritrovai ad immaginarlo in piena erezione che si prendeva cura della mia Giada ed ebbi una violentissima erezione. nonostante la cosa mi infastidisse sino al limite della rabbia, non riuscivo a scacciare né l’immagine, né l’eccitazione e dovetti ricorrere ad una masturbazione liberatoria. dopo essere venuto quasi all’istante mi sentii una schifezza non riuscivo a capacitarmi di quello che era successo e me ne vergognavo. Caddi in tentazione qualche altra volta, in quel periodo, immaginando mia moglie alle prese con quel cazzo gigantesco e inevitabilmente tale immagine mi induceva a segarmi per far cessare quello stato d’eccitazione e scacciare quei pensieri impuri; poi cercai di auto-convincermi che era folle il solo pensiero, per giunta pensando al perbenismo ed alle idee della mia Giada.
Non capivo cosa mi stesse accedendo e per quale motivo mi fosse entrato quel tarlo nella testa, tuttavia stavo riuscendo a controllare quella malsana visione e piano piano a rientrare nella normalità.

Un mezzo colpo da Ko fu una trasferta a Praga, anche in questo caso fummo costretti a fare le valigie in tutta fretta, l’azienda purtroppo non trovò alcun albergo libero in città, colpa di una fiera in corso, e ci ritrovammo sistemati in una casa “albergo” ospiti di una famiglia Ceca; appena saputa la cosa non ne fui entusiasta ma una volta giunti a destinazione dovetti ricredermi.
La casa era accogliente e sufficientemente spaziosa, ognuno di noi aveva una camera da letto e tra le nostre quella della coppia che ci ospitava, nel prezzo era compresa anche la prima colazione dovevamo arrangiarci invece per la cena.
La prima cosa che ci colpì fu la bellezza della padrona di casa, una splendida 35 enne, bionda, senza un filo di grasso superfluo e con una terza di seno, avrebbe potuto tranquillamente fare la modella.
Lei era disoccupata, il marito era un suo coetaneo che si occupava di marketing in una società locale, ci spiegarono, in un fluente Inglese, che tramite un’agenzia affittavano le camere di casa loro per incrementare l’esiguo bilancio d’entrate e poter condurre una vita più dignitosa. Erano una coppia piacevolissima, oltre che bella, nonostante non fosse contemplato nel servizio le prime due sere fummo ospiti a casa loro per la cena ed avemmo modo di chiacchierare di molti argomenti, per questo motivo io e Marco decidemmo il terzo giorno di sdebitarci della loro cortesia acquistando, con la complicità del marito, un cappotto per la signora che a quanto pare desiderava da tempo ma non poteva permettersi, tra l’altro spendendo una somma per noi sostenibilissima. La sorpresa e la felicità alla vista del regalo faccio fatica a descrivervela, cenammo ovviamente a casa loro, dopo cena però fui sopraffatto dalla stanchezza e scusandomi con loro li lasciai per andarmene a letto. Fui destato in piena notte dalle inequivocabili urla di piacere lei, nella vicina camera stavano certamente facendo dell’ottimo sesso. la cosa si protrasse per un bel pezzo e confesso che invidiai il marito per le grandi capacità di tenuta, era certamente un abilissimo amatore. finalmente tutto s’acquietò e ritornai tra le braccia di Morfeo anche se prima dovetti ricorrere ad una salutare masturbazione.

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