Lui & Lei

Anna


di cd1948
24.02.2015    |    13.759    |    1 8.8
"Quando suonai, lei mi aprì ma si era cambiata..."
Capitolo 1 – Anna

Mi chiamo Giuseppe ma per brevità tutti mi chiamano Pino. Sono un pensionato di oltre 60 anni ma per arrotondare la pensione, ogni tanto faccio dei lavoretti da idraulico, elettricista, falegname, insomma, quello che serve nel vicinato.

Un giorno mi chiama una signora perchè la sua lavatrice aveva iniziato a perdere. Ci mettiamo d'accordo che sarei andato il giorno seguente in mattinata.

Quando arrivo, verso le 9 del mattino, mi apre la porta una bella signora sui 40 anni. Mora, circa 1,65, ben tenuta, magra. Indossava una corta vestaglietta ed aveva un pettine in mano.

-”Mi scusi, sa, ma mi hanno chiamato sul lavoro e devo assolutamente uscire” mi fa, quando mi fa entrare.

-”Se vuole, ritorno un'altra volta” le faccio.

-”No, no, mi scusi, ora le mostro dov'è e poi vado. Ma c'è mia figlia, per cui non si preoccupi”.

Nel frattempo, mi aveva condotto nello sgabuzzino accanto alla cucina dov'era lo spandimento. Io iniziai a spostare la lavatrice e verificare i tubi quando la signora mi apparve, vestita elegantemente con una gonna al ginocchio ed una camicetta bianca, sotto la quale si intravvedeva un reggiseno dello stesso colore, truccata delicatamente e con delle eleganti scarpe con tacco. Splendida, veramente.

-”Wow, che meravigliosa donna” le faccio, “da restare a bocca aperta!.

-”Grazie del complimento” risponde, arrossendo.

-”Che c'è ? Non è abituata ai complimenti ? Eppure dovrebbe, è così bella” dico.

-”Oramai chi vuole che si accorga di una vecchia quarantenne. Nemmeno mio marito” si fa scappare.

-”Vuol dire che non sa quello che ha in casa” replico prontamente. Lei arrossisce ancora di più.

-”Senta, ora devo andare, ho fretta. Ma ho svegliato mia figlia. Per qualsiasi cosa le serva, c'è lei. Arrivederci”

Ci salutammo e se ne andò. Nel frattempo, dopo aver smontato il tutto, avevo visto che lo scarico si era fessurato e che lo spandimento veniva da lì. Dovendo uscire per andare a comperare il pezzo, andai in cucina a vedere se la fanciulla si era alzata.

Ivi vi trovai una splendida fanciulla, uguale alla padrona di casa, solo con oltre 20 anni in meno. Era in piedi presso il bancone della cucina e la vidi di fianco. Alta quasi 1,70, mora, i capelli spettinati dalla notte di sonno, una corta camicia da notte leggera che, in controluce, mi faceva ammirare due tettine perfette, di quelle che stanno in una coppa di champagne, con due capezzolini rosa che sembrava volessero bucare la stoffa della camicia, un culetto alto e sporgente, due gambe lunghe e dritte con dei piccoli piedini contenuti dentro a delle pantofoline con un leggero tacco. Insomma, poteva essere un'indossatrice.

Mi immobilizzai in ammirazione di quella visione. Dopo un po' che stavo lì, lei si accorse di me, si voltò verso di me e mi guardò, coprendosi automaticamente il seno e la passerina con le mani.

-”E lei chi è” fece, sussultando.

-”Sono l'idraulico, sua madre mi ha detto di averla avvertita”, risposi, avanzando di un passo verso di lei.

-”Oh, sì, mi scusi, mi ero scordata. Cosa c'è ? Perchè mi guarda così ?” chiese.

-”Perchè penso di aver avuto una visione” risposi, “non ho mai visto una cosa così bella”.

-”Oh, la smetta, con me questo non attacca” disse, ma nel frattempo era diventata di un delizioso color rosato, “cosa le serve ?”

-”Dovrei andare a prendere dei pezzi per fare la riparazione”, risposi, “ma non vorrei che questa visione sparisse e resterei ore ad ammirarla”.

-”Oh, via, ora non esageri” disse, diventando di un bel rosa forte, dal piacere dei miei complimenti, “se deve andare vada e ritorni pure ma, la prego, faccia la riparazione prima possibile”.

-”D'accordo, d'accordo, vado” dissi, dirigendomi verso la porta, con lei che mi seguiva. Mi accorsi che non aveva le mutandine perchè si vedeva un bel ciuffetto scuro sull'inguine.

Ritornai dopo circa 20 minuti, dopo aver acquistato i pezzi che mi che servivano. Quando suonai, lei mi aprì ma si era cambiata. Indossava un top che le metteva in risalto il seno lasciandole l'ombelico scoperto ed un paio di calzoncini molto corti e molto aderenti, a vita bassa.

Mentre lavoravo, rimase lì, a guardarmi. Ogni tanto si accucciava ed allora potevo ammirare i peli del suo monte di venere che sbucavano dai pantaloncini. Oltre a non portare reggiseno, la porcellina non portava nemmeno le mutandine.

Fra lo smontare, rifare la filettatura e rimontare i pezzi nuovi, mi ci volle un'ora buona di lavoro. Alla fine, ero sudato come un cavallo.

-”Mi fai vedere dove posso lavarmi, per favore” dissi, un po' rudemente

-”Si, signore, certo, venga con me” disse, remissiva, e mi portò in bagno.

“Vuoi vedere che questa vuole essere comandata” pensai, “se le faccio i complimenti, se la tira un po', se do ordini, ubbidisce”.

Giunti in bagno, mi levai la maglietta e mi lavai il torace e le braccia. Devo dire che, per i miei 60 passati, sono abbastanza ben messo, alto 1,80, quasi 100 kg di muscoli, torace, spalle, braccia, gambe ben muscolosi, un viso con poche rughe, occhi verdi ed un sacco di capelli bianchi. Qualche donna era arrivata pure a dire che avevo un bel viso.

Finito di lavarmi, mi voltai verso di lei. Era sulla porta con una salvietta nelle mani. Feci cenno che volevo la salvietta e lei si avvicinò. La presi gentilmente per le mani e la trassi a me, guardandola negli occhi.

-”Per favore, signore non mi faccia del male” disse, abbassando gli occhi.

-”Non ti farò nulla se farai quello che ti dico. Va bene ?” dissi.

-”Si, certo, signore, farò quello che dice” disse, in un sussurro. Io la attirai ancora a me, fino a far arrivare il suo petto contro il mio. Era diventata rossa come un peperone.

-”Alza il viso” le dissi e lo fece subito. Al che le diedi un bacio delicato sulle labbra, “ora baciami, ma mettici passione” continuai.

Lei posò le sue labbra sulle mie ed aprì la bocca. Io le infilai la lingua dentro mentre le mettevo una mano dentro i calzoncini e le prendevo una chiappetta. L'altra mano la misi sulla schiena e le alzai il top fino al collo, mentre la baciavo. L'attirai tutta a me, facendole sentire sull'inguine la mia potente erezione. Quando smisi di baciarla, era senza fiato e tutta rossa.

-”Ora spogliati” le feci, lasciandola andare. Lei si levò il top ed i calzoncini e rimase nuda davanti a me, gli occhi bassi.

-”Ora levami i calzoni e prendimi il cazzo in bocca” le ordinai.

-”Sì, signore” rispose, con un sussurro e s'inginocchiò. Mi sbottonò e mi abbassò jeans e boxer, poi prese in mano il mio uccello e se lo portò nella sua boccuccia. Iniziò a succhiarlo delicatamente. Era brava ed ubbidiente.

-”Ora portami in camera tua, ho voglia di leccarti la passerina” ordinai.

-”Venga con me signore” disse, e si diresse alla sua camera. Lì si distese sul letto, io mi stesi fra le sue gambe spalancate e misi la mia lingua nella sua patatina. Era diventata un lago. La leccai, le misi un dito dentro, le leccai e le mordicchiai il clitoride mentre lei gemeva dal piacere.

“Ora salimi sopra e prendilo nella fighetta” ordinai, mentre mi stendevo supino. Lei mi salì a cavalcioni sopra ed iniziò a cavalcarmi. Era alquanto strettina. Io la tenevo per i fianchi e le davo il ritmo.

-”Oohhhhhhhhhhhhhhhhh, sììììììììììììììììììììììììììììì, che bellooooooooooooooooo” faceva in continuazione andando su e giù.

-”Mammamiaaaaaaaaaaaaaaa, vengooooooooooooooo” urlò ad un certo punto e sentii le contrazioni della sua vagina sul mio cazzo. Rimase lì, senza fiato, al che la feci mettere a pecorina in ginocchio sul letto, la testa appoggiata sul cuscino, con il culetto be per aria ed i due buchini esposti e le infilzai la passerina con un colpo deciso.

Lei non capiva più nulla, era un orgasmo continuo. Io continuai a pompare per un bel po', finchè venni e le riempii la patatina con il mio sperma. Poi mi sfilai e mi stesi al suo fianco.

Dopo un po' si riprese quel tanto che bastava per stendersi al mio fianco. Si rannicchiò accanto a me e si appoggiò alla mia spalla.

-”Grazie, signore, è stato meraviglioso” disse.

-”Sei stata brava ed ubbidiente ed allora ti ho premiato” dissi a mia volta.

-”Vorrei che ritornasse da me, signore, vorrei godere ancora come oggi”.

-”Non preoccuparti, se ti comporterai bene, godrai anche di più”.

-”E cosa devo fare, signore ?” chiese.

-”Te lo farò sapere a tempo debito. Comunque, da ora in poi non devi andare più con nessun altro uomo”.

-”Ma come farò col mio ragazzo ?” fece, con aria di scusa.

-”Non ci sono ma che tengano” le dissi, “se vuole fare sesso, piantalo. Come seconda cosa, non dovrai indossare più reggiseni e mutandine. Ed infine, quando ti chiamerò, verrai da me di corsa”.

-”Ma se lei mi chiama quando sono via oppure a scuola ?” chiese.

-”Prima di allontanarti, dovrai chiedermi il permesso. Ovviamente, non ti chiederò di marinare la scuola, anzi, dovrai essere bravissima e studiare per bene. Se non fai quello che ti dico, verrai castigata”.

-”Va bene signore” disse.

Dopo averle dato le disposizioni, ci scambiammo i numeri di telefono e me ne andai.

Più tardi quel giorno, volli verificare come si comportava la ragazzina. Le mandai un SMS dicendole dove abitavo e di presentarsi da me nel giro di un quarto d'ora.

I 15 minuti non arano ancora passati che udii suonare alla porta. Era lei, vestita come al mattino, rossa ed affannata.

-”Ciao” le dissi, facendola entrare, “sei stata brava”.

-”Mi scusi se sono un po' scarmigliata ma ho dovuto correre per non far tardi”

-”Vieni, accomodati sul divano” dissi, sedendomi, mentre lei si sedeva al mio fianco.

Parlammo un po'. Mi disse di chiamarsi Anna e di avere 18 anni e di stare per finire il liceo con dei voti abbastanza buoni. Mi raccontò pure che aveva un ragazzo, il quale avrebbe voluto uscire con lei quel pomeriggio ma lei gli aveva comunicato che tra di loro era finita.

-”Bene, ora che ti sei riposata, voglio che ti spogli e stia in piedi davanti a me. Ti voglio vedere bene” le dissi.

-”Certo, signore”, rispose. Poi si alzò e si spogliò. Rimanendo nuda in piedi davanti a me. La feci girare e lui, ubbidiente, eseguì. Volevo ammirare quel ben di dio che mi si parava davanti.

La feci avvicinare e le toccai la patatina. Era già bella bagnata. La porcellina iniziava ad eccitarsi già quando le ordinavo di spogliarsi. Allora la presi per mano e la portai nella mia camera da letto.

-”Ora spogliami” le ordinai. E lei eseguì docilmente.

-”Bene, ora stenditi supina”.

Si stese come ordinato ed io mi misi fra le sue gambe, aprendogliele per bene. Iniziai a leccarle la passerina, a succhiarle e mordicchiarle il clitoride, le inserii un dito nella patatina allagata e poi lo infilai nel culetto. Ebbe un piccolo sussulto quando lo feci, ma poi vidi che le piaceva. Pian piano la portai così vicina ad un orgasmo. Quando stava per venire, mi staccai da lei. Mi stesi a suo fianco e la feci mettere in posa per un 69, con la patatina sulla mia faccia.

Lei iniziò a succhiarmi l'uccello mentre io la leccavo, le infilavo le dita nel culetto e nella passerina. Alla fine venne con un orgasmo molto forte.

Allora la feci stendere, posizionandomi sopra di lei. Lei prese il mio pene e lo indirizzo verso l'entrata della sua patatina. Con un colpo deciso la penetrai fino ad arrivarle sull'utero. Iniziai a pomparla con affondi lunghi e lenti, mentre lei mugolava dal piacere. Venne un paio di volte.

La feci quindi cambiare posizione, mettendola alla pecorina, le puntai nuovamente il mio membro all'entrata ed entrai lentamente. Mi fermai per assaporare il calore di quella dolce patatina, stretta, calda e bagnatissima. Lei venne ancora ed ancora.

Era esausta, ma io non ero ancora venuto e non avevo la minima intenzione di smettere. Mi sdraiai e la feci mettere a cavalcioni si di me. Mentre lei andava su e giù all'impazzata, le stuzzicavo le tette ed il clitoride. Venne ancora qualche volta, fino a che si accasciò esausta.

-”Oh, diomio, sono esausta, mamma mia quanto ho goduto” fece lei, lasciandosi cadere sul mio petto. Ma io dovevo ancora venire, per cui la feci stendere prona, con un cuscino sotto il bacino, che le sollevasse il culetto e le infilai il mio cazzo, ancora in ottima forma, dentro la fighetta. Pompai per bene ancora per un po' e poi, finalmente, venni anch'io, riempiendole per la seconda volta nella giornata la sua bella fighetta.

Per un po' restammo stesi sul letto, stanchi e soddisfatti. Pian piano, lei si avvicinò a me e mi si accoccolò al fianco, la testolina appoggiata sul mio petto, al che le passai il mio braccio sulla spalla e la abbracciai.

-”Oggi sei stata brava. Se continuerai a comportarti bene come oggi, staremo bene insieme”, le dissi.

-”Grazie, signore. Per me è stato bellissimo. Non avevo mai passato una giornata come questa” mi rispose.

-”Ti piace essere comandata, vero ?”

-”Mi dà sicurezza”.

-”E non sei abituata, vero ? Tutti quanti ti riempiono di complimenti e tu non sai cosa fare. Allora fai la sostenuta per tenerli a distanza, non è così ?”

-”Sì, ha ragione. Lei è il primo che mi capisce”.

-”Bene. Da oggi sarai mia, farai esattamente quello che ti dirò. Comunque, questa cosa resta fra me e te. Non lo deve sapere nessun altro. Ora lavati, vestiti e vai a casa”.

Si alzò dal letto e si diresse in bagno. Al suo ritorno mi fece :

-”Mi scusi, signore, ma è tardi, è notte fonda ed ho paura di ritornare a casa da sola”.

-”Non ho voglia di vestirmi ora. Se vuoi puoi restare qui per la notte, hai qualche amica che ti può coprire”.

-”Va bene, signore, chiamerò qualche mia amica.”

Prese il telefonino e chiamò una certa Giada. Io sentii solo una parte della conversazione.

-”Ciao, Giada, sono Anna”.

-”Senti, ho bisogno di un favore, mi dovresti coprire per questa notte. Devi dire che mi sono fermata da te.”

-”No, non sono da Gianni, ho un nuovo ragazzo, ti racconterò, lui l'ho piantato”.

-”No, no, ma devi dire che resto a dormire da te. Se chiamano i miei genitori, poi, i tuoi devono dire lo stesso”.

-”Va bene, quello che vuoi, ma per favore, per stanotte aiutami”.

La conversazione andò avanti per un po'. Poi chiamò i suoi genitori e raccontò loro la stessa cosa.

Infine, si volse verso di me dicendo :

-”Ecco, signore, ho sistemato tutto. Va bene così ?”

-”Sì, brava. Ora mangiamo qualcosa e poi andiamo a letto. A dormire questa volta” conclusi, con un sorriso.

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