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Lui & Lei

99 frustate - Terza parte


di Honeymark
07.05.2012    |    22.194    |    4 9.7
"Ascolta, ringrazia e chiude la comunicazione..."
99 frustate
Racconto sadomaso (più maso che sado) di Marco Mieli
Terza e ultima parte

L’indomani stavo già meglio e mi alzai per mangiare. E restai in piedi; mi faceva male piegarmi più che stare seduto, perché si tirava la pelle delle natiche.Chiesi di mia moglie e mi risposero che anche lei stava bene e aveva chiesto di me. Il giorno dopo ci avrebbero fatti incontrare.
E così fu. Lei stava decisamente meglio e non voleva parlare del supplizio. Me ne guardai dal farlo.
Il terzo giorno eravamo quasi guariti. Ci fecero vestire e ci portarono dal nostro amico funzionario. Il quale ci accolse giovialmente.
«Come stanno lor signori? Vi hanno trattato bene medici e infermieri?»
Io non rispondo e mia moglie annuisce.
«Prego, sedetevi.» – Ci indica le due poltrone.
Con attenzione ci accomodiamo. Lui va a sedersi alla sua scrivania.
«Devo darvi una notizia bella e una brutta. Posso contare su una vostra reazione cortese?»
«Ommiodio… – Sussurra mia moglie. – Cosa ancora!»
«Ci chiede cortesia?» – Domando io tra il meravigliato e il seccato.
«Via, signori, sono certo che mi ringrazierete.»
Restiamo zitti ad ascoltarlo.
Apre una teca di plastica trasparente.
«Cominciamo da quella bella? – Esordisce. – Vi chiedo di apporre una firma su questi documenti. Se lo fate, riceverete immediatamente sul vostro conto in Italia l’accredito rispettivamente della somma di due milioni e mezzodi euro a testa.»
Lo guardiamo. Lui rimane zitto.
«Qui ci sono i documenti da firmare, – ripete – e qui devo solo dare l’invio al computer.»
Mi alzo. «Ma cosa diavolo sta cercando di dirci? E la brutta quale sarebbe?»
«Ssst. – Fa mia moglie attenta. – Fallo parlare.»
«La brutta notizia è che… sono stato io a convocarvi per l’incontro di lavoro…»
«Che cosa???» – Balzo in piedi.
Mia moglie mi fa segno di sedermi. Ha ragione, dobbiamo capire. Mi siedo.
«Dovete sapere – riprende a parlare, – che il nostro emirato è il più avanzato del Medio Oriente quanto a diritti umanitari e sociali. Anzi, è stato proprio il nostro principe ad abolire le pene corporali… Vi sembrerà strano, ma è così.»
Mia moglie mi fa segno di limitarmi ad ascoltare.
«Cionondimeno la sua natura è rimasta uguale. È un vero amante del sadomaso. Si eccita a veder frustare uomini e donne. E qui comincia la vostra storia. – Prende il fiato e prosegue. – Almeno una volta al mese vuole assistere alla somministrazione di 99 frustate come quelle che avete dovuto sopportare voi… Ma con la coscienza a posto.»
«Cosa??? Voi siete dei selvaggi!… Io…» – Mia moglie mi interrompe.
«Abbiamo alcuni segnalatori nel mondo occidentale, che di volta in volta ci segnalano le coppie che il nostro principe gradirebbe vedere sottoposte a alla frusta. Noi organizziamo la trappola, le facciamo venire qui e, mettiamo in atto trappole come quella delle bibbie e dell’alcol… Tutto il resto lo conoscete. Ecco.»
Io guardo mia moglie, la quale adesso è lei esterrefatta.
«Quindi – conclude il funzionario, prendendo in mano i documenti, – se voi volete firmare, tra qualche secondo ci saranno sui vostri conti correnti quanto basta per dimenticare in fretta lo scempio cui siete stati sottoposti. Due milioni e mezzo di euro a testa mi sembrano un motivo valido per dimenticare»
Dopo un minuto di silenzio ansioso, decido di parlare.
«Mi scusi, ma… Perché non ce l’avete chiesto? Per quella cifra avremmo accettato di sicuro…»
«Balle. – Risponde, guardando mia moglie. – Nessuno accetta una cosa del genere. E poi c’è un altro aspetto. Il principe si eccita se i condannati credono proprio di essere vittime di un’giusta punizione,. Vuole leggere il terrore sui visi dei condannati, vuole palpare con mano l’umiliazione che è riuscito a infliggere, vuole sentirsi potentato di vita e di morte…»
«E… – intervengo quasi timidamente… – Ci ha frustati lui?»
«Ha ha! No, lui vuole solo sapere di averlo potuto ordinare! Lui è il Principe. Lo ha fatto fare ai suoi cortigiani. Quelli si fanno le seghe solo lal’idea di poter frustare una coppia di occidentali ricchi e belli come voi.»
«Ricchi? – Chiedo. – Noi?»
«Beh, sanno che riceverete un mucchio di quattrini.»
«E chi ci ha inculati?» – Chiede mia moglie a sorpresa.
«Figli e nipoti del Principe. Fanno festa ogni volta che vengono invitati, per loro è meglio che fare un viaggio ai Caraibi.»
Segue un bel po’ di silenzio.
«Allora, signori, firmate?»
«E se non lo facciamo?»
«Perdete i soldi, mentre le frustate ve le siete già prese…»
Mia mogli prende la penna. Lui le dà i documenti indicandole dove firmare. Poi passa i documenti anche a me.
«Come facciamo a sapere che ci dà veramente i soldi?»
Prende il telefono e compone un numero.
«Un attimo prego. – Dice in inglese al telefono, poi passa la cornetta a mia moglie, che ha già firmato. – È la sua banca, signora. Chieda del direttore e si faccia dare il saldo.»
Lei prende la cornetta e, incerta sulla voce, chiede del direttore.
«Mi ha riconosciuta? – Dice al direttore. – Bene, mi potrebbe dare il saldo, per favore?»
Ascolta.
«Non ci sono. – Ci dice, dopo aver messo una mano sulla cornetta. – Ho solo 25.000 euro, ed è già una gran cifra, perché di solito…»
Poi sente una voce sbraitare dalla cornetta. La porta all’orecchio. Ascolta, ringrazia e chiude la comunicazione.
La guardiamo. Mi guarda.
«Il direttore è svenuto. Non erano 25.000 euro, ma… 2 milioni e mezzo!»
Mi sento invadere da un assurdo senso di gioia.
«Mi dia che firmo anch’io!»
Dopo qualche minuto divento ricco anch’io.
«Ci sono altre opportunità del genere?» – Domando spudoratamente.
Mia moglie si gira a guardarmi, ma senza proferire parola.
«Certamente, ma non a questo livello. Si parla di 200.000 euro per una settimana di dressage e corsa per pony boys and girls a Qattara, 250.000 a Senoussi per analogo periodo di cattività in campagna, 100.000 per una gang band a…» – Ci guarda per vedere se siamo interessati.
Io e mia moglie ci guardiamo. Poi annuiamo.
«Perfetto, amici. – Dice alla fine, mettendo via le carte. – Se mi volete come agente, io sono disponibile.»
«Certo! – Diciamo in coro. – Purché si possa decidere di volta in volta.»
«Certamente, – risponde. – Però vi chiedo una provvigione. Con un acconto anticipato.»
«E ce lo dice dopo che ha già versato i soldi?»
«No, non voglio soldi. Voglio che veniate a letto con me.»
«Cosa? – Protesto, quasi scandalizzato. – Vorrebbe fare un sandwich con mia moglie e me?»
«No, sarei io a condurre il gioco. – Risponde con distacco. – Se accettate, venite a letto con me e basta. Voglio metterlo in culo a tutti due. – Fa una pausa affinché comprendiamo cosa ha detto. – Ed entrambi mi farete un pompino. E altro ancora. Sono io il dominante.»
Rimaniamo in silenzio a metabolizzare la proposta, finché mia moglie non prende la parola.
«E… Per le 99 frustate, non vuole la provvigione?»
«L’ho già avuta. – Risponde. – Ho dato 20 frustate a testa e ho chiavato la signora. Ora voglio metterlo nel culo a entrambi. Mi pare una proposta sensata.»

Quella sera siamo stati suoi ospiti a cena nella nostra suite, da lui prenotata all’ultimo piano dello Skyscraper. Roba da qualche migliaio di dollari a notte. Aragosta, caviale e… champagne. Alla faccia del proibizionismo religioso.
Poi, alla fine, ci chiede di andare a letto. Ci spogliamo allegramente e ci facciamo intorno a lui. E lui quale si dimostra attirato da entrambi. Lo abbracciamo nudi e lui decide allora di mettermi un elastico alla base dell’uccello… Come quando mi ha preparato per il supplizio. Un fastidio della malora.
«Così ce l’hai sempre in trazione, – mi dice – senza poterlo usare in pieno.»
Ci prende per il culo, infilando le dita nella fessura fino a toccare il buco. Spero che non voglia incularmi subito, ma sono determinato a fare tutto. Com’è cambiato tutto in così poco tempo…
Si sdraia nel letto pancia in su.
«Cominciate a leccarmi, partendo dai piedi.»
Io e mia moglie ci mettiamo subito al lavoro docili come cagnolini, e io comincio a leccare la pianta del piede. Con la coda dell’occhio vedo che anche mia moglie sta facendo la stessa cosa. Lui gode in tutto relax, tenendosi il cazzo in mano. Stranamente, quella sottomissione e quell’atto umiliante mi provocava un insano piacere. Era così bello essere nudi, al suo servizio, entrambi ai suoi piedi… Sì, era eccitante proprio essere i suoi schiavi. Leccai con la massima attenzione, cercando quello che più in condizioni normali mi avrebbe dato fastidio solo a pensarlo. Così, di mia iniziativa cominciai a passare la lingua tra un dito e l’altro. Lui godeva come un porco e io impazzivo proprio per quello. Era come se con la lingua lo avessimo posseduto noi.
Dopo cinque o sei minuti, ci fa lasciare i piedi per farci salire all’inguine, da dove lui ha tolto le mani per far posto alle nostre lingue. Mia moglie comincia a leccargli la cappella, io mi dedico alle palle. Quel sapore di maschio dominante fu per me il massimo. Con l’elastico, il padrone mi stringeva la base del cazzo senza doverlo fare di persona, e l’essere costretto a leccare le palle del mio domino mi faceva sentire come un cane: felice di far piacere al padrone. Il sapore delle sue palle era fantastico, o così credevo grazie all’incredibile situazione.
Poi lui chiamò a sé mia moglie e si fece baciare sulla bocca, facendomi capire di andare avanti da solo. Mia moglie si porta alla sua bocca, mostrandomi il suo culo perfetto. L’idea che, così bella e così mia, fosse violata da un altro, in quel frangente mi faceva assurdamente impazzire. E io mi dedicai anima e corpo a fargli un pompino per restituirgli il piacere.
Sapendo cosa mi piace quando lo fanno a me, cominciai lentamente a scorrermelo tra lingua e palato… Sempre più giù, sempre più stretto tra lingua e palato. Con la mano gli tenevo la pelle del prepuzio abbassata il più possibile. A me piaceva da matti così.
A un certo punto ordina a mia moglie di appoggiargli il culo sulla faccia e lei obbedisce.
A quel punto mia moglie guardava suo marito a fare un pompino al suo uomo, ma in realtà non metteva a fuoco. Con ogni probabilità, lui le stava leccando figa e buco del culo, perché tendeva la testa al soffitto.
Infine mi accorgo che lui ha qualche inizio di contrazione. Una prima goccia si libera nel palato e subito viene assorbita. Poi un primo scatto e un primo getto di sperma inonda la mia gola. Aumento il lavoro di stantuffo, succhiando più che posso. Infine, a scatti e a fiotti, venne copiosamente nella mia bocca e nella mia gola. Il suo sapore era fantastico, come il profumo dei soldi.
Poi, sopraffatto da tanto orgasmo, continuai a succhiare e a leccare, come se fosse mio dovere non disperdere neanche una goccia.
Infine ci fa cenno di placarci e ci mettiamo ai suoi lati, spossati tutti tre. Ci fa mettere a pancia il giù, per poterci toccare il culo. Ci addormentiamo.

Dopo non so quanto, mi sveglia e mi ordina di leccargli il buco del culo. Io, stanco morto, ma ancora nella veste dello schiavo, mi metto subito al lavoro da solo, mentre mia moglie ancora dorme. Si era messo un cuscino sotto la pancia per facilitarmi il compito e io sono arrivato facilmente al suo ano, che comincio a leccare come se volessi penetrarlo con la lingua. Non mi credevo così abile e devoto. Il mio cazzo, sempre stretto dall’elastico, cercava di liberarsi, di avere la sua parte, di venire… ma niente, ero uno schiavo e dovevo andare avanti così.
Quando lui si sentì pronto, svegliò mia moglie e si mise pancia in su. La fece salire sulla sua pancia. Nelle sue mosse, fatte per mettersi sopra, mia moglie bellissima e invitante, io non mi sentivo umiliato ma, al contrario, eccitato dal fatto che il mio padrone se la sarebbe chiavata…
E infatti, armato di un notevole cazzo eretto all’insù, glielo indirizza alla figa e la fa sedere, facendoselo infilare. Mia moglie si penetra, dimostrando un certo vergognoso piacere e comincia a muovere il bacino per farlo godere, mentre lui dà colpi in su per godersela meglio. Io non sapevo cosa fare, ma lui mi ha dato subito disposizioni.
«Leccami le palle, mentre tua moglie mi sbatte.»
Io non persi un attimo e mi buttai alla base del cazzo, iniziando a leccargli e succhiargli le palle. Doveva essere splendido per lui, con la fica sopra e la lingua sotto, quindi mi sincronizzai con mia moglie per farlo godere di più. Io sentivo sul viso le chiappe di mia moglie, che sbatteva i glutei per guidare la monta. Fantastico… Uno schiavo perfetto. Quasi che fosse stato il mio sogno segreto…
Non ci volle molto prima che venisse nuovamente e io vidi le contrazioni del cazzo che pompava sperma all’interno della figa di mia moglie. Cercai di leccarlo con impegno per far sì che uscisse il meglio di sé.
Poi d’improvviso sposta mia moglie e mi chiama a succhiargli il cazzo che si stava smontando…
Io, ubbidiente come un cagnolino, corro a leccarlo come se volessi pulirlo di ogni scoria, mentre mia moglie si butta di lato masturbandosi per portare a termine l’orgasmo mancato.
Si addormentò di nuovo tra le mie cure.

Verso mattina, mi chiamò. Mi portai automaticamente a succhiargli il cazzo, ma stavolta mi mise pancia sotto. Mi lubrificò il culo passandomi nell’ano una cremina con un dito che mi passava muovendo il dito per farmi sentire che era vivo.
Quindi mi inculò. E lo lasciai fare, perché ormai era lui a comandare. Ebbe l’accortezza di andare piano finché non allargò il buco del culo con il cazzo, poi lo scivolò dentro, facendomi sentire impalato nel vero senso della parola. Non sentivo male, ma solo la sodomia che dava al mio padrone la sua assoluta autorevolezza su di me. Ero dominato.
Mi prese, mi piegò di lato stando dietro di me, poi fece cenno a mia moglie di mettersi sdraiata pancia sotto, distesa. Mi riportò sopra e mi mise in modo che infilassi il cazzo dentro mia moglie. La quale, capito il gioco, si diede da fare per facilitarci. Io, con il mio cazzo costretto dall’elastico, riesco a penetrarla fino in fondo, ma con un dolore sordo che mi avrebbe impedito di venire. Capii che me l’aveva messo proprio per quello.
Io non chiavai. Era lui a condurre il gioco. Avendomi inculato, sbatteva il mio cazzo dentro mia moglie. Stava chiavando entrambi con un cazzo solo…
Ci sbatté e sbatté e sbatté, finché non mi venne nel retto. Sembrava un getto, ma era sicuramente un’impressione. Io, per via dell’elastico, non venni. Si era placato solo lui.

Era ormai mattina. Mi tagliò l’elastico, fece una doccia e ci salutò.
«A presto allora. – Disse. – Ho disposto che una limousine sia a vostra disposizione per portarvi all’aeroporto.»
Ci alzammo e lo baciammo come un vecchio amico.
Poi io e mia moglie entrammo insieme nella vasca jacuzzi. Ci insaponammo, ci palpammo e finalmente lei mi fece finalmente venire nel più classico dei modi: alla pecorina, con lei che si teneva al bordo della vasca. L’uccello liberò una grande quantità di sperma che prima non aveva potuto produrre.
Poi restammo in acqua a goderci la leggerezza delle bollicine.

Non parlammo di sesso né di implicazioni all’incredibile avventura passata, come se ci fossimo messi d’accordo di non affrontare la situazione prima di essere tornati a casa.
Quando salimmo nella limousine, c’era anche qualche regalino per noi. In due pacchetti separati trovammo un I-phone e un I-path, già funzionanti e abilitati a lavorare con software occidentale, oltre a due orologi, un Cartier per lei, un Rolex per me. E una rivista sull’Emirato.
Nel biglietto l’amico ci ringraziava e ci suggeriva di accendere l’Ipath in aereo e di leggere le istruzioni riportate nell’icona I-Emirat. Avremmo trovato le varie opportunità aperte per fare sesso trasgressivo a pagamento in tutti i paesi arabi.
Una volta sistemati a bordo, aprimmo immediatamente il portatile appena regalato, incuriositi come ragazzini. Trovammo subito l’icona della cartella e l’aprimmo, ognuno lavorando sul proprio portatile. Restammo in silenzio per un’ora, poi – mentre la hostess ci portava una bottiglia di champagne – chiesi a mia moglie dove fosse arrivata.
«Ssst…» – Mi fece segno di aspettare un attimo.
Ero arrivato alle prestazioni più costose, o più redditizie a seconda del punto di vista, e volevo parlarne con lei.
«Hai visto le ultime pagine?» – mi chiede poi.
«Sì, infatti. – Rispondo. – Che ne pensi?»
«Beh, le più redditizie sono quelle del nostro emirato…»
«Certo, perché sono sadomaso. – Rispondo – Ci sono anche le nostre 99 frustate, solo che sapendo che è una fiction, valgono molto meno: 250.000 dollari.»
«Meno, – ammette, – ma non poco comunque. Non è una cifra da poco…»
«Tu lo rifaresti per 250.000 dollari?»
Mi guarda senza rispondere.
«Hai visto le parti dei candelabri umani? – Dice poi sorridendo. – Si sta in ginocchio, culo in su con un cero nel culo, acceso, per rendere frizzante l’atmosfera dell’emiro che scopa… Poi qualcuno spegne le candele a cinghiate…»
«Sì, e le coppie sposate vengono pagate molto più dei singoli. Le coppie candelabri prendono 50.000 dollari per una notte così. – Esclamo. – Ah, hai visto? Ci sono anche le coppie che accendono e spengono i ceri dei candelabri umani. Ma… prendono la stessa cifre dei candelabri?»
«Sì – precisa, – ma solo se si presentono due coppie insieme che accettano che vengano estratte a sorte quelle passive e quelle attive! Davvero intrigante questa trovata…»
«C’è anche qualcosa da 500mila dollari.»
«Ho visto. – Mi risponde. – È meglio che non ci soffermiamo a pensarci, perché…»
«Perché?»
«L’hai letta?»
«Sì.»
«Beh, – commenta guardandomi. – Allora hai visto che il marito viene legato al ceppo come hanno fatto con noi. L’emiro scopa la moglie, mentre qualcuno frusta il marito per tutta la durata della scopata… Sembra che lo faccia impazzire sentire le urla del marito mentre gli monta la moglie, il pervertito…»
«Sì. – Rispondo. – Ti piacerebbe?»
«Beh, 500.000 dollari a me piacerebbero di sicuro per una scopata, ma saresti tu a prendere 99 frustate… Ha ha!»
Mi guarda.
«Non dirmi…»
Annuisco piano. Lei diventa rossa.
«Non dirmi che ti è piaciuto!»
La guardo ancora.
«In quel momento ero terrorizzato. – Rispondo poi. – Ma adesso, che sono qui comodo e… E a te è piaciuto?»
Mi guarda rossa in viso.
«Mi sto bagnando a ripensarci… – Confessa. – Non l’avrei mai pensato… Devo essere pazza! E sai cosa mi ha eccitato di più?»
«Cosa?»
«Che tu fossi lì con me a subire la stessa sorte!»
Ci guardiamo un po’, quindi scoppiamo a ridere.
«Hai visto che c’è anche viceversa?»
«No, – risponde – viceversa cosa?»
«Il marito scopa con l’emiro mentre la moglie viene frustata dai servi…»
«No! Omosex? E dove?»
«Vai avanti e lo trovi.»
«Hai ragione! – Esclama e va avanti a cliccare. – Ehi, ma c’è anche qui la doppia coppia!»
«Cioè?»
«Lui si fa le due donne o i due maschi, mentre i coniugi vengono frustati dai servi!»
«Senti, – le dico – dobbiamo trovare una coppia come noi…»
«A chi stai pensando? Non dirmi che… he he!»
«Sì, anch’io pensavo proprio a loro… ha ha! A Helmut e Karola! Prima li mandiamo alle 99 frustate, dove li frustiamo anche noi, poi li facciamo partecipare a tutti giochetti.»

Mentre stiamo per atterrare al Cairo, prendo la rivista. Guardo la copertina e vedo… il volto del nostro amico, con il copricapo da arabo.
Stupito leggo il sommario della rivista e leggo… che è lui l’Emiro.
L’ha capito anche mia moglie.
Attaccato alla copertina c’è un suo bigliettino.
«Vi aspetto tutti i mesi. Decidete voi come…»

FIINE

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