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Lui & Lei

Chocolate, parte 2


di Marooned91
24.04.2019    |    2.518    |    0 6.7
"Lei stava ancora godendo della sua lingua, come un’eco, quando lo sentì scivolare dentro di lei, con un gemito, una mano che le stringeva un seno, ..."
Era una sensazione estremamente piacevole, anche se non avrebbe saputo dire con certezza da dove arrivasse.
La sentiva ovunque, mentre gli si irradiava dentro dal petto nel resto del corpo, percorrendo lentamente i suoi centri nervosi per rilassarlo mentre sembrava volerlo risvegliare dal sonno di cui aveva così bisogno. Vinto finalmente da quel piacere vagamente sensuale che si faceva strada dentro di lui rendendosi sempre più intenso, aprì appena gli occhi ancora annebbiati dalla stanchezza per incontrare una chioma corvina dai riflessi rossi, ferma sul suo petto.
"-lia-Giulia...?", mormorò in due tentativi, con la voce impastata dal sonno. Lei si scostò i capelli dal viso con una mano, per alzare gli occhi a dargli il suo saluto malizioso mentre la sua bocca rimaneva schiusa in baci umidi sul suo petto, e l'altra mano vagava sul suo corpo nel tentativo di scuoterlo dagli ultimi torpori del sonno. Rispose con un sorriso di cui non era del tutto cosciente al luccichio di quegli occhi che aveva inseguito così a lungo, in giorni lontani; e poi si rilassò di nuovo a quei baci con cui lei aveva deciso di accoglierlo...anche se era difficile rilassarsi mentre lei lo sfiorava appena con il suo corpo lasciando scorrere la lingua intorno ai suoi capezzoli. La sentì salire sopra di lui con una lentezza che gli parve esasperante, stringergli i fianchi con le gambe e lasciarsi premere contro di lui fino ad essere a pochi millimetri dalla sua bocca.
"Benvenuto...", mormorò, mentre lui annullava lo spazio irritante che c'era tra loro attirandola a sé per un bacio. Aveva così bisogno di lei; si rendeva conto di quanto gli fosse mancata, in quel periodo così frenetico? Mugolò il suo saluto contro le labbra di lei, mentre le sue mani la accarezzavano dai fianchi risalendo lungo la linea della schiena che lui cercava, come sempre, un dito che scorreva seguendo la sua spina dorsale. Quella curva così seducente che gli rimaneva sempre nascosta in momenti come quelli -quella curva che pure era tra le parti che più lo eccitavano del corpo di Giulia.
Si riscosse quando lei si separò da lui così all'improvviso da fargli credere che ci fosse qualcosa che non andava; e tutto accadde così velocemente che quasi non ebbe il tempo di rendersi conto di cosa fosse successo prima che lei tornasse a baciarlo premendosi contro di lui. Cristo, non si era nemmeno accorto che aveva addosso qualcosa -anche se non capiva se fosse un costume da bagno o qualcosa che aveva indossato per quell'occasione...in ogni caso, aveva fatto parecchio in fretta a toglierlo, segno che il bisogno che attanagliava lui aleggiava anche in lei. Stringendola di più a sé, la rovesciò sul letto, vagando con le mani lungo il suo corpo caldissimo nel pomeriggio di metà luglio fino a raggiungere l'elastico del suo costume o quel che diavolo fosse, e lo sfilò con un gesto animale liberandola dall'ultimo indumento che li separava.
Lasciò andare un mugolio soddisfatto quando i loro corpi completamente nudi aderirono l'uno all'altro, generando scariche di piacere che mozzarono il respiro nelle loro gole. Si separò un attimo da lei, per osservarla con gli occhi che traboccavano desiderio, prima di tornare a baciarle il collo, suggerle il lobo dell’orecchio, assaporando il sale del mare sul suo corpo –che fosse tornata dalla spiaggia solo per stare con lui? Forse era tutto architettato fin dall'inizio.
Scese a baciarle le spalle, le dita di lei che gli affondavano tra i capelli e sulla schiena, i suoi gemiti sommessi che gli riempivano le orecchie, come il canto di seduzione più delizioso, e lo spingevano giù, con molta dolcezza e con fermezza, fino a che la sua bocca non raggiunse i suoi seni caldi e la sua lingua iniziò a tormentarne i capezzoli.
Era già eccitata, la sua gattina. La sua umidità strusciava contro la sua erezione rendendolo sempre di più suo schiavo, le sue cosce di madreperla strofinavano contro le sue, le sue dita si stringevano tra i suoi capelli e gli accarezzavano appena la nuca, e i suoi seni erano così morbidi tra le sue mani, così teneri nella sua bocca, così pieni di desiderio e di piacere sotto la sua lingua e ai suoi morsi leggeri, che gli parve d'essere inebriato e stordito da un profumo troppo forte. E quello che non riusciva a fare il suo corpo, il suo profumo, arrivava dalla sua voce, bassa, sensuale, così erotica che sarebbe bastata a farlo implorare di possederla.
Stava per scivolare ancora più in basso, guidato dalle mani di Giulia, quando queste lo attirarono a sé, succhiandogli via quanto gli restava della ragione con un bacio mentre lo rovesciava sul letto per sederglisi a cavalcioni. La osservò mentre si tirava su a sedere e si accarezzava lentamente fino al punto in cui i loro corpi si incontravano; e poi le mani che gli scivolavano sul petto, lei che si premeva più a fondo e scendeva, piano piano, avvicinandosi a lui fino a sfiorarlo con i seni, scendeva e lasciava baci sul suo petto, scendeva e lasciava baci intorno al suo ombelico, il suo pene eretto scorreva appena contro di lei, la pelle umida della sua saliva, gemiti interrotti bruscamente quando lei si separò da lui per inginocchiarsi tra le sue gambe, aspettando che aprisse gli occhi che
nemmeno s'era accorto d'aver chiuso.
Si mordeva il labbro, mentre allungava un dito a sfiorargli il cazzo, lentamente, massaggiando appena il frenulo col polpastrello, con un'espressione di finta innocenza che lui aveva imparato a conoscere ma che pure lo eccitava ancora come la prima volta, come sempre.
Sentiva i suoi occhi su di sé, che lo guardavano attraverso le ciocche ribelli di capelli scuri che le ricadevano sul viso; sentiva il suo sguardo in grado di penetrargli l'anima, quegli occhi color del cioccolato che probabilmente, in quello stesso istante in cui la bocca di lei si avvicinava al suo cazzo che reclamava attenzione, stavano diventando profondi di desiderio, luccicanti di passione, offuscati dal piacere che li rendeva scuri come il cioccolato fondente.
Era lenta, lentissima ed era lui, ora, a doversi mordere un labbro per non chiederle di muoversi più forte, doveva stringere le lenzuola tra le dita per non infilarle la mano tra i capelli e spingerla contro di sé,e impiegare tutta la sua forza di volontà per non muovere il bacino contro di lei che ora lasciava scorrere le labbra su tutta la lunghezza dell’asta, sfiorandolo appena con la lingua, una serie di piccoli baci dolci e lenti e in grado di fargli perdere il controllo. Allungò una mano a infilarsi tra i suoi capelli, attirandola di più contro di sé mentre si sentiva sprofondare in quella bocca calda e invitante, quella lingua che pareva avvolgerlo della sua lentezza e quelle labbra che lo stringevano quasi dolcemente, un contrasto così netto con i piccoli morsi che sentiva ora.
Non resisteva già più. Le sue fantasie, che l'avevano accompagnato nella doccia e nel sonno, quei lunghi giorni di lontananza, senza nemmeno la possibilità di vederla perché lei era lontana, quella mancanza forzata….sembravano soltanto accrescere il suo bisogno e lui aveva bisogno di lei, del suo corpo intero, non dell'inganno delle sue labbra e della sua lingua.
La sollevò e la attirò a sé per un bacio, assaporandosi nella bocca di lei mentre tornava distenderla sul letto e le saliva piano sopra, sentendola allargare le gambe sotto di lui. Gli era mancato così tanto essere accolto in quel modo da Giulia; la sensazione intera delle cosce di lei contro le proprie, della sua umidità ardente contro il suo membro, dei suoi seni che si schiacciavano contro il suo petto, delle labbra che premevano contro le sue e la curva sensuale della sua schiena, quella curva che lui adorava guardare mentre lei era seduta a pettinarsi, quella curva che scorreva sotto alle sue dita, che bramava vedere e che invece gli era negata, mentre ora si schiacciava contro di lei per penetrarla.
Lei gettò un braccio dietro la testa, stringendo il cuscino tra le dita, quando la provocazione intima di lui le entrò dentro, le liberò un brivido di piacere che la fece contrarre; a lui, lei parve così bella, come sempre eppure più di sempre, abbandonata in quel modo a lui, completamente in balia dei suoi desideri e della sua eccitazione, completamente schiava del piacere che volevano, che non poté fare a meno di sussurrarle con la voce roca di desiderio all'orecchio le parole più banali del mondo, "sei bellissima….", mentre lei mugolava un lungo brivido e gli stringeva le gambe intorno ai fianchi facendolo affondare ancora di più dentro di sé. Gli sembrò di non poter più aspettare oltre, mentre lei si inarcava sotto di lui con un gemito che sbriciolò qualsiasi debole, velleitaria resistenza. Lei gemeva, gli si strusciava contro, si inarcava e si abbandonava a lui in una maniera così totale che lui
non poteva resisterle oltre.
Già premeva contro di lei più forte, scivolando a farsi accogliere dall'umidità ardente che gli
appannava la vista e gli allargava la bocca in un gemito silenzioso, quando lei aprì gli occhi di colpo, allontanandolo da sé quanto bastava per fargli capire di fermarsi; lui la guardò con
un'espressione stupita, senza capire cosa lei volesse fare.
La sentì sollevare una gamba contro di lui, in un gesto che parve affondarlo dentro di lei ancora di più, proprio quando doveva stare fermo; era così lenta, mentre lo accarezzava con il piede, mentre si inarcava di nuovo di piacere e lo fissava con quegli occhi luccicanti di malizia e di desiderio. A che gioco stava giocando, Giulia?
Lentamente, il piede di lei percorreva le sue cosce, i suoi fianchi, coccolava la sua erezione per poi puntarsi contro il suo basso ventre e lo spingeva via, e lui rimaneva all'improvviso abbandonato dal piacere intenso e improvviso che lo aveva accolto poco prima. Non fece in tempo a domandarle che cosa stesse succedendo, se per caso non volesse, perché lo aveva eccitato a quel punto se poi voleva ritrarsi…non fece in tempo a dire nulla perché la bocca gli si inaridì completamente e le sue corde vocali parvero smettere di funzionare, quando lei si voltò a pancia in giù, in ginocchio davanti a lui, offrendogli nello stesso tempo la curva della sua schiena che lui desiderava tanto vedere mentre
faceva l'amore con lei e il piacere caldo e umido che poco prima gli aveva negato.
Gli occhi color del cioccolato tornavano a fissarlo, cupi, maliziosi e dolci, intensi ed eccitanti, e lui fissava le cosce che racchiudevano il suo piacere, la schiena che adorava, il corpo che desiderava e il sorriso sensuale e divertito di Giulia che lo invitava a prenderla senza dire nulla. Ricambiò il sorriso, allungando le mani a sfiorarle le cosce, risalendo lentamente a sfiorarle la figa, stringendole le natiche, percorrendo la curva dei suoi fianchi su, lentamente, fino ai seni, mentre si avvicinava a lei un po' di più.
Stava per prenderla quando la scioccante sensazione del calore di lei contro di sé gli fece ricordare un'altra delle fantasie che avevano attraversato la sua mente durante il viaggio Il suo sapore. Gli manca la sua dolcezza calda, piena,traslucida e bianca…
…quasi non si accorse di essersi chinato a leccare via un po' della eccitazione da lei, quasi non si accorse di non poter più fare a meno di quel sapore una volta che gli aveva riempito la bocca in tutta la sua prepotente unicità. I suoi mugolii, il modo in cui stringeva il cuscino tra le mani per fermare i tremori del suo piacere parevano tenerlo inchiodato lì, a lei, mentre assaporava il suo orgasmo nascente in lunghe carezze umide che sapevano di baci. Le sue mani si mossero, cercando il centro del suo piacere, sfiorandola con decisione e insieme con dolcezza, costringendola quasi a cedere sulle braccia quando il suo corpo sembrò esplodere in un grido strozzato che rimbombò anche nella bocca di lui, nel piacere pulsante che si rilasciava contro i suoi baci.
Lei stava ancora godendo della sua lingua, come un’eco, quando lo sentì scivolare dentro di lei, con un gemito, una mano che le stringeva un seno, giocando con il capezzolo senza piercing, mentre l'altra seguiva la linea della sua schiena, lungo la scia del brivido che la sua penetrazione le provocava con quella lentezza esasperante, costringendola a mordersi il labbro per non supplicarlo di prenderla con forza.
Rimase un attimo fermo, dentro di lei, osservando quella schiena che si inarcava di piacere ad ogni suo minimo movimento, quei fianchi che si muovevano contro di lui come a pregarlo silenziosamente di darle piacere, quel corpo che gli sembrava suo come non era mai stato. Incapace di resistere oltre, si ritrasse lentamente da lei, per poi subito penetrarla con forza, aderendole completamente per sussurrarle all'orecchio quanto fosse bella, quanto avesse desiderato prenderla così, quando le fosse mancata, quanto la volesse, mentre ad ogni suo movimento lei gemeva più forte, ad ogni suo sussurro lei rispondeva contraendosi intorno alla sua erezione, ad ogni suo sospiro lei stringeva il cuscino tra le dita, e le mani vagavano lungo il suo corpo, dappertutto, stringevano i suoi seni, torturavano i suoi capezzoli, la sua bocca ansimava vicinissima all’orecchio di lei e lei
aveva il respiro sempre più affrettato, i gemiti divenivano strozzati, per essere gridati in tutta la loro potenza quando una mano di lui le abbandonò un seno per sfiorarla tra le gambe, inumidendosi della sua eccitazione sempre più intensa, accarezzandole il clitoride tra i movimenti scomposti del suo orgasmo ormai vicinissimo.
La sentì stringersi intorno a lui, con tutta la violenza del suo piacere che si liberava sulla sua mano, dandogli il colpo di grazia che lo portò ad allontanarsi da lei quanto bastava per osservare la schiena che aveva desiderato per così tanto tempo mentre si arcuava nell'orgasmo e allo stesso tempo accoglieva fiotti bollenti di piacere…
Si svegliò di colpo, sudato, accaldato, e con la stanchezza del piacere che gli pesava addosso come un macigno...
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