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Lui & Lei

Dal punto di vista dello stalker (parte 4)


di thefriendlymanbehind
25.10.2016    |    1.693    |    0 9.6
"Provò anche con un quarto dito, ma lo estrasse quasi subito..."
Questa è una storia di pura fantasia.
I luoghi, le persone ed i fatti narrati esistono unicamente nella mia mente.
Le procedure informatiche sono semplificate a tal punto da essere inutilizzabili, pertanto non potrete avvalervi di quest’opera per un utilizzo diverso dal piacere personale.
Il mio scopo non è spingere gli stalker ad agire, ma mettere al giudizio del pubblico la mia capacità di creare racconti erotici e soprattutto il mio scopo primario è farvi godere.
Non mi prendo alcuna responsabilità sull’uso scorretto che potreste fare della mia opera.
Se vuoi contattarmi puoi mandare una mail a: thefriendlymanbehindthescreen[at]gmail.com e ti risponderò nel giro di pochi giorni.

Dopo essermi masturbato sulla fantastica scena che avevo visto ripresi a visualizzare le migliaia di immagini che mi rimanevano e notai che Francesca si masturbava quasi ogni notte, ma con molta meno foga di quell’episodio di cui vi ho narrato nello scorso capitolo.
Il più delle volte entrava in camera con l’accappatoio, lo faceva cadere ai suoi piedi e si stendeva sul letto completamente nuda. A quel punto inumidiva le dita e cominciava a masturbarsi il clitoride per una decina di minuti fino a venire, subito dopo messaggiava con le amiche e si addormentava.
Notai anche che aveva un rapporto di odio ed amore con i suoi umori: amava osservarli per terra, sul suo sesso, sulle sue dita; adorava l’odore che emanavano, ma aveva difficoltà ad assaggiarli anche se spesso la tentazione era troppo forte ed inseriva velocemente le dita in bocca e deglutiva, come si fa con un’amara medicina.
Una volta alla settimana, spesso il giovedì, si lasciava andare completamente.
Controllando le foto del giovedì della settimana dopo assistetti all’apertura in diretta di un pacco anonimo: dentro la scatola color marrone scurom sotto degli innocui simboli di “riciclabile” e “fragile”, si celava un dildo molto particolare: era un dildo di generose dimensioni (27 cm secondo la scatola) di colore nero e con moltissime striature in rilievo; aveva addirittura una ventosa per poter essere attaccato al muro ed essere usato senza mani. Il diametro era spaventoso: 5.5cm, un vero mostro.
Insieme al dildo vi erano dell’altro gel lubrificante alla fragola ed una catenina con due pinzette poste ai capi opposti.

Probabilmente si stava chiedendo se non avesse fatto il passo più lungo della gamba perché, quando prese in mano il dildo per saggiarne peso, grandezza e consistenza, la sua faccia era più interrogativa che eccitata. Si alzò dalla sedia e, presumibilmente, andò in bagno per lavare il dildo.
Come di consueto chiuse la porta, le imposte, ma questa volta accese tutte le luci della camera, andò al computer e cercò un video porno. Trovato ciò che le piaceva lo proiettò sulla sua smart TV e cominciò a spogliarsi di fretta rimanendo ben presto solo con dei calzini con dita separate di color verde acido. (A me non ispira il foot-fetish, ma so che alcuni potrebbero apprezzare questo dettaglio.)
Spostò la sedia davanti alla televisione ed allargò le gambe poggiandole sui due braccioli.
Il video mostrava una ragazza asiatica sulla ventina che veniva molestata in metro: all’inizio erano solo spintoni e palpate fugaci, ma all’improvviso un energumeno le tappò la bocca mentre altre due persone cominciavano a palparla selvaggiamente strappandole la camicia da scolaretta delle superiori e tagliandole via il reggiseno con un coltellino. Ben presto la protagonista si trovò legata ad un palo del vagone impossibilitata a muoversi ed a parlare a causa delle sue stesse mutandine che le erano state infilate a forza in bocca.
I tre uomini cominciarono a leccarla ed a penetrarla a turno sotto gli occhi attoniti degli altri passeggeri.
Francesca doveva apprezzare particolarmente questo spettacolo perché cominciò ad avere il fiato corto e prese subito a masturbarsi, ad un certo punto decise però che avrebbe dovuto provare i suoi nuovi acquisti e si fermò.
Sparì dall’inquadratura e ritornò con una ciotola contenente dei cubetti di ghiaccio, ne prese un paio e li usò per torturare i suoi capezzoli che diventarono istantaneamente insensibili e turgidi. Ottenuto l’effetto voluto ripose un cubetto di ghiaccio dentro la ciotola e l’altro lo poggiò fra le due chiappe, a diretto contatto con il suo ano.
Cominciò a leccarsi ed a baciare i suoi seni come gli uomini del filmato facevano con la malcapitata, tentò anche di succhiarsi i capezzoli, ma le sue tette erano davvero troppo grosse per permetterglielo, allora si accontentò di leccarli con la punta della lingua.
Era pronta per familiarizzare con la morsa per capezzoli: cominciò a scaldare il metallo freddo tenendo la catenina in mano, dopo di che si pizzicò un dito per vedere quanto fosse doloroso ed infine chiuse una pinza sul suo capezzolo destro.

A quanto pare non erano poi così poco sensibili i capezzoli perché saltò letteralmente dalla sedia, ma dopo una breve pausa chiuse gli occhi e pizzicò entrambi i capezzoli contemporaneamente. Abituatasi al dolore cominciò a giocare con il nuovo oggetto: si pinzava un capezzolo e dopo tirava via la pinza lentamente senza aprirla lasciando che il suo turgido capezzolo si estendesse a dismisura, altre volte la strappava letteralmente via con forza e quindi riprendeva il gioco da capo; sembrava che ciò le piacesse perché lo ripeté per molte volte con entrambi i capezzoli.
Spenta la TV si alzò dalla sedia e decise che poteva resiste al dolore lancinante e quindi continuò ad indossare la catena.
Prese il dildo, lo masturbò sapientemente lubrificandolo con il gel, staccò la ventosa e si mise nella consueta posizione in ginocchio ai piedi del letto, con il sedere sui talloni e le gambe completamente aperte in modo da poter vedere il suo sesso alle prese con un dildo di quelle dimensioni.
Questa volta non si masturbò, volle subito provare averlo dentro di lei.
Probabilmente era un po’ titubante, quel giocattolo era davvero enorme, pertanto prima lo adagiò sulle grandi labbra, lo fece scorrere su tutta la superficie del suo sesso e quando fu pronta timidamente cercò di penetrarsi.
I primi tentativi furono fallimentari, non riuscì a far entrare nemmeno la cappella ed ogni volta che provava a spingere sul suo volto appariva una smorfia di puro dolore.
Si liberò della catenella e prese il vibratore più piccolo, con quello cominciò ad abituare le pareti della sua vagina ad accoglierne uno più grande.
Dopo pochi minuti venne copiosamente sulle sue stesse mani, ma sulla faccia aveva frustrazione e non godimento: voleva usare il dildo più grande. Evidentemente il suo piccolo giocattolo non le servì ad alcunchè perché quando provò a penetrarsi di nuovo con l’ultimo acquisto non riuscii ad andare oltre la cappella.

Si fermò frustrata e passeggiò davanti allo specchio per qualche minuto seminando goccioline dei umori sul parquet di mogano, si asciugò la cipigna con un kleenex che gettò sotto la scrivania e sparì nuda oltre l’uscio per poi rientrare con fare determinato e due oggetti in mano: uno poco più grande del piccolo vibratore ed uno poco più piccolo del dildo.
Erano due… zucchine? O cetrioli forse.
Fatto sta che mise ad entrambi un preservativo, li lubrificò ulteriormente e si mise nella consueta posizione ai piedi del letto.
Utilizzò prima l’oggetto più piccolo: entrò senza troppa fatica nonostante avesse un diametro leggermente superiore a quello del vibratore al quale era abituata. Amava farlo arrivare fino in fondo usando tutta la sua lunghezza, quasi come se volesse perderlo all’interno della vagina; poi lo tirava completamente fuori. Continuò così e quando prese confidenza si guardò allo specchio e cominciò a masturbarsi anche il clitoride con la mano libera, ma all’improvviso decise di inserire due dita nella sua vagina insieme al cetriolo.
Quando estraeva il cetriolo le sue dita prontamente tenevano il suo sesso allargato oscenamente in modo che lei potesse vedersi dentro grazie al riflesso nello specchio.
Per la prima volta da quando ero divenuto il suo stalker si mise dentro anche un terzo dito, ci riuscì a fatica e cominciò ad usare il ruvido ortaggio contro il suo clitoride per distrarsi. Provò anche con un quarto dito, ma lo estrasse quasi subito.
Riprese a masturbarsi con il cetriolo, questa volta lo muoveva velocemente dentro e fuori, e con la mano libera palpava i seni impazziti a piene mani.
L’orgasmo non tardò ad arrivare e la sconvolse fin dentro le viscere tanto che si accasciò di lato e quasi cadde dal letto con l’ortaggio completamente conficcato dentro la vagina che pulsava e secerneva liquidi.
La videocamera si spense quando lei cadde in un sonno profondo, il cetriolo era ancora parte di lei tanto che dall’esterno si notava solo una piccola sporgenza dalle sue labbra.

Francesca si svegliò circa due ore dopo, si stirò e rimosse l'oggetto dalla sua vagina ancora fradicia e con fare determinato puntò gli occhi sull’ortaggio più grande. La notte era ancora lunga per lei.

Nota dello scrittore: Vi ringrazio per le mail, nonostante il racconto fosse già pronto ho deciso di modificarlo per venire incontro alle richieste, spero di essere riuscito ad assecondare le richieste di tutti.
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