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Lui & Lei

Il Fotografo Cap.6 - L'incontro


di blueyes5
23.04.2025    |    1.295    |    1 9.6
"Non può vederla ma la immagina nitidamente, richiama alla mente quello che ha visto la sera prima, quelle forme nude, quelle mani che in questo momento probabilmente scorrono lungo il corpo..."
E' sabato, metà delle finestre del palazzo di fronte sono chiuse, sembra che gran parte dei suoi osservati speciali siano partiti per il weekend, Marco sa che sarà una due giorni lunghissima e noiosa, in più sua mamma gli ha già anticipato che dovrà accompagnarla a fare la spesa: "è una settimana che te ne stai chiuso in camera, oggi pomeriggio uscirai con me, facciamo la spesa al supermercato e qualche commissione in centro".
Wow che gioia, un bel sabato pomeriggio a zompettare in giro appeso alle stampelle, già in condizioni normali provava disagio a stare in mezzo alla gente ora che era pure ingessato si sarebbe sentito osservato più che mai.

Per fortuna che c'è Lei, la ragazza di fronte, stamattina sta facendo yoga sul balcone, indossa un top azzurro della Nike e un paio di leggins neri della stessa marca lunghi fino a sotto il ginocchio.
Si muove sinuosa ed elegante, è uno spettacolo quando si piega in avanti mettendo in bella mostra quel culo scolpito da Donatello, e poi si inarca all'indietro spingendo in fuori il petto, con le tette gonfie e i capezzoli che sembrano voler bucare il tessuto. Si piega di lato, si apre e si richiude su se stessa come un fiore, è snodata come se non avesse articolazioni. Clic-clic-clic. Marco arricchisce la sua collezione di immagini.

Finita la sessione di allenamento si sposta in bagno, non la può vedere, ma sa che è lì, nell'assordante silenzio del sabato mattina può percepire in lontananza lo scrosciare dell'acqua della doccia. Non può vederla ma la immagina nitidamente, richiama alla mente quello che ha visto la sera prima, quelle forme nude, quelle mani che in questo momento probabilmente scorrono lungo il corpo insaponato, fermandosi un po' più del necessario in mezzo alle gambe.
Marco ha il cazzo duro, mentre la sogna sotto la doccia, è dolorante non lo aveva mai sottoposto a tante sessioni di masturbazione come nell'ultima settimana, ma non poteva farne a meno, osservare, spiare, rubare scatti proibiti ormai era la sua ossessione, la sua perversione. Decide comunque di risparmiare il suo membro dall'ennesima "smanacciata".

Dopo un infinità di tempo, perlomeno questo è quello che è sembrato al ragazzo, la vede arrivare in camera da letto in accappatoio. Tira fuori qualcosa dal comodino e poi dall'armadio, sembrerebbero vestiti, butta tutto sul letto. Estrae dalla tasca un barattolino, lo apre, infila le dita e poi inizia a spalmare il contenuto prima su una gamba poi sull'altra, è lenta, metodica, sensuale ed eccitante. Clic-clic-clic.
Lascia cadere a terra l'accappatoio, afferra una brasiliana nera dal letto e la indossa, è il turno poi del reggiseno, seguono una minigonna di jeans e una canottiera bianca. Sparisce in un altra stanza.

Ricompare dopo 10 minuti, truccata, con un cappellino rosa in testa, i capelli castani sciolti, lunghi fino alle spalle, è solo un attimo chiude tutte le finestre, probabilmente sta uscendo a pranzo con qualche fortunatissimo stronzo.


Dopo pranzo Marco sta gironzolando per i corridoi del supermercato vicino a casa, si sente ridicolo con le stampelle, ogni persona che incrocia lo guarda con compassione. Il ragazzino sfigato che va in giro col gesso in piena estate.
"ehi Twilight accompagni la mammina a fare la spesa?"
'Ecco ci mancava solo questo, uno dei soliti stronzi che mi bullizzano a scuola e che mi hanno soprannominato così per il mio costante pallore da vampiro.'
"Ciao Valerio, felice di vedere che ora lavori qui, che gioia"
"Eh sì i miei mi hanno costretto a lavorare visti gli scarsi risultati a scuola, cazzo Twilight è strano vederti in giro, porca troia sei ancora più pallido del solito, che cazzo hai combinato alla gamba?"
"Mi sono rotto una caviglia scendendo le scale"
"ahahah, certo che sei proprio uno sfigato di prima categoria, dì la verità, visto che a te anche le racchie ti scansano, lo hai fatto apposta così forse riesci rimorchiare qualche sfigata con la sindrome della crocerossina! "

Per fortuna vengono subito interrotti da qualcuno che protesta:
"ehi ragazzo dei prosciutti, quando hai finito di fare lo stronzo con quello puoi venire a fare il tuo lavoro che non ho voglia di passare il pomeriggio qui, sono il 43, è il mio turno"

"Si signora mi scusi arrivo subito, scusa merdina ma il lavoro chiama, buona giornata sfigaman!". Valerio lo saluta a modo suo.
Marco abbozza un saluto con sorriso forzato poi si volta verso la persona che aveva parlato. All'improvviso si sente avvampare, cappellino rosa, gonna di jeans e canotta bianca, è proprio lei, la sventola del palazzo di fronte. E' in panico, in questo momento gli scorrono davanti agli occhi le immagini di lei nuda che si masturba, che fa yoga, che prende il sole in costume, un vortice di istantanee che risvegliano la sua intimità. Decide di fare dietrofront e di allontanarsi più possibile prima che lei si accorga di qualcosa.

Ritrova sua mamma, la segue per un paio di corridoi. “Marco ho dimenticato la passata, aspettami qui, torno subito”. Lo molla lì, nel corridoio della parafarmacia ad aspettare. Lui inizia a guardare i prodotti sullo scaffale, cerotti, test di gravidanza, preservativi, lubrificanti. Ad un tratto con la stampella prende dentro al carrello e tira una spallata allo scaffale, cadono alcune scatole di preservativi. Deve tirare su tutto prima che torni sua mamma, appoggia una stampella allo scaffale, usa l’altra per tenersi appeso e calarsi giù in qualche modo senza appoggiare a terra il piede ingessato. ‘Peggio di così non può andare’. Riesce ad afferrare una scatola, si rialza e la mette a posto, con sforzo enorme ricomincia, stare in equilibrio è difficile. Afferra la seconda scatola quando una voce femminile lo coglie alla sprovvista.
“Aspetta ti do una mano io!”
Era concentrato sul raccogliere i preservativi che non si era accorto dell’avvicinarsi di una ragazza, ma non una qualsiasi, proprio lei, cappellino rosa.
Alza lo sguardo e trovandosela molto vicina per la sorpresa perde l’equilibrio cadendo goffamente all'indietro.
“oh scusa non volevo spaventarti, mi spiace” Dice lei mentre lo aiuta ad alzarsi sulla gamba buona, poi gli porge la stampella che era caduta.
“Tutto bene?”
“no…si…ehm…sto bene…gra…grazie” Marco è imbarazzatissimo mentre la osserva chinarsi davanti a lui a raccogliere le altre scatole.
Lei le studia un attimo, poi lo guarda e dice : “allora quale avevi scelto, una di queste o quella che hai in mano?”
Il ragazzo ormai ha perso il suo caratteristico pallore e ha la pelle color rosso fuoco per la serie di figure di merda inanellate una dietro l’altra.
“Ehm…no…sono caduti, non li stavo prendendo...non ne ho bisogno…nel senso non mi servono…cioè magari un’altra volta”
Marco sbuffa e abbassa lo sguardo consapevole del suo ruolo di re degli sfigati.
“Ehm, si ok allora io vado, scusa ancora se ti ho fatto cadere, buona giornata”
Si gira, torna al suo cestino e se ne va, lasciando dietro di sé quella scia di fascino e profumo di buono.

Avrebbe voluto dirle qualcosa, ringraziarla, magari offrirle il caffè. Non le ha neanche chiesto il nome. Ma come avrebbe potuto, non è riuscito nemmeno a guardarla negli occhi. E' stanco, si trascina in giro con sua mamma per il resto del pomeriggio, passa la serata attaccato alla TV.
Il giorno dopo decide di prendersi una pausa dalla sua attività di voyeur, rimanda tutto al lunedì, come fosse un lavoro.


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