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Aria d'una notte d'estate


di lincolincoln
18.01.2017    |    5.539    |    0 9.5
"SI girò e rigirò nella sabbia, col suo bellissimo corpo nudo e si trovò faccia a faccia con me che la osservavo supino..."
Il profumo aveva riempito l'aria accanto a me: era dolce, ammaliante e mi obbligò a girare lo sguardo. Lei indossava un vestito rosa, con un elegante spacco sulla coscia. Ma non indossava scarpe col tacco, anzi, andava scalza e lo faceva con leggerezza, come se tutta la sua persona ispirasse leggerezza.
Stavo prendendo un drink al bancone sul lido. Erano passate abbondantemente le otto di sera e la brezza fresca del mare eccitava l'aria: dopo il caldo della giornata era un tonico per le membra.
E lei, che in quel momento mi sfiorava le spalle aggiungeva eccitazione a quell'aria d'una notte d'estate. Sembrava confusa, aveva l'impressione di andare cercando qualcosa in giro ma senza trovarlo. Si girò indietro e guardò a destra e sinistra ma senza la convinzione di sapere dove stesse andando.
Le chiesi se stava cercando qualcuno.
Si, aveva perso la sua compagna. Si erano divise un attimo e si erano poi date appuntamento al bar se non si fossero ritrovate in spiaggia.
Aveva ancora i capelli bagnati forse dopo una lunga nuotata e il costume le bagnava da sotto il vestito rosa. Ora riconoscevo quel profumo: era l'odore dei suoi capelli, doveva aver fatto una doccia veloce ma le erano rimasti umidi, impregnandoli ulteriormente di profumo.
-Le posso offrire qualcosa mentre l'aspetta?
Mi sembrò per un attimo che il sopracciglio sinistro le si fosse alzato leggermente, quasi a voler comprendere la domanda. In verità non mi dispiaceva parlare con qualcuno in quel momento e quel profumo mi aveva ammaliato.
-Certo, perchè no.
Lo disse con un sorriso che le accese gli occhi, che sembrarono sorridere anch'essi.
Prese un mojito e io ne ordinai due.
Scoprii che aveva un nome bellissimo, Chiara, come i suoi occhi, che sembravano cedere al verde più che all'azzurro, mentre i capelli biondi appesantiti dall'acqua le contornava le graziose spalle. Ben poco nascondeva il reggiseno sotto quell'abitino leggero e bagnato.
Era lì con una sua amica in vacanza. Erano appena arrivate e si sarebbero dovute incontrare con una comitiva di amici inglesi di lì a qualche giorno. Poi chiese di me. Io invece erano già diverse estati che venivo a passare qualche giorno qui: conoscevo da molto tempo ormai il gestore del piccolo albergo La Marina ed era un bel modo di passare qualche giorno di vacanza e mangiare i più buoni spaghetti allo scoglio che avessi mai provato in vita mia.
-Se sono così buoni sono da provare allora!
Esclamò lei.
-Chiara!
Una brunetta tutto pepe, con un lungo tatuaggio sul braccio a forma di roseto ci venne incontro correndo.
-Ti ho cercata per tutto il tempo, dov'eri finita?
Chiara mi guardò alzando gli occhi al cielo. Probabilmente pensai, la sua amica decisamente più disinibita avrà lasciato Chiara da sola e si sarà fatta viva solo ora.
-Ma se è più di quattro ore che non ti ho vista...
Ci avevo azzeccato. Comunque fine del mio idillio: la brunetta si sarebbe portata Chiara lontano da me e addio piacevole serata romantica.
-Lui è Bruno, mi ha offerto un drink mentre ti aspettavo.
Allungai la mano e sorrisi alla brunetta che non sembrava più tanto andare di corsa.
-Piacere, Rosa!
Vestiva con un paio di ciabatte di plastica viola, una canotta nera con sù disegnato il canarino Titti e un paio di jeans strappati a pantaloncino, che le risaltavano il bel sedere.
-Chiara, che facciamo andiamo? Ho trovato una festa qui vicino stasera e non mi dispiacerebbe per nulla andarci!
-E se cambiassimo progetti per stasera?
-Ma cosa dici, dai andiamo, sarà bellissimo. Fidati!
Non volli trattenere Chiara, così le lasciai l'indirizzo dell'albergo: le avrei fatto assaggiare quegli spaghetti.
Finì il mio mojito, pagai e andai al mio albergo. Mentre mi avviavo a piedi sulla via del ritorno mi fermai a godere ancora un pò di quella bell'aria. Peccato per Chiara...
Avevo prenotato da Mario per la solita ora e nel frattempo mi rinfrescai con una bella doccia, quando bussarono alla porta. Andai ad aprire in accappatoio, pensai che sarebbe stata Francesca che veniva a portarmi la posta e invece ci trovai Chiara.
Mi vide in accappatoio e mi sembrò imbarazzata.
-Scusa, non volevo disturbarti! Se vuoi ti aspetto giù, sempre se vale ancora quell'invito a cena...
Mi lasciò di stucco, i suoi occhi erano diventati magnetici e i capelli ora asciutti, le donavano ancora più eleganza.
-Certo che vale. Ma non serve che aspetti giù, puoi accomodarti dove preferisci. Entrò ed uscì ad ammirare il mare dal balcone, dove le tende leggere si gonfiavano al soffio di vento. Io finì di asciugarmi e così ci incamminammo al ristorante. Mario si accorse dell'ospite e mi chiese se non volessimo incominciare da un leggere antipasto accompagnato da dell'ottimo malvasia. Acconsentii e fu una cena stupenda anche grazie a Chiara che si rivelò un'amabile ospite. A fine cena eravamo entrambi satolli e leggeri per il vino. Ci incamminammo in spiaggia. Mi prese per la mano e mi trascinò fino al bagnasciuga. Poi mi lasciò e contemporaneamente alla penombra della luna, che non era del tutto piena, si svestì. Notai che non portava le mutandine e i suoi piccoli seni erano stati troppo tempo a lungo a loro agio nel vestito che aveva indossato. Si tuffò e poco dopo emersi dall'acqua. Mi guardò per un attimo, e la seguì. Emersi accanto a lei. Il vento si era abbassato e l'acqua era piacevolmente tiepida: accoglieva con conforto mentre l'aria era fresca. Sentì i suoi seni e i capezzoli ben turgidi. Il suo corpo era liscio. Si fece accarezzare dalle mie mani, poi le prese con le sue e le spinse in basso, sulla pancia, poi sul pube. Sfiorai le grandi labbra e poi le strofinai il medio fuori e dentro, prima leggermente, poi facendolo entrare tutto. La sentii respirare di piacere poi si girò e mi bacio con foga per poi sfuggirmi. La inseguii a nuoto ed arrivammo in una piccola caletta chiusa. Uscì dall'acqua e si gettò sulla sabbia, si stiracchiò come un gatto e si girò verso di me ed aprì dolcemente le gambe. Io mi inchinai e iniziai a baciarla sull'interno delle cosce finchè non le stuzzicai quella bella passerina. Mi infilò le mani fra i capelli e mi spinse la testa sul suo pube. Io insistetti, le morsi le grandi labbra, belle, carnose, poi infilai la lingua all'interno e la sentì fremere. Tenendo sempre la mia testa fra le sue mani mi tirò a sè e io le baciai i seni. I nostri occhi si incontrarono nella penombra. Aveva gli occhi di una lupa che sorridevano. Le appoggiai il cazzo sulla passera e lei alzò il bacino per farcelo entrare. La penetrai e lei mugolò di piacere. Mi avvinghiò con le sue cosce ben tornite, con quelle caviglie sottili che strinsero le mie gambe in una morsa. Era molto eccitata e sentì che aveva bisogno di lasciarsi andare. La incitai:
-Vieni...
-Si, vengo...
Afferrò le mie natiche con le mani e cercò di spingermi più velocemente. Prendeva ritmo, mentre il cazzo entrava e usciva da quella figa bagnata e colma di piacere che stava per esplodere. Il ritmo prese anche me e in quel silenzio totale rotto solo dalla risacca del mare, venne urlando di piacere.
Restammo così stesi sulla sabbia per un pò, poi si mise a ridere. SI girò e rigirò nella sabbia, col suo bellissimo corpo nudo e si trovò faccia a faccia con me che la osservavo supino. Tornai a rivederle i suoi occhi di lupa che ridono e mi baciò entusiasta.
Nuotammo fino alla spiaggia dove avevamo lasciato i vestiti. Ci mettemmo a cercarli e a rivestirci mentre a qualche passo più in là un gruppetto di persone ci osservava senza capire se fossimo vestiti o nudi.
Tornammo in albergo che eravamo ancora eccitati, bagnati e piacevolmente infreddoliti dal vento che ora si era fatto più insistente, ma quando vi arrivammo, trovammo Rosa che aspettava sui gradini all'ingresso.
-Rosa!
-Ho perso il passaggio e sono venuta a cercarti, ma tu non c'eri!
Chiara ancora ridendo la prese per mano.
-Dai, vieni, andiamo a prendere qualcosa.
Prendemmo dei cocktail e degli stuzzichini al bar e Chiara mi disse:
-Saliamo a vedere la luna su da te, ti va?
Mi feci dare dal barista un vassoio e con quello salimmo in stanza da me. Avevo lasciato la finestra aperta e adesso la luce della luna entrava mollemente. Feci per accendere le luci, ma Chiara mi fermò.
-Aspetta.
Lasciò il mio braccio e con trasporto si avvicinò a Rosa e le sfiorò i seni con delicatezza con le dita, come se fosse dal vento. Per un attimo Rosa non capì, poi si girò verso Chiara, le prese i capelli con forza con la mano e la baciò rudemente. Poi Chiara riuscì a divincolarsi da quella presa e si avvicinò verso di me, per prendermi ancora la mano e portarmi dove voleva lei. Mi trovai faccia a faccia con Rosa che mi guardò con occhi diversi da quelli di Chiara, più feroci. Si tolse la maglietta e mostrò i suoi grossi seni. Non resistetti alla tentazione di baciarglieli. Lei accettò quelle carezze, ma poi mi scacciò e si abbassò fino al cavallo dei miei pantaloni ed iniziò a sbottonarli. Chiara allora prese a baciarmi, facendomi sentire la sua lingua nella mio bocca e cercando di prendermi la mia con i suoi denti. Nel frattempo sentì Rosa che aveva preso il mio cazzo e iniziò leggermente a massaggiarlo e poi lo mise in bocca. Lo umettò tutto e continuò a succhiarlo e a baciarlo. Chiara si tolse il vestito ancora bagnato e si inchinò anche lei a baciarmi il cazzo. Poi baciò Rosa, passionalmente, con ardore. Mi tolsi i pantaloni e la camicia che indossavo e mi chinai a togliere i jeans che indossava Rosa. Se li fece sfilare velocemente, mentre ancora era baciata da Chiara. Aveva un bel boschetto nero, mentre Chiara non aveva che una leggerissima peluria trasparente. Volli prendere Rosa mentre ancora si baciavano.
-Si, scopami, scopami!
Poi guardò Chiara con aria maliziosa:
-Ti adoro!
Chiara per tutta risposta si sedette sopra Rosa, che mentre ansimava per i colpi che le infliggevo, iniziò a leccarle la fica bionda. Poi Chiara prese a baciarmi dolcemente, finchè alzò il bacino per farsi dare un'altra leccatina leggera e mi disse:
-Girala.
Ma non era un comando a me. Era diretto a Rosa che si girò. Chiara poi le si infilò sotto e iniziò e leccarle la fica ed io contemporaneamente anche l'ano.
Il gioco iniziò a intrigare Rosa, che provava piacere ad ogni bacio inflitto al suo ano e alla sua fica bella bagnata. Le bagnai ulteriormente l'ano e provai delicatamente a penetrarlo. Lei non oppose troppa resistenza e entrai in quel buchetto stretto. Nel frattempo Chiara aveva preso a massaggiarle la passera con la mano e notai che ogni tanto gliela massaggiava con forza. Rosa prese a spingere il suo culo per farci entrare tutto il cazzo.
Era piacevole quello spazio stretto, così a contatto. E mi sentì stringere in una morsa di piacere che avrei voluto portare l'estasi a tempi più lunghi, a fare durare il più possibile quel momento, mentre sotto il mio scroto Chiara lo baciava fugacemente per poter continuare a titillare la passera di Rosa, che urlava di piacere intenso mentre spingeva, io fermo, il suo bellissimo sedere verso di me e inghiottire nel suo ano il mio fallo al chiaro della luna.



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