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Lui & Lei

La lettrice


di Eulalia
10.02.2023    |    4.908    |    17 9.7
"Non lo ammette nemmeno con sé stessa, ma si è preparata per quell’incontro..."
Ha mantenuto la promessa.
È seduta sul divano con tre fogli A4 in mano, lui di fianco a lei a una certa distanza. Inforca gli occhiali e inizia a leggere a voce alta scandendo bene le parole, rispettando le pause senza troppa enfasi. Conosce bene i propri testi e con la parte introduttiva non ha difficoltà. Certo c’è qualche vago accenno erotico, ma soprattutto si tratta di definire i personaggi e la situazione in cui si trovano. Il tema è sempre lo stesso: sesso sfrenato.
È un’abile lettrice; così a tratti, senza interrompersi si permette di sbirciare il suo ascoltatore. Non lo ammette nemmeno con sé stessa, ma si è preparata per quell’incontro. Una preparazione blanda, giusto l‘intimo coordinato, un velo di crema su tutto il corpo, un’aggiustatina al ciuffetto in cima al pube, tanto per non essere impreparata.
La richiesta era giunta talmente inaspettata che senza rendersene davvero conto, aveva accettato pur sapendo di giocare col fuoco. L’aspettativa per quel pomeriggio di lettura l’aveva inumidita e l’incertezza su quello che sarebbe potuto succedere, amplifica le sue sensazioni.
Lui la segue con attenzione, la osserva, ma non la fa sentire a disagio. Pare molto educato. Le sposta con gentilezza i capelli: “Così posso vedere il tuo collo.” A quel contatto sopprime un brivido che percorre la sua spina dorsale per concentrarsi fra le sue gambe.
I personaggi del suo racconto hanno superato la fase della conoscenza, inizia la fase della passione; che detto così pare nulla. In realtà i cazzi svettanti e le fiche grondanti abbondano.
Il problema, si rende conto la lettrice, è che sta confessando tutte le sue fantasie, quelle che la portano ad infilarsi una mano nelle mutandine quando la voglia di cazzo si fa impellente. Ha un che di intimo fare queste confidenze ad un ascoltatore attento. Lui conosceva già la storia, ma voleva sentirla dalla voce di lei, voleva vedere la forma della sua bocca mentre leggeva sfondami, vuole godersi ogni vocale e consonante.
Man mano che legge le sue fantasie le suonano dentro. Un lieve tremito della voce tradisce l’eccitazione che sale. Si ferma per inghiottire un eccesso di saliva, che la protagonista dei suoi racconti avrebbe lasciato colare sensualmente sul glande del partner del momento.
“Continua,” le dice il lettore. Il tono è calmo e sommesso, ma in qualche modo anche perentorio. Le appoggia una mano calda e asciutta sul ginocchio e insiste, “Non ti fermare.”
Lei continua, ma sente il bisogno di cambiare posizione. Assesta meglio le natiche e le pare che con le gambe scavallate la sua fica sia meno sensibile. Ma si sbaglia, la sente pulsare di più. È solo una mano su un ginocchio, si ripete mentalmente, potrà anche essere rovente, ma è solo una mano sul ginocchio, non è mica in un romanzo rosa degli anni Cinquanta.
Adesso che ad alta voce sta descrivendo una tanto violenta quanto desiderata sodomizzazione, sente i capezzoli che si ergono. Davanti ai suoi occhi interiori la scena si svolge realisticamente, le pare di percepire la dilatazione dell’ano che accoglie il glande; l’attrito della mazza che sembra sventrare la sua protagonista, le fa stringere le natiche.
L’ascoltatore la guarda sereno e interessato mentre risale l’interno della sua coscia. Si era preparata ad una simile evenienza, ma non aveva immaginato che l’aspettativa le stringesse la gola in quel modo.
Uno sguardo laterale le fa notare una notevole erezione, un attimo dopo anche accanto a lei svetta un cazzo. La salivazione le si azzera.
“Non devi smettere di leggere, sei qui per questo. Devi arrivare alla fine.”
Lei con la gola secca continua.

“Sei la mia troia, succhiami il cazzo” sta dicendo la lettrice, ma la sua mente è altrove. Sta seguendo la mano che ha raggiunto il bordo delle sue mutandine bagnate in maniera imbarazzante. È un gesto talmente erotico scostarne il bordo per permettere alle dita di raggiungere il clitoride, che solo con uno sforzo di volontà enorme riesce a continuare la lettura.

I personaggi della sua storia godono di un amplesso sul bancone della cucina: lui la sta pompando come un animale. Lei sul divano divarica leggermente le gambe senza perdere una parola. Le si spezza leggermente la voce quando al “Fottimi!” urlato dalla protagonista del racconto coincidono due dita che la penetrano. L’ascoltatore si sta accarezzando pigramente l’uccello allo stesso ritmo delle dita nella sua fica. Sulla punta riluce una goccia umida e le viene spontaneo leccarsi le labbra prima di pronunciare la prossima frase.
“Riempimi di cazzo!” pur andando oltre, questa frase continua ad echeggiare nel suo cervello, talmente lei desidera non averla letta, ma detta guardandolo negli occhi.
Lui adesso si gira verso di lei, sfila la mano dalle sue cosce.
“Non sospirare, che rovini il ritmo della storia” le dice slacciando i bottoni della sua camicetta.
Le si accorcia il respiro proprio mentre descrive il primo di zampillo di sperma che raggiunge la gola della sua eroina. Tutta colpa del fatto che un suo capezzolo è imprigionato fra il pollice e l’indice dell’ascoltatore, che, non contento, lo assaggia con la punta della lingua. È anche colpa di quel senso di costrizione che sente al seno liberato solo dalla coppa, ma non del resto.
Piano si avvicina il finale della storia, mancano ancora due capoversi. La mano piatta di lui si appoggia sul suo pube dopo aver doppiato tutti gli strati di tessuto e la sta accarezzando sempre più in fretta, fissandola da vicino.
Mentre i protagonisti della storia soddisfatti ed esausti, si complimentano e si ripromettono di ripetere quest’esperienza, la lettrice si avvia senza via di scampo verso un orgasmo. Con le ultime parole del racconto il movimento sul clitoride è frenetico e nella lettrice cresce la stessa voglia di cazzo che alberga nelle protagoniste dei suoi racconti. La stessa indomabile voglia di essere scopata fino allo stordimento.
L’ascoltatore sorride appena, lei impugna l’asta e si lascia andare ad un orgasmo che sa di antipasto. Pochi istanti e quella bocca che appena prima si preoccupava di virgole e punti è piena di cazzo. Tocca a lui adesso controllarsi davanti a questa donna vorace che indaga con la lingua tutto l’uccello. Occhi negli occhi, lei si mette a cavalcioni, sposta di quel tanto le mutandine per impalarsi con un gemito di pura soddisfazione, scosta la gonna per permettere a lui di agguantare il suo sedere a darle il ritmo che più gradisce.
Cavalcandolo come un’amazzone, la lettrice sembra di colpo timida e sussurra un banale “Sfiniscimi!”
Questo basta per finire sotto di lui ed essere sfiancata da una serie di affondi animaleschi, prima che il cazzo bussi alle sue labbra accompagnato da un “Bevi!” roco quanto urgente.
Si assestano così sul divano: lei sdraiata, lui di fianco un po’ più in alto con il cazzo ormai rilassato appoggiato alla sua guancia.
Quanti respiri le ci vorranno per tornare in sé? Per avere la forza e il coraggio di dire che ha ancora tanta, ma davvero tanta voglia di cazzo?



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