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Lui & Lei

L'IMPROVVISA VOGLIA.


di amorefuturo
07.01.2012    |    16.841    |    0 8.5
"Dopo la vestizione sono tornato da Raffaella che era in bagno, stavolta per riassettare, e dopo aver fissato il suo sedere ho chiesto, serve una mano! La..."
Premessa indefettibile al racconto è la verità della storia. Pertanto, non aspettatevi un finale con scopata da film porno.
Qualche settimana fa sono stato in un piccolo paese del Friuli, dove vive mio fratello da oltre dodici anni. Nei quindici giorni trascorsi ho spesso incontrato la suocera di mio fratello. La signora raffaella è una donna sui cinquanta anni, 1.70 di altezza, tipico aspetto da montanara con gote rosse, seno di misura indefinita, abbastanza in carne, ma con la mobilità di una ventenne. Raffaella, nei giorni da lunedì a venerdì si reca a casa di mio fratello, per svolgere qualche mansione, giacché anche la moglie lavora. Pertanto, la mattina, ero in casa con la signora che, appena entrata, aveva anche il compito di svegliarmi e preparare la colazione. Nonostante la differenza di età la cosa mi eccitava molto e la circostanza si notava dalla bandiera presente nei pantaloncini da notte che puntualmente si deformavano alla vista della suocera. L’imbarazzo dei primi giorni, per quel difetto ingovernabile, è stato superato grazie alla capacità della gente di montagna di metterti a proprio agio, tanto da farti pensare a qualcosa di più. Io non potevo fare a meno di osservare quel seno, anche perché dalle mie parti robe del genere non esistono, soprattutto nei cinque minuti impiegati per preparare la colazione e nei quali Raffaella rimaneva a chiacchierare. La verità! Il quinto giorno, la scollatura leggermente più ampia, un abbigliamento particolarmente curato e un’occhiata furtiva ai pantaloncini, come sempre tesi, determinarono una sega mattutina come non accadeva da almeno quindici anni. Raffaella indossava una bella gonna, sotto il ginocchio, a fiorellini, calze nere, scarpe a stivaletto e un maglione con scollatura a V che lasciva intravedere un profondo canyon tra due imponenti catene montuose. La gonna si adagiava perfettamente al culone, tenuto in tensione dagli stivaletti con tacco pronunciato, disegnandolo nella sua perfetta circonferenza. La goccia che fece traboccare il vaso fu un’occhiata abbastanza esplicita al mio basso ventre che rivelava, senza particolare pudore, anche per la posizione seduta, tutta la virilità di cui dispongo. Dopo tutto questo teatrino, la scelta fu obbligata. Andai in bagno per la doccia e procedetti all’adempimento, naturalmente immaginando tutta una situazione con la signora. Appena terminato il lavaggio, esco dal bagno e contestualmente entra Raffaella, naturalmente per rassettare il tutto. Tuttavia, mentre mi allontanavo, ho sentito il chiavistello del bagno scattare. La cosa era abbastanza strana perché, in quattro giorni, non mi era mai sembrato di aver sentito lo scatto della serratura. Pensai, sarà pur andata in bagno in quattro giorni. In quel momento ebbi come un’ispirazione. Io non l’ho mai fatto, ma mi avvicinai furtivamente alla porta del bagno e avvertii il rumore del copri water che si abbassava. Pensai di dare un’occhiata. Incredibile, intravedevo una tetta della raffaella! Aveva tirato su il maglione e fatto uscire solo un seno. Mai visto nulla di simile! Aveva il capezzolo simile al tappo di una penna bic. In un batter d’occhio mi ritrovai tra le gambe un mazzone mai visto e il cui glande faceva capolino dall’accappatoio. Mentre mettevo a fuoco l’obiettivo, ho afferrato il pene con una mano, avvertendo un peso e un calore mai osservati prima. Tuttavia, l’ho subito lasciato. Non riuscivo più nemmeno a sfiorarlo; sentivo il coito salire. La Raffaella era seduta sul water e aveva abbassato il collant, nero, sul quale erano adagiate delle mutandine di colore celeste tenute in tensione dalle gambe ben divaricate. La signora si stringeva il capezzolone tra due dita e si succhiava il pollice dell’altra mano, ondeggiando come se fosse sommersa in una vasca d’acqua. Questa procedura è durata circa due minuti durante i quali vibravo come una foglia sia per l’eccitazione sia per il carattere trasgressivo della mia condotta. Dopo di che si è alzata in piedi e ha iniziato ad armeggiare sotto la gonna. Purtroppo non riuscivo a vedere granché, tranne la mezza tetta che teneva ferma con il palmo della mano e la faccia, che da sola valeva il prezzo del biglietto. Dopo qualche movimento energico del braccio, che spariva sotto la gonna, ha smesso, probabilmente raggiungendo l’orgasmo il cui segno mi è sembrato un irrigidimento delle cosce e il contestuale sguardo verso l’alto volto a prendere un profondo respiro. L’orgasmo è stato talmente repentino che per aspettare il momento clou e guardare qualcosa di più osé, non ho raggiunto il coito. Appena uscita dal mio campo visivo, probabilmente per ripulirsi, sono scappato in camera, dove ho ricorso ancora all’autoerotismo. Dopo la vestizione sono tornato da Raffaella che era in bagno, stavolta per riassettare, e dopo aver fissato il suo sedere ho chiesto, serve una mano! La classica risposta, mi è stata data con quel ritardo di qualche secondo che lasciava trasparire come stesse pensando a qualcosa di diverso rispetto alla canonica e quotidiana frase “non preoccuparti”.
La giornata la trascorsi a pensare se la signora si fosse eccitata osservando la mia sega in doccia. In proposito, feci degli esperimenti per capire se dal buco della serratura poteva vedersi quanto avevo eseguito. In effetti, qualcosa poteva intravedersi. Passai i restanti giorni di vacanza a provocare sempre più esplicitamente la signora e ripercorsi anche l’iter seguito in quella famosa mattina. Tuttavia, la magia non si ripeté e a me è rimasta l’esperienza di una cinquantenne attinta da un’improvvisa voglia di godere.
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